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Autore: _Spellcaster    17/12/2012    5 recensioni
Si fermò di scatto quando intravide, tra il su e giù della folla, una vetrina che mostrava ciambelle d'ogni forma, guarnizione e grandezza in tutta la loro bellezza. Calde, appena sfornate, fumavano tranquille quasi a istigare quel piccolo ragazzino.
Perché se c'era una cosa a cui Fuuya Okudaira non poteva resistere, queste erano le ciambelle.

___Una piccola WorthShipping (Kaito*Fuuya) perché... amo questa pairing~ ♥
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Fuya Okudaira/ Nelson Andrews, Kaito Tenjo/Kite Tenjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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donut.

 

Okudaira si alzò, stropicciandosi quegli occhi assonnati e bambineschi che si ritrovava. Erano solamente le sette del mattino ma non poteva permettersi di far tardi alle prove, poiché quella mattina sarebbe stato registrato uno degli episodi chiave della serie di cui lui, Okudaira Fuuya, era il personaggio principale, l'idolo di tutte le giovani: ESPer Robin. Il suo lavoro era piacevole e insieme stancante, talvolta persino noioso
Camminò un paio di volte su e giù, svogliatamente, lungo il corridoio, senza un perché preciso. Si diresse in cucina per fare colazione. La luce non riusciva ad entrare in quella stanza poiché le persiane, ancora chiuse, non ne volevano sapere di ceder il passo. Si avvicinò ad esse e con un piccolo, delicato, quasi timoroso movimento del braccio le spalancò, lasciando che quei raggi pervadessero la casa. Ma quei raggi non emanavano calore.
Si stiracchiò, sbadigliando vigorosamente per poi sedersi a tavola dove la madre gli aveva preparato una tazza pulita prima di uscire di casa. Sospirò vedendo la tazza ben disposta sul tavolo e si voltò verso il frigorifero. Un altro post-it.
Lo prese, leggendo velocemente per poi accartocciarlo e gettarlo nella pattumiera. Era il quarto giorno di fila, quello. La madre, da un po' di tempo, usciva sempre molto presto da casa per riunioni con lo staff e la produzione del programma a cui il figlio prendeva parte. 
 Il ragazzino aprì il frigo, afferrò il cartone di latte e lo richiuse. Si sentiva così dannatamente monotono. Osservò per tutto il tempo il cielo dallo stesso colore dei suoi capelli. Mescolò per un po' il fluido zuccherato nella sua tazza per poi versarvi un goccio di caffè, per poi mescolare nuovamente. 
Erano le sette e quarantacinque. 
Andò a prepararsi e a prendere il materiale per recitare. Si fermò per qualche secondo davanti allo specchio nel suo corridoio, affiancato dal ritratto di una vecchia donna. Posò la sua mano su quella superficie fredda che rifletteva la sua persona. 
Era veramente lui? Da quando era in quello stato pietoso? Da quando i suoi occhi verdi di un color smeraldo si erano spenti? E i suoi capelli? Da quando avevano perso lucentezza?
Era veramente lui?
Lasciò scivolare la mano lungo il suo fianco, per poi uscire da quella sua tetra casa.

 

Un'allucinazione mi mostra solo le cose
che voglio vedere.

 

Si diresse verso gli studi camminando a passi così pesanti da costringere la sua tracolla ad uno scomodo viaggio. Era ancora in anticipo dato che le riprese sarebbero iniziate solamente alle otto e trenta.
Decise di percorrere la strada più lunga, così, per far passare il tempo più velocemente. Era presto ma già molte persone affollavano i larghi marciapiedi. Fuuya veniva sballottato a destra e a manca, fino a che non realizzò di dover assolutamente uscire da quell'ondata di persone. 
Si fermò di scatto quando intravide, tra il su e giù della folla, una vetrina che mostrava ciambelle d'ogni forma, guarnizione e grandezza in tutta la loro bellezza. Calde, appena sfornate, fumavano tranquille quasi a istigare quel piccolo ragazzino.
Perché se c'era una cosa a cui Fuuya Okudaira non poteva resistere, queste erano le ciambelle. 
Si fece spazio tra coloro che gli ostacolavano il passaggio e raggiunse la suddetta vetrina. E l'acquolina che il ragazzo aveva era ben manifestata dai gorgogli che il suo stomaco emetteva. Entrò a dare un'occhiata e ne uscì come un conquistatore, fiero, trionfante. Come un cagnolino appena lodato dal padrone. Con quello scatolo contenente i tanto bramati dolciumi.
Si sedette su di una panchina ad osservare l'incessante movimento delle persone davanti a sé mentre gustava con calma il suo tesoro.
Osservava con una certa indifferenza, finché una figura -o forse due- non lo fecero sobbalzare. Distolse lo sguardo arrossendo quando il ragazzo si voltò a guardarlo.
-Okudaira.-
Scattò in piedi quando il ragazzo gli si avvicinò. E per poco poi non si strozzava con la ciambella.
-K-Kaito-sama!- 
Cercò di accennare un sorriso, ma era abbastanza evidente la sua agitazione. Si sporse leggermente per osservare la figura, minuta, che si nascondeva timidamente dietro le gambe del più grande.
-Haruto! Come stai?- Gli disse abbassadosi leggermente per guardarlo in volto.
Il piccolo in risposta cercò di eclissarsi ancora di più con le gambe del fratello.
-F-Fuuya-san.- Mormorò poi.
-Cosa ci fai qui, Okudaira? Le tue prove iniziano più tardi.-
-S-sì, sono in anticipo e ho deciso di fare una passeggiata.-  Spiegò egli attorcigliandosi una ciocca di capelli fra le dita.
-E rimpinzarti di ciambelle.- Aggiunse ironicamente il più grande.
E Fuuya variò dal rosa al rosso ad una velocità impressionante.
Kaito Tenjo era l'unica persona in grado di mandarlo completamente in confusione. Diciotto anni -anche se ne dimostrava di meno- e capigliatura di un biondo tendente al terra di Siena. Schietto, freddo e sicuro di sè bastavano spesso a descrivere quel ragazzo.
Ma non sempre, bastavano.
Era impossibile descriverne il carattere con poche parole. Quel ragazzo aveva un'orchestra nella testa, come decifrarlo?
Il più grande si sedette al fianco del ragazzino, che cercava di nascondere il suo imbarazzo dietro ad una ciambella. Haruto, il piccolo dei fratelli Tenjo, correva intanto dietro ai piccioni, convinto di poterne catturare uno. C'era un silenzio imbarazzante tra i due e un frastuono di chi va e chi viene incorniciava il loro silenzio.
Haruto si avvicinò, rompendo per un secondo quel silente rumore. Kaito gli sorrise e gli mise fra le mani una piccola caramella dalla forma cubica. Il piccolo Tenjo sembrava completamente entusiasta per una cosa così piccola. Fuuya allora increscpò le labbra in un sorriso ed estrasse una ciambella ricoperta di glassa e canditi, sussurrandogli con dolcezza un ''Se assaggi questa, la adorerai! Fidati di Fuuya!''
Lo guardò mangiare allegramente quella pasta zuccherata, poi abbassò di nuovo lo sguardo. Sospirò.
-Sarebbe meglio che mi avviassi. Non vorrei arrivare tardi agli studi.-
Fece per alzarsi ma Kaito lo trannenne, prontamente. Incatenò gli occhi ai suoi, tanto da far mescolare il suo grigio-blu al verde dell'altro. Andava formandosi un colore tutto nuovo. Si alzò a sua volta, facendo scivolare la mano in quella dell'altro che sussultò al contatto con la pelle calda e insieme fredda dell'altro.
-Oggi farai il bambino cattivo e salterai le prove.- Affermò tranquillo, con un tono tra l'ironico e il malizioso.
Fuuya impallidì.
-Io e Nii-san andiamo a fare un pic-nic oggi a pranzo! Vieni anche tu!- S'intromise Haruto, tranquillamente.
E, senza dar neanche il tempo alla loro 'preda', lo trascinarono via per le strade della città, attendendo che il tempo, inesorabile, passasse.

 

Non voglio cadere nel baratro
una seconda volta.

 

Si ritrovarono tutti e tre a mangiare tranquillamente lungo le distese d'erba antecedenti al lago Kawaguchi. La zona era aperta al pubblico ma non era affollatissimo. Si ritrovarono su di una specie di tovaglia con dolci, sandwich e frutta. Si ritrovarono insieme
Per la prima volta nella sua vita, Fuuya aveva disobbedito alla madre. Aveva dato ascolto al suo istinto, a ciò che lui voleva seguire. 
Mangiarono tranquilli, fra risate, allegria e scìe di vento che di tanto in tanto portava con sè qualche foglia di isalata. Caramelle e ciambelle addolcirono quel pranzetto e, mentre Kaito e Fuuya parlavano tranquilli per digerire quel loro pranzetto, Haruto, lì vicino, dormiva solennemente ai piedi di un albero, sotto gli occhi attenti dei due.
Erano già le tre del pomeriggio e probabilmente la madre di Fuuya, tra il preoccupato e l'arrabbiato, dava di matto. 
Rimase lì, sdraiato con affianco il suo amico a pancia in giù e, quando lo vide afferrare l'ultima ciambella rimasta, si allungò a scoccargli un fugace bacio sulle labbra, facendo scivolare la sua mano su quella dell'altro che accolse con piacere le labbra del ragazzo. Cercò di approfondire il contatto ma sobbalzò quando notò il ragazzino indietreggiare.
Con la ciambella fra le mani. 
-Scordatelo. L'ultima ciambella è mia.- 
-Allora facciamo così: la ciambella è tua e tu... diventi mio~.-  Rispose Kaito atterrandolo con un abbraccio.
E anche la più minuscola preoccupazione fu trascinata via dalle risate di Fuuya, abbandonatosi completamente a quelle grandi, forti braccia.

 

Tutto quello che ho sempre voluto
è vederti sorridere. 
So che ti amo.
Oh, perché, non si vede?


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Ooooohibooo!(?)

Salvesalvesalve 
Qui è l'incantatrice che vi scrive! -Uattaffac grande come un ipposauro(?)-
Ho questa fic salvata sul pc da un mese circa perché solo ora mi accorgo dell'aggiunta della serie 'ZEXAL'.
...e son tanto feliceeee~
Looook up in the sssky, it makeeees you feeel sooo hiiigh~(?)
Allora. Premetto che io adoro la WorthShipping, la KaitOku, o come volete. Non so precisamente il perché ma probabilmente il motivo è che Kaito è tanto spavaldo-depresso e Fuuya/ESPer Robin è tanto depresso-spavaldo 

È una delle tante di ZEXAL che ho salvate sul pc, ma credo sia quella meglio uscita.
Qualsiasi errore, non esitate a dirmelo! Premetto che risponderò a tutti: le recensioni negative-critiche-positive che siano, fanno solo bene 
♥ Grazie a tutti per aver letto ♥
_Magician.
 

  
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