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Autore: Seiyako    17/12/2012    3 recensioni
one-shot scritta per il contest "un'amicizia che profuma d'amore" indetto da Shelly 2010:
La campanella della scuola era appena suonata per avvertire che l’ora della ricreazione era finalmente arrivata.
Parecchi studenti tirarono un sospiro di sollievo e facendo un largo sbadiglio si alzarono stiracchiandosi dalle loro postazioni.
Benché le prime ore di lezione trascorsero lente e noiose, Bunny rimase seduta al suo banco con lo sguardo rivolto verso Seiya, un suo compagno di classe; nonché suo migliore amico.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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CONTEST: “UN’ AMICIZIA CHE PROFUMA D’AMORE”
 
 
AUTORE: SEIYAKO

 
 
 

           TITOLO: “TRA I BANCHI DI SCUOLA”

 
 
 

 

 

La campanella della scuola era appena suonata per avvertire che l’ora della ricreazione era finalmente arrivata.
Parecchi studenti tirarono un sospiro di sollievo e facendo un largo sbadiglio si alzarono stiracchiandosi dalle loro postazioni.
Benché le prime ore di lezione fossero trascorse lente e noiose, Bunny rimase seduta al suo banco, con lo sguardo rivolto verso Seiya, un suo compagno di classe; nonché suo migliore amico.
Ormai erano da ben tre anni che i due frequentavano lo stesso liceo ed entrambi non riuscivano a capacitarsi che la loro amicizia si era trasformata in qualcosa di molto speciale.
Bunny con aria sognante e con una mano appoggiata sulla sua guancia rosea, lasciava che i suoi occhi celesti continuassero a fissarlo, ripetendosi infinite volte nella mente che Seiya era sicuramente il ragazzo più bello della scuola.
Seiya dal canto suo le sorrise ricambiando dolcemente lo sguardo, non potendo fare a meno di pensare che la ragazza che aveva di fronte a sé era semplicemente straordinaria!
Senza sospettare minimamente sulla reciprocità dei propri sentimenti, il ragazzo si fece coraggio e avanzò verso di lei.
Avvicinatosi al banco e schiarendosi la gola, Seiya le domandò molto dolcemente:
-“Bunny, tu non fai ricreazione?”
La ragazza vedendosi distolta dai suoi pensieri, arrossì vistosamente e farfugliò:
-“N…no, ho dimenticato per l’ennesima volta la mia merenda a casa, sono una vera frana!”
-“Ah, ah, ah!” Rise divertito Seiya passandosi una mano lungo il suo codino nero “sei sempre la solita testolina buffa, non cambierai mai.”
-“Ancora con quel nomignolo?” Urlò inviperita Bunny “ti ho detto un miliardo di volte che non voglio essere chiamata così!”
-“Scusa Bunny, ma il fatto è che la tua pettinatura mi fa davvero ridere, quei codini che hai ai lati della testa sembrano due enormi gnocchi; a proposito di gnocchi, io ho una gran fame, vieni con me test…ehm ehm Bunny, ti offro qualcosa dal distributore automatico.”
-“Accetto volentieri, ma solo perché ho lo stomaco che mi brontola!” Gli rispose Bunny imbronciata toccandosi i suoi codini biondi.
Seiya la prese teneramente per mano e la condusse fuori dall’aula scansando la calca di folla nel corridoio, senza badare ai compagni di classe che gli lanciavano delle occhiate maliziose indicandoli con il dito e bisbigliando tra di loro.
Lungo il tragitto che conduceva al piano inferiore, Bunny non perse occasione di ammirarlo e di vedere la sua immagine riflessa negli occhi blu cobalto del ragazzo. Ma possibile che era così difficile confessargli di essere follemente innamorata di lui?
Una volta arrivati a destinazione, i due si accorsero che si stavano tenendo per mano. Imbarazzati e con molta riluttanza si staccarono velocemente diventando paonazzi.
Seiya, fingendo una certa indifferenza si avvicinò al distributore automatico inserendovi delle monete e pigiò il tasto nel settore delle merendine.
-“Dannazione!” Esclamò il ragazzo continuando a premere convulsamente il tasto nella speranza che lo snack da lui desiderato saltasse fuori dalla bocca della macchinetta.
-“Qualcosa non va Seiya?” Chiese Bunny un po’ perplessa.
-“Non funziona! Si è mangiato i soldi!” Urlò il ragazzo dando un poderoso calcio al distributore. Gesto che fece ridere di gusto la ragazza.
Improvvisamente una voce roca e imponente venne ad interrompere quel momento di ilarità. I due ragazzi sussultando dallo spavento, si voltarono di scatto per identificare di chi fosse quella voce così autoritaria.
Un uomo sulla cinquantina d’anni, basso e tarchiato, con la testa pelata e gli occhi scuri, guardava irritato Seiya urlandogli contro:
-“Ma che fai? Hai intenzione di rompere il distributore automatico? Lo sai che quell’aggeggio costa fior di quattrini? Che cosa credi, che soltanto perché sono solo un bidello non ti possa rimproverare per un atto di vandalismo?”
-“Stia tranquillo.” lo interruppe Seiya senza scomporsi. “anche se ne avessi avuto l’intenzione, non avrei potuto farlo, perché è già rotto!”
Il bidello in un primo momento rimase stupito ma subito dopo si avvicinò alla macchinetta per controllare se il ragazzo avesse detto effettivamente la verità.
Approfittando di quell’attimo di distrazione, Seiya afferrò bruscamente Bunny per un braccio e la condusse velocemente fuori dall’edificio scolastico.
-“Seiya ma che fai? Sei impazzito per caso, vuoi che ci becchiamo una sospensione?” Urlò Bunny stupefatta.
Ma il ragazzo non le rispose, si limitò a stringerle di più il braccio e a farla correre insieme a lui verso l’altro isolato. Ad un certo punto, il ragazzo allentò la presa e con il fiato corto si rivolse vero Bunny dicendole:
-“Ta-dah testolina buffa, facciamo merenda qui!”
-“Co…cosa?” Balbettò Bunny, ansimando per via della corsa sfrenata, realizzando di trovarsi di fronte ad un bar.
Seiya la riprese nuovamente per mano e facendola sedere al tavolino fece cenno al cameriere di avvicinarsi per prendere le ordinazioni.
-“Seiya guarda che io non ho un centesimo!” Bisbigliò Bunny battendosi una mano sulla fronte.
-“Non preoccuparti” la tranquillizzò il ragazzo ordinando due caffè con dei dolcetti.
Bunny sbuffò e inclinando la testa all’indietro si arrese inspirando profondamente. Anche se Seiya era un po’ pazzo era davvero piacevole stare in sua compagnia.
In meno di un minuto il cameriere servì il caffè ed i pasticcini e i due ragazzi cominciarono a mangiare con foga.
Terminata la consumazione, Seiya si guardò attorno furtivo e aspettò che il cameriere rientrasse nel bar.
-“Seiya devi pagare il conto” disse Bunny guardandolo perplessa. Ma il ragazzo le tappò la bocca posandole il dito indice sulle labbra.
-“Shhhh Bunny non farti sentire, se vuoi sapere la verità nemmeno io ho il becco di un quattrino.”
-“Cooosa? E adesso che si fa?!” Esclamò Bunny con voce strozzata.
-“E adesso si scappa!” Rispose Seiya afferrandola bruscamente e facendola correre per l’ennesima volta come una matta, con l’intenzione di ritornare a scuola prima che suonasse la campanella.
Per loro fortuna nell’atrio della scuola non c’era nessuno. Il bidello che aveva rimproverato Seiya stava dormendo sulla sedia, con la testa appoggiata sulla scrivania, e non si era accorto che i due ragazzi erano fuggiti. Non vedendoli più davanti al distributore automatico, aveva pensato che i due fossero ritornati nella loro classe.
Bunny e Seiya misero una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere e veloci come due fulmini si avviarono verso le scale per ricominciare le ore di lezione.
Quella si che era stata una mattinata molto particolare, era la prima volta che Bunny non si era annoiata a scuola e tutto questo lo doveva al pazzoide con il codino nero e gli occhi blu che aveva di fronte.
Tuttavia prima che salissero per le scale, Seiya controllò che nel corridoio non ci fosse nessuno, e avvicinandosi lentamente al viso della ragazza le dette un bacio a stampo.
Sebbene quel bacio fosse stato avventato, Bunny ebbe il tempo di riuscire ad assaporare il dolce sapore di caffè che giaceva ancora sulle labbra del ragazzo.
Bunny sorrise, se prima aveva qualche dubbio, ora aveva la certezza che quell’adorabile mattacchione provasse qualcosa per lei. Facendogli cenno di abbassare la testa verso di lei, gli sussurrò nell’orecchio:
-“Domani scappiamo di nuovo?”
-“Puoi contarci!” Rispose scompigliandole i capelli e facendo ritorno in aula insieme a lei. Non c’era bisogno di parlare, si erano capiti sin da subito, da quel momento i due ragazzi potevano considerarsi fidanzati.
 

  
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