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Autore: Demsmuffin    17/12/2012    7 recensioni
Quando guardavo mia madre che faceva l’albero di Natale, pensavo che fosse facile appendere delle palline colorate su dei rami. Pensavo anche di poter riuscire a fare meglio di lei. Pensavo di avere più buon gusto. Lei non voleva che io l’aiutassi, aveva paura che lo facessi cadere, rompendo tutto, le era già bastato una volta e non le andava proprio di pulire il mio disastro.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Christmas tree

 
Quando guardavo mia madre che faceva l’albero di Natale, pensavo che fosse facile appendere delle palline colorate su dei rami. Pensavo anche di poter riuscire a fare meglio di lei. Pensavo di avere più buon gusto. Lei non voleva che io l’aiutassi, aveva paura che lo facessi cadere, rompendo tutto, le era già bastato una volta e non le andava proprio di pulire il mio disastro.
Ma adesso che lo sto facendo io, da solo, sono già stanco e sono costretto a prendere anche una sedia per arrivare nei rami più alti. Perché ero convinto che prenderlo alto sarebbe stata la scelta migliore? Dove avevo sbattuto la testa?
Sbuffo, mentre una pallina rossa mi cade dalle mani. Per fortuna che la plastica non si rompe facilmente. Mi abbasso per raccoglierla, ma mentre mi alzo, spingo con il piede un filo con le luci e quel filo, non contento di essere stato mosso, si porta a terra tutto l’albero. Le palline si disperdono per tutta la stanza, l’albero a sua volta spinge una sedia su cui sopra vi era uno scatolo con altre decorazioni, e quelle di vetro si rompono.
I tonfi sono rumorosi, caotici, tutto sembra cadere senza un ordine preciso e io sbarro gli occhi, capendo perché mia madre mi aveva consigliato di non fare l’albero da solo. Ma ormai è saputo e risaputo, le madri non si ascoltano mai.
“Louis? Cos’è tutto questo casino? Sei caduto? Ti sei fatto male? Stai bene?” La voce di Harry è preoccupata quanto rauca e io sorrido. Mi basta solo sentire la sua voce per sorridere. Sono felice che si sia preoccupato per me, sentendo anche solo degli strani rumori.
“Louis!” Urla, entrando nel salone. Mi fulmina con lo sguardo e lo so che è arrabbiato. Ma non è arrabbiato perché ho fatto cadere tutto, no, sta ridendo, in fondo, per quello. Non sono le sue labbra a ridere, sono i suoi occhi. Ma a parte quello, tutto il suo viso è contratto. “Lo stavi facendo da solo? Cosa ti avevo detto? Volevo farlo insieme a te.” Incrocia le braccia al petto e batte un piede per terra, come se lui fosse un bambino di cinque anni e io gli avessi negato un gelato.
“Volevo farti una sorpresa! E poi tu non stavi facendo la doccia?” Dico, sulla difensiva.
“La stavo per fare, ma mi hai interrotto con tutto quel rumore.”
Harry è adorabile mentre scuote la testa e guarda il disastro che ho combinato. E’ sempre adorabile quando mi fulmina di nuovo con lo sguardo e poi scoppia a ridere. Così, all’improvviso.
Io non lo capisco. Non capisco perché adesso sta ridendo come se gli avessi raccontato una barzelletta. Non ci trovo proprio nulla da ridere. Adesso farà pulire me, lui non pulirà. Ecco, non c’è proprio nulla da ridere. Dovrò mettere tutto a posto.
Lo guardo perplesso ed Harry si massaggia la faccia, facendo respiri profondi.
“Mio Dio, Louis. Spiegami come hai fatto.” Si sforza di non ridere, ma io vedo i suoi denti che pressano sul labbro inferiore. Lo so che vuole ridere ancora e ancora, fino a che no potrà più respirare.
“Mi era caduta una pallina da terra, accidentalmente ho spinto il filo delle luci ed è venuto giù tutto.” Sbuffo, visibilmente scocciato. Mi giro per iniziare a pulire tutto, raccolgo quello che posso, mentre Harry scoppia in una risata ancora più fragorosa di prima.
“Non posso credere di essermi perso la scena, diamine.” Anche se non lo sto guardando, lo so che la sua mano è sulla sua pancia, che sta davvero facendo di tutto per non ridere, ma non ce la fa. Sorrido tra me e me, scuotendo ripetutamente la testa.
“Sì, davvero molto divertente Harry, ah-ah.” Mi fingo offeso, mentre sollevo malamente la scatola da terra. Dovrei per prima alzare l’albero, ma è immenso e da solo non posso farcela. Non posso chiederlo ad Harry, farei la figura dell’idiota, ancora.
“Eddai.” Harry si avvicina a me, saltellandomi attorno. “Non essere così permaloso.” La sua voce somiglia davvero a quello di un bambino. I suoi occhi brillano di entusiasmo. Si sta divertendo e io sorrido, spontaneamente. Non riesco a fingere un secondo di più. Come faccio ad esserlo, se lui continua a ridere e saltellare?
“Sono state forze avverse queste.” Mi punta un dito contro il petto, come accusa. “Questo è perché lo stavi facendo senza di me.” Si avvicina, il suo viso è fin troppo vicino al mio. “Pensavi di passarla liscia?” Sento il suo fiato sulle mie labbra i suoi occhi fermi sui miei. Le sue mani si infilano sotto la mia maglietta, accarezzandomi. Respiro già faticosamente, mentre lui mi bacia piano. Tira leggermente il mio labbro superiore, lo morde senza farmi male. Stringe i miei fianchi al suo corpo e so che non riuscirò a dirgli no.
Ma quando tento di alzargli la maglietta, lui ride di nuovo.
“No.” Fa un verso di disapprovazione e io non capisco. Ci sono momenti, ore, giorni interi, in cui per me Harry Styles è un mistero. Dovrei conoscerlo meglio di chiunque altro, anche meglio di se stesso e ogni volta che penso di esserci riuscito, lui fa qualcosa che mi manda in crisi. Come adesso. Un momento prima mi stava baciando, sembrava avesse tutte le intenzioni per fare l’amore e adesso, sta ridendo e dice di no.
“Dobbiamo prima ripulire qui.” Si stacca da me e piega la testa di lato.
Dobbiamo? Mi aiuterà a pulire? Non posso credere a quello che sta dicendo, ma quando si avvicina all’albero e “Allora? Aiutami, non posso fare tutto io!” Urla, prendendo dei rami tra le dita, io capisco.
Mi farà impazzire, provocandomi, per non so quanto tempo. E tutto questo perché stavo facendo l’albero senza di lui.
Mi avvicino e afferro la punta dell’albero. Aspetto che Harry mi dia un segnale, ma non lo fa, sta fermo. Sta guardando il pavimento, con lo sguardo perso nel nulla.
“Haz?” Dico, aggrottando le sopracciglia. Lui sbatte le palpebre più e più volte, poi si concentra su di me.
“Scusa, stavo pensando.” Blatera velocemente. Prima che possa chiedergli qualcos’altro, lui fa un cenno con la testa e sento che sta spingendo verso l’alto. Io faccio altrettanto, cercando di alzare l’albero. Per quattro volte cade a terra, sotto le risate di Harry. Per altre due volte non riesco ad alzarlo nemmeno di mezzo centimetro e per altre sei volte rischia di cadermi tra le mani. Ma dopo circa il ventesimo tentativo, riusciamo ad alzarlo e a metterlo come prima.
Harry batte le mani, guardandolo.
“Ce l’abbiamo fatta!” E corre verso di me, stampandomi un altro bacio sulle labbra.
Mi sfugge ancora, stavolta più velocemente. Lui sta già appendendo le palline colorate, e sta aggiustando le luci, felice.
Io non posso non distrarmi mentre lui inizia a cantare le canzoni sdolcinate che solo lui conosce. Mi sta guardando con la punta dell’occhio, si sta leccando le labbra, lo sa che lo sto bramando.
“Haz..” sussurro mentre appendo malamente una caramella finta.
Non c’è bisogno che gli dica altro, lui sa a cosa sto pensando. Voglio averlo, lì, in questo istante, adesso.
Ho bisogno che lui sia mio, ho bisogno di sentirlo.
Harry però continua a cantare, ignorandomi, forse di proposito. Appendo ancora più disastrosamente di prima un’altra caramella ed Harry sbuffa.
“Louis.” Mi sfiora la mano con la sua. “Non si fa così.” Mi abbraccia da dietro, mi porta le braccia verso l’alto, mi accarezza più delicatamente che può. Prende un fiocco di neve finto, me lo mette tra le mani e mi guida con le sue. Le sue dita si stringono perfettamente tra le mie, quel contatto, mi fa rabbrividire. Mi raddrizza la mano, mi dice come mettere il polso e alla fine, la decorazione appesa non è più storta, ma dritta.
“Non è poi così difficile.” Sussurro, guardandolo negli occhi. Lui sta sorridendo soddisfatto, guarda l’albero e poi appoggia la testa sulla mia spalla, circondandomi i fianchi.
“Infatti.” Dice, ridacchiando. Raddrizzo poi le altre decorazioni storte e sono contento, adesso l’albero ha un aspetto molto più bello. Dobbiamo solo accendere le luci e glielo faccio notare, ma lui non si stacca più da me. Mi ha guidato in ogni mossa, mi ha aiutato a mettere ogni cosa al verso giusto. E ogni tanto, si avvicinava anche troppo a me, ancora e sempre di più, tanto da farmi già irrigidire.
“Accendi le luci, dai.” Insisto e lui stavolta ubbidisce. Quando collega la spina alla presa e l’albero prende vita, illuminandosi come il sole, Harry è raggiante. Si allontana per guardarlo meglio e poi si gira verso di me.
“E’ l’albero più bello del mondo!” E’ entusiasta. Ride come se stesse vedendo una delle meraviglie del mondo. Prende di nuovo a saltellare e a cantare e stavolta sono io che rido, divertito. Harry si entusiasma per la più piccola cosa, non importa se agli altri può sembrare stupido, lui si emoziona. Sempre. Si incolla di nuovo a me, prende a baciarmi come se fosse l’ultima volta che può farlo.
“Ti piace?” Chiedo inutilmente, tra un bacio e l’altro. Lui, come risposta, mi spinge giù, sul pavimento. E’ sopra di me e continua a toccarmi dappertutto, continua a baciarmi, infila la lingua dentro le mie labbra, le sue mani iniziano a spogliarmi.
“Dobbiamo per forza farlo sul pavimento?” Mi lamento, perché già la schiena fa male.
Harry non vuole sentire discussioni e fa un cenno positivo, sembra quasi offeso. Mi mordicchia il collo, succhia la mia pelle, sento la punta delle sua lingua percorrere la linea del mio mento. Sento la mia erezione pulsare attraverso i pantaloni, non riesco a controllarla e lui se ne accorge tanto che porta le mie mani sui suoi jeans. Io non aspetto altro.
Glieli sfilo, con un gesto rapido e frettoloso, gli tolgo la maglietta e sono scomodo, scomodissimo, ma non mi va di contestarlo ancora.
Lentamente scende sul mio ventre e continua a baciarmi, leccarmi, a succhiare la mia pelle. Basterebbe solo quello a farmi venire, ma devo controllarmi. Non posso venire adesso. Devo aspettare. Con una lentezza esasperante, finisce di spogliarmi.
E quando toglie anche i boxer, senza indugiare un attimo, prende in mano la mia erezione, già dura, e comincia a fare dei movimenti lenti e regolari.
“Har..” Tento di dire, ma il mio fiato viene meno, quando lui accelera.
“Sh.” Soffia lui, non smettendo di muoversi. Io comincio ad ansimare, a respirare con più fatica, inarco la schiena e senza che me ne sia accorto, lui ha già tolto la mano e adesso sta facendo su e giù con la testa.
Sento la mia erezione dentro la sua bocca, sento che lui sta cercando di infilarselo più dentro che può, è concentrato. Ormai è tutto dentro la sua gola e io non voglio venire così. Ma non riesco a controllare il mio respiro, i miei gemiti, non riesco a controllare la mia voglia. E così, vengo. Proprio dentro la sua bocca.
Harry non ha problemi, inghiotte. Sulla punta della mia erezione è rimasto qualcosa e lui lecca via, pulendomi. La sua bocca è sporca, ma non se ne accorge. Mi metto a sedere e vedo che Harry sta sorridendo, con una punta di soddisfazione sul viso.
Io non posso dargliela vinta così. Io non ho finito. Il mio dito scorre sul suo labbro inferiore, toglie ogni residuo di sperma, e poi, quasi come mi avesse letto nel pensiero, lecca. Succhiando. Un dito solo però non è sufficiente e così ne lecca altri due.
Gli faccio un cenno con la testa e lui capisce. Non si oppone, ma si affretta a girarsi, si inginocchia appoggiandosi con le sue braccia.
Le mie dita sono bagnate della sua saliva e io li infilo tutti e tre, insieme.
Non c’è bisogno che vada gradualmente, a lui non serve. Entro ed esco con le dita, lui si contorce, si affanna, piega la testa all’indietro. Sono veloce, velocissimo. Mi abbasso sulla sua schiena e la bacio, mentre le mie dita continuano a muoversi dentro di lui. Percorro con la lingua la curva della spina dorsale, poggio la fronte sulla sua schiena a prendo respiri profondi.
Harry continua a gemere, e potrei continuare fin quando non viene, ma il polso sta implorando pietà. Mi fermo e le mie mani stringono le sue natiche. Scendo giù, con la testa.
“Ti prego..” Geme, mentre stuzzico la sua apertura con la lingua.
“Come hai detto?” Domando, anche se ho sentito benissimo. Sorrido tra me e me e ho voglia di continuare a giocare, perciò lecco ancora e ancora. Faccio entrare la mia lingua dentro di lui, fin dove posso.
Lui si agita ancora e si sforza di respirare. I miei movimenti sono lenti, circolari e lo so che sta impazzendo.
“Louis..” Ansima, mentre continuo. “Ti prego.. per favore.”
Mi piace sentirlo rabbrividire, gemere per causa mia. Amo quando mi implora di andare avanti, di andare oltre, di non fermarmi. Amo sentirlo eccitato per causa mia.
Così continuo a stuzzicarlo con la lingua, fin quando lui non ripete “per favore, Lou.” e allora comincio a spingere con la mia erezione, che entra perfettamente, senza il minimo sforzo. Le sue natiche sono sempre aperte dalle mie mani che lo tengono fermo. Ricomincia ad ansimare. I miei fianchi si muovono regolarmente, con movimenti precisi e netti. Non esisto neanche per un secondo quando decido di accelerare. Continuo a spingere e a spingere. Le ginocchia mi fanno male, la schiena è indolenzita, sto anche cominciando a sudare, ma non mi importa. Ignoro qualsiasi tipo di dolore mentre lui geme più forte di prima.
Non ho fiato per chiedergli se vuole che rallenti o no, non ho fiato per provocarlo con qualche frase o per farlo eccitare ancora di più. Non so nemmeno cosa potrei dirgli. E così continuo a muovermi e a muovermi. Stringo i suoi capelli ricci tra le mie dita, li tiro giusto un po’, quanto basta affinché pieghi leggermente la testa. Lui non protesta, risponde con un altro gemito. Potrei venire ancora e ancora e non stancarmi, vorrei continuare all’infinito.
I suoi gemiti si fanno sempre più forti. C’è quasi, lo sento quando inarca la schiena, si morde il labbro e io vado più forte con mai, giusto per concludere. La mia erezione spinge fin dove può, sono entrato dentro di lui senza alcun ritegno, senza alcuna preoccupazione. I miei fianchi si muovono e sono davvero allo stremo. Vengo dentro di lui, con un forte gemito. Ed Harry, accompagnato da uno orgasmo, viene, sporcando il pavimento, subito dopo.
Mi distendo accanto a lui, stremato. Entrambi sorridiamo, ci guardiamo, in attesa di calmarci almeno un po’. Lui si accoccola sul mio petto. Il mio cuore è come impazzito, ho i battiti che non riescono a rallentare, sono ancora un fremito di emozioni.
“Mh.” Fa Harry, alzando leggermente la testa.
Anche lui è sudato, ma sorride. Sorride così tanto che temo che le sue guancie possano esplodere.
“Dimmi.” Sussurro senza fiato, accarezzandogli il braccio.
“Mi sa che devo andare a farmi la doccia, adesso.” E’ talmente serio quando lo dice che io scoppio a ridere.
Non riesco a trattenermi e lui mi segue a ruota. Ride insieme a me. Siamo ancora davanti il nostro albero di Natale (sì, nostro e solamente nostro) con le luci che si divertono a giocare tra di loro accendendosi a intermittenza. Non ho seriamente voglia di muovermi. Voglio solamente restare lì, abbracciato a lui, a baciarlo e a farci l’amore, anche se il pavimento non è esattamente un posto comodo.
“Harry?” Lo fermo per un braccio, mentre lui fa per alzarsi. Si gira verso di me, con la faccia sorpresa.
“Sì?” Quel suo sorriso mi provoca un brivido alla schiena. E ho solo una cosa che posso dirgli. Tutte le altre parole, mi sembrano inutili.
“Ti amo.” Glielo dico con il cuore, glielo dico con tutto l’amore che posso dargli.  Sento le mie vene pulsare, il sangue caldo che scorre ancora eccitato, tutto dentro di me è un fremito mentre lui si abbassa per stamparmi un altro lungo bacio.
“Io ti amo di più, però.” Il suo naso sfiora il mio e la sua testa si rifugia nell’incavo del mio collo. Lo sento mentre respira la mia pelle. “Adesso però vieni con me a lavarti, puzzi.”
La sua risata cristallina riempie la stanza ancora una volta e io scuoto la testa, fingendomi scocciato.
“Okay, però facciamo seriamente la doccia.” Sbuffo, seguendolo fuori dalla porta.
Lui continua a ridere, come per rispondermi. E’ ovvio che lui non è d’accordo.
 




Demsmuffin's corner 

Ho visto quella fanart e me ne sono innamorata. Non potevo non scriverci sopra.
la mia mente non è riuscita a non inventare qualcosa, è stato più forte di me askdisdj
E' rossissima, non so se sono stata brava, mentre la pensavo era più bella, ma okay ahahahahah
Quanto sono perfetti quei due, mio Dio? Li amo ogni giorno di più, qualche giorno morirò per causa loro çwç
Comunque, devo dirvi alcune cose.. (non so quanto possa fregarvene, ma io lo dico lo stesso) In queste vacanze pubblicherò tre capitoli della Larry (due sono quasi pronti, scusate se ci metto tanto!) più un'altra OS Larry (ma ancora non so se anche quella sarà rossa o meno) più una Jerrie (Jade+Perrie, Little Mix) AU, che dovevo postare da tempo. 
Sì, sono molte cose, ma tanto non avrò nulla da fare, il tempo dovrò pur passarlo in qualche modo, no? lol 
Ecco, detto queste cose inutili, spero che la shot vi sia piaciuta, grazie anche solo per averla letta, ma ricordo che le recensioni mi fanno sempre piacere :)
My Twitter and Ask! Non abbiate paura di parlarmi, non mangio.
Peace, love and Larry Stylinson. Love you all, Sarah. ♥ 

   
 
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