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Autore: Meissa Gaunt    18/12/2012    5 recensioni
Rodolphus è ad Azkaban. La sua coscienza gli ricorda tutto quello che ha perso.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Contesto generale/vago
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Ad Acquamarine perché senza di lei non c’è Meissa e non ci sono io.
A SeveraBartySha perché, come me, è un’amante del lato oscuro.
E in generale a tutte le ragazze dell’Emmagono perché anche se sono sparita,
vi porto sempre nel mio cuore.
 

Le note sono a fine capitolo.
 
 
(Corpi nudi, nervi tesi, eccitazione
 
La cella è buia, lercia e fa freddo. Il tempo non lo ricordi, oggi è ieri, ieri sarà domani e intanto ti ritrovi con più anni addosso di quanti realmente vissuti.
Ricordi? Eri giovane e brillante e così bello; le donne non ti sono mai mancate, le ragazzine a Hogwarts ti correvano dietro.
Pieno di ambizioni, eri lo scapolo perfetto. Tutte volevano te, tu che eri giovane, bello, promettente e così stronzo che non le guardavi nemmeno.
Riesci a ricordare perché?
 
un miscuglio di labbra, lingue e denti; la mia bocca sulla tua
 
La cella è buia, lercia e fa freddo. Così diversa da quello cui sei stato abituato. Le case vicino alle coste, quelle nelle Highlands e quelle francesi che tua madre tanto adora. Gli appartamenti, per quando grandi come regge, non le erano mai interessati e nemmeno a te. Vi piaceva mostrare l’eleganza di quelle terre selvagge in cui costruivate i vostri rifugi e conoscevi te stesso.
Così pieno di un’elegante rabbia selvaggia, folle, temibile. Così pieno di...
 
un intreccio di corpi, dove finisci tu e dove inizio io?
 
La cella è buia, lercia e fa freddo. La tua famiglia era perfetta. Tua madre era una donna bellissima, intelligente e sacrificata. Tuo padre era un uomo altolocato, si rigirava sia i francesi sia gli inglesi, per lui non c’erano confini e non conosceva fedeltà; le ragazzine, persino più piccole di Rabastan, che vi giravano in casa ne erano la prova.
Da bambino ti piaceva correre per i giardini di quelle case, le une diverse dalle altre, che un giorno ti sarebbe appartenute. Rabastan ti guardava, non ti seguiva e imparava. Non imitare mai quello che fanno gli altri Rab, tu sei meglio di quanto loro non potranno mai essere. Quant’eri orgoglioso, ricordi? Lo sei ancora qui dentro?
Rabastan, lui era il tassello perfetto per il tuo puzzle. La tua orma, la tua creazione, il tuo orgoglio. Rabastan che si ribellava a tutto. Ai sacrifici, alle infedeltà. Rabastan che è più fedele del cane che avevi da bambino e che ora marcisce qualche cella più avanti della tua ed anche la sua sarà sporca, fredda e buia. Rabastan che ha sempre odiato nascondersi.
Ti ricordi il mare, le coste francesi, la sabbia fine? Non hai mai avuto il tempo di portarla.
 
una fusione di vite, anime, paure, obbiettivi, ambizioni
 
La cella è buia, lercia e fa freddo. La vita era appena iniziata, i soldi non ancora finiti, gli amici sempre disponibili e i piaceri del sesso non ancora esplorati.
Bellatrix, lei. Lei era brava a fare l’amore. Un incastro perfetto con il tuo corpo, le mani perfette tra i tuoi capelli, i fianchi perfetti stretti intorno alla tua vita, i seni perfetti premuti contro il tuo petto e le sue labbra umide perfette in ogni centimetro di pelle.
La sua pelle era così liscia e bianca e profumata, perfetta come niente al mondo prima di lei.
Perfetta per farci l’amore per ore e ore e ore e Bellatrix era indomabile, non ti lasciava mai stare tra le sue cosce se prima non lo decideva lei. E tu, tu eri insaziabile, perché Bellatrix era perfetta e tu la volevi per te, solo per te.
 
e di lei e di me e ancora lei,
 
Riesci a ricordare perché? Perché l’hai amata tanto e tanto bramata? Lei che era stata così fredda e scostante con te e tu così lontano, così finto con lei.
Lei che era la prima e sarà l’ultima, lo giuri; anche se non ti è appartenuta mai. Anche lontana e persa e cattiva, fragile e instabile ed entusiasta e amabile, l’ultima.
 
Ultima
Persa
Persa, andata, lontana e tu, tu sei così spezzato, rotto e lontano da lei.
Bellatrix che ti rideva in faccia sprezzante, Bellatrix che correva lontana da te, Bellatrix che ti baciava e odiava, Bellatrix che sorrideva strana e ti spogliava, Bellatrix che ti ballava nuda tra le braccia, Bellatrix che ti trascinava via dalle feste e si faceva sgridare solo per parlare, Bellatrix che amava odiare e lo faceva con chiunque e tu non eri escluso, Bellatrix che ti ha annegato nel sangue versato dal suo odio, Bellatrix che porta sofferenza e cattiveria e paura ovunque va, Bellatrix che ami, ami alla follia e infinitamente oltre.
 
lei così unica, preziosa, eterna
 
Bellatrix così persa a notte fonda e mai ritrovata.
 
– ti amo –.)
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ringrazio davvero tanto tutti voi che state leggendo.
Questa è la prima storia, più lunga di una drabble, che dedico a Rodolphus. Ho un po’ di dubbi riguardati la caratterizzazione di questo personaggi. La mia intenzione era di mostrare un Rodolphus confuso dalla prigionia ad Azkaban, la cui coscienza vuole ricordare tutto ciò che a perso stando lì rinchiuso, ma né un Rodolphus pentito né uno che vuole abbandonare la causa. Questo mai.
Le parti in corsivo sono ricordi e sono volutamente confusi anche questi. L’ultima frase, il ti amo, è detto da Bellatrix e non da Rodolphus. Perché credo – nonostante mi piaccia in coppia con altri, primo fra tutti Voldemort – che Bellatrix amasse Rodolphus.
Spero vi sia piaciuta, Meissa Gaunt
  
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