A volte vorrei dimenticarmi di te.

Scordarmi della tua esistenza, persino di averti conosciuto. Cancellare dalla mia mente ogni particolare che ti riguarda e continuare a vivere la mia vita giustiziando i malvagi grazie al mio Death Note.

Ma più vado avanti è più mi accorgo che… beh, che semplicemente non posso.

Mi è impossibile cacciare via il tuo ricordo. Anche adesso, a distanza di un anno dalla tua morte, mi chiedo come abbia potuto.

La verità è che mi manchi.

Tantissimo, come l’aria che respiro.

E mi sento terribilmente in colpa al pensiero che, usando Rem, sono stato proprio io ad ucciderti.

Io, che ti amo.

Io, che ti odio.

Io, Yagami Light, il dio di un nuovo mondo privo di cattiveria.

Sai, quando tu eri ancora qui accanto a me, pensavo che valesse la pena creare un universo simile. Ti immagini? Niente più guerre, niente omicidi… e tutto grazie ad un quaderno.

Credevo che quella fosse un’aspirazione venuta dal mio cuore, che era sorta spontaneamente, ma mi illudevo.

Dentro di me mi convincevo che, in un mondo come quello, nessuno avrebbe più avuto bisogno del grande detective L.

Tu saresti diventato una persona normale, un ragazzo venticinquenne di nome Ryuzaki.

E saresti stato solamente mio.

Avremmo potuto stare insieme.

Light e Ryuzaki, dei del nuovo mondo.

E poi io cosa ho fatto?

…

Ho rovinato tutto.

Mi sono fatto prendere dalla malefica smania di potere che si impossessa di chi custodisce il quaderno e ho ascoltato la voce malvagia dentro di me che mi ripeteva che l’unica maniera per scampare alla pena capitale era ucciderti.

A volte odio ciò che sono diventato.

Inganno la gente spacciandomi per L e rendo la polizia un cagnolino al mio servizio.

Io non volevo questo.

Desideravo essere una persona stimata. Volevo essere acclamato, non temuto.

Tutto quello che volevo… era soltanto stare con te. E tu lo sapevi, vero Ryuzaki?

Davvero mi consideravi soltanto il tuo migliore amico? Ero davvero una figura così marginale per te…?

Spero di no. Perché io…

… io ti amavo.

E’ così. Lo so che sembra strano, ma è così. Non è un altro dei miei inganni.

Non l’avrei voluto, lo ammetto. E’ stato, si potrebbe dire, un incidente di percorso. Ma contemporaneamente ho vissuto quel sentimento come la cosa più bella che mi fosse mai capitata.

Non rimpiango di averti amato, e non lo farò neanche per un attimo di quel che resta della mia esistenza. Vorrei soltanto poterti abbracciare, anche per un secondo, e sussurrarti all’orecchio quello che ho sempre voluto dirti.

"Ti amo… Ryuzaki…"

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