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Autore: bibabiba91    17/12/2012    0 recensioni
Un amico c'è sempre nel momento del bisogno...
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con una os che mi è venuta in mente l'altro giorno pensando una cosa. Ve la posto in attesa di pubblicare i capitoli nuovi di Inevitabile ed I figli della Luna.
Spero che vi viaccia. Lo so forse è un pò triste, magari la prossima volta scriverò qualcosa di più simpatico e allegro.
Buona lettura  :)


Una rosa blu.

 
Erano passate diverse settimana da quella sera, e non si erano mai più visti e ne visti.
Lei andava in facoltà ogni giorno ascoltando le canzoni che lui le ha fatto conoscere, quelle che erano soliti ascoltare insieme, mentre una lacrima le rigava sempre il viso ripensando a quelle sere su quelle panchine a parlare e scherzare.
Lui andava al lavoro ogni giorno osservando quel pupazzetto che a lei piaceva tanto e con la quale ci giocava sempre quando sedeva accanto a lui in macchina, mentre la rabbia prendeva il sopravvento ripensando a quelle sere su quelle panchina dove lei c’era sempre per lui.
Da quella non si erano più parlati, quella sera per colpa dell’altra avevano posto fine ad una forte amicizia, nata per puro caso, perché si capivano, avevano caratteri diversi, una visione del mondo differente, eppure erano cosi simili che sono diventati due fratelli in pochi mesi. Eppure quella ragazza aveva rovinato tutto, lui troppo innamorato per dare un taglio con il passato, lei troppo protettiva per evitare che lui soffrisse ancora.
Un pomeriggio Aurora uscì di casa per ritirare delle analisi fatte la settimana prima. Voleva che lui fosse li al suo fianco come al suo solito, ma lui non passava più a prenderla ormai da giorni. Arrivò in clinica e si recò dal medico, che l’attendeva nel suo studio con i risultati sulla sua scrivania.
Quello stesso pomeriggio Alessandro si recava in palestra. Salutò la sua famiglia e prese le chiavi della sua auto. Attraversò il vialetto del complesso residenziale dove abitava. Uscì dal cancello color sabbia, ma un auto gli ostruiva la strada. Era un auto celeste e al suo interno una ragazza giocava col telefono in attesa del coraggio per chiamare qualcuno. Alessandro sentiva il profumo di more e vaniglia della ragazza, un profumo dolce che quando era nervoso riusciva a tranquillizzarlo, e che in tutti questi giorni gli era mancato. Entrò in quell’auto come attratto dal quel profumo. Aurora lo vide entrare con la coda degli occhi, tenendo ancora in mano il telefono. Il ragazzo la prese per il polso, toccando con le sue mani caldi quella rosa blu che si erano tatuati insieme, entrambi sul polso, simbolo della loro fratellanza, e prese il telefono posandolo sul cruscotto. Sentiva la sua pelle fredda e tesa, tremava anche se era calda.
<< Sono qui adesso>>
L’abbracciò, intuendo in quell’anima fragile qualcosa che non andava. Lei si strinse al suo petto e delle lacrime scendevano sul suo viso, ma non piangeva. Aurora gli prese la mano e la strinse forte.
<< Sai ti ricordi di quella che ti sei tatuato ed io ti stringevo la mano perché faceva male? Ti dissi che se avessi avuto un bambino tu avresti stretto la mia mano>>
Alessandro sorrise ripensando a quella giornata lunga e stancate, poi tornò serio e la guardò.
<< Non sarai mica … >>
<< No>>
Lo interruppe subito lei. Pose le mani sul volante e fece un lungo respiro.
<< Non lo sarò mai, non avrò mai figli. Sono sterile … ho un carcinoma alle ovaie>>
Disse quest’ultime parole con un magone in gola che la stava per strozzare. Il ragazzo la guardò, ed anche lui in quel momento aveva occhi gonfi di lacrime e di tristezza, perché conosceva la voglia di quella ragazza di avere un figlio, perché sentire nascere dentro di sé una creatura doveva essere qualcosa di speciale. Le prese la mano.
<< Terrò la tua mano ogni volta che ne avrai bisogno>>
Quelle due piccole rose erano diventate un’unica rosa blu.



  
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