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Autore: xedwardslips    16/12/2012    10 recensioni
Elizabeth Tisdale era vittima di bullismo da ormai due anni. Harry Styles, Niall Horan, Louis Tomlinson e Liam Payne si divertono a farle del male.
Sta succedendo dal rientro dalla corsa dal parco. Sempre gli stessi colpi, sempre gli stessi dolori. Ma se dovesse arrivare per caso un ragazzo? E se la difendesse? Sarà amore a prima vista o solo compassione?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio tranquilla a casa Tisdale. 
Il sole pigramente saliva nel cielo e illuminava in modo irregolare la stanza di Elizabeth.
La ragazza era intenta a scegliere dei vestiti per la sua solita corsa pomeridiana al parco e, come al solito, non sapeva cosa mettere. 
Prima di tutto doveva coprire quei tagli che stanziavano nel suo braccio ormai da mesi e quei lividi così viola da mettere in soggezione perfino la ragazza, abituata a vederli.

Sì, perché Elizabeth Tisdale era vittima di bullismo, ormai da un anno e non ne aveva ancora parlato con nessuno. Aveva paura, paura di ricevere più colpi, paura di tutto, paura di quattro ragazzi che le davano il tormento, sempre.
Dal primo giorno che gli avevano messo le mani addosso, Liz aveva conosciuto l'autolesionismo. 
E pensava che non fosse così male. Infondo doveva solo usare maglioni a maniche lunghe e felpe extra-large, fingere un sorriso e andare avanti. Glielo aveva insegnato sua madre. 
"Fingi un sorriso e vai avanti". Era la frase che più pronunciava sua madre, ma lei non sapeva. Lei non poteva sapere. Lei non doveva sapere.
Sarebbe stato ancora peggio per lei. Se la madre avrebbe saputo, ciò avrebbe portato ad altre botte, ancora più forti e al solo pensiero di ciò, Liz rabbrividì.

Alla fine optò per una maglietta in microfibra fuxia a maniche lunghe e un pantalone nero della tuta a bande del medesimo colore della maglia.
Prima di indossare la maglia, fece il suo solito bendaggio dei polsi, per evitare che il sudore le recasse più dolore, di quanto già non provasse.
Urlò quasi quando la benda elastica fu a contatto con i polsi, rossi come sempre.
«Tesoro, tutto bene?» Urlò la madre che era intenta a sistemare la cucina. 
La ragazza si mise una mano in bocca e un dito in mezzo ai denti e continuò l'operazione.

Dopo dieci minuti era giù pronta a uscire, aspettando le solite raccomandazioni della madre. Si era abituata anche a questo.
«Non fare tardi. Non parlare con gli sconosciuti. Non correre in mezzo alla strada...» La madre continuò ma la figlia sbuffò, le diede un bacio sonoro sulla guancia e uscì.
Insomma, aveva sedici anni, non doveva ricordarle sempre cosa fare, cosa non fare. Ormai era 'adulta'.

Liz amava passare i primi dieci minuti di riscaldamento, camminando vicino alle persone, le osservava per svariati minuti e ascoltava le loro conversazioni. 
Non voleva essere invadente, era solo curiosa. Curiosa di sapere la storia di ogni persona che amava trascorrere il tempo al parco, proprio come lei.
Ormai, molte persone le conosceva già, le porgeva un saluto cordiale e con qualcuno chiacchierava animatamente sul tempo metereoligico o su quanto fosse volato il tempo.
Cominciò a correre a ritmo lento per tutto il perimetro del parco, poi aumentò ritmicamente la velocità, tenendo un andamento costante.
Quella ragazza amava davvero correre. Qualsiasi persona vedeva in lei una sedicenne alta, mora e innamorata della corsa. E a Liz faceva piacere sapere ciò che la gente pensasse di lei.

Terminato l'allenamento pomeridiano, andò al camioncino dei gelati e comprò il solito: menta e cioccolato.
Nessuno era così pazzo da unire due gusti completamente diversi, ma Liz ne andava pazza, non poteva negarlo, menta e cioccolato assieme erano la fine del mondo.

Il cellulare le vibrò e la fece svegliare dal suo pensiero contorto di quanto fosse faticoso correre. 
Numero sconosciuto. 'Dove sei? H.'
La mora perse un battito e divenne bianca in volto. 
Era uno di loro. Era quello che più la picchiava. Harry Styles, capo della banda dei bulli (capelli ricci, occhi verdi, sorriso da mafioso) comprendente Liam Payne, (capelli castano, occhi color miele) Niall Horan (biondo, occhi azzurri) e Louis Tomlinson (moro, occhi azzurri).
Un brivido le percorse la schiena ricordando il giorno che, non molto a distanza nel tempo, tutti e quattro l'avevano picchiata. 
Una lacrima scese solitaria nel suo volto e scattò in piedi facendo cadere a terra il gelato.

Camminò più svelta che potè e svoltò all'angolo dietro il parco.
Oh no, quattro figure si intravedevano da lontano e venivano nella sua direzione.
Sperò fino all'ultimo che non fossero loro ma la malasorte era con lei.
Davanti a lei, c'erano i quattro ragazzi che, appena la videro, ghignarono contenti di averla trovata in così poco tempo.
Liz non sapeva perché se la prendessero proprio con lei, sempre e solo con lei e non l'aveva mai capito. 
Sapeva però che il riccio aumentava la fancalta e le andava incontro sorridente ed euforico.
«Zuccherino» così la chiamava. Ogni volta che pronunciava quella parola, il suo stomaco prendeva una forma strana e le provocava dolore. «Vedo che sei stata al parco, sudata sentirai meno dolore» aggiunse per poi darle uno schiaffo in pieno viso, facendola indietreggiare.
Mise le mani in volto, per non vedere lo sguardo felice di quei quattro e cercò di non pensare a nulla. 

Era distesa a terra e sentiva un dolore crescere sempre di più nello stomaco. 
La scarpa di uno dei quattro era finita proprio lì, e faceva male, terribilmente male.
Un ragazzo col cappuccio alzato si avvicinò alla scena. I quattro si fermarono e lo guardarono. Poteva avere la loro stessa età, né un anno in più, né uno di meno, eppure aveva delle spalle da far invidia ad un quarterback di football. 
«Ehi voi» disse il ragazzo, con un forte accento orientale.«State lontano da lei.» Ringhiò il ragazzo avviccinandosi con cautela alla ragazza, che giaceva a terra, forse senza sensi.
«O se no, cosa ci fai? Ci fai picchiare da mammina.» Rispose Niall facendo ridere il gruppo.
Il ragazzo si avventò verso il biondo e sfoderò il suo pugno nel naso del ragazzo, facendogli uscire del sangue. Gli altri tre, spaventati, presero il biondo e fuggirono. «Non finisce qui» gracchiò Louis prima di scappare.
«Oh sì che finisce qui» rispose il ragazzo incappucciato avvicinandosi alla ragazza.
Si abbassò il cappuccio e scoprì il suo volto, ambrato, con occhi color miele e capelli corvini alzati da gel fissante.
«Grazie, ma non dovevi» sussurrò Liz,aprendo lentamente gli occhi e cercando di alzarsi.
Barcollò leggermente e il ragazzo la sorresse circondandole la vita con un braccio.
«Dovevo eccome. So cosa quei bastardi fanno, so cosa ti succede.» Liz sgranò gli occhi e il ragazzo ridacchiò. «Vivo accanto a casa tua. Non ci hai fatto mai caso?» aggiunse sorridendole.
Liz si sentì avvampare e si morse il labbro inferiore. Un dio sceso in terra gli aveva salvato la vita e aveva appena scoperto che viveva accanto a lei. Aveva un sorriso dannatamente perfetto e la ragazza aveva notato, che mentre sorrideva, si ostinava a mettere la lingua tra i denti.
«In realtà no. Non ho mai parlato con i vicini» disse Liz tutto d'un fiato.
«Non ti daranno più fastidio
«Non ne sono tanto sicura.»
«So cosa ti fanno e so cosa fai a casa tua, da sola. Ti guardo dalla finestra.» Alla mora le si ghiacciò il sangue. Lui sapeva troppo, senza sapere niente. 
«Tu....tu non dovevi saperlo. Nessuno lo doveva sapere.» Liz cominciò a singhiozzare e il ragazzo la catturò tra le sue possenti braccia e la mora pianse nel suo petto. Non sapeva perché questo ragazzo era così con lei, uno sconosciuto che sapeva tutto di lei e lei non sapeva niente di lui.

Dopo che i suoi singhiozzi si calmarono e il suo respiro divenne regolare, senza spasmi, si sedetterono in una panchina.
«Prima di tutto, mia madre non mi autorizza a  parlare con uno sconosciuto...» Il moro la fece zittire allungando la sua sua enorme mano verso di lei, scandendo bene il suo nome. «Zayn, tu sei Liz. Adesso non sono più uno sconosciuto.»
La ragazza ridacchiò appena e lo guardò ancora. Stava per fare una pazzia. Parlare della sua storia ad una persona conosciuta poco meno di dieci minuti prima. Era una follia, ma qualcosa la spingeva a parlare, a svuotarsi da un peso troppo pesante da essere tenuto solo da lei.
Prese un bel respiro e cominciò a parlare. «Tutto cominciò due anni fa. Era il primo giorno di scuola e sembrava tutto tranquillo. Mi ricordo ancora che ero davvero felice di essere al liceo, avevo girato per la scuola e mi ero scontrata con Harry, il ragazzo riccio. Avevamo cominciato a parlare e lo trovavo davvero simpatico. Mi aveva chiesto un'uscita ma ero stata costretta a rifiutare perché avevo già un ragazzo. Da quel preciso istante ha preso inizio il mio peggiore incubo. Il giorno dopo mi aveva picchiata mi ha insultato con le peggiori parole del mondo e, quando la sera sono tornata a casa, i miei non c'erano e avevo un progetto di arte, dovevamo fare un plastico sulla Terra. C'era la taglierina e per sbaglio, mi cadde, tagliandomi leggermente il polso... » Un singhiozzio si impossessò della voce della ragazza e si strinse nella maglietta, ormai fradicia di Zayn.
Lui la strinse più forte e le accarezzò i capelli. «Va tutto bene. Adesso non sei da sola.» Liz guardò Zayn, incredula. Forse aveva capito male. Lei era da sola, era da sola contro il mondo.

I due ragazzi si osservarono ancora. Lei con gli occhi gonfi che ogni tanto tirava su col naso e lui che la fissava senza trasmettere emozioni.
Dopo circa dieci minuti, il moro si scostò leggermente e fece per alzarsi. «Io devo andare» disse guardandola di nuovo negli occhi.
Liz lo tirò per un braccio e mugugnò qualcosa di incomprensibile. «Hai detto qualcosa?» disse il moro.
«Rimani, ti prego.» Disse in un sussurro. 
«Devo andare...» Non lo lasciò finire che ripetè la frase. «Rimani, ti prego.»
«Se mi lasciavi finire, ti informavo che tu devi venire con me» Disse lui per poi tirarla verso di se e cingergli la spalla con un braccio. Lei arrossì fino alla punta dei capelli e si lasciò andare.
Adesso ne era certa, aveva trovato una persona. Poteva combattere con lui. Lui ci sarebbe stato, ne era certa.
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ed eccomi qua c:
tornata con una os su zayn.
parla di argomenti che ormai siamo 
abituati a trattare tra noi adolescenti e oggi mi uscita
questa cagatina qua. Anche questa os la dedico alla mia chiaretta c:
ciao bellissima *la saluta con la mano* bene, se qualcuno è rimasto, recensite?
con un minimo di dieci parole, scrivete tutto ciò che pensate su questa cosa. cose positive
e cose negative, ovviamente, accetto critiche, sempre c:
bene, ora scappo, un bacio <3
#elisa:3

   
 
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