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Autore: Lissah    16/12/2012    1 recensioni
E se Joycelyn non fosse mai scappata da Valentine? E se Clary e Johnatan fossero cresciuti insieme, come parabatai? E se Clary avesse combattuto contro i Nascosti insieme alla sua famiglia? E se Jace fosse cresciuto amato dalla sua vera famiglia e non si chiamasse più così?
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sentii suonare la sveglia. Erano già le 8?? Mi sollevai sui gomiti e guardai la sveglia, le 5 di mattina. Le 5 di mattina?! Perché la mia sveglia ha suonato così presto? La risposta mi arrivò subito. La porta si aprii e mio fratello entrò con un vassoio in mano. Era raro che Jonathan mi portasse la colazione a letto e quando lo facevo significava una giornata davvero molto dura e stressante. L'ultima volta ci siamo allenati tutta la giornata saltando addirittura il pranzo e dalla stanchezza anche la cena. Lo guardai di traverso. Sapevo che era stato lui a riprogrammare la sveglia e a quest'ora della mattina l'avrei potuto ammazzare se avessi avuto la voglia di alzarmi. Mio fratello notò che lo stavo guardando male e scrollò le spalle a mo' di scuse. << Buongiorno sorellina! Mi dispiace di averti fatto alzare così presto ma tra meno di un ora dobbiamo vederci con delle persone speciali. Per farmi perdonare però ti ho portato la colazione. Due fette biscottate con nutella, una tazza di succo d'arancia, bacon e un uovo. La tua preferita. Ora forza, magia, alza quel bel sederino che ti ritrovi e vestiti. Ti aspetto in salotto alle 5.40, non un secondo di più.>>. “Un giorno o l'altro ucciderò di botte mio fratello.” pensai. Con molta malavoglia, feci quello che mi aveva cortesemente “ordinato” di fare. Uscii dalla mia stanza senza nemmeno guardare che ore erano. Entrai nel salotto vuoto e mi accomodai sulla piccola poltrona accanto al cimino, quella in cui mia madre sedeva sempre quando ero piccola. Il ricordo di lei non potrò mai togliermelo dalla testa. Si sedeva sempre li davanti a mio padre e leggeva o costruiva le armi, faceva di tutto. E quando io e mio fratello tornavamo dall'allenamento mi andavo sempre a sedere sulle sue ginocchia mentre Johnatan su quelle di mio padre e gli raccontavamo la nostra giornata. Mi mancano quei momenti in cui la nostra era una vera e propria famiglia amorevole, con genitori sempre disponibili per i loro figli anche se molto indaffarati. Da quando quello stupido, stupidissimo vampiro ha ucciso mia madre le cose sono cambiate. Mio padre è diventato ed è intento a far scoppiare una rivoluzione contro i Nascosti, li vuole eliminare tutti, ora più che mai. Già in passato ci aveva provato ma poi aveva rinunciato, ma adesso non lo farebbe mai. Non dopo che uno di loro ci ha rovinato la vita togliendo un membro della nostra famiglia. Sua moglie, la madre dei suoi figli, la sua alleata, la sua unica migliore amica. Inconsapevolmente a quel pensiero strinsi i denti mentre la rabbia montò in me. A quel punto guardai l'orologio, le 5.25, e constatai che avevo tutto il tempo di andare a fare visita al nostro prigioniero. Mi alzai irata e quasi a corsa, attraversai il salotto, la cucina ritrovandomi nell'atrio, girai a destra e aprii la porta della cantina. Feci un respiro profondo prima di girare la maniglia e scendere le scale. Come sempre negli ultimi 10 anni della mia vita, lui era lì, ammanettato, ferito, senza possibilità di uscita, perché eravamo tutti decisi ad avere una vendetta. Quel vampiro si sarebbe pentito per sempre di aver ucciso mia madre, avevamo deciso così. Lo guardai con odio. Era sporco, aveva i capelli sudati attaccati alla fronte (il che significava che mio fratello o mio padre erano già stati qui), la maglietta tutta tagliuzzata era zuppa di sangue. Sollevò il capo rivelando i suoi occhi verdi pieni di sofferenza, rimpianto e odio. Aveva le guance pallide scavate da tanto era magro. Gli davamo solo il sufficiente per non farlo morire. <<Per favore, mi pregò con un soffio di voce, supplicante, per favore, uccidimi. Non merito di vivere, mi pento di quello che ho fatto, ma per favore, ti prego, se non volete lasciarmi andare almeno permettetemi di morire. Sono 10 anni che mi state torturando, vi prego, basta.>> Non avevo nessuna intenzione di risparmiarlo. Lo volevo morto più di ogni altra cosa, ma preferivo vederlo soffrire e supplicarmi così. Mi disgustava. << Avresti dovuto pensarci prima di uccidere mia madre. Io non ti devo niente, per me puoi marcire all'inferno e non sai che cosa darei per toglierti la vita. Ma ho promesso che non a mio padre che non l'avrei fatto, e quindi non lo farò.>> Detto questo presi la mia spada e gliela conficcai nel petto, premendola a fondo per poi toglierla e andarmene, dopo averla pulita del suo putrido sangue da Nascosto bastardo.
Angolo della scrittrice:
Ciao a tutti. Vi presento la mia nuova Fan Fiction. Spero vi piaccia!!!
Elisetta21198

 

  
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