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Autore: Draco the best    17/12/2012    3 recensioni
Hermione ripercorre alcuni momenti felici con il suo Ron. La vera gioia, però, deve ancora venire.
La storia è arrivata quarta al contest di GiulyHermi96 "Hermione e... Ron, SOLO Ron"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La storia è arrivata quarta al contest di GiulyHermi96 "Hermione e... Ron, SOLO Ron"


Autore forum e EFP: Draco the best (entrambi)
Titolo: You'll always be mine
Genere: Commedia, Romantico
Personaggi (se oltre alla coppia c'è qualcun altro di importante): ---
Pacchetti utilizzati: Rosso e λ
Avvertimenti: Missing Moments
Rating: Verde
Introduzione: Hermione ripercorre alcuni momenti felici con il suo Ron. La vera gioia, però, deve ancora venire.
Nda: La storia è raccontata in prima persona da Hermione. Le parti in corsivo sono ricordi.

Diagon Alley era probabilmente la via più trafficata del mondo magico. Durante il periodo natalizio, poi, era completamente infestata da famiglie, che correvano qua e là per la strada, in preda alla folle frenesia pre-Natale.

Mi divertivo a guardare dalla finestra del mio appartamento le mamme che cercavano di separare i propri figli dalle splendide vetrine, addobbate a festa. La neve cadeva giù, delicata e incantevole come sempre. Alcuni bambini stavano cercando di realizzare un pupazzo di neve, di fronte al negozio di Olivander. Non stava riuscendo loro molto bene, tanto che lo stesso fabbricante di bacchette uscì ad aiutarli.

La guerra era ormai finita. Quasi dieci anni separavano quel momento dall'attimo in cui Harry aveva sconfitto Lord Voldemort, il cui nome, ora, non era più temuto, come invece lo era un tempo. Tutto sembrava essersi concluso nel migliore dei modi e quegli anni di terrore erano solo un ricordo lontano. Lo si leggeva dalla felicità e dalla spensieratezza dei bambini e delle loro famiglie, che non dovevano più avere paura del loro futuro.

Era per questo che, sin da quando avevo acquistato quell'appartamento, adoravo affacciarmi alla finestra, per cercare questa gioia e serenità, che i volti dei passanti lasciavano trasparire. Sospirai dolcemente, riprendendo il libro che avevo, momentaneamente, poggiato sulle gambe. "Peter Pan". Era uno dei miei libri babbani preferiti. Me lo leggeva sempre mia madre, quando ero piccola. Lei mi aveva confessato che l'aveva costretta a leggerlo tutto in una notte, prima di andare a dormire. Odiavo lasciare le storie a metà. Ripresi la pagina, dove avevo lasciato il segnalibro, una foto, cioè, di me, Ron e Harry, quando ancora andavamo a scuola. Sorrisi al ricordo. Erano passati molti anni, ma la nostra amicizia non si era mai spenta, neanche con i matrimoni o con la nascita del piccolo James. Eravamo tutti una grande famiglia, lo eravamo sempre stati.

Ero veramente felice: avevo un lavoro che amavo, avevo degli amici meravigliosi… e poi c'era lui. Ero sposata con Ronald Weasley da un anno. Scoppiai a ridere da sola, mentre la mia mente riviveva il momento della sua imbarazzante "proposta".

 

- Ronald! Lo sai che odio il Qwidditch! Non mi sarei offesa se fossi andato alla partita con Harry o con Ginny. Loro sono tipi da Qwidditch, non certo io!- continuai a lamentarmi, di fronte alla biglietteria dello stadio. Sapevo che era troppo tardi, ma non mi sarei arresa. Ron sbuffò, facendo finta di non ascoltarmi, giocherellava nervoso con i biglietti per la partita. Cannoni di Chadley contro i Pride of Portree. Sicuramente un evento esaltante per Ron, ma non per me. Mi ero persino portata un libro, nella speranza di poter trovare un posto dove leggere in santa pace. Dubitavo di poterci riuscire.

- Ronald! Sto parlando con te!- lo ripresi, dandogli in testa il volantino della partita. Lui sembrò notare la mia presenza solo in quel momento.

- Hermione, chiudi il becco! Per una volta che ti porto allo stadio!- sbraitò lui, innervosito. Non sapeva di aver liberato il mostro che era in me.

Passammo tutto il tempo che impiegammo ad arrivare ai nostri posti a discutere delle cose più futili, che non centravano nulla con l'argomento con cui era iniziata la discussione, ma noi… eravamo così, litigavamo sempre e per qualunque cosa ed era proprio questo che ci piaceva di più, in fondo.

Poco prima dell'inizio della partita, i Cannoni di Chadley entrarono in campo a bordo delle loro scope e cominciarono a muoversi nel cielo, come se volessero scrivere qualcosa, con dei particolari fumi che liberavano dalla scopa.

- Mi… vuoi… che c'è scritto lì?- chiesi, confusa, cercando di leggere.

- Sposare…- finì Ron, più timido del solito.

- Che cosa ridicola, chi vorrebbe ricevere una proposta di matrimonio così?- chiesi, ancora, scuotendo la testa. Subito, Ron mi prese per un braccio e mi portò via dallo stadio, blaterando un qualcosa come " Lasciamo perdere la partita, andiamo a cena". Io alzai le spalle, contenta, in fondo, e non mi accorsi che, alle mie spalle, i Cannoni di Chadley avevano scritto nel cielo il mio nome, subito dopo quella proposta.

 

Eravamo andati a un ristorante,  vicino a casa nostra, e avevamo cenato normalmente, come se nulla fosse successo. Arrivati al dolce, sorrisi appena.

- Che c'è?- mi chiese lui, curioso.

- Stavo ripensando a quella proposta di matrimonio. Cioè… è stata persino più ridicola di quelli che nascondono l'anello nella torta o cose del genere, non pensi?- chiesi divertita, mentre stavo per infilzare il mio dolce con la forchetta. Ron si buttò quasi sul tavolo, per fermarmi. Prese il mio piatto e cominciò a mangiarlo velocemente.

- Scusa, avevo fame, dicevi?- chiese lui, con la bocca piena. Lo guardai, stranita, alzando gli occhi al cielo.

- Andiamo a chiedere il conto, che è meglio.-

Stavo per alzarmi, quando lui cominciò a tossire, rumorosamente. Divenne completamente rosso in viso, come se si stesse strozzando con un pezzo di torta.

- Tutto ok, Ron?- domandai, preoccupata, dandogli delle pacche sulla schiena. Lui sputò sul tavolo un anello, semplice, ma bellissimo. Fissai l'oggetto, stupita, senza avere parole. Ron era imbarazzato, ma sorrise, prendendo in mano l'anello.

- Insomma… vuoi… sposarmi?- chiese, come se nulla fosse.

Mi sentii una stupida, perché capii solo in quel momento i suoi precedenti tentativi di chiedermelo. Sorrisi, saltandogli addosso e baciandolo con passione.

- Sì, stupido tontolone, sì!- gli risposi, mentre una lacrima di felicità rigava il mio volto.

 

Per non parlare del matrimonio… Quello sì che era stato un disastro. Ma bellissimo.

 

- Hermione, promettimi una cosa.-

Ginny mi raggiunse e mi guardò con preoccupazione. Ero pronta per il mio matrimonio. L'abito lungo e bianco era perfetto. Mi ero persino allisciata i miei soliti capelli crespi e ribelli! Ero in uno strano stato di estasi. Di solito riuscivo a mantenere la calma e la razionalità, ma non con Ron. Con lui, tutto era diverso… io riuscivo a diventare il mio stesso opposto, con lui e per lui. Mi ritrovavo, quindi sommersa, da quella serenità celestiale prematrimoniale e non mi preoccupai delle parole di Ginny. Alle mie spalle, Luna e Fleur mi sistemavano il vestito.

- Dimmi, Ginny. - risposi, con un largo sorriso.

- Non dare in escandescenza.- sussurrò la rossa, prendendo fiato. - Ron non c'è.-

Quelle parole mi attraversarono come un fantasma.

- Come "non c'è"?- chiesi, alterando leggermente la mia voce.

- Non so, Harry è andato a cercarlo più di mezzora fa, ma non è tornato neanche lui. Non ti avrei allarmato, ma lui doveva essere qui da un'ora e…-

Scesi di corsa le scale della Tana e raggiunsi la cucina. Vidi in lontananza, in giardino, il padiglione, montato per il matrimonio. Presi una padella dal lavandino e osservai l'orologio di Molly. La lancetta di Ron era sulla voce "disperso".

Dopo diversi minuti, la lancetta si spostò su "casa" e sentii un rumore di passi alle mie spalle.

- Hermione, tesoro!-

Mi voltai, la padella ancora in mano. Lui era lì, un po' trasandato, ma trafelato per la corsa.

- Sei bellissima…- aggiunse lui.

- Dove eri?- chiesi, mentre le mie mani si stringevano sul manico della padella.

- Ero così emozionato che… mi sono addormentato, tesoro, mi dispiace così tanto, ma ora sono qui e…-

- Ti sei addormentato?- sbraitai, cominciando a rincorrerlo, brandendo in aria la padella. Questa scenetta durò per diverso tempo, fino a quando non ci accasciammo entrambi sul divano, stremati. Senza dire nulla, lui cominciò a ridere e io ebbi la sincera tentazione di dargli una padellata in testa, ma fui coinvolta dalla sua risata, dal suo successivo abbraccio, dal suo bacio.

 

Arrivammo all'altare come se nulla fosse successo. Solo i più accorti avrebbero potuto notare i miei capelli, che si erano ribellati all'effetto super lisciante e che stavano tornando crespi.

- Posso dire una cosa?- Ron interruppe, stranamente, il banchetto, attirando l'attenzione su di sé, e io non capii il perché. Mi prese la mano e baciò il dorso, come un vero gentiluomo.

- Volevo solo dirti che ho passato dei momenti bellissimi con te e mi sento l'uomo più fortunato del mondo a sposarti. Anche se faccio tardi al giorno del nostro matrimonio, anche se potrò dimenticarmi del nostro anniversario, l'unica cosa che dovrai pensare in questi momenti è che ti amerò per sempre. Anche quando avrò 110 anni e saremo entrambi vecchi e malaticci, io sarò lì, insieme a te. Muta la mia pelle, ma non mutano i miei occhi. Lo sai ancora che sei mia. E lo sarai per sempre.-

Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. Era questo che amavo di Ron. Bisticciavamo il novanta per cento delle volte, ma poi se ne usciva con delle frasi che sapevano spezzarmi il fiato.

Ci baciammo davanti a tutti, come se in quel momento ci fossimo solo noi due.

 

La porta di casa si aprì e io mi destai da quel flusso di ricordi. Il libro di Peter Pan era ancora nelle mie mani, aperto alla pagina dove c'era il segnalibro.

Ron entrò in casa, infreddolito, e mi si avvicinò velocemente, sfregandosi le mani, coperte dai guanti. Si chinò verso di me e mi diede un dolce bacio sulle labbra. Erano fredde, in confronto delle mie, che invece erano caldissime.

- Ciao, amore.- sussurrò, sorridendo dolcemente.

- Ciao, tesoro. Come è andato il lavoro?- chiesi, curiosa. Ero costretta a casa ormai da troppo tempo e non sopportavo non fare nulla.

- Basta pensare al lavoro, Hermione! Devi riposarti, lo sai. A proposito, ho parlato con mamma. Le ho detto che non possiamo venire il giorno di Natale alla Tana, perché non ti puoi smaterializzare. Ha deciso che verrà lei qui a cucinare. Ci saranno anche tutti gli altri. E' un problema?- chiese poi, cominciando a preparare due tè.

- No, anzi. Ringraziala.- sorrisi, mentre mi sporsi verso la porta di ingresso.

- Cosa è quel pacchetto che hai portato?- chiesi, curiosa. Ron lo prese, contento, e me lo avvicinò. Io lo aprii e sorrisi, emozionata. Dalla busta tirai fuori un cappello piccolo piccolo dei Cannoni di Chadley. Ron posò la mano sulla mia pancia, ormai molto gonfia.

- E' per la piccola Rose.- mi sussurrò, con un sorriso largo. - Non è carinissimo?-

- Ma è una femminuccia! Non vorrai farla diventare una maniaca di Qwidditch come te?- lo presi in giro, posando la mano sopra la sua, come per accarezzare la bambina, che da lì a poco tempo sarebbe nata.

- Io ci provo, al massimo diventa un topo di biblioteca, come te.- rispose lui con un'espressione schifata. Gli diedi un buffetto in testa, prima di abbracciarlo forte. Ron prese il mio volto tra le mani e mi baciò con dolcezza, cercando entrambi di trattenere un sorriso emozionato, che si era schiuso dalle nostre labbra.

Spazio dell'autrice:

Salve!!! Questa storia ha partecipato al Contest "Hermione e... Ron, SOLO Ron" di GiulyHermi96. 

Il pairing non è certo quello che preferisco, anzi. Però ho voluto accettare la sfida, andando contro i miei ideali Dramioniani XD (Non tradirò mai la mia fede nelle Draco/Hermione!!! E' stato solo un esperimento, giuro! XD).

Comunque mi sono divertita a scrivere anche questa storia. 

A presto!!!

Kiss

  
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