17/12/2012
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Prologue
Il buio avvolgeva le strade deserte della piccola cittadina di
Nell’aria si udiva solo il suono ritmato di un paio di tacchi e i lampioni illuminavano la figura della ragazza a cui appartenevano.
La bionda si strinse nel capotto nero che le copriva il corpo snello fino alle cosce, e sospirò, guardandosi attorno.
Doveva muoversi.
Sfregò le mani gelate e guardò davanti a sé, con un senso di inquietudine radicato dentro di lei.
Sentì un fruscio alle sue spalle e congelò sul posto.
“Impossibile” si disse. “li non c’era nessuno”.
Si voltò di scatto osservando il marciapiede privo di alcuna forma di vita.
Tese le orecchie per captare altri suoni ma si poteva sentire solo l’abbaiare di un cane, in lontananza.
Deglutì a fatica e si girò di scatto riprendendo a camminare, questa volta più veloce di prima.
Cercò di tenere occupata la mente, ricordando la bella serata che aveva trascorso alla festa a casa di Philips, assaporando il ricordo delle labbra del suo ragazzo sulle sue.
si diede della stupida per non aver accettato il passaggio di Gwen e sospirò di nuovo, puntando gli occhi scuri al cielo limpido illuminato dalla luna piena.
Assorta nei suoi pensieri, udì di nuovo il fruscio, questa volta più vicino.
Non si voltò, anzi, alzò il passo, per quando i tacchi potessero permetterglielo.
Davanti a lei però, si parò un ombra scura che le bloccò il passaggio.
Inciampò su una lattina di birra vuota e ci andò a sbattere contro.
Gli occhi le si riempirono di panico e paura mentre la figura ghignava.
-ciao bellezza-sussurrò.
E quel sussurro le fece gelare il sangue nelle vene.
Il cuore prese a martellarli forte il petto e la gola le si seccò improvvisamente.
Cercò di indietreggiare ma il ragazzo le afferrò il polso con una tale forza da strappargli un gemito.
-c-chi sei? C-cosa v-vuoi? Lasciami!-strillò con voce incrinata.
L’altro sgranò innocentemente gli occhi e sorrise malignamente.
-e perché mai? Ci divertiremo-
Lei scosse violentemente la testa, con le lacrime che li scorrevano veloci sulla guancia, per poi infrangersi sul vestito viola, e cercò di sottrarsi dalla presa del ragazzo.
Serrò le palpebre cercando di urlare ma la voce le rimase bloccata in gola e quando riaprì gli occhi, riuscì a vedere solo due iridi rosso sangue e a sentire un dolore lancinante al collo, prima di essere inghiottita dall’oscurità, riuscendo ad emettere il suo ultimo urlo che si infranse nella oscura notte di settembre.
Okay, ci siamo. Non so neanche perchè sto pubblicando ma sapete, la noia fa brutti scherzi.
Fa schifo e potete anche tranquillamente scriverlo nelle recensioni che sono sicura NON lascerete.
non so neanche perchè la mia mente abbia partorito questo...questo sì, schifo è il termine adatto ma ormai ci siamo e quindi niente.
se sei arrivato qui meriti una medaglia d'oro, una statua e un unicorno.
grazie per aver letto, se lo hai fatto.
ciao splendore.