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Autore: Birdie    17/12/2012    1 recensioni
Kurt è in ritardo il suo primo giorno e si avvia verso la NYADA correndo con il suo cellulare in una mano e un caffè nell'altra; chiede a un gentile passante, Blaine, di reggergli il caffè per potersi infilare il cappotto.
"Ma che bel ragazzo aveva beccato: occhi luminosi, il dolce sorriso, i capelli bruni e mossi, l’abbigliamento elegante.
- Non c’è di che! Mi chiamo Blaine. – “il bel ragazzo” gli porse la mano, sperando in cuor suo di rincontrare quegli occhi azzurri in circostanze meno frettolose."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rachel
Kurt, dimmi che stai arrivando.
 
Ci mancava solo il messaggio di Rachel a farlo sentire un fallimento totale. Da quando non erano più coinquilini, Kurt non riusciva a gestire da solo la sua vita in solitaria. Preparava inconsciamente la colazione per due, non sapeva con chi scambiare due chiacchere durante una notte insonne, e anche se si tenevano in contatto, non era come avere quella matta di Rachel per casa. E quella mattina, forse la più importante e la più attesa, la sua sveglia aveva giustamente deciso di non suonare. La mattina del suo primo giorno alla NYADA.
Era uscito di casa in fretta e furia ringraziando di aver perlomeno preparato e stirato l’outfit la sera prima, si era poi versato il caffè bollente addosso e uscendo senza neanche infilarsi il cappotto, era andato dritto al primo bar per comprarne un altro e berlo durante la sua folle corsa per l’accademia. Fortunatamente Kurt era solito avere il sonno leggero, per questo si era svegliato appena 20 minuti dopo l’ora che la sua sveglia avrebbe dovuto segnalargli. Sapeva che era meglio presentarsi in anticipo il primo giorno e il messaggio gli fece capire che evidentemente Rachel era già lì ad attenderlo in classe.
“Forse faccio comunque in tempo a bere un caffè strada facendo” si disse prima di sfrecciare fuori dal bar e bere un sorso di quella bevanda nera che servì a farlo velocizzare.
E dopo il messaggio di Rachel, si ritrovò così, con il caffè in una mano e il telefono e il cappotto nell’altra, cercando di chiamare l’amica per farle avvertire l’insegnante o almeno aggiornarlo su cosa potesse succedere a uno studente ritardatario al suo primo giorno alla NYADA, visto che prima di allora non aveva mai preso in considerazione poterlo essere.
L’aria gelida di quella mattina di settembre gli avvolgeva la parte superiore del corpo protetta soltanto da una sottile camicia e giurò che il suo viso potesse cadere da un momento all’altro, colpito da quel vento gelido e tagliente.  Doveva infilarsi quel benedetto cappotto o sarebbe arrivato alla NYADA nelle condizioni di un surgelato.
“Forse così posso farcela” si convinse inutilmente dimenandosi e tentando di tenere l’Iphone in bocca in modo da liberarsi almeno un braccio. Ed ecco che la soluzione gli si propose sotto forma di Blaine Anderson, giovane newyorkese che con tutta calma gli stava passando accanto. Fu la prima persona che gli si presentò vicino nel momento di alzare gli occhi al cielo e maledire il karma.
- Scusa, scusa!  Perdonami la domanda idiota ma puoi tenermi il caffè mentre cerco di vestirmi? – Kurt fece trasalire il ragazzo che si voltò sorpreso e un po’ divertito alla visione dell’altro, in evidente difficoltà.
- Certo, nessun problema. – rispose Blaine sorridendo e osservando Kurt che si stava infilando il cappotto al contrario. – però mi sa che stai sbagliando lato!
“ODDIO, ecco, ci mancava la figura di merda di quello che manco si sa vestire.”  Pensò Kurt correggendo il verso dell’indumento e sbuffando; chissà quanto tempo stava perdendo solamente per non essersi voluto vestire in casa.
- Grazie, grazie mille! – disse Kurt riprendendosi l’amato caffè e guardando per la prima volta veramente l’altro in faccia. Ma che bel ragazzo aveva beccato: occhi luminosi, il dolce sorriso, i capelli bruni e mossi, l’abbigliamento elegante.
- Non c’è di che! Mi chiamo Blaine. – “il bel ragazzo” gli porse la mano, sperando in cuor suo di rincontrare quegli occhi azzurri in circostanze meno frettolose.
- Kurt! – rispose l’altro. “ E Kurt vorrebbe che questo fosse il primo di tanti incontri”  aggiunse mentalmente.
  
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