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Autore: rinoa81    16/12/2012    4 recensioni
SPOILER del capitolo 613.
Shikamaru aveva soltanto voglia di tornarsene a casa, buttarsi a letto e restarci fino alla fine dei suoi giorni. E aveva sempre più voglia di fumare, quindi lasciò a malincuore la mano di Ino per accendere una sigaretta, lei rimase comunque immobile, forse non se ne era nemmeno accorta, immersa in chissà quali pensieri.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Shikamaru ascoltava le parole che il sacerdote recitava, senza sentirle davvero. Ormai credeva di conoscerle quasi a memoria, sapeva bene cosa stava dicendo, i funerali a cui aveva già partecipato erano stati troppi per poterle scordare. Dannatamente troppi.

Abbassò la testa guardando un punto indefinito del suolo, mentre piano piano la voce dell'uomo che celebrava il funerale di Shikaku e Inoichi si allontanava dalle sue orecchie,e lui si perdeva nei propri pensieri. Probabilmente suo padre avrebbe ritenuto seccante tutto quello, gli avrebbe detto di smetterla di perdere tempo lì e di tornarsene a casa, di prendersi cura di sua madre, e di pensare ad una nuova strategia per fermare i nemici definitivamente. Forse avrebbe usato il suo solito tono fermo e deciso, un po' severo, che tanto lo aveva infastidito in passato, ma di cui adesso aveva bisogno. Sentì gli occhi bruciarli, ma nessuna lacrima riuscì ad uscire, strinse soltanto i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Aveva bisogno di fumare.

In quel momento, una mano toccò uno dei pugni, facendolo quasi sussultare. Si sorprese nel vedere Ino di fianco a lui, e sentì lo stomaco stringergli terribilmente nel vedere in che stato fosse, sembrava... devastata. Ino era devastata, guardava davanti a sé, fissando il vuoto, gli occhi spenti e le lacrime che scivolavano sul suo viso silenziose. Ma era lì, era corsa al suo fianco per dargli forza. Sapeva che stava trattenendo i singhiozzi, sentiva la sua mano tremare, le spalle ricurve come a proteggersi dal mondo intero. Stava cercando di essere forte, non le piaceva farsi vedere piangere, sapeva anche quello. Le uniche due volte in cui si era lasciata veramente andare in un pianto davanti a lui era stato quando Sakura aveva rotto la loro amicizia e alla morte di Asuma. Ma questa volta... questa era tutta un'altra cosa. La morte di Asuma l'aveva già sconvolta, ma perdere suo padre... non aveva la minima idea di come sarebbe stato d'ora in avanti. Odiava vederla in quel modo, ma come poteva prendersi cura di lei se non sapeva nemmeno cosa fare di se stesso?

Ricambiò il gesto di lei, sciogliendo il pugno, facendo allacciare le loro dita. Lo stomaco allentò la morsa, e Shikamaru si rese conto solo in quel momento di quanto avesse bisogno di un contatto con lei. Non lasciò la sua mano per tutta la durata della cerimonia, e anche quando fu finita non ebbe il coraggio di lasciarla andare. Ino aveva smesso di piangere, non tremava più, eppure lui non riusciva a lasciarla andare. Aveva l’illusione di sentirsi più forte soltanto con la mano nella sua.

Rimasero entrambi immobili mentre la gente intorno a loro iniziava ad andare via, qualcuno si fermava a fare le condoglianze, mormoravano le soliti frasi di circostanza e poi sparivano.

Shikamaru aveva soltanto voglia di tornarsene a casa, buttarsi a letto e restarci fino alla fine dei suoi giorni. E aveva sempre più voglia di fumare, quindi lasciò a malincuore la mano di Ino per accendere una sigaretta, lei rimase comunque immobile, forse non se ne era nemmeno accorta, immersa in chissà quali pensieri.

“Ehi, Ino…” cercò di chiamarla piano, aveva paura di farle male soltanto con la voce. Dio, quanto odiava vederla così… si conoscevano da una vita, sapeva esattamente cosa provava e cosa pensava, anche se lei si preoccupava sempre prima degli altri che di se stessa, anche se non voleva fare trasparire il suo dolore, la sua rabbia, la sua fragilità, era del tutto inutile, ormai era come un libro aperto, per lui. Sentì nuovamente lo stomaco stringergli quando lei si voltò a guardarlo, con i suoi occhioni azzurri spenti e l’espressione vuota e sfinita, la vide addirittura accennare un mezzo sorriso per tranquillizzarlo, e Shikamaru avvertì il bisogno di un altro contatto con lei, gli mancava il calore della sua mano e del potere calmante che aveva avuto su di lui in quelle ore come in altre occasioni.

“Andiamo a casa…” le disse in un soffio, esitante, pensando alla cosa più giusta da fare in quel momento e sperando che fosse davvero quella. Ino però scosse la testa con forza, gli occhi tornati lucidi in un secondo minacciavano di fare uscire nuove lacrime e Shikamaru si maledisse con tutte le sue forze.

“Non è ancora finita, vero?” chiese lei sedendosi all’improvviso a terra, in quel posto ormai vuoto di vivi e pieno di morti.

Shikamaru scosse la testa, inutile mentire, davvero inutile. Illudersi a quel punto che sarebbe andato tutto bene sembrava stupido persino a lui, non voleva più fare promesse che non era sicuro di poter mantenere, e lei sembrò accettare la sua risposta.

“Sai,” continuò lei, portando le ginocchia al petto, “continuo a chiedermi cosa succederà quando sarà tutto finito. Avremo vinto? Cosa ci sarà rimasto?”

“Non si tratta di vincere, ma di sopravvivere. Noi siamo ancora qui, Ino… e faremo di tutto per restarci, come hanno fatto loro. Dovremo lottare ancora, è questo che fa ogni shinobi che si rispetti; lotta per sopravvivere, fa di tutto per proteggere il proprio villaggio e le persone che ama. Anche a costo della propria vita. E’ per questo che sono morti, Ino… e l’hanno fatto con onore, lo sai.”

“Basta con queste stronzate!” urlò lei, trattenendo a stento un singhiozzo. “Giuro che se ti sento ripetere ancora una volta questa stupida storia di quello che deve o non deve fare uno shinobi ti pesto a morte! Pensi che non lo sappia? Lo so, lo so benissimo!” era piena di rabbia, e sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro, non riusciva più a controllarsi.

“Me ne sbatto dell’onore e di tutta l’ipocrisia che tirano fuori in questi casi, non me ne frega un accidente se domani gli dedicheranno due statue o il nome di una via, questo dovrebbe consolarmi? Bene, non mi consola affatto! Mio padre è morto e non tornerà mai più da me!” aveva il respiro pesante e la voce quasi rotta dal pianto, lo sguardo feroce e Shikamaru rimase accigliato.

“Come puoi parlare in questo modo? Dimmelo! Non erano due dannatissimi shinobi, erano mio padre e il tuo, due amici, due mariti e due padri! Dio, Shikamaru… piantala! Mi fai venire la nausea!” esplose infine Ino, soffocando un altro singhiozzo con la mano.

Shikamaru non disse una parola, sorpreso dalla furia che aveva scatenato in lei involontariamente. Si lasciò cadere a terra davanti a lei, afferrandole la mano che adesso lei aveva stretto in un pugno come aveva fatto lui precedentemente.

“Mi dispiace…” cercò di scusarsi, insicuro. Non era mai stato bravo con i suoi sentimenti, con le parole. Si sentiva nuovamente smarrito, come dopo la morte di Asuma… no, molto peggio, decisamente.
“Per favore, calmati… non so più cosa dire Ino, davvero, cercavo solo di… dannazione.” Il singhiozzo che gli era uscito l’aveva costretto a fermarsi, aveva abbassato lo sguardo cercando di riprendere il controllo. Ma il peso di tutto quello era davvero troppo grande, non riusciva più a contenerlo, avrebbe dovuto buttarlo fuori, prima o poi. E non dovette attendere molto.

“Piangi!” gli urlò di nuovo lei, “Dannazione, smettila di comportarti da adulto, hai solo sedici anni e oggi hai seppellito tuo padre! Lo so che sei furioso!” si asciugò le lacrime con la mano libera e strinse quella stretta a Shikamaru più forte, come per smuoverlo. E ci riuscì, perché appena ebbe finito di parlare sentì sfuggirgli un altro singhiozzo e altri due o tre, ma smise di sapere quanti fossero stati perché pianse insieme a lui, lo abbracciò goffamente perché lui tentava di nascondersi mettendo il braccio davanti gli occhi. Non aveva intenzione di lasciarlo comunque, e lui sembrò capirlo quando decise di togliere il braccio, stringendola con disperazione.
Era strano sentirsi stringere in quel modo da lui… non le faceva male, ma la sua presa era così forte e salda che si sentiva al sicuro, così stranamente forte… Rimasero così per un po’, scomodi, aggrappati l’uno all’altro fino a quando Shikamaru si calmò e smise di piangere, mentre Ino aveva smesso prima di lui ma non si era mossa ed aveva continuato ad ascoltarlo in silenzio e accarezzandolo dolcemente.

Quando il ragazzo si allontanò lei si sentì di nuovo debole e vulnerabile, lo lasciò andare a malincuore e gemette di dolore per la posizione scomoda in cui era stata tutto quel tempo. Lo vide avvicinarsi di nuovo, poteva di nuovo percepire il suo respiro sulla pelle, e le sembrò di tornare a respirare. “Mi dispiace,” gli sentì dire per la seconda volta quel giorno, “Ino… andrà tutto bene, prima o poi. Si sistemerà tutto, o perlomeno ci proveremo, non è così?” Provò a chiederle, e quando la vide annuire si sentì più leggero, e osò continuare.

“Saremo di nuovo forti, ma… ho bisogno di te, per tornare ad esserlo.” Ino si sentì avvampare ma gli annuì, riuscendo soltanto a mormorare “anch’io” mentre lui le sorrideva sincero, e le spostava il ciuffo che le copriva l’occhio per guardarla negli occhi, con aria solenne. “Grazie, Ino.” Disse semplicemente, e non ci fu bisogno di aggiungere altro, come avevano sempre fatto in tutti quegli anni, grazie all’intesa che si era creata, probabilmente ci sarebbero stati altri momenti terribili, ma entrambi avrebbero potuto contare su l’altro, sostenendosi e guarendo insieme dalle ferite che la vita aveva deciso di infliggergli.

E Ino stavolta sorrise davvero, con un dolore terribile dentro, ma con una nuova piccola speranza nel cuore.

“Sì,” mormorò, “nuovamente forti… insieme.”











N/A: Cosa dire? Boh. Dopo aver letto l'ultimo capitolo ho pensato tanto a questa storia. Non è esattamente come volevo, ma contando che erano quasi due anni che non scrivevo più qualcosa direi che è già tanto... La storia non è stata betata, spero di non aver fatto comunque troppi pasticci. Grazie a chiunque vorrà leggerla :)
   
 
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