Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Andiamo a fare compere con papà Bas

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Thad Harwood amava il mese di dicembre; sin dal primo giorno del mese avvertiva la magica atmosfera natalizia penetrare dentro di lui.
Mancava soltanto una settimana alla vigilia di Natale e Thad, assieme ai suoi figli, era elettrizzato; peccato che suo marito Sebastian Smythe preferiva passare la giornata a poltrire in casa anziché andare a spasso per la città illuminata con loro.
«Andiamo a fare compere tutti insieme, amore!», esultò Thad entusiasta.
«Mi scoccio», blaterò Sebastian.
Il francese era rannicchiato sul divano con un plaid sulle gambe e una tazzina di caffè tra le mani.
«Che vecchio che sei!», lo ammonì Thad tentando invano di alzarlo dal divano: «Dai, vieni con noi!».
«Ma mi scoccio! È sera, ho sonno, fuori è già buio, fa freddo e c’è la neve e io odio la neve», brontolò lo scorbutico Sebastian opponendogli resistenza.
«Dai, Bas, un po’ di spirito natalizio!», lo incitò inutilmente suo marito.
«No», tagliò corto il francese.
Ad un tratto nella stanza comparvero i loro dolcissimi bambini.
«Papi!!! Andiamo a fare shopping natalizio!», la piccola Maëlle si buttò sul divano addosso al padre.
«Papiii, dobbiamo scrivere la letterina a Babbo Natale!», gli ricordò Matias saltandogli addosso e levandogli la copertina: «Su, andiamo a fare una passeggiata!».
«La città è piena di luci ed è bella», asserì Maëlle.
«Su, papi, non fare il pigrone!», lo ammonì Matias.
Sebastian roteò gli occhi al cielo: suo figlio assomigliava in modo estremamente spaventoso a suo marito, sia come aspetto che come carattere.
«I bambini hanno ragione», asserì Thad: «Devi avere un po’ più di entusiasmo, Seb!».
«Ma fa freddo e non voglio trascorrere Natale a letto, sono troppo bello per prendermi il raffredd…».
«Sì, troppo bello, pfff», lo interruppe Thad con un mezzo sorriso.
«Senti chi parla!», replicò Sebastian accigliato: «Parla Mister Bellezza in persona!».
«Perché mi hai sposato?», gli chiese Thad divertito da quel battibecco.
«Perché l’importante è essere belli dentro, mica fuori, no? Me l’hai insegnato tu, tesoro», rispose Sebastian sarcastico facendogli l’occhiolino.
«Papà e papà stanno litigando!», sentenziò Matias preoccupato.
«Ma quando mai: è questo il loro modo di volersi bene!», spiegò Maëlle con ovvietà.
«Okay, bel faccino, ora basta fare storie: tu vieni con noi!», lo convinse – o meglio, lo costrinse – suo marito alzando Sebastian dal divano con tutte le forze che possedeva.
Sebastian Smythe non riusciva a capire se fosse più rompiscatole suo marito Thad o i suoi due figlioletti.
«Se mi ammalo mi dovrai tenere sulla coscienza», sbuffò il francese.

«Quanti giocattoli!», esclamò il piccolo Matias con il nasino schiacciato su una vetrina illuminata: «Oh, c’è anche il trenino!».
Sebastian ignorò le parole del bambino.
«Bello questo trenino, veeeeero papà?», asserì il piccolo Matias con due occhioni dolci strattonando papà Bas per la manica del cappotto.
Tutti in famiglia sapevano cosa succedeva a papà Sebastian quando qualcuno faceva gli occhioni dolci.
«Sì, carino», tagliò corto l’uomo.
«Me lo puoi regalare per Natale? Per faaaavore».
«E io vorrei quella bambola», si intromise Maëlle: «Per favooore!».
«Oh, e anche quella chitarra! Quanto è bella!», squittì Matias indicando un punto della vetrina.
«Ma è una chitarra giocattolo!», protestò Maëlle: «A questo punto ce ne facciamo comprare una vera e chiediamo a zio Jeffie di insegnarci a suonarla».
«Sììì! Papi, ci compri una chitarra vera?», sentenziò infine il piccolo.
«Va bene, tutto quello che volete!», asserì Sebastian scocciato pur di non sentirli più tra le orecchie.
«Ma Bas, così li viziamo troppo!», mormorò Thad preoccupato a suo marito.
«Allora fa’ qualcosa anche tu e non lasciarmi da solo a trattare con queste due piccole pesti!», rispose Sebastian annoiato.
Ecco perché odiava andare a fare compere: i bambini osservavano attenti ogni vetrina e lui non sapeva come comportarsi.
«Bambini, andiamo a prendere una cioccolata calda?», parlò Thad cambiando argomento.
«Sììì!», esultarono i bambini entusiasti dimenticandosi completamente dei giocattoli.
«Li vizi anche così», mormorò Sebastian a suo marito mentre si incamminavano verso una caffetteria.
«Sì, ma una cioccolata calda costa meno di un trenino, di una bambola o di una chitarra, non credi?», rispose Thad facendogli l’occhiolino.
«Oh, credo di non averti mai amato così tanto prima d’ora», scherzò Sebastian dandogli un leggero bacio sulle labbra: «Ecco perché ti ho sposato».