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Autore: Rakyr il Solitario    04/07/2007    4 recensioni
Un demone ed un angelo si alleeranno, ed allora la luce raggiungerà anche gli inferi più profondi
Genere: Dark, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo: Memorie di un menestrello errante

Un giovane ragazzo s'avvicinò ad una tenda color del fuoco, una tenda piccola, ma bella, appena al di fuori dalle mura della cittadella fortificata, ormai vuotate dalle sentinelle, che un tempo fiutavano il lontano spettro della guerra annidato negli altri popoli.
Era leggermente scostata da quelle impervie mura, come ad appropriarsi della protezione della roccia, ostentando comunque la sua indipendenza e la sua unicità, pochi entravano in quell'abitazione improvvisata,che reggeva anche le tempeste e le alluvioni.
I pochi che la visitarono, ne uscirono sempre più radiosi di prima, raccontando storie mai udite, di imprese e di eroi, e dicendo che quella era la enda di uno stregone, esperto della vita e della morte e dell'arte del canto.
Ne parlavano come di un saggio, anche se avevano ammesso di non averlo mai visto in viso, questa era la scommessa del giovane, voleva riuscire ad ammirare il suo volto, riuscendo dove altri avevano fallito
-Entra pure, giovane visitatore-
Non aveva fatto rumore nell'avvicinarsi e la sua ombra era proiettata nella direzione opposta alla tenda, le cui pareti erano troppo spesse perchè si potesse scorgere qualcosa attraverso di esse.
-Non essere titubante, io ti vedo anche se la tua ombra scompare lontano e i drappi mi coprono gli occhi-
Aveva capito quello che pensava, oppure lo sapeva e basta? Provò un'incredibile voglia di correre indietro, dai suoi amici, e amettere la sua codardia.
Tuttavia il suo orgoglio era così forte che gli fece stringere i pugni e lo costrinse a scostare la tenda, facendo un passo nella penombra all'interno.
-Ti aspettavo, mio giovane amico- una figura incappucciata immersa nell'ombra della capanna aveva parlato, illuminata soltanto da poche candele, le cui luci danzavano su di lui, creando fantasmi infernali o visioni paradisiache e giocando con i lembi del nero mantello e con le fattezze del suo volto.
-Accomodati, e sii il benvenuto in questa mia umilissima dimora solitaria- con voce pacata gli parlò, stendendo un braccio ed indicando con un dito robusto ed affusolato un seggio ornato da stoffe rosse.
-Avete detto di aspettarmi, signore...come facevate a sapere del mio arrivo?-
-Io vedo-
-Avete una sfera di cristallo, uno specchio...- la voce del ragazzo venne interrotta dalla contenuta risata di chi lo ospitava.
-Non capisci molto bene ciò che ti si dice, ragazzo...se vuoi potrei dirti il tuo passato guardandoti negli occhi!- così esclamò, intimorendo l'ospite, che si alzò avviandosi verso l'entrata, l'uomo fece un gesto vago con una mano, che sembrava dire "fa' pure", ma irrigidendo la mano alla fine, per poi lasciarla tornare su un libro che giaceva aperto sul suo grembo, il ragazzo avrebbe potuto dire di aver visto il candore dei denti del mago per un istante, come se avesse sorriso poi le dispettose fiammelle illuminarono nuovamente il cappuccio nero con decorazioni dorate ed argentee.
Un tuono turbò quella calma, il giovane spaventato guardò fuori, scostando i drappi. Il cielo lampeggiava furioso, illuminando le nere nuvole con esplosioni irose e funeste, mentre l'acqua flagellava la terra, copiosa, senza fermarsi nè concedere una breve tregua, improvvisamente un fulmine discese dal cielo, colpendo e carbonizzando una porzione di terreno vicina alla tenda. L'odore di azoto lo persuase che quello non era un sogno.
-Sembra tu non possa andartene ora, dunque siediti ed ascolta una storia che ho sentito in uno dei miei viaggi-
-Chi mi dice che non siete stato voi a provocare tutto questo?-
-Nessuno...ma non penso che tu possa fare qualcosa in merito anche se così fosse- gli sembrò di vedere un'altra volta il biancore dei denti di lui.
Acora una volta il ragazzo strinse i pugni, frustrato-Ma chi diavolo siete voi?-
-Un ramingo bardo che per uno scherzo del fato si è messo a studiare l'arcano.- sorrise accondiscente, guardando con i suoi occhi, nascosti nell'ombra, quelli del giovane, di un colore smeraldino venato di castano ed oro -Vedo nei tuoi occhi fiamme e cielo...-
-Che dite? Le uniche fiamme che ho mai visto sono quelle del camino ardente-
-Proprio come pensavo...- sussurrò -E che mi dici del fuoco che brucia la tua anima, lo spirito guerriero indomabile che ti spinge nelle sfide e nelle battaglie?-
L'ospite sgranò gli occhi, facendo un passo indietro -Ma voi..voi come...?-
-Sembra tu sia un po' duro d'orecchi, ho già detto che io vedo...-
-Voi siete...-
-Chiamatemi stregone, mago, impostore, fattucchiere, alchimista...chiamami come vuoi, la mia persona non muterà di certo davanti a quelle vuote parole, come la tua non cambia davanti ai tuoi numerosi epiteti...demone ti chiamano, nevvero? Solitario, pazzo...-
-Tacete!-
-E se non volessi?-
L'altro digrignò i denti, rendendosi conto della sua impotenza, detestava quella sensazione -Possiate essere dannato...-
-Chissà, magari lo sono di già- rise e si tolse il cappuccio, lisciandosi i lunghi capelli d'ebano, serici e sottili, nascondendo in quell'ordinato groviglio il proprio volto ed i suoi occhi -Ora siediti ed ascolta questa storia mentre aspetti che la tempesta si calmi-
Il giovane fremette d'ira, ma poi si acquietò, sopraffatto da quell'odiosa impotenza e si sedette nuovamente sul seggio coperto da drappi mentre lo stregone sfogliava l'antico libro ingiallito con le sue esperte dita, fermandosi, proseguendo, rincorrendo lettere e parole con il dito e percorrendo frasi con l'indice.
Infine si fermò, si schiarì la voce e cominciò a leggere con voce saggia e profonda -Questa storia dimenticata da tempo narra di un demone e di un angelo e di come si conobbero e si allearono.- si fermò a scrutare l'espressione del giovane...interessamento misto a stupore, come aveva immaginato.
-L'inferno, una landa desolata di lava e pietre arse dal fuoco eterno, il regno dei demoni....-
  
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