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Autore: Sara83    04/07/2007    11 recensioni
- Ti dispiace? - Ron prese il mio libro, lo scaraventò in modo brusco sul tavolo della cucina e mi prese non troppo delicatamente sulle spalle.
- Ron che fai? Mettimi giù. Mettimi giù ho detto! - scalciai più che potei, ma Ron era alto e più forte di me. Sapevo di non avere nessuna possibilità contro di lui ma ci provai lo stesso.  
- Smettila di fare la guastafeste Hermione, non siamo a scuola, non puoi sempre studiare - mi disse con voce disgustata.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Seamus Finnigan | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                        VISITA

" Tutto
   è
   giusto
   e
   perfetto
   Maestro
   Venerabile "




Raggiunsi i miei migliori amici un lunedì qualunque di un'estate caldissima e afosa alla Tana. La signora Weasley aveva desiderato tanto che io passassi le vacanze con loro e non riuscii proprio a rifiutare il suo invito, soprattutto dopo che tutti erano venuti a sapere che di lì a poco io e Ron saremmo dovuti partire con Harry alla ricerca degli Horckux. Per questo mi convinsi che non c'era niente di più bello che passare quell'estate bellissima insieme alle persone che più si amano e che capiscono il momento bruttissimo che si sta vivendo.
Le giornate seguenti passarono in fretta tra partite di Quidditch, a cui io partecipavo come spalla di Harry, e grandi secchiate d'acqua per ripararci da quel sole maledetto che non ci dava un attimo di tregua.
Ogni tanto la sera ci mettevamo stesi di fuori sull'erba a raccontarci a volte storie di paura, a volte ricordi bellissimi dei nostri anni scolastici. Proprio in una di queste sere notai la situazione farsi sempre più imbarazzante con Harry e Ginny che riappacificatosi cercavano di passare quei minuti vicini a parlarsi nell'orecchio. Vidi Ron vicino a me stare in silenzio. Non che mi dispiacesse il suo silenzio, anzi, ma averlo così vicino che non diceva niente mi creava non certo pochi problemi.
Senza dire una parola pensai a lui, al mio migliore amico, alla persona che più in questi ultimi sette anni mi aveva fatto imbestialire e soffrire nello stesso tempo...
Pensai al fatto che avrei potuto stare ore a contemplare i miei due amici conosciuti per caso quella fredda mattina di settembre di sette anni fa sul treno di Hogwarts. Tutto per colpa di un rospo di Neville che non si trovava. Sorrisi al ricordo. Sorrisi anche quando iniziai a ricordare quello che avevamo passato in quegl' anni, pietre filosofali che ti davano l'immortalità, un diario segreto, Sirius, il ballo del ceppo e Krum, Voldemort e sì per ultimo gli Horcrux.
Con una smorfia mi chiesi se mai esisteva qualcuno in grado di spiegarci perchè il destino aveva voluto che fossimo noi tre a dover cercare di salvare il mondo magico, a dover cercare di dare un futuro alle persone di tutte le razze. Mi girai verso i miei amici. Mi resi conto che anche loro come me di una cosa potevano essere certi: lo spazio per le domande e per i se era finito. Sorrisi triste, triste perchè sapevo che saremmo partiti, dopo il matrimonio. Lo sapevamo tutti e tre, lo sapeva Ginny e la famiglia Weasley e lo sapeva tutto l'Ordine.

-
Hermione, smetti di leggere quel libro, vieni a giocare a Quidditch con noi - fu Ron che mi chiamò la mattina dopo. Aveva ragione, pensai, dopotutto mi ero ripromessa di divertirmi, ma a me piaceva leggere i libri, mi calmavano, mi rilassavano. In fondo, mi dissi, ero Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts e non potevo e non volevo deludere chi mi stava vicino.
- Ron, non vengo, voglio finire questo capitolo ed è un pò lungo - ribattei un pò seccata.
- Ti dispiace? - Ron prese il mio libro, lo scaraventò in modo brusco sul tavolo della cucina e mi prese non troppo delicatamente sulle spalle.
- Ron che fai? Mettimi giù. Mettimi giù ho detto! - scalciai più che potei, ma Ron era alto e più forte di me. Sapevo di non avere nessuna possibilità contro di lui ma ci provai lo stesso.  
- Smettila di fare la guastafeste Hermione, non siamo a scuola, non puoi sempre studiare - mi disse con voce disgustata.
- Non stavo studiando, era una lettura di piacere - gli risposi continuando a dargli pugni sulla schiena.
- Di piacere? E per dovere di cronaca, come si intitola questo libro di piacere? - mi chiese sghignazzando.
Lo guardai da sotto. Mi stava prendendo in giro, lo so, lo conoscevo troppo bene.
- Allora? Non mi rispondi? - continuò. Vidi che intanto eravamo arrivati di fuori nel giardino di fronte ad Harry e Ginny, ma notai anche che Ron non aveva ancora dato segno di volermi mettermi giù.
- Non è una cosa che ti deve interessare - gli risposi alla fine forse un pò troppo scocciata per la semplice domanda che mi aveva fatto.
- Beh, allora vorrà dire che ritorneremo indietro, così potrò vedere con i miei occhi il titolo di questo bel libro - disse Ron, tornando indietro verso la Tana.
Mi accorsi, sempre a testa in giù, che Harry e Ginny erano rimasti a bocca aperta. Al loro posto anche io sarei rimasta un pò sorpresa se avessi visto il mio migliore amico uscire dalla casa con una ragazza sulle spalle e poi ritornare subito dentro.

- Allora, vediamo - mi disse mettendomi giù.
- Ron, finiscila. Non capisco perchè ti deve interessare questa cosa. Sono affari miei come voglio passare queste vacanze estive - risposti stizzita. Intanto cercai di sistemarmi alla meglio dopo quella breve parentesi sulle sue spalle.
- "Trasfigurazione. Quello che non avete mai osato chiedere!" - rise Ron, rise un pò troppo forte per i miei gusti e questo mi fece imbestialire.
- Perchè Ron? Perchè mi devi sempre umiliare? - gli urlai contro.
- Hermione dai, è estate, non puoi sempre leggere - mi disse sovrastandomi in tutta la sua altezza.
- Non sono affari tuoi, io decido come passare le mie vacanze estive, io decido come passare il mio tempo libero, solo io. Hai capito, Ronald? - alzai il capo più che potei. Una cosa inutile perchè gli arrivavo sempre e comunque sotto le spalle.
Ecco, pensai, avevo usato il suo nome per intero. Questo stava a significare che ancora una volta Ron mi aveva fatto arrabbiare.
- Non capisci Ron, non hai mai capito - gli dissi sempre urlando.
Mi sentii triste, umiliata, offesa. Lo sfidai con gli occhi pensando che non aveva mai capito i miei bisogni.
- Già, giusto, io non capisco mai, vero Hermione? Sei tu quella intelligente, quella che sa tutto, mentre io rimango Ron, il migliore amico di Harry Potter. Giusto! Allora non capisco davvero cosa ci fai qui vicino a me se davvero sono così come mi descrivi. Puoi.... - non fece in tempo a finire la frase perchè io scappai di sopra in camera con le lacrime già pronte a uscire.
Stavo per salire le scale quando mi girai di scatto, lo guardai e dissi:
- Ho proprio ragione, Ron. Non hai capito niente. - e con questa corsi le due rampe di scale che mi separavano dalla camera che io e Ginny dividevamo.

Correndo in camera mi convinsi che non era niente, che era sempre stato così tra noi. Tra me e Ron. Piansi ancora di più pensando alla facilità con cui passavamo dalla risata al litigio in pochi secondi, e poi alle lacrime che inevitabilmente arrivavano. Tristemente sorrisi a quella consapevolezza. Spinsi la testa contro il cuscino, sapendo benissimo che comunque non ne potevamo fare a meno, anche se entrambi eravamo stanchi di quella situazione.
Non volevo piangere per lui, mi dissi dando leggeri pugni sul letto, ma era l'unica persona che io conoscevo in grado di farmi sentire la persona più felice di questo mondo e subito dopo quella più triste.
Dopo qualche minuto sentii Ginny entrare in camera, probabilmente sapeva già che era successo qualcosa. Mi chiamò:
- Hermione... - ma io non le risposi subito. Non ero ancora pronta a guardarla nella faccia, avevo paura di cedere ancora alle lacrime. Ero appena riuscita a calmarmi un pochettino, pensai.
- Hermione, guardami - insistette la mia migliore amica. Vidi il letto abbassarsi e sentii la sua mano sulla schiena.
Mi feci coraggio e la guardai. La guardai e mi venne da piangere. Lo sapevo che avrei pianto, pensai stretta al suo abbraccio.
Ginny mi lasciò sfogare per cinque minuti, io mi rilassai sulla sua spalla e piansi, piansi lacrime di frustazione per il rapporto con Ron, lacrime di dolore per quello che avremmo dovuto affrontare di lì a poco. Piansi.
- Ginny, io... - mi si bloccarono le paole. Sentii un groppo in gola che impediva a qualsiasi suono di uscire dalla mia bocca.
- Hermione, Ron è uno stupido, ma questo lo sai già. Non voglio stare qui a dirti quanto mio fratello sia un'idiota. Ma non potete continuare così. Tu sei qui adesso che piangi e stai male, mentre lui è di sotto che urla contro Harry dicendo che è tutta colpa tua. Ma perchè Hermione? Perchè vi dovete per forza fare sempre male? - mi chiese gentilmente porgendomi un fazzoletto.
- Non lo so. Prima siamo lì che parliamo tranquillamente, un secondo dopo litighiamo. Forse non dovremmo neanche essere amici. Forse è solo per Harry che io e lui siamo amici. - dissi tristemente, perchè non volevo credere neanche io alle parole che avevo appena detto a Ginny.
- E' vero. Voi non dovete essere amici - mi disse Ginny
- Vedi, lo pensi anche tu! Quindi ho ragione. La nostra amicizia è nata solo per Harry - le confermai ancora più triste. Sentii le lacrime spingere per uscire, ma non volevo ricominciare a piangere di nuovo e cercai in tutti i modi di ricacciarle indietro.
- No, Hermione, non hai capito quello che voglio dire. C'è qualcosa di più tra voi due, ma entrambi siete troppo orgogliosi o forse avete troppa paura per ammetterlo. Credo che le cose si metteranno davvero a posto solo quando sarete onesti con voi stessi - mi disse incalorita. Vidi il fuoco e la passione nei suoi occhi quando mi parlò.
- Cosa vuoi dire Ginny? - le chiesi titubante.
- Voglio dire che forse entrambi provate un sentimento più forte dell'amicizia, ma avete paura. Non è vero, Hermione? -   mi domandò calmandosi a sua volta.
- No, Ginny, a me non piace tuo fratello se è quello che pensi. Posso essere stata un pò gelosa quest'anno quando si era messo con Lavanda, ma era solo perchè lui è un mio amico e lei un'oca e non volevo che stesse con lei. - cercai di convincerla sapendo benissimo che invece le stavo deliberatamente mentendo.
- Hermione, perchè non mi dici la verità? - mi chiese. Mi accorsi che era frustrata o forse anche delusa da me.
- Stai completamente sbagliando, Ginny - dissi. - Ma dimmi di Harry? Come va con lui? - cercai di cambiare discorso.
Ginny mi guardò, intuì il mio tentativo ma decise di fare finta di nulla per questa volta. Sapeva che era inutile insistere così preferì rispondere alla mia domanda.
- Con lui va bene. Ha capito che aveva sbagliato a lasciarmi al funerale di Silente, ma entrambi abbiamo paura di quello che potrà succedere. Voglio passare tutto il tempo possibile con lui e dargli tutta la forza che ho perchè affronti al meglio il suo destino. So che lo deve fare lui e non starò a piangergli addosso chiedendo di non partire o di farmi partire con lui. Sapevo che non era facile, ma lo amo, e ho tutta l'intenzione di passare la mia vita con lui. -
Oh, Ginny. Come sei testarda, pensai. Una Weasley. Sapeva cosa voleva e faceva di tutto per ottenerla. Mi resi conto che era davvero la ragazza perfetta per Harry. Non chiedeva, ma dava tutta se stessa, con tutto l'amore possibile. Ed Harry era fortunato ad averla trovata, per di più è la sorella del suo migliore amico.
Le sorrisi pensando a quanto invidiavo la forza che aveva lei. Grintosa, che non si lasciava intimorire da niente e da nessuno e l'unica che teneva testa a Ron.

Ecco, mi dissi, come al solito tornavo a pensare a lui. Mi guardai allo specchio che avevo in camera in attesa che la signora Weasley mi chiamasse per la cena. Avevo paura ad incontrarlo dopo quello che era successo nel pomeriggio, ma avevo tanta voglia di vederlo lo stesso. Rassegnata accettai la mia debolezza nei suoi confronti e mi preparai per scendere. Uscii dalla camera con passo incerto. Scesi le scale e lo individuai subito, seduto davanti alla sua solita scacchiera. Di fronte aveva Harry, con Ginny seduta sulle sue gambe. Li vidi ridere, scherzare, divertirse. E mi sentii triste e sola perchè stupidamente pensai di non meritarmi la loro amicizia.
Vidi le tre facce girarsi verso di me. Mi avevano sentito scendere, pensai. Vidi Ron sorridermi. Rimasi colpita dal suo sorriso, non me lo sarei mai aspettato.
Ed io per la prima volta decisi di ricambiare.
Fu lui quindi ad avermi dato la forza di avvicinarmi a loro, sapendo già dentro me stessa che non mi avrebbe esclusa e che non mi avrebbe tenuto il muso.
- Hermione, ciao. Vieni qui con noi. Tanto ormai la partita è finita. Non capisco perchè continuo lo stesso a provarci. - mi disse Harry sconsolato.
- Harry lo sai che è impossibile battermi. Sono il più forte - rispose scherzando Ron.
Tutti ridemmo, io colsi subito l'occasione per prenderlo un pò in giro.
- Ron, ma sei sicuro di dormire la notte? Secondo si allena di nascosto quando tutti noi siamo andati a dormire - dissi agli altri.
- Hermione, ho altro da fare la notte che allenarmi a giocare a scacchi - mi disse facendo l'occhiolino a Harry.
- Ah sì? E cosa? - decisi di stare al gioco.
- Non credo che lo vuoi sapere davvero. Sono cose da uomini - ribattè fintamente serio.
- Siete sempre i soliti. Vieni, Ginny, andiamo a vedere a che punto è la cena. -
E così io e Ginny ci allontanammo. Ero felice, pensai sorridendo. Sapevo che la litigata di oggi era passata ma mi rendevo conto anche che non potevo e non dovevo illudermi. Il nostro rapporto era sempre stato così, tra alti e bassi e prima lo accettavo prima riuscivo a soffrirne di meno dopo. 
Comunque decisi che d'ora in avanti avrei vissuto più spensieratamente queste vacanze, che avrei cercato di litigare di meno con Ron e che avrei provato a passare del tempo anche con Ginny, Harry permettendo.

La cena fu fantastica come sempre. La signora Weasley si superava ogni volta, mi dissi gustandomi quelle meravigliose pietanza. Ad un certo punto mi voltai verso di lei e vidi che ci stava guardando uno ad uno. Notai che sicuramente era contenta dall'averci tutti lì insieme ma vidi anche che aveva gli occhi tristi. L'idea che partissimo non l'aveva ensiasmata, ma come tutti, anche lei sapeva che così doveva essere, che toccava a noi e all'Ordine tentare di dare un futuro al mondo magico e a quello degli uomini, pensai ricordando la sera in cui l'aveva saputo. Per questo quando Harry e Ron glielo dissero, ci abbracciò tutti e tre ma non pianse.
Di notte però giurammo di sentirla piangere e disperarsi e di sentire il signor Weasley rassicurarla dicendo che sarebbe andato tutto bene.
- Molly, questo pollo è magnifico - le disse il marito dolcemente.
- Grazie, Arthur. Ne volete un altro pò? Harry? Hermione? - chiese affettuosamente.
- No, grazie, signora Weasley - dicemmo insieme.
- Mamma, smettila di metterli all'ingrasso. Non stanno morendo di fame - fu Fred a parlare. Quella sera ci avevano raggiunto anche lui e George, nonostante avessero una casa tutta loro a Diagon Alley.
Dopotutto era bello cenare tutti insieme. 
- Fred, per favore. A proposito, che cosa stavate provando tu e George prima di fuori in giardino? - chiese la madre alzando un sopracciglio.
- Una nostra nuova invenzione, mamma - rispose George. - Niente che non vedrai al momento giusto - concluse il gemello.
La cena finì con una buona torta alla melassa, il dolce preferito di Harry.
Mentre stavamo mangiando tutti la nostra fetta vedemmo il camino scoppiettare. Mi chiesi chi erano. Sapevamo che ogni collegamento era controllato, quindi quelli che stavano arrivando dovevano essere per forza persone conosciute. Infatti arrivarono poco dopo Bill e Fleur.
- Bill, caro - disse la Sig.ra Weasley correndo ad abbracciarlo, seguita a ruota dall'unica figlia femmina.
Dopo l'abbraccio delle due donne al figlio maggiore, tutti quanti si risedettero a tavolta.
- Bill, cosa ci fate qui? - gli chiese il padre.
- Papà, sai che mancano meno di due settimane al matrimonio. E niente, prima io e Fleur stavamo parlando tranquillamente del nostro viaggio in Francia di sabato prossimo... - disse Bill.
- Andate in Francia? E dove? - lo interruppi io curiosa. Adoravo la Francia, c'ero stata in vacanza con i miei genitori un'estate e ne ero rimasta subito innamorata.
- A Parigi. Dobbiamo mettere a posto gli ultimi preparativi per il viaggio di tutti i parenti di Fleur che verranno qui al nostro matrimonio - mi rispose educatamente.
- Che bello! Adoro la Francia - dissi con occhi sognanti.
- Per questo siamo venuti qui Hermione - annunciò Bill. A questo punto vidi che aveva attirato tutta l'attenzione su di lui.
- Vorremmo che veniste con noi. Tu Hermione, Ron, Harry, Ginny, Fred e George se volete. Possiamo andare al parco dei divertimenti, girare per la città, visitare musei. Magari potete chiedere anche ai vostri amici se voglio venire. Sarebbe bellissimo - finì di dire Bill entusiasta della sua stessa proposta.
Ginny era già in piedi che saltellava dalla gioia e si era già avvicinata alla madre con lo sguardo più convincente che poteva avere. Sempre molto determinata la nostra Ginny, pensai guardandola.
- Mamma, possiamo? Staremo attenti, staremo sempre insieme. Quando più ci ricapita! - esclamò allegra.
- Non so, Ginny. E' pericoloso - disse preoccupata la madre.
- Ha ragione Ginny, mamma. Staremo attenti, non faremo nulla di sconsiderato. Ci meritiamo qualche divertimento, anche se è Babbano - disse Ron anch'egli raggiante all'idea di andare in vacanza.
Forse fu appunto quel verbo, "meritare", che convinse la Sig.ra Weasley. Anche lei, come tutti, sapeva che non c'erano persone al mondo che meritavano più di noi un week-end spensierato.
- Dai, Molly, staranno attenti. Ne sono sicuro. Lasciamoli andare - cercò di convincerla il marito.
- Arthur... e va bene. Ma dovete stare attenti. Dovete stare sempre insieme e sempre con Bill. Voglio che mi facciate sapere se c'è qualcosa che non va. Voglio essere informata di tutto e... - non concluse la frase perchè venne soffocata dalla figlia che la abbracciò da dietro.












  
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