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Autore: Sassi    18/12/2012    3 recensioni
[Takao/Midorima]
Una mano gli sfiorò il viso – prima la guancia, poi uno zigomo, poi poco più in basso, vicino all'attaccatura del naso.
«Shin-chan, sei bello».
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la prima volta che scrivo qualcosa su questa coppia, però mi piacciono tanto e poi, insomma, sono canon pure loro. Lo so, lo so che lo dico di tutte le coppie che mi piacciono, ma che ci posso fare? E' evidente che si amano **
E' una flash senza grandi pretese, l'ho scritta durante l'ora di latino e sistemata adesso, perchè naturalmente mentre la mia professoressa parla di Seneca io la fisso con sguardo vacuo e immagino la voce di Takao che chiama "Shin-chan, Shin-chan". E si, sono normale. E poi tralasciamo il momento successivo, quando alla fine dell'ora la mia compagna di banco mi ha chiesto di farle copiare gli appunti, visto che mi aveva visto scrivere, ma questa è un'altra storia.
Non so perchè sto raccontando la mia vita invece che parlare della storia, ma insomma, sono sicura che interessava a tutti u.u non c'è niente da dire, se non che, come sempre, faccio pena a mettere i titoli ç___ç
Buona lettura ^^








Di sere di studio, sguardi intensi e baci rubati

 






 

Una mano gli sfiorò il viso – prima la guancia, poi uno zigomo, poi poco più in basso, vicino all'attaccatura del naso. Erano a casa di Takao, seduti davanti alla scrivania con il chiaro intento di fare compiti, sebbene entrambi trovassero fin troppe distrazioni dalla compagnia reciproca.
«Shin-chan, sei bello».
Takao continuava ad accarezzare piano il viso di Midorima che rimaneva immobile, subendo passivamente quei tocchi; si chiedeva per quale assurda ragione permetteva all'altro di fare cose stupide e insensate come quella, cercando disperatamente di calmare il tumulto che gli turbinava nel petto. Un attimo, e Takao gli sfilò delicatamente gli occhiali. Li teneva in una mano per una stanghetta, mentre, con un sorriso ebete, si allontanava leggermente per osservare attentamente il volto del compagno, per una volta libero da quell'oggetto che costituiva quasi uno schermo tra Midorima e il resto del mondo. E probabilmente Midorima stesso lo percepiva come una barriera, visto che subito perse il contegno che era riuscito a mantenere fino a quel momento; avvertiva uno sguardo accorto dritto su di sé, a studiare quei particolari che erano stati fino a quel momento nascosti, come le sue ciglia lunghissime e gli occhi più brillanti del normale.
Uno sguardo calmo, interessato, sorridente, da un lato; un imbarazzo mal celato, con un calore fastidioso a colorare le guance, dall'altro.
Midorima tentava di far finta di niente, continuando a guardare la sagoma sfocata di Takao che gli si presentava davanti; una parte del suo cervello gli suggeriva di stamparsi bene in testa quell'immagine, ché senza distinguere le continue smorfie stupide che assumeva generalmente il volto del compagno, questo poteva quasi sembrare intelligente. In realtà l'incapacità di percepire le espressioni del volto del compagno lo faceva sentire a disagio, quasi ansioso; a furia di stare in compagnia di Takao aveva imparato a comprenderlo anche da gesti quasi insignificanti, come l'inarcarsi del sopracciglio, la diversa angolazione del sorriso, un movimento degli occhi. Adesso invece non riusciva assolutamente a immaginare cosa stesse pensando, e immediatamente realizzò che no, non si trattava di una sensazione piacevole.
Fu questione di un istante; strappò con un movimento veloce gli occhiali dalle mani di Takao, per poi sistemarseli sul naso con quel gesto che gli era peculiare.
Takao naturalmente non poteva neanche immaginare quali fossero stati i reali pensieri del compagno; si limitò a pensare che si fosse sentito in imbarazzo per essere stato fissato in silenzio per lungo tempo, senza protezioni. Anche questo solo pensiero bastò per fargli sorgere un sorriso spontaneo, e per dargli l'impulso irrefrenabile di baciare l'altro. Fu un bacio semplice, casto, giusto per sentire la consistenza delle labbra dell'altro sulle sue. Si staccò subito, ricordando che avevano ancora tutte quelle pagine da studiare, e che passare gli esami era fondamentale per poter continuare a giocare a basket. Il resto a dopo, pensava. In realtà se avesse soltanto potuto immaginare il senso di incompletezza che aveva provato Midorima per non essere riuscito a leggergli il volto per un minuto scarso, dettato dal desiderio costante di sapere cosa stava pensando per potersi sentire ancora più vicini, un bacio del genere non gli sarebbe di certo bastato; magari avrebbe fatto l'amore con lui tutta la sera, e per gli esami avrebbe chiesto aiuto ad Afrodite. D'altronde era la dea che proteggeva gli innamorati – come lui e Shin-chan.

   
 
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