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Autore: LesFleurDuMal    04/07/2007    3 recensioni
Occhi di smeraldo, intenso smeraldo. Capelli scuri di pece lucenti come sete d'oriente. La pelle chiara, quasi pallida, e le labbra rosse, labbra che avrebbero saputo destare l'attenzione di chiunque.
Erano L'una lo specchio dell'altra, ma nella loro inconcepibile somiglianza terribilmente diverse.
Due facce di una stessa medaglia, emblema di purezza e peccato. Un giglio bianco e Uno nero.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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...Il Giglio Bianco e il Giglio Nero...

.:*Un Animale in Gabbia*:.

*Introduzione*



Londra, la caotica Londra, la Londra ridente e indaffarata, brulicante di vita e ricolma delle luci scintillanti che ammiccavano alle vetrine, fredde e ingannevoli come le promesse di quel mondo fatto di affari denaro e ceti sociali, non era potuta sfuggire, pur immersa nella sua sonnecchiosa indifferenza, all'ultimo crepuscolo estivo. L'umidità aveva voluto dare il meglio di sè, e un afa irrespirabile aleggiava sui tetti del centro, penetrando dalle finestre come veleno letale, maledetta e rifuggita da tutti. Anche l'ultimo giorno d'estate era andato via via svanendo, portando con se la coltre di noia e di stanca solitudine che aveva afflitto per lungo tempo il protagonista della nostra storia...


{Narra Sirius Black}

«Ultimo giorno d'estate» pensai tra me e me disteso sull'erba così perfettamente curata del giardino di Grimmauld Palace 12, dava quasi il voltastomaco osservare come anche quei fili d'erba erano ritti e ordinati in uno schema di perfetta simmetria e asetticismo innaturale.
Avevo sognato quel momento dall'inizio dell'estate, da quando avevo rimesso piede in quella casa, non era una sensazione voluta, avevo deciso da solo di tornare lì; mi ero convinto che passare la mia ultima estate da minore con la mia famiglia, sarebbe servito a salvare il salvabile in quei rapporti ormai inesistenti, ma appena varcato il cancello d'ingresso della tenuta dei Black, mi si era formato un nodo all'altezza della bocca dello stomaco, e mi ordinava di tornare indietro. Non gli avevo dato retta, e più tardi me ne sarei pentito amaramente, constatando che la mia idea di instaurare nuovamente un rapporto, se non di affetto almeno di reciproco rispetto, era miseramente fallita. Così le settimane si erano trascinate lente, tanto che, ad un certo punto avevo persino trovato un che di divertente nel litigare con Bella a Cissy, se non altro di vivo e fuori dallo schema di illusoria perfezione ricreato con minuzia maniacale dai miei genitori.
In quell'ultimo arco di tempo che avrei passato da prigioniero me ne stavo appunto a terra nel centro del giardino osservando il cielo londinese tingersi di una leggera tonalità di arancio, che contrastava con le nuvole grigie che sostavano poco più sopra, immerso in quella visione quasi non credevo che quel momento tanto agognato fosse finalmente arrivato, tanto che sentii il bisogno di scandire quel pensiero ad alta voce, sigillandone la solennità -Ultimo giorno d'estate-. Sorrisi a me stesso nella solitudine di quel giardino e al solo pensiero che presto me ne sarei andato da lì, il tutto mi parve improvvisamente più vivibile, mi stesi per bene a terra portando le braccia dietro la testa come unico sostegno, socchiusi gli occhi e una leggera brezza che portava con se il forte profumo dolciatro delle vigne mi carezzò il viso scompigliando ulteriormente quei capelli scuri già di per se disordinati, incredibile a dirsi stavo bene.

«Pop!»

Fu il rumore netto di uno schiocco a rompere la quiete che mi circondava e la mia calma interiore, seccato riaprii gli occhi e mi sollevai appena appoggiandomi sui gomiti. La vista di Kreacher non mi rallegrò. -Che vuoi?- gli domandai senza troppe cerimonie, forse un tantino più brusco di quanto quel pensiero era risuonato nella mia testa, e quasi per scusare quell'eccessivo trasporto feci per sedermi più diritto, mostrando un minimo di interesse per ciò che avesse avuto da comunicarmi. Uno scambio equo. Lui mi fissò qualche istante con il suo sguardo vacuo e privo di ogni slancio di pensiero indipendente -I Signori la informano che tra non molto sarà servita la cena, e la pregano di non metterli in imbarazzo davanti agli ospiti questa sera- spiegò l'elfo domestico con quel suo tono cantilenoso e di una calma esasperante. Non sarebbe cambiato neppure nel pronunciare il più oltraggioso degli insulti. Ascoltai senza batter ciglio quella cantilena di parole che si susseguivano pronunciate da quell'esserino, il quale, con ogni probabilità, neppure aveva realmente riflettuto sul significato del messaggio da trasmettere. In altre circostanze, forse, il mio orgoglio avrebbe reagito con rabbia alle parole di Kreacher, ma il pensiero che di lì a poche ore sarei stato lontano ebbe la meglio e mi diede l'opportunità di soprassedere, e infondo, che colpa ne aveva lui se i miei parenti erano delle carogne? Su questa riflessione in seguito, mi sarei soffermato più volte, chiedendomi da dove venne quello slancio di comprensione nei confronti del meschino domestico di Casa Black.

{Note dell'Autrice}

Negli avvertimenti ho inserito "What if...?", in realtà non è il più azzeccato. Mi spiego, dal momento che ho difficoltà nell'inserimento della voce "Personaggi" ovvero riesco a metterne solo uno, ho scelto di mettere il protagonista principale: Sirius Black appunto. il "What if...?" si riferisce al fatto che nel seguito della storia sarà introdotto un personaggio di pura mia invenzione, che avrei dovuto segnalare come "Nuovo Personaggio", ma appunto non riuscendoci per i problemi sopra citati.
Grazie dell'attenzione

~Il Fiore del Male~
  
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