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Autore: Chloe90    04/07/2007    12 recensioni
Un litigio, un'abbandono.
Riusciranno un pugno di canzoni a cambiare questo?
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’ennesimo pacco che mi recapitano a casa

L’ennesimo pacco che mi recapitano a casa.

Possibile che non mi lascino stare neppure a LA?

Non mi pare di chiedere molto, solo un po’ di tempo dentro casa mia.

Domani, domani potete venire nuovamente a spiarmi e a chiedermi se quella tipa è la mia nuova ragazza o che film sto facendo adesso o se mi drogo ancora o se mi piace la Giunness.

Coglioni.

Però adesso vorrei starmene un pochino in casa mia, in mezzo al mio odore e nel mio fottuto soggiorno nuovo.

E invece no, il mondo esterno ancora mi cerca, come se non gli bastasse mai di ingozzarsi di stronzate sul mio conto.

Mi bussa sulla porta sottoforma di postino e mi butta quel pacchetto di cartone tra le braccia insieme a una ricevuta da firmare.

Non avete idea di quanto avrei voglia di firmarla con un altro nome, per una volta in vita mia.

 

Il mittente della mia scocciatura sarà l’ennesima fan che neppure Dio sa come ha trovato l’indirizzo della mia tana.

Lo trovo un disturbo così palese alla mia pace che non gli dedico neppure un secondo di attenzione, lanciandomi sotto la doccia con la ferrea intenzione di rilassarmi, ascoltarmi un CD, al massimo vedermi un film, almeno una volta da solo, nessuna festa, nessuna donna, solo James in testa e nessun altro.

 

Nessun altro.

 

Per scacciare l’ultimo pensiero, decido che forse quel pacchettino di cartone può avere una seconda chance dal venir cestinato in diretto nel bidone…

 

 

 

***

 

 

Bastardo.

Che cazzo pensi di fare?

 

Fisso in cagnesco il CD bianco e rosso a poca distanza dai miei piedi, mentre centinaia di pensieri mi vorticano in mente riversandosi su ogni centimetro di lingua impedendomi di parlare.

 

Bella uscita, Jared.

 

E cosa pensi che io debba fare?

Applaudirti?

Adularti?

Piangere per te?

 

Illuso.

 

Bene, posso dire che il pacchetto ha esaurito il suo tempo.

Fai ciao ciao al bidone, Jared.

 

Le dita si fermano a poca distanza dall’album, gettato sul tappeto come se scottasse dopo averlo ripulito dalla carta che lo avvolgeva.

 

Divertente.

Incredibile come io pensi anche solo che buttando un Cd insignificante possa eliminarti anche dalla mia testa.

Magari si potessero dimenticare gli ultimi…

 

..quanti, Jared?

Quanti giorni, secondi, ore, minuti,anni, ho passato pensando solo a te?

Quanti pensieri dovrei cancellare con questo definitivo “Cancel” mentale?

Quanto tempo, Jared, quanto?

 

Per quanto mi hai riempito la vita?

 

 

***

 

Il Cd fatica a partire dentro il mio impianto stereo e io sono già alla mia quarta sigaretta in mezz’ora.

 

Avrò riguardato la custodia un milione di volte, rigirandomela tra le mani e spiando le lettere del librettino interno.

Ho rischiato di ingoiarmi il filtro della sigaretta da quando forte l’ho morso dopo averti visto: Jared, foto scura e rossa, di tre quarti, in un profilo col tuo viso rivolto al pavimento, impegnato a nascondere i tuoi occhi al fotografo ed esibendo una lieve imbronciatura del labbro inferiore.

Il corpo in una sola macchina nera che si confonde con lo sfondo.

 

Ho cercato di sdrammatizzare su quando te la tiri in questa foto, con tutti quei toni scuri e quelle pose preconfezionate in bustine usa e getta dai fotografi di grido, tutte uguali e tutt’altro che artistiche.

 

Ma non riuscivo a smettere di fissarti.

Eri li, in quel pezzetto di carta plastificata, infinitamente più vicino di quando avrei potuto pensare di averti negli ultimi mesi.

Tangibile tra le mie dita.

 

Piano piano, la musica riempie l’aria.

 

 

***

 

I would have kept you, forever, but we had to sever
It ended for both of us, faster than a..”

 

Non trovi neanche l’aggettivo per descriverci, eh, Jared?

E chi ti dice che è finita per entrambi?

Perché tu hai sempre questo fottutissimo vizio di decidere per tutti e due?

 

“Kill off this thinking, it's starting to sink in

I’m losing control now, and without you I’m finally free!”

 

Hai paura?

Hai paura che se solo pensi a che cosa eravamo noi due insieme perdi tutte le tue convinzioni di starmi lontano?

Ti capisco, sai.

E solo adesso mi sono accorto che non vedo, non vedo nulla senza di te.

Ma tu sei libero, libero di fare quello che ti pare.

 

“Your promises,  they look like lies

Your honesty, like a back that hides a knife”

 

Che cosa ti aspettavi da me?Cosa, Cristo?!

Che ti portassi a casa dei miei? Che ti presentassi a tutti come il mio fidanzato?

Cosa vuoi da me, Jared?

Quali fottutissime parole vuoi che urli, eh?

Cosa vuoi?...Cosa volevi…?

 

Due secondi di silenzio, grazie al cielo.

Ribollo di rabbia, di nervosismo, e la sigarette praticamente le ingoio, non le fumo.

Seduto davanti a uno stereo a incazzarmi.

Bella serata all’insegna del relax, non c’è che dire.

 

Eppure c’è quel piccolo pulsante lucido proprio li, a un metro scarso da me.

“Stop”.

Lui lo fermerebbe.

Lui strozzerebbe la sua voce come vorrei fare io in questo momento.

Farlo stare zitto il tempo necessario per rompere quel Cd e tornarmene in una rilassata ignoranza.

 

Però continuo.

Ormai il gioco è iniziato e la sua voce riempie di nuovo l’aria

 

“It’s a beautiful lie

It’s a perfect denial

Such a beautiful lie to believe in

So beautiful, beautiful it makes me”

 

Si, era proprio una bella bugia credere in noi due come coppia, come relazione seria, come vero…

 

..amore, Jared?

Era amore il nostro?

Non era solo una storiella nata così, quei 6 mesi dentro un film d’altri tempi a scambiarci sguardi che dovevano essere languidi solo per copione e che invece hanno iniziato a riempire anche il nostro tempo libero..?

 

Tu credi che era solo una bugia..?

 

“It’s time to forget about the past

To wash away what happened last”

 

Non sono così sicuro di volerlo, specie se il passato è più tenero del presente..

Ma tu mi hai davvero dimenticato?

 

“Hide behind an empty face

Don’t ask too much, just say

That this is just a game”

 

Me lo hai detto anche l’ultima volta, che il mio comportamento è solo una sceneggiata..

 

Vorrei non nascondermi certe volte, sai?

Vorrei urlartelo in faccia come stai facendo adesso tu a un microfono, che forse questa era davvero solo una fottuta fantasia.

E se proprio era così frivola, allora è meglio sia finita così, in fin dei conti.

 

Altra pausa delle tue labbra, altro respiro che lentamente emettono le mie.

Mi accorgo di avere il fiato affannato, la sigaretta ancora nuova tra le dita e l’accendino troppo lontano per accenderla.

Ma ora non ho voglia di sigarette.

Ma solo di capire.

 

Inizi subito a sbattermi in faccia quello che non voglio sentire, come sempre.

Sei sempre stato sincero, tu.

 

“What if I fell to the floor

Couldn’t take all this anymore

What would you do, do, do?”

 

Ti avrei abbracciato, ti avrei baciato, ti avrei consolato..

Perché mi credi così egoista?

Perché sei così poco fiducioso di me? Dei miei sentimenti?

 

Tamburello con le dita vicino a quel tasto magico, quello che può fermare Jared da un momento all’altro, basta un mio tocco e bum, quello se ne sta zitto e io posso far finta che non mi sia mai arrivato un pacco a casa con dentro un Cd che sta minando tutta la mia determinazione in pochi minuti.

 

Le dita scivolano, sfiorano i tasti e ti mettono in pausa un istante prima dell’attacco di chitarra che da’ pienezza alla tua voce, rafforzando la potenza delle tue parole.

 

Mi ravvivo i capelli mandandoli all’indietro con le dita, sento gli occhi pesanti e questo non è bene.

Perché tutto in una volta?

Perché l’hai fatto?

 

...mi riempi la mente di dubbi e ricordi, cattiverie e nervosismo, abbatti le mie certezze come se fossero castelli di carte.

Perché devi sempre smontare ogni convinzione…ogni aspetto del mio carattere?

 

Ci siamo lasciati, quasi 6 mesi fa.

Ci siamo guardati freddamente negli occhi e abbiamo deciso di finirla, per il bene di tutti e due.

Per il bene di tutti e due…

 

 

…Però ora pretendo una spiegazione della parola “bene”.

E’ “bene” sentirsi lo stomaco in gola come ora, la lingua che incespica sui denti e non ti permette di parlare, gli occhi che devi stringere con tutte le tue forze per evitare di ridurli a due pozze d’acqua a furia di piangere..?

E’ “bene” che ti ripresenti sempre al mio cuore come una malattia?

Tu e quella dannata sensazione che provo ogni fottuta volta che vedo una notizia su di te, sul “pazzo Jared Leto di Hollywood”, sui tuoi flirt presunti o reali…

 

Se questo è “bene”, il “male” che cos’è, Jared?

..Cos’è allora il male?

 

“Come, break me down

Bury me, bury me

I am finished with you!”

 

Riaccendere lo stereo è stato davvero un grande errore.

Strozzo nuovamente la tua voce nella tua gola spingendo a fatica quel bottone che è il mio sollievo.

Una pausa, una pausa da tutto questo.

Fammi raccogliere i pezzi e poi continuo, te lo prometto.

 

“What is I wanted to fight

Beg for the rest of my life

What would you do?

You say you wanted more

What are you waiting for

I’m not running from you.”

 

Tu, tu sei corso via da me dal principio: eri il più disinibito dei due, ma era solo apparenza.

Era quella maschera vuota che tanto decantavi poco prima.

Qui canti sottomessamente che ti sarebbe piaciuto fare davvero sul serio, combattere per tutta la vita per noi due.

Sembravi sin dall’inizio il più sicuro della nostra relazione.

Tutto bello allegro, senza pudore, senza contegno, sempre col sorriso.

E io il brontolone della scena, l’etero, l’incerto, il perplesso.

 

Non è così, non è mai stato così.

Il cuore e i sentimenti erano e sono gli stessi, Jared.

Solo che avevamo modi diversi di esprimerli.

 

“Look in my eyes

You’re killing me, you’re killing me

All I wanted was you”

 

Nei tuoi occhi credevo di aver visto il futuro.

In quel blu, pareva potessi davvero perdermi come dicono negli harmony.

“Tu mi uccidi”

Me l’hai urlato contro anche l’ultima volta, ricordi?

Dicevi che ti avevo distrutto l’anima e quindi il tuo essere artista.

Che ti tarpavo le ali.

Uccidevo i tuoi sentimenti, ormai ridotti a nulla.

Con quelle parole, tu hai ucciso me.

 

Tutto quello che volevo eri tu, Jared.

 

Mi ritrovo con il fiato corto e rapido, la mano che segue un ritmo a lei sola conosciuto e scuoto la testa all’aria che chiede di entrare nel mio cervello per darmi sollievo.

 

Tutto quello che voglio sei tu, Jared.

 

 

“Your defences were up high

Your walls built deep inside

Yeah I’m a selfish bastard

But  at least I’m not alone”

 

Sorrido al ricordo dei tuoi sorrisi, delle tue parole quando a letto insieme mi accarezzavi la mandibola ridendo sul mio passato di peggior playboy di Hollywood

 

“Ti ho reso un agnellino!”

Hai distrutto qualsiasi tipo di barriera potevo avere.

Hai estirpato ogni convinzione, ogni idea del vecchio Colin Farrell che ancora avevo.

 

Non sei un bastardo egoista, sei stato anche troppo generoso nel rendermi finalmente umano.

 

My intention never change

What I want still stays the same

And I know what I should do”

 

Se le tue intenzioni  e i tuoi desideri su di noi non sono mai cambiati, perchè…?

Perché ci siamo divisi con tanto odio?

 

La sigaretta malamente accesa un attimo fa mi scivola dalle dita, rischiando di bruciacchiare qualche filo del tappeto se non la raccolgo presto.

Ma non me ne importa.

Potrebbe anche prendere fuoco tutto l’appartamento e anche io, tanto non me ne accorgerei, ora.

 

Was it a dream?”

 

Deve esserlo, Jared, deve esserlo per forza.

Perché io una storia come la nostra non l’ho mai sentita così profondamente..

Una totale simbiosi, rasentavamo la telepatia.

Ormai le parole erano troppo banali ed utilizzate per noi, erano sufficienti gli sguardi e le dita per suggerirci i pensieri.

I tuoi occhi mi cercavano sempre, avevi sempre così tanto da comunicarmi, uno dei tuoi tanti progetti pazzi che ti riempivano le iridi e ti illuminavi come un bambino.

 

Eri così fottutamente infantile.

Sei così dannatamente stupendo.

In quegli occhi parevi contenere tutto, me, te, i tuoi sogni mescolati con i miei.

I nostri pensieri.

 

Potevamo vivere nei nostri occhi e non avremmo mai smesso di guardarci.

 

“Is this the only evidence that proves it

A photograph of you and I..”

 

Sono così perso nei nostri ricordi che fatico a ricordarmi dove l’ho cacciata, quella carta lucida che ho fatto finta per mesi di non avere.

Però so benissimo dov’è, l’ho sempre saputo e sempre ignorato.

 

Volevo dimenticarti…

Però l’ho tenuta.

Che coglione che sono.

 

“A photograph of you and I … in…love”

 

Una lacrima mi colpisce le labbra mentre sorrido contento stringendo quello che è il mio tesoro:

Accarezzo con l’unghia il tuo naso che in quel pezzetto di carta plastificata mi colpisce la guancia, i tuoi denti che mi mordicchiano scherzosi la pelle e il tuo profilo bellissimo che si staglia sullo sfondo blu notte della fotografia che tengo tra le dita.

 

Mi ricordo benissimo quando l’abbiamo scattata..

Eravamo a New York, nel 2004, alla prima di Alexander.

 

I fotografi ci avranno fatto centinaia di foto quella sera, ma nessuno dei loro obbiettivi è riuscito ad avere questo sorriso da noi due.

 

Una lacrima mi scivola in gola mentre guardo le tue iridi troppo azzurre che fissano l’obbiettivo, i tuoi denti sulla mia guancia e il mio sorriso gigantesco mentre ti fisso con le sopracciglia corrucciate.

 

Se avessi voluto davvero dimenticarti, avrei dovuto buttare subito via questa foto.

E mi ritrovo a piangere ancora di più alla sola idea di non averla tra le dita in questo momento se l’avessi davvero fatto.

 

 

Tu intanto continui a cantare, un ritmo allegro  e insopportabile per lo stato acuto in cui mi ritrovo riempie l’aria mentre tu sussurri che bisogna dire in quello che si crede, nella fantasia.

 

Vuoi che ti dica in cosa credo?

Io credo.

…io credo in me e te, Jared.

 

 

Cessi di cantare, recuperi il fiato per la prossima canzone, che scorre veloce nel tempo con il suo ritmo aggressivo, con una ripetuta serie di incitazioni, sento il ritmo della batteria crescere quando inizi ad urlare la tua preghiera.

 

“Save me, save me, save me

Save me, save me, save me

I don’t care.”

 

 

***

 

 

For a fortune he'd quit
But it’s hard to admit
How it ends and begins
On his face is a map of the world

 

Che fortuna può mai essere andarsene, se sto malissimo nel risollevare ricordi di noi due, del Marocco, delle interviste insieme, delle tue parole a letto, la tua voce bassa quando mi sussurravi nell’orecchio…?

 

Tornerei indietro.

E’ difficile da ammettere e dire, quando accidenti mi manchi.

 

Facevo finta di nulla quando ripensavo a te, mi inculcavo ferocemente che era finita, che indietro non si tornava, che Hollywood non ci avrebbe mai accettato.

Ci illudevamo che la nostra armonia doveva rimanere segreta, l’idea di uscire allo scoperto inizialmente non ci aveva neppure sfiorato.

 

Poi tu hai iniziato a diventare insofferente, non ne potevi più di correre come un ladro per me.

Abbiamo girato tutto il mondo pur per incontrarci per pochi giorni.

 

“A map of the world”

 

Si, abbiamo sul serio la mappa del mondo sul viso.

Ma a me non importava, mi illudevo che a te importasse quanto a me che la nostra relazione rimanesse nascosta.

Ma tu no, tu volevi di più.

 

E si è iniziato a litigare, continuamente e per stronzate, che al solo ripensarci mi sento il primo coglione della lista.

 

“From yesterday, is coming

From yesterday, the fear

From yesterday, it calls him

But he doesn’t to write the message”

 

Questa canzone parla di te o di me, Jared?

O di entrambi…?

Anche tu hai paura del passato come me..?

Sentirlo chiamare a gran voce, lui, che mi intima di ricordare, ricordare di noi due.

E io il messaggio l’ho capito solo ora, mentre tu l’hai esorcizzato scrivendolo nei tuoi testi.

 

Io ho paura, Jared.

Paura di quello che potrebbe riaccadere: le nuove litigate, il nuovo dolore, la distanza.

 

Invadi i miei pensieri di nuovo, come sempre le tue parole scacciano paranoie che già si insinuavano nella mia testa.

Per te sembrava tutto così facile, così semplice.

 

I've been thinking of everything
I used to want to be
I've been thinking of everything
of me, of you and me

 

La tua voce è soffice ora, la canzone scorre piano e sottotono … come se suonasse solo nella tua testa.

Sembri prendere coscienza di quello che pensi solo quando canti, come se i tuoi pensieri riuscissero a trovare vero sfogo solo se scritti su note e chitarre.

 

This is the story of my life (There are the lies I have created)

 

I tuoi pensieri così semplici da ipotizzare ma così difficili da fare…

Ti eri creato tanti castelli in aria su di noi due.

Credevi che sarebbe stato semplice prendere un aereo ogni mese per vederci per appena 2 giorni, chiusi in casa tua o mia per dirci quelle parole e ripetere quei gesti che ci avrebbero fatto compagnia  quando l’uno avrebbe avuto solo il ricordo della voce dell’altro nella sua vita sotto i riflettori, come sempre distanti.

 

Credevi che saremmo riusciti ad andare avanti così..

 

Tante, troppe bugie, Jared, davvero.

 

Mi ritrovo con le lacrime nuovamente agli occhi ripensando a quando nella mia suite allo Chateau Marmont avevamo passato un’intera settimana insieme.

Era così strano svegliarsi la mattina e trovarti nel letto, magari semi sdraiato su di me, con la bocca dischiusa e gli occhi chiusi che viaggiavano chissà dove.

Fare colazione assieme era surreale nelle nostre teste e naturale nei gesti, nelle azioni.

Come se convivessimo da anni, come due fidanzati che dividono la stessa casa e le stesse cose da sempre.

 

Ridevi, vedendomi assonnato e stropicciato la mattina.

Eri sempre stato così tanto abituato a vedermi sempre tirato a lucido, con le scarpe più alla moda, i capelli finti-spettinati che richiedevano ore di parrucchiere e la camicia studiatamente sbottonata.

La mia divisa da star ben cucita addosso, dove tutto è calcolato, la voce, le parole e i gesti.

 

E improvvisamente ti sei ritrovato davanti un individuo sulla trentina con la barba incolta, il solo pantalone cascante del pigiama addosso e gli occhi gonfi che sorseggia un caffè insieme a una sigaretta in una cucina anonimamente lussuosa di Beverly Hills.

 

E io dispettoso alle tue risate rispondevo con un ghigno, sottolineavo il fatto che senza trucco ormai non sei più abituato a vederti neppure tu.

Ti chiedevo sempre dove nascondessi il microfono e la chitarra e se dovevo aspettarmi un concerto dei 30 Seconds to Mars improvvisato nel bagno.

Ridevi così di gusto.

I capelli dietro le orecchie e non sulla faccia, i vestiti comodi, il viso pulito.

Il mio Jared Leto personale.

Non quello delle riviste, non quello dei servizi fotografici o dei concerti.

 

Mio.Solo ed unicamente mio.

Quello dolce e sorridente, quasi timido, certe volte.

 

 

In quella settimana avevamo condiviso tutto.

Cose stupide e semplici, si, ma che per noi erano così speciali, così diverse.

 

Già prepararsi il caffè insieme era stata una dolce sorpresa.

E scoprire i tuoi gusti, le tue manie e le tue abitudini.. era stato inebriante.

 

Scoprire che la mattina mangi molto al contrario di me era stato divertente: mi facevi quasi venir la nausea nel vederti, pane tostato, uova, miele e marmellate al tuo cospetto, che mangiavi di gusto neppure fossero mesi che te ne stavi nel deserto senza una briciola di pane.

 

Quando facevamo colazione sul set di Alexander di questo tuo particolare non me ne ero mai accorto.

Eravamo circondati da troppe cose, troppe persone, troppi progetti, troppi dubbi per conoscere quanto zucchero metti nel caffè oppure se ti piace il miele o no.

Invece in quella settimana, nascosti in una suite blindata di Beverly Hills, ero totalmente incentrato su di te.

Volevo riempirmi occhi e corpo di te, dei tuoi gesti, delle tue passioni e della tua voce, in modo da poterli richiamare a mente appena te ne saresti andato, appena avrei sentito la tua mancanza svuotarmi la testa.

 

E tu eri delle mie stesse idee, volevi solo me, unicamente la mia persona, nessun vestito griffato, nessun sorriso furbo da intervista, nessuno sguardo finto.

 

Ci siamo abbracciati da dentro.

Nei nostri difetti quotidiani, nelle nostre abitudini e nelle sorprese che teniamo nascoste nei nostri gesti.

 

Stringo gli occhi per fermare le lacrime e cado nell’immagine di noi due a letto nudi, le lenzuola attorno alla vita e una sigaretta condivisa appena svegli.

Perché tu volevi capire “perché diavolo inizi a fumare appena apri gli occhi”.

 

Perso nei miei pensieri, della tua musica che cade a terra in decisi colpi di batteria capisco solo qualche frase, spuntata con decisione dalle tue labbra.

 

Does it feel like we've never been alive?
Does it seem like we've only just begun?

Defy yourself just to look inside the wreckage of your past.

 

 

***

 

Corde pizzicate si insinuano nell’aria costringendomi a concentrarmi nuovamente su quella che è stata la mia prima idea, ossia ascoltare il tuo Cd e non perdermi in ricordi rabbiosamente tenuti a bada da troppo tempo.

 

Seguo il dolce cullare delle note, quando il tuo sospiro sancisce l’inizio di una melodia che mi raccoglie lentamente le lacrime per farmene nascere di nuove, più copiose e vere.

 

Did we create a modern myth

 

 Sorrido, i pollici corrono ad asciugare gli occhi.

“Un mito moderno”

Perchè tu sai sempre come meglio descrivere quello che siamo?


Did we imagine half of it

What happened then, a thought for now

 

Ci serve un continuo dei nostri ricordi, un nuovo incontro…

Non fai che ripeterlo in queste canzoni, Jared.

Ecco perché me l’hai spedito, perché credevi potessi venirne fuori cambiato, lucido, pulito dai vecchi rimproveri.

Volevi farmi fare un viaggio nei ricordi e ci sei riuscito, anche troppo.

 

“Un pensiero per ora”

Mi intimi sempre di pensare con i tuoi sussurri…sei così sicuro che anche per me non sia finita, nascosto da qualche parte dentro di me.


Save yourself
Save yourself

 

Rimango a bocca aperta,  il cuore che corre troppo veloce, la mente che declina velocemente a quando ridendo mi dicevi che Efestione e Alessandro ci assomigliavano davvero tanto.

Il tuo corpo contro il mio addossati alla porta della crew a Londra mentre fingevamo di lottare, soli in quella grande stanza.

Mi avevi inseguito e picchiato per tutto il tempo, prima di bloccarmi tra la porta e le tue braccia, il tuo naso a pochi centimetri dal mio, i tuoi occhi improvvisamente seri mentre sussurravi la battuta che avresti dovuto recitare qualche giorno più tardi sul set.

 

“Mi preoccupa lasciarti senza di me”

Improvvisamente il gioco era finito, lo sguardo incupito, il tuo tono diventato basso e pesante.

Ancora mi chiedo se recitassi o se lo dicessi per davvero…

 

…Cosa vuoi dire con queste parole?


The secret is out
The secret is out

Il respiro va a singhiozzi, le lacrime chiedono ancora di scorrere, infinite.

Il nostro segreto, il nostro amore tenuto nascosto da tutti, forse anche da noi stessi.

E’ questo quello di cui parli, vero Jared?

E’ questo il segreto che fugge dalle tue labbra ora....?

 

In maniera ormai automatica stoppo il Cd prima di appoggiarmi pesantemente al divano, le ginocchia vicine al petto, le mani vicino al viso.

 

Il segreto è svelato… ora come non mai.

In questa musica hai racchiuso tutti i tuoi pensieri e i tuoi amori, i tuoi rancori, hai sfogato pienamente la tua anima, trasformando nervi in note e pensieri in versi.

 

Quanto ti è stato difficile farlo?

Quanto ti è costato accorgerti tu stesso di essere arrivato a questo punto insopportabile…?

 

Un segreto nascosto persino ai tuoi occhi…

…non ti sarai neppure accorto di quello che scrivevi, seguivi solo il momento, l’ispirazione.

Desideroso solo di scaricare su carta e chitarre quello che ti opprimeva lo sguardo.

 

Solo alla fine ti sei ritrovato tra le dita il concreto risultato di quello che la lontananza l’uno dall’altro aveva portato a provare.

Di quello che segretamente tenevi dentro e che ignoravi, proprio come me..

E ora lo dai a me, speranzoso di una mia reazione, intenzionato a smuovere quello che pensi possa ancora provare.

 

E’ proprio vero che riesci a leggermi dentro, con quegli occhi blu.


To buy the truth
And sell a lie
The last mistake before you die

 

Il Cd riparte, il mio cuore no, si ferma definitivamente.

La verità…noi…la bugia…quello che appariamo, quello che realizziamo. In un continuo ripetersi di parole.

Sono troppe le lacrime che le mie mani non riescono più a raccogliere, adesso.

 

So don't forget to breathe tonight
Tonight's the last so say good-bye

Il tappeto è fastidiosamente pungente sotto la mia schiena, sulla pelle delle braccia.

Steso su di esso, la tua voce mi colpisce in maniera sconcertante, la rassegnazione che ci rivolti sopra, in quell’addio sull’angolo più estremo del verso.

Non ti ho mai sentito così…debole, quasi.

Strascichi l’aria per ogni parola, come se non volessi crederci, che no, non c’è un addio nella nostra storia.

Il respiro questa sera mi manca davvero, non riesco a respirare quasi.

Le mani sul petto, le gambe lievemente aperte.

E io non riesco a prendere aria, sopraffatto dalle emozioni, da tutto, dalla consapevolezza che non sono l’unico a soffrire, che anche tu…

 

…anche tu hai provato quello che sentii io dopo quella sera maledetta.

E la notte passata in bianco, con la certezza che sarebbe stata l’ultima, perché io senza il tuo sorriso non potevo vivere a lungo.

 

Mentre la mia testa è ormai persa in idee, ragionamenti senza fine, ricordi, parole, calore e nuova forza, la tua bocca si lascia scappare quelle frasi che scatenarono tutto questo… come se le stessi ripetendo sottovoce per te, più per sigillare il momento che per altri fini.

 

The secret is out…

 

La tua voce si incrina, il tono si modula quasi con dolore, aspro.

Quando improvvisamente le parole cambiano, tutto il sentimento che tenevi dentro, che orgogliosamente fingevi di controllare si scatena, si impossessa delle liriche e corre sulle linee disegnate dalle note, occupandole, riempiendole.

 

Solo la tua voce è percepibile, in un crescendo emozionale che mi lascia senza fiato, bagnato solo dal pensiero che io ti ho portato a tanto dolore.

 

Goodbye…

 

Eccolo, il finale…la conclusione.

Respiro a singhiozzi, scosso dalla consapevolezza che questa è davvero la fine.

Perché io devo morire per davvero su questo tappeto del cazzo mentre mi sento il cuore esplodere a ritmi vorticosi, gli occhi che si stringono, la bocca aperta alla ricerca di aria che non arriva.

 

Goodbye

 

Lo ripeti, come cento pugnalate.

Mi ritrovo tirato su, in piedi, gli occhi frementi, la voglia impaziente di fermare la tua voce, fermare il momento.

 

No, nessun addio Jared, non alzare la voce, non c’è nessun addio del cazzo…!

 

Goodbye

 

Perché io ti amo, stronzo, non cantare, non fermarmi!

Non fermarmi proprio ora, solo ora ho capito…

 

… non dire addio…!

 

E tu invece lo dici sempre più forte, sempre più pesante, come se ti costasse vero dolore fisico urlarlo come stai facendo ora.

Le lacrime mi impediscono di parlare, il tuo ultimo sospiro che sancisce la fine della canzone.

 

E io mi ritrovo inginocchiato davanti a uno stereo spento con violenza nel bel mezzo di un salotto di una anonima casa di Las Vegas, solo come non mi ero mai sentito in vita mia.

 

 

 

***

 

 

 

 

Il concerto è già iniziato, un’ala di ragazzi esaltati riempie il locale.

Corpi che saltano, riempiono tutto lo spazio cantando insieme a te, incitandoti, sollevandoti, facendoti credere di essere davvero Dio, almeno per loro.

E tu li accontenti, saltanto,urlando con loro, rivolgendo il microfono più a loro che a te stesso, una muta concessione a cantare al posto tuo canzoni che sa significano tantissimo per il suo pubblico.

 

Ti guardo facendo finta che il magone che mi occupa la gola non ci sia: finalmente tu, pienamente vivo, reale, davanti ai miei occhi.

Stringo le mani nelle tasche del cappotto che mi nasconde un po’ dai tuoi occhi, troppo occupati ora a chiudersi per meglio intonare una parola, una sillaba delle tue canzoni rivelatrici.

 

Riconosco “A beautiful lie” e l’angoscia mi attanaglia nuovamente, devo concentrarmi per evitare di piangere.

 

Mi nascondo in un angolo del locale, osservandoti, spiandoti, guardandoti veramente come non lo facevo da troppo tempo: illuminato dalla tua passione, gli occhi quasi lucidi, i capelli già umidi dopo poche canzoni, la voglia di saltare che ti spinge ad appropriarti di tutto il palco, nelle tue continue capriole.

 

Il tempo passa velocemente, il pubblico chiede sempre di più e tu gliene concedi a sufficienza, urlando neppure ti stessero strappando l’anima.

Concedi un bis giocoso, esci di scena con un sorriso e torni con una chitarra acustica.

 

Sentire la tua voce così morbida, dolce mentre sfiori delicato le corde della tua chitarra, modulando canzoni sul disco rabbiose trasformandole ora in note dolci, incredibilmente malinconiche, mi strappa un pezzo di cuore ogni momento che passa.

 

Quella voce che ero abituato solo ad immaginare nei miei vergognosi sogni mi invade le orecchie in questo istante, e la sensazione è talmente forte, talmente potente da sentire il bisogno di stringermi un po’ di più nei miei vestiti, alla ricerca di quel calore che per tanto tempo avevo perso e che ora mi viene restituito così repentinamente.

 

Sei scomparso dal palco da un pezzo quando io decido di chiudere la scatola dei ricordi e iniziare a cercarti..

 

 

***

 

Sorridi un po’ stanco, mentre firmi autografi a ripetizione, su T-shirt, Cd, Dvd, foto e cartelloni.

Ti sbircio, nascondendomi dietro la selva di gente che attende speranzosa solo un sorriso da te.

Ti guardo, cercando di riempirmi gli occhi di tue immagini che per così tanto tempo ho solo dovuto immaginare.

 

Ecco, ti sei alzato…ti stai dirigendo verso i camerini, tranquillo, forse un po’ stanco, voglioso solo di una doccia.

E io ti seguo, tengo le distanze, evito di fare rumore, beandomi della tua presenza a una dozzina di metri da me.

 

Ti blocchi, una porta davanti al tuo viso.

La tua mano che fruga nel jeans, estraendone chiavi.

 

Ora, solo ora posso.

 

Rapidamente di raggiungo, disegno i tuoi fianchi con gli occhi mentre mi fermo a neppure un metro da te, il braccio sollevato verso la tua schiena.

Il movimento bloccato, il tuo respiro trattenuto.

Hai inserito le chiavi nella stoppa ma ancora non le hai girate, hai avvertito la presenza di qualcuno, probabilmente ti immagini chiunque…tranne me.

 

Ti volti in fretta, le sopracciglia corrugate, il mio braccio ancora teso che ti sfiora per sbaglio una spalla.

 

Mi guardi, sconvolto.

Evidentemente non sei ancora abituato alla vista delle mie lacrime, Jared.

 

 

***

 

 

Mi sento soffocare il cuore nel vederti piangere di botto, singhiozzare a bocca aperta cercando di abbracciarmi il più stretto possibile, nascondendo il tuo corpo così sottile nel mio cappotto, stringendoti a me come se in quell’istante cercassi di riempire tutto il vuoto che ci aveva accompagnato negli ultimi mesi.

Stringo forte le mani nei tuoi capelli, sulle tue spalle, cieco nelle mie emozioni e bisognoso solo di sentire nuovamente il calore di Jared contro di me.

Rialzi il viso sporco di lacrime dal mio collo cercando di baciarmi ancora e ancora, premendo forte la tua bocca sulla mia, stringendo le labbra salate per trattenere quei singhiozzi che scuotevano ancora il tuo corpo.

Le tue mani sulle mie guance, i tuoi continui baci che mi riempiono labbra e cuore, finalmente la tua essenza, Jared, sostituiva tutto quel vuoto che si faceva spazio appena sotto il mio sterno, scacciando quell’infinita malinconia che fingevo di non provare.

 

“Sono completo solo con Jared

Questo pensiero mi attraversò gli occhi per un istante, annullando ogni dubbio, ogni barriera, ogni inutile remora che avevo piano a piano costruito pur per convincermi di essere potente, forse, indipendente da te.

 

Ora.

Ora voglio solo le tue labbra, la tua mente, la tua voce.

E a fanculo il resto.

 

Ti bacio profondamente, i tuoi mugolii sottomessi nella mia bocca, la tua lingua contro la mia.

Ti tranquillizzi lentamente contro il mio corpo, stretto fermamente dalle mie braccia, le mani che mi sfiorano le guance e i capelli in uno strisciante bisogno di concretezza.

 

Un totale senso di appartenenza l’uno all’altro è racchiusa in questo bacio.

Non solo uno scambio di lingue, sangue, labbra, denti, è un reale scambio di anime e cuori, promesse mai scritte ma già conosciute da entrambi.

Due anime finalmente complete, in un’alchimia di sentimenti troppo forti per essere lasciati sottochiave in un cuore controllato dalla ragione, dall’autoconservazione della nostra vita.

L’idea di dipendere da qualcuno ci fa troppa paura, è più facile mentire e trattenersi dietro a quei gesti, quelle parole, quello sguardo, quei finti sentimenti provati solo per dare colore alle nuvole.

 

Ognuno evita di esporsi agli occhi altrui, per evitare quei dolori che già sappiamo che proveremo e che saranno infinitamente più forti e numerosi dei momenti di felicità che ci regaleranno quegli sguardi.

Perciò fingiamo spavalderia e linguaggi sfacciati, avvolti nell’aria di un conquistatore.

Occultare occhi in anime di conquistatori quando l’unica cosa che vorremmo riconquistare è il nostro cuore ancora pulito e ignaro del dolore.

Recuperare quella sorta di verginità emotiva che perdiamo così in fretta.

Quindi ci mascheriamo a festa.

Sempre allegri, sempre vivaci, sempre falsi.

Ma ci sono persone che ti disarmano con uno sguardo.

E che ti fanno venire voglia di farti male, di abbassare le difese, pur di essere sinceri.

 

E una di queste persone sei tu, Jared.

 

***

 

Le tue lacrime sono ormai asciutte sulla tua pelle mentre delicatamente giochi con la mia bocca, passandoci sopra un dito leggero, curiosando sul mio labbro, sul profilo dei miei denti, lasciandoti umettare il polpastrello dalla punta della mia lingua.

 

Ridi leggero come non ti avevo mai sentito, socchiudendo gli occhi ma senza mai distogliere lo sguardo dal mio.

Ci fissiamo a lungo, prima di vederti stirare le labbra in un sorriso.

 

-Ti era difficile mandarmelo prima quel CD? Così mi sarei fatto tutte le date del tuo tour , se l’accoglienza sarebbe stata sempre questa…-

Strofini il naso contro il mio mento, il tuo petto che pesa sul mio, la tua gamba sottile incastrata con la mia.

Ridi sottomessamente, mentre di dai un colpo contro un fianco e ti sollevi sui gomiti per potermi guardare meglio, il tuo viso proprio sopra il mio, i tuoi occhi alla stessa altezza dei miei.

 

-Non volevo spedirtelo, inizialmente…-

Abbassi gli occhi e cacci la lingua fuori a bagnarti le labbra improvvisamente secche.

-Volevo che tu non sapessi niente di quello che avevo provato io quando ci siamo lasciati.

Non volevo mostrarmi come una stupida ragazzina delusa e malinconicamente romantica che ripensa alla sua relazione finita…-

 

Ti mordi un labbro guardandomi intensamente, chiudendo gli occhi quando alzo una mano ad accarezzarti i capelli

-Orgogliosi e testardi come pochi, noi due…-

Riapre gli occhi lentamente, le sue iridi chiare mi colpiscono come una stilettata al cuore.

Come ho osato pensare di poter andare avanti senza questo sguardo?

 

Appoggi il viso contro il mio collo, lasciandoti abbracciare, perdendoti tra le mie braccia.

La sensazione deliziosa della tua pelle, dei tuoi capelli, delle tue labbra nuovamente contro il corpo ripaga da ogni lacrima che ho speso per te, di tutti i nostri litigi, incomprensioni, urla.

 

-Grazie Jared..-

Nascondi ancora il viso contro, sollevandoti solo di mezzo centimetro per poter appoggiare le labbra al mio orecchio solo per sussurrarmi un  -Perché..?-

 

Accarezzo lascivamente la tua schiena avanti e indietro con la punta delle dita, concedendoti carezze più ampie col palmo quando arrivo all’incavo delle scapole.

 

-Per essere riuscito a mandarmelo, quel Cd-

Ti sollevi, torni a fissarmi con un misto di felicità e incertezza, non sei più sicuro di nulla, hai paura, una paura fottuta che io ti stia prendendo in giro.

 

-Probabilmente io non sarei riuscito a dirti quanto mi mancavi, quanto stavo male, quanto ti ho odiato quando hai detto quel “finiamola” dopo l’ultima volta...

Jared, se non fossi stato tu a fare la prima mossa probabilmente non sarei riuscito a fare nulla…-

 

Mi accarezzi dolcemente il viso, gli occhi lucidi di chi finalmente ha sentito quello che voleva sentire, nuove certezze animano nuovamente il tuo cuore e ripagano il tuo orgoglio ferito.

 

-So quanto ti sarà costato spedirmelo…abbiamo un orgoglio fottutamente grande, noi due-

Sorridi, una lacrima che rotola giù sul tuo collo e io mi alzo per baciarla e fermare la sua corsa.

 

Nuove parole si accalcano sulla mia lingua, il mio cuore finalmente ha il via libera di potersi esprimere dopo mesi interminabili, ma appena apro bocca mi fermi il fiato con un dito appoggiato alla mia bocca, le tue labbra incredibilmente vicine al mio viso.

 

-E io so quanto ti è costato dirmi questo..basta così Colin, questo è più che sufficiente per me…-

Le tue labbra sanno di te, Jared, non me ne staccherei mai.

Dopo averle sognate e agognate per mesi, riaverle indietro è quasi troppo e mi trema la mano che tengo sul tuo viso, le mi dita che ti hanno velocemente avvicinato a me dopo le tue parole per permettere questo nuovo bacio, questa nuova promessa, questa nuova felicità.

 

Stringi le dita contro il mio collo, ricambiando con una passione crescente quel bacio che sembra non terminare mai.

 

***

 

Funzionerà?

Riusciremo nuovamente a vivere questo rapporto nella sua totalità..?

Nei suoi difetti? Nella lontananza..?

Riusciremo a non arrivare alla conclusione che ci portò a lasciarci..?

Gli aerei, i treni e il tempo perso per rincorrerci non ci stancherà?

 

Riusciremo a sorriderci anche dopo una giornata d’inferno…?

 

“Ti amo”

Sei sempre stato più sincero di me in quello che sentivi dentro, ma ora ti ho preceduto, urgente del bisogno che sentivo crescermi dentro.

Ed è per questo bisogno per questo che ora sono qui, nuovamente al tuo fianco, a baciarti il collo mentre mi guardi con occhi che non riuscirei a trovare in nessun’altro.

 

Mi stringi piano la mano con le tue dita, in un contatto che non sperimentavamo da tanto tempo.

Ci ritroviamo a guardarci con occhi teneri e lucidi, come due ragazzini.

Sorrido, mentre mi asciughi una lacrima con un bacio.

 

Si.

Forse, forse ci riusciremo.

Ad andare avanti…

…A vivere veramente la nostra vita.

Insieme, finalmente.

 

 

 

 

  
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