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Autore: Mami Shimizu    16/12/2012    0 recensioni
Cosa succede a chiedere aiuto ad uno studente delle superiori autoproclamatosi stilista?
Anzi, cosa succederà a Naoko dopo aver chiesto ad uno "stilista" dal passato incerto un aiuto su come vestirsi per una giornata speciale?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Le undici e ventitre. 
La ricreazione era iniziata da poco ed in classe si erano già formati i gruppetti:
In mezzo alla classe e a tutti quei ragazzi euforici e pieni di vita, c’era un ragazzo che, con la testa china verso il banco, coperta col cappuccio della felpa nera, disegnava. 
«…dovrebbe provare a parlare con gli altri, non credi?» mi chiese Rina, avvicinandosi a me. 
«Però… è bravo a disegnare.» Le risposi. «Eeeeh?! Ma tu Naoko, sai cos’è che disegna incessantemente?» mi chiese Rina, piegando la testa d’un lato. «Vero. Dimenticavo che quel giorno mancavi..» le risposi annuendo. 
«L‘altro giorno che mancavi, Masaru li ha strappato dalle mani il blocco da disegno che porta sempre con se, facendolo vedere a tutta la classe. In ogni foglio c’erano disegnati dei vestiti diversi descritti nei minimi dettagli. La cosa strana è che Kuniumi non ha fatto nulla per riprendere il blocco da disegno.» continuai, poggiandomi allo schienale. «…certo che è un tipo strano…» disse Rina, alzandosi. Io annuì, alzandomi a mia volta, uscendo con Rina, andando verso il cortile.
Li c’incrociammo con la solita ragazza in lacrime dopo essere stata respinta da lui,
Izuki Koizumi, il ragazzo perfetto:
Eccellente nello studio e nelle relazioni interpersonali, ha un aspetto fantastico. Riesce a stregarti con solo il suo sguardo, grazie ai suoi occhi color ghiaccio e, col suo sorriso bianco, illumina tutto distruggendo l’oscurità nei cuori di chiunque. Proprio per questo riceve dichiarazioni d’amore ogni giorno ed è sempre circondato da persone. 
Io, proprio come le ragazze della scuola, mi sono presa una cotta per lui.
«Ehi Naoko!» Izuki mi chiamò e, d’improvviso, sentii lo sguardo di tutti puntato su di me.
«Senti. Questo fine settimana sei libera? C’è una cosa di cui vorrei parlarti.» mi chiese, mostrandomi quel sorriso che illuminava l’oscurità. 
«..! A..a-a….» iniziai a balbettare come una scema, non riuscendo a spiccicare parola.
«Dice che accetta!» intervenne Rina, rispondendo al posto mio.
«Fantastico. Allora ci vediamo domenica alle 16:00 davanti a scuola, ok? Non vedo l’ora!» concluse, andando via.
Gli sguardi si fecero più pesanti e mi si gelò il sangue nelle vene.
«Naoko! Ma ti rendi conto che Izuki ti ha invitata ad uscire?! Se questo non è destino, non so che sia!» mi disse lei tutta euforica, nel mentre che gli sguardi delle ragazze mi pugnalavano colme di rabbia ed invidia.
«Allora.. Tra due giorni avrai l‘appuntamento, giusto? Meglio prepararsi! Ora però torniamo in classe.» concluse, afferrandomi per il polso, portandomi in classe.
A fine lezione, rimasi con lo sguardo perso verso il vuoto, facendo un sorriso idiota.
«Naoko! Vedi di svegliarti! Abbiamo molto da fare in questi due giorni. Non hai tempo per sognare ad occhi aperti quel giorno. Se non fai i preparativi, andrà tutto a quel paese!» quelle parole mi fecero riprendere e, di scatto, mi alzai.
 «Hai ragione! Ed è proprio per questo che…» mi portai davanti a Kuniumi. «..che mi serve il tuo aiuto..!» conclusi, chinando la testa.
Lui non sollevò nemmeno la testa dal disegno e mi rispose in modo immediato.
«No.» «Almeno ascolta quello che ho da chiederti!» li urlai, battendo la mano sul suo banco. «Riguarda dei vestiti..!» aggiunsi. Subito Kuniumi alzò lo sguardo.
«… fa in fretta..» mi rispose.
«..!» Che rabbia che mi fa questo tipo! Se non si tratta di vestiti, non guarda in faccia nessuno..! 
«Domenica devo incontrarmi con Izumi e..» subito notai che Kuniumi si era rimesso a disegnare, ignorandomi completamente. 
«Insomma! Ascoltami un po’!» li urlai ancora. «Sbaglio o stai parlando del tuo appuntamento con quel tipo? Non ho ancora sentito la parola “vestiti” nella tua spiegazione.» mi rispose, alzandosi dal suo posto.
 «Tsk! Vorrei che mi aiutassi a trovare qualcosa da mettere per l’appuntamento..!» li dissi, diminuendo la voce di scatto.
«… Domani mattina alle nove davanti al centro commerciale. Se vuoi, porta anche la tua amica.» mi disse semplicemente, uscendo dall’aula.
 
                                                                                      ***
 
La mattina dopo, mi ritrovai con Rina e Kuniumi davanti al centro commerciale.
Lui mi guardò e fece una smorfia.
«Quello sarebbe il tuo vestito migliore? Probabilmente, senza di me, questo tuo “appuntamento” sarebbe andato da schifo..» mi rispose, dandomi le spalle.
«E-ehi! Non dovevo mica vestirmi bene per uscire con te!» li dissi senza pensarci.
Lui si girò verso di me, con aria spaventosa, facendo brillare i suoi occhi castani. «Non ci deve essere un motivo valido per vestirsi bene.» mi rispose, schioccandosi le dita.
«Ma se tu non metti altro che felpe!» intervenne Rina. 
«È diverso.» «Ed in che modo sarebbe “diverso”, sentiamo!?» tuonò Rina. «Semplice. Io sono uno stilista.» rispose lui sicuro di se. Era di spalle ma, probabilmente, stava sorridendo. 
«…» alla sua affermazione, nessuno parlò più.
«Vuoi prenderti vestiti nuovi o no? Muoviti..!» aggiunse, indossando il cappuccio, nascondendosi quasi del tutto il volto, coperto già in parte dai capelli lunghi sul viso.
Appena entrati nel centro commerciale, venni investita da un getto d’aria freddo che mi fece congelare le ossa.
«Dovevi coprirti meglio..» mi disse Kuniumi, tirando fuori dalla borsa che aveva con se una felpa con la cerniera, poggiandomela sulle spalle.
«..grazie..» li risposi, coprendomi meglio. Nel frattempo Rina mi guardava con aria maliziosa.
Girai lo sguardo verso Kuniumi che, nel frattempo, era già entrato in un negozio di indumenti femminili senza alcuna vergogna, iniziando a frugare tra gli scaffali, quindi lo raggiungemmo.
«…» Kuniumi era immobile nel reparto di vestiti autunnali e, con sguardo concentrato, guardava tutti i vestiti che li capitavano a tiro.
«.. Ecco.. Vorrei dirti che io non metto gonne..» li dissi, a voce bassa. «Metterai quello che ti dirò di mettere.» mi rispose seccamente lui, senza distogliere lo sguardo dai vestiti.
«..ok..» li risposi, arrendendomi.
«Che ne dici di questo?» chiese Rina che si era allontanata senza farsi notare da nessuno, mostrandomi una maglia di cotone grigia. «È bellin-» «No.» mi interruppe Kuniumi. «Ma che..?! Perché no, Kun-Kun?» Li chiese Rina.
«Kun-Kun..? Aaaah.. Sentimi bene. Cerca dei colori allegri tendenti sul bianco. Non vorrei fare brutta figura davanti a quello lì. Voglio che tutti riconoscano il mio tocco quindi, fa come ti dico.» concluse poi, rimettendosi a cercare altri vestiti.
«Ma tu Kuniumi.. Sei gay?» li chiesi senza pensarci. Subito mi portai le mani davanti alla bocca, sperando che non mi avesse sentito. 
«Ti dico solo che io posso innamorarmi di chiunque stia bene con dei vestiti scelti da me. Quindi potrei anche innamorarmi di te..» mi rispose senza neanche degnarmi di uno sguardo.
Io arrossii, chinando la testa senza dire nulla.
«Ehi! Non dire queste cose a Naoko!» tuonò Rina, dando un calcio nel sedere a Kuniumi.
«Domani, prima dell‘appuntamento, passerò a casa tua accompagnato dalla tua amica per sistemarti i capelli ed i vestiti.» disse, tirando fuori da un cumulo di maglie una maglietta rosa a maniche corte e, da un ripiano in alto, coprì-spalla bianco.
«..tu sai anche acconciare i capelli..?» li chiesi incredula.
«Mia madre e le mie zie lavorano a maglia, mia nonna era una sarta e mio padre è un fotografo per una rivista di moda. È normale che io mi sia interessato a queste cose e poi aiuto molto mio padre con le modelle: acconcio i capelli, sistemo il trucco e scelgo i vestiti. Anche se lo faccio solo quando manca personale, che manca spesso però.. Ora andiamo per i pantaloni.»
Concluse, partendo in quarta, cambiando reparto.
Io e Rina, dopo esserci guardate stupite, lo raggiungemmo.
Appena arrivate da lui, mi fece vedere dei pantaloni color seppia con disegni a fiori rossi coi gambi verde pisello.
«Abbiamo finito. O vuoi borsa, cappello e scarpe abbinate?» Kuniumi iniziò a fare un elenco che sembrava non finire mai.
«N-no, no..!» li risposi. «Ok..» mi rispose lui, guardando Rina. «Tu vuoi qualcosa per apparire più femminile?» chiese poi, piegando i vestiti.
«Ehi! A contrario di chi so io, non ho bisogno di apparire più carina per gli altri!» Rispose Rina, sottolineando il fatto che io mi stavo rifacendo il guardaroba per un ragazzo.
«Ok..» rispose Kuniumi, senza farsi troppi problemi.
«Allora io vado a pagare. Andate ad aspettarmi fuori voi due.» concluse, andando verso le casse.
«Aspetta..!» lo fermai io, afferrandoli la felpa. «Non è giusto che sia tu a pagare qualcosa per me..!» «Allora, per ripagare a questo debito, indossa questi vestiti ed appari più bella di quanto sei già. Se ci riuscirai, riterrò il mio debito saldato, se no vedrai…» mi disse lui, andando verso la cassa, mettendosi in coda.
Io e Rina andammo ad aspettarlo fuori come ci era stato detto
«…secondo te cosa voleva dire con “se no vedrai“?» chiesi a rima, un po’ preoccupata. «Forse ti ucciderà. Oppure ancora ti strapperà i vestiti di dosso, li metterà al suo cuscino e ci farà delle cosacce..» mi disse Rina sicura di sé. 
«I vestiti sono solo per le persone..» disse Kuniumi comparendo all’improvviso, spaventando Rina che saltò dietro di me per proteggersi.
«Ti piacciono gli smalti colorati..?» mi chiese Kuniumi, guardando vesro un negozio di make-up. Io annuì e, tutti e tre entrammo nel negozio.
Rina si mise a correre per tutto il negozio a provare qualsiasi profumo le capitasse a tiro, come se fosse una bambina. IO invece stavo appiccicata a Kuniumi che, coprendosi naso e bocca con un fazzoletto, sceglieva lo smalto.
«Che ne dici di uno smalto alla fragola?» mi chiese Rina. «Niente profumi..» rispose Kuniumi, storito dalla moltitudine di profumi. «Queste cose coprono l‘odore naturale delle persone e poi, danno fastidio..» aggiunse, prendendo tre smalti, correndo alla cassa.
Finito di fare compere, ci fermammo all’ingresso del centro commerciale.
«Abbiamo finito coi preparativi. I vestiti e lo smalto li prendo io per evitare che facciate chissà che casino. Ah, la felpa te la puoi tenere..» concluse Kuniumi, andando via.
«..quel tipo è strano forte.» disse Rina, grattandosi la nuca. «TI piace?» aggiunse, rivolgendomi un sorriso.
Io sobbalzai, arrossendo. «N-no! No, per meglio dire, si.. È una brava persona..» le risposi, giurando lo sguardo.
«Capito..» disse Rina a voce bassa. «Piace a te?» le chiesi incuriosita.
«Pfh! Io amo solo le ragazze! Non c‘è niente di meglio delle forme delle tette!» rispose lei, mettendosi a ridere con orgoglio.
 
***
 
La mattina dopo mi svegliai presto, anzi, non dormii proprio per niente. Verso le otto suonarono ala campanello della porta ed andai ad aprire, trovando Kuniumi insieme ad una ragazza:
Indossava un bustino rosso cremisi con un fiocco nero, una gonna nera e delle scarpette rosse lucide col nastro legato attorno al polpaccio e continuava a scostarsi il ciuffo che le andava davanti agli occhi, ringhiando.
«…chi è..?» chiesi a Kuniumi confusa.
Lui non rispose ma, coprendosi un sorriso divertito, entrò in casa.
«Non riere Kun-Kun!» tuonò la ragazza, chiudendo la porta dietro di se.
«…Rina..?» le chiesi, guardandola confusa. «Non. Dire. Niente.» mi rispose lei arrabbiata.
Entrai in camera mia, trovando Kuniumi Rina rannicchiata davanti allo specchio e Kuniumi che frugava nella busta che aveva portato con se, tirando fuori i vestiti e lo smalto.
«Ti sei lavata il corpo, capelli, orecchie ed unghie?» mi chiese alzandosi.
«..S-si..!» li risposi. «Bene. Allora spogliati che ti metto i vestiti nuovi.» mi disse allungando la mano verso la mia camicia, iniziandola a sbottonarla.  
«Idiota!» urlò Rina, dando un calcio a Kuniumi, facendolo fermare. «Non puoi chiedere ad una ragazza di spogliarsi così!» aggiunse poi.
«…» Kuniumi sembrò rifletterci su poi, velocemente, prese Rina sulla spalla togliendole la scarpetta col nastro e, usandola per coprirsi gli occhi, fece un profondo respiro.
«Ti puzzano i piedi.» disse, ricevendo un calcio nella schiena da Rina, quasi sul punto di piangere per quello che le era stato fatto.
«Ora che non ti vedo, posso spogliarti..?» aggiunse poi, riprendendo a sbottonarmi la camicia come se la vedesse.
…Non aspetta neanche una risposta.. Cavolo.. Mi vergogno da morire! Pensai, cercando di rimanere il più immobile possibile cercando di non intralciare Kuniumi.
Nel mentre che mi metteva i pantaloni, le sue fredde ed ossute dita mi sfiorarono con delicatezza.
«Fatto.. Ora ti metto lo smalto e ti sistemo i capelli..» mi disse sollevandomi, poggiandomi a bordo letto, rimanendo ancora bendato. 
Dopo essersi tolto la scarpetta ed averla rimessa a Rina che lo prese a calci, iniziò ad applicarmi lo smalto.
Dopo un po’ di tempo, Kuniumi finì e mi guardai le unghie:
Erano a tre strisce di colore rosa, verde chiaro ed azzurro.
«Che carine!» esclamai, entusiasta.
«Ora vieni in bagno. Ti sistemo i capelli..» disse poi, prendendo una sedia dalla cucina, portandola in bagno.
Mi sedetti e chiusi gli occhi dopo che Kuniumi mi coprì i vestiti con un telo bianco.
Dopo una quindicina di minuti Kuniumi mi tolse il lenzuolo ed io riaprì gli occhi.
«Ti ho accorciato un po’ la frangia davanti e ti ho fatto una crocchia laterale. Ora i tuoi occhi si vedono di più rispetto a prima..» disse, raccogliendo i capelli con una scopa.
«Ora torna in camera ed aspettami. Pulisco, rimetto a posto la sedia ed arrivo..» aggiunse poi.
Tornato in camera Kuniumi, Rina tolse dalla busta un’altra busta contenenete delle pizze al taglio.
 
                                                                                   ***
 
Dopo aver mangiato, Kuniumi mi fece indossare una mantella color sabbia, mi diede una borsa di pelle marron con dentro una bottiglia d’acqua, una sua felpa a cerniera, un cappello di paglia ed un cellulare per le emergenze con un sacco di numeri.
…O si preoccupa di me, o si preoccupa per i vestiti.. pensai, sorridendo.
Verso le 16:00 mi accompagnarono davanti alla scuola e si nascosero in una caffetteria.
Si notavano benissimo:
Un ragazzo coperto da capo a piedi, con la musica a palla ed uno sguardo truce in compagnia di una ragazza in stile gothic-lolita che, con un sorriso compiaciuto, mi mangiava un enorme gelato alla fragola.
..mi sento male.. pensai, stringendomi lo stomaco.
«Stai poco bene..?» mi chiese una voce famigliare. Mi girai vedendo Izuki guardarmi preoccupato. 
«Ah..! No no..! Sto bene.» li risposi, cercando di sorridere.
Lui sorrise dolcemente. «Stai bene vestita così. Hai gusto.» mi disse, guardandomi tutta.
«Ah! Per la verità, è stato Kuniumi a-» mi zittì subito quando notai che Izuki aveva cambiato espressione al sentire quel nome.
«..Izuki, eh?» ripeté lui, accendendosi una sigaretta.
Io annuì. «È qui da qualche parte..?» mi chiese poi, sforzando un sorriso. «..n.. non che io sappia..» li risposi, guardandomi i piedi.
«Vabbè.. Dai, ti offrò un gelato.» mi disse, entrando nel bar dove stavano Kuniumi e Rina.
Appena entrammo nel bar, tutti si girarono verso di noi:
«Guarda che bel ragazzo!» «Ehi, quello scricciolo che è con lui è la sua ragazza..?» «Prima la gothic-lolita con quel bel ragazzo ed ora loro? Questa città è piena di belle coppie, eh?»
Mi fermai, guardando i posti in fondo, vedendo Rina mangiare un altro gelato e Kuniumi mentre sorseggiava il tè.
«Non ti siedi?» mi chiese Izuki che, nel frattempo si era seduto dando le spalle ai due.
Io mi sedetti davanti a lui, in piena crisi di nervi.
Rimasimo non so quanto tempo in silenzio e, dopo un po’, Izuki prese fiato:
«Come mai hai chiesto a Kuniumi per i vestiti?» mi chiese, incrociando le dita tra di loro, poggiandosi sopra il mento.
«..! Ecco.. Perché…» iniziai a guardarmi attorno, non sapendo che pesci pigliare. 
D’un tratto la manna dal cielo.
Un rumore di vetri che si rompevano attirò l’attenzione di tutti:
Il vassoio dove erano poggiati i nostri gelati era caduto a terra e, la cameriera che doveva portarceli, era tra le braccia di Kuniumi che, con un braccio libero, rimetteva in piedi il cartello che indicava “pavimento bagnato”.
«Che riflessi Kun-Kun!» disse Rina, applaudendo, facendo applaudire anche il resto del locale.
«Ah!» appena si accorse che erano stati scoperti, afferrò Kuniumi che aveva rimesso in piedi la cameriera e scapparono via.
Izuki si voltò verso di me.
«È una coincidenza la loro presenza, vero..?» mi disse, massaggiandosi la fronte.
«F-forse ho omesso qualche dettaglio..» li risposi sorridendo.
Izuki si alzò dal posto. «Continuiamo l’uscita da un’altra parte?» mi chiese poi, avviandosi all’uscita del locale
Appena mise piede fuori si accese subito un’altra sigaretta.
«Aaah..» sospirò Izuki. 
D’un tratto il vento s’alzò e, quando lui lanciò la sigaretta in aria, quest’ultima mi colpì la guancia, facendo cadere la cenere sui vestiti.
D’istinto mi portai la mano a coprire la guancia, lamentandomi a bassa voce.
«..! Tutto ben-» «Stai bene?!» Kuniumi comparì all’improvviso, interrompendo Izuki. Mi strinse la mano spostandomela dalla guancia e, vedendola rossa, prese dalla mia borsa la bottiglietta d’acqua e, bagnando un fazzoletto, ce lo poggiò sopra la bruciatura, attenuando il dolore, anche se la maggior parte dell’acqua del fazzoletto cadde sui vestiti, inzuppandoli.
«Ci penso io..» disse Izuki, avvicinando la mano. Kuniumi, con forza e rabbia, gliela colpì.
«Hai già fatto abbastanza!» li gridò, prendendomi in braccio. Io mi coprii il volto rosso dato che tutte le persone in strada e nella caffetteria di prima.
«Andiamo Rina!» disse poi Kuniumi, portandomi via seguito da Rina, lasciando solo come uno scemo Izuki.
Mi portò a casa sua, un piccolo appartamento con le pareti piene di foto di splendide modelle, premi e vestiti.
Facendomi sedere sul suo letto, mi mise sulla guancia un grande cerotto un po’ umido e, togliendo fuori dalla borsa la sua felpa, me la poggiò sulle gambe, girandosi di spalle. «Cambiati o ti prenderai un malanno.» mi disse semplicemente.
«…Guarda che sto bene.. L‘unica cosa è che ho rovinato i vestiti..» li risposi ridendo leggermente. Lui afferrò i vestiti con rabbia.
«I vestiti se si rovinano si possono cambiare. La tua faccia no!» concluse, uscendo dalla camera.
«…è proprio arrabbiato, eh?» chiesi a Rina che se ne stava seduta affianco a me.
«…Già. Era tutto il tempo in pensiero, pronto a soccorrerti in qualsiasi momento.» mi rispose lei ridendo.
«Forse è stato eccessivo il portarti via in quel modo, però bho.. Parlane con lui..» concluse, uscendo dalla camera.
Dopo un po’ Kuniumi entrò in camera.
«Parlate un po’!» tuonò Rina dall’altra stanza.
Kuniumi, con sguardo furioso, si sedette davanti a me su uno sgabello.
«Cos‘hai contro Izuki..?» li chiesi, chinando la testa.
«Diciamo che è un mio amico d‘infanzia. Era sempre insieme a mia sorella gemella e quindi, dato che giocavano molto insieme, me lo ritrovavo ogni giorno in casa mia, sul mio divano, giocando ai miei videogame e pasticciando i miei disegni. Un giorno mi sono arrabbiato e ci siamo presi a pugni. Da quel giorno ci siamo presi a colpi sempre più frequentemente ed il mio odio per lui è salito sempre di più..» mi disse, stringendo i pugni. «Ora però non è importante..» aggiunse, guardandomi il cerotto.
«…mi pizzica.. Puoi vedere com’è?» li chiesi, togliendo il cerotto. «È ancora rosso..» mi rispose lui, iniziando a soffiarci leggermente sopra. 
D’un tratto le sue labbra mi sfiorarono la guancia e sentii una scossa lungo tutta la schiena.
«..scusa. Senza occhiali non distinguo bene la profondità..» disse, indossando degli occhiali che aveva tirato fuori dalla tasca.
Con gli occhiali sembrava un’altra persona e, a dirla tutta, li stavano bene.
«..ti vado a prendere del ghiaccio o qualcosa del genere..?» mi chiese, guardandomi dritto negli occhi.
«…continueresti a soffiarci sopra come prima..? Non mi faceva male così..» li risposi indossando il cappuccio tentando di coprirmi il volto.
Kuniumi sorrise leggermente e tornò a soffiare sopra la bruciatura anche se, dato che aveva messo gli occhiali, non mi sfiorava più.
Lentamente portai la mano davanti alla sua vocca, facendolo fermare. 
«..Va meglio..?» mi chiese. «…» non li risposi ma, allungando la mano, li tolsi gli occhiali. «O..ra puoi riprendere..» li dissi, mettendomi in tasca i suoi occhiali.
Mi sfiorò la mano delicatamente e poi, mettendo la sua grande e fredda mano sulla bruciatura, poggiò la sua fronte sulla mia, arrossendo leggermente.
«…scusami..» mi disse, baciandomi. Per la sorpresa, sgranai gli occhi ed arrossii.
«Probabilmente il tuo primo bacio avresti voluto darlo ad Izuki, eh? ..Fa finta che ciò non sia successo…» concluse, uscendo dalla stanza, lasciandomi seduta a bordo letto, con la testa rivolta verso l’alto.
..Mi bacia e poi va via..? pensai, alzandomi in piedi, uscendo a mia volta.
Trovai Kuniumi davanti alla porta, con la mano sulla maniglia. Accortosi di me, mi fece un sorriso malindonico ed abbassò la maniglia.
Scattai verso di lui, avvinghiando le braccia attorno alla sua pancia.
«D..op.. dopo quello che hai fatto..! Dopo quello che hai fatto, non ti lascerò andare via impunito..!» li urlai, facendo affacciare dalla cucina Rina che, con aria confusa e arrabbiata, guardava Kuniumi stringendo un mestolo.
Kuniumi si liberò dalla mia presa e si chinò verso di me.
«Colpiscimi allora.» mi disse seriamente, chiudendo gli occhi.
«..F-finisci quello che hai iniziato..!» li urlai. In preda alla rabbia, strinsi i pugni e, afferrandolo per il cappuccio che li pendeva da una parte, lo tirai a me, baciandolo davanti a Rina che rimase attonita.
 

*** 
 
Quella sera rimasi a dormire da Kuniumi che mi lasciò il suo letto, andando a dormire nel divano. Rina, volendoci lasciare da soli, tornò a casa sua.
Uscii dalla camera trovando Kuniumi con la solita felpa che si stava legando le scarpe.
«..’ngiorno..» lo salutai a voce bassa. Kuniumi, avvicinandosi, mi baciò senza preavviso, sorridendo leggermente. «Ti ho preparato dei vestiti e li ho messi ai piedi del letto. Preparati velocemente.» mi disse, stiracchiandosi.
Io tornai in camera e, ai piedi del letto, trovai i vestiti che mi aveva preparato:
Una camicia a collo alto bianca con un fiocco azzurrino, dei jeans corti fino alla coscia con le bretelle cadenti, calze lunghe e nere che lasciavano in vista una piccola parte delle cosce, stivaletti marroncini (gli stessi del giorno prima) ed una lunga giacca di lana color panna.
Uscii dalla camera, cercando di coprirmi le cosce.
«…non avevi vestiti migliori..?» li chiesi, cercando di tirare le calze più su.
«..così le rompi..» mi disse lui chinandosi, abbottonandomi la giacca. «..Secondo te perché ti ho dato una giacca così lunga?» aggiunse poi sorridendo.
Dopo aver finito i preparativi, uscimmo da casa e, dopo un po’, arrivammo a scuola e trovammo Rina agitata.
«Kun-Kun..! C‘è Izuki che vuole parlare con Naoko..!» li disse, respirando affannosamente.
«Non è qualcosa che deve interessarmi. Chiedi alla diretta interessata.» rispose lui, tornando quello di sempre.
Rina puntò lo sguardo verso di me.
«..credo che dovrei scusarmi per il comportamento di Kuniumi..» le risposi sorridendo. «Tsk!» kuniumi schioccò la lingua, allontanandosi da noi.
Io andai nel giardino del club di giardinaggio dove Izuki mi stava aspettando.
«Eccoti!» mi disse sorridente. «…» io lo salutai con la mano. «Scusami per ieri.. Kuniumi è comparso così all‘improvviso e..» «Non c’è bisogno di scusarti! Poi con Kuniumi ci parlerò dopo.» mi rispose lui. «Certo che ha fatto la sua figura, eh?! Portarti via come se fossi una principessa e lui il tuo principe!» continuò lui. «..già..» risposi arrossendo.
«Aaah..» sospirò Izuki, grattandosi la nuca. «volevo chiederti una cosa a proposito di Kuniumi.. Perché li hai chiesto aiuto per i vestiti?» mi chiese, avvicinandosi. «Volevi fare colpo su di me?» aggiunse, allungando la mano verso di me.
Strinsi gli occhi sperando che Izuki si fermasse e, dopo aver sentito uno strano rumore, la sua mano non mi toccò. Riaprii gli occhi, vedendo la mano di Kuniumi stringere il polso di Izuki, come se volesse spezzarglielo.
 «…» Kuniumi non disse nulla ma lo guardava con sguardo feroce.  «Non ti azzardare a toccarla.» li disse Kuniumi spezzando il silenzio. 
«Calma, calma! Non volevo farle nulla di male!» disse Izuki, cercando di liberarsi il polso. 
Dopo essere stato lasciato da Kuniumi, Izuki si allontanò un po’.
«Aaah.. Con lui vicino è sempre difficile parlare. Fin da quando eravamo bambini..» disse Izuki, strofinandosi il polso.
«Comunque sia ti avevo invitata ad uscire per parlarti di una cosa ma ora, vedendoti con Kuniumi, mi sembra che io non abbia più possibilità.. Comunque ho una cosa da dirti, amico mio. Non l‘avrei fatto fare la fine della tua cara sorellina.» a quelle parole, Kuniumi s‘impietrì. «Detto questo, me la filo.» concluse Izuki, scappando via.
«…» non dissi nulla ma guardai Izuki darsela a gambe. Afferrando la mano di Kuniumi, mi avvicinai a lui.
«…è.. È successo qualcosa tra lui e tua sorella..?» li chiesi.
«…no… Questa storia non è importante..!» mi rispose lui, girando lo sguardo verso di me, rivolgendomi un sorriso malinconico.
«Che ne dici di saltare la scuola oggi..?» aggiunse poi, stringendomi a sua volta la mano.
«… si!» li risposi io, sorridendoli.
 
***
 
Sinceramente non so proprio cosa sia successo a sua sorella ma sono sicura che, col passare del tempo, riuscirò a farlo aprire di più nei miei confronti.
Fino a quel giorno farò del mio meglio per renderlo felice e lui farà lo stesso per me, o almeno questo è quello che spero.
  
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