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Autore: Winry977    18/12/2012    2 recensioni
Tuoni, lampi e fulmini.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tu... tu mi... mi piaci molto, Ashley...- disse abbassando lo sguardo verso il terreno bagnato. Non riusciva a guardarlo in faccia: erano stati migliori amici fino a quel momento, ma lei aveva sempre avuto una cotta segreta per lui. Non era mai riuscita a seppellirla, e quando ormai era allo stremo, decise di lasciarla crescere finché non si fosse decisa a confessarsi.

Ed il momento era arrivato, in un pomeriggio di Novembre, sotto un cielo ampio e nuvoloso, nel bel mezzo del parco della loro cittadella, l'uno davanti all'altra, infreddoliti dal venticello fresco che faceva tremare le foglie secche e che scompigliava i capelli di entrambi.

Sasha continuò a fissarsi le scarpe cercando di non dare troppo a vedere il suo nervosismo, mentre i suoi capelli a boccoli e castani, con un colpo di vento, le ricadevano sulle clavicole scendendo fino al seno. L'amico non parlava. Forse la fissava, lei si sentiva il suo sguardo addosso. Cominciava ad avere paura di quello che lui avrebbe potuto rispondere. Quando il silenzio si fece insopportabile, e lui emise un sospiro, lei non resse più e riprese parola.

-Non fa niente, scusami, ciao, devo andare.- si girò e cominciò a correre a perdifiato senza meta attraverso il parco. Anzi, a pensarci bene, un posto dove andare c'era. Sentì un tuono provenire dal cielo, ma non cominciò a piovere. Rabbrividì. Lei aveva una paura matta dei tuoni, dei fulmini, e di tutto il resto. E cosa fondamentale: odiava la pioggia, ma solo per quello che causava dopo, perché altrimenti avrebbe pure potuto ballarci sotto.

Corse finché il fiato non le venne a mancare e si dovette fermare sotto un balcone di una casa che quasi cadeva a pezzi, nonché il loro rifugio primordiale, sede di sbronze con altri amici, di divertimenti con lui, Ashley, e di momenti sfiziosi e di racconti notturni. Entrò nella catapecchia dalla porta poco distante da lei, si guardò attorno, e notando che, come al solito non c'era alcun barbone, si accucciò per terra meditando su come aveva perso quello straccio di amicizia che avevano costruito e che lei aveva distrutto con un “Mi piaci molto”.

Si sentiva una stupida. Non poteva continuare a vivere in una vaga ed inutile speranza nella quale lui era il suo migliore amico e lei pure, solo col particolare in più che era follemente innamorata di lui? No, doveva per forza mandare tutto all'aria, lei, con le sue assurde pretese di togliersi quel peso dal cuore.

Si portò le gambe al petto, stringendole a sé e incassandoci la testa. Da fuori sentì un altro tuono, e lo stesso brivido di prima le attraversò la schiena. Un ricordo le attraversò la testa.

 

Era un pomeriggio identico a quello che stava vivendo, con la differenza che non c'era di mezzo alcuna dichiarazione o fuga. Erano poco distanti dal loro rifugio, lei ed Ashley, e chiacchieravano tra le macerie di quel posto, spostando coi piedi quei ciottoli che si trovavano davanti e fumando una sigaretta ciascuno. Lei aveva sin da principio notato che il cielo si stava oscurando, ma aveva cercato, come sempre, di non far trasparire il suo disagio, concentrandolo sulla sigaretta. Aveva persino udito un tuono, ma aveva deciso di ignorare lui e quel solito e assurdo brivido che le attraversava la schiena, passando in mezzo alle scapole, fino ad attraversare il cuoio capelluto.

Quando si erano accorti che stava per arrivare un acquazzone e che stava cominciando a piovigginare, Sasha aveva girato i tacchi, urlando ad Ashley di muoversi a tornare, e a grande velocità era arrivata alla casetta in rovina.

Appena arrivata aveva preso a tremare, e si era accasciata a terra, cingendo le ginocchia al petto -proprio come stava facendo mentre riattraversava passo passo quel ricordo-, e dondolandosi un po' avanti e un po' indietro. Lui la raggiunse qualche istante dopo, con la sigaretta ormai spenta dalla pioggia e fradicio.

-Te la sei scampata, eh? Io mi sono beccato la pioggia in pieno!- le aveva detto scherzando. Poi però, notando che lei non accingeva a cambiare espressione, né a spostare lo sguardo dal punto vuoto che fissava, si era accucciato accanto scrutandola nei minimi dettagli. -Tu... hai paura?- un tuono più forte di tutti gli altri la fece sussultare, e lei rifugiò il viso tra le ginocchia ormai calde.

Si, aveva una paura folle, matta del mal tempo, e non c'era nulla che la potesse fare estinguere. Nulla.

Ashley si alzò, vagò per la stanza, allora arredata con qualche mobile trasandato nel quale loro nascondevano cibo, bevande, sigarette e a volte ci lasciavano anche qualche coperta o qualche sorpresa l'uno per l'altra. Ci rovistò dentro, poi tornò a sedersi accanto all'amica, intimorita e tremante di paura. Le mise una coperta sulle spalle e poi ne prese un po' per sé, coprendosi fino al capo con essa, circondandole una spalla con il braccio e appoggiandosi a lei, senza dire nulla.

Sasha aveva alzato il viso pallido, e rivolgendo uno sguardo intimidito a chi le stava accanto, il quale la guardava preoccupato. Gli sorrise, e lui ricambiò, ed era stato da quel momento preciso che era scattata quella fatidica scintilla nel suo piccolo cuore.

 

Sospirò, desiderando di ritornare a quei momenti. Si alzò e cominciò a cercare qualcosa da mangiare tra il disordine di quel posto dimenticato da Dio. Niente. Non c'era nemmeno una sigaretta del cavolo. Sospirò, mentre tramite le finestre filtrava la luce di un lampo, che cercò di ignorare inutilmente. Poi sentì un rumore non prodotto da lei. Si girò di scatto e si ritrovò la figura dell'amico che agitava un ombrello arancione fluo verso l'esterno e che poi si girava a guardarla con sguardo premuroso. Lei istintivamente abbassò lo sguardo, restando immobile, mentre le mani cominciavano di nuovo a tremarle dal nervosismo.

-Sasha... io...- cominciò lui, ma venne subito interrotto.

-Ehm... tranquillo, ho fatto una sparata e non so se è il caso di darmi retta... quindi non so... io...

-Ehi...- gli si avvicinò, spaventosamente come considerò lei, trovandosi ad un soffio dal ragazzo. -Dammi occasione di parlare e...- le alzò il mento con un dito. -Guardami, ti prego.

Sasha si ritrovò gli occhi di Ashley fissi sui suoi. Erano a pochissimi centimetri di distanza, e gli occhi penetranti di lui erano proprio penetranti. “C...Che belli...” pensò lei, ma il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un tuono fortissimo all'estero, ed abbassò di colpo il viso e cominciando a tremare. Non si mosse, e ad un tratto si sentì circondata da un certo calore che le diede conforto e che le era abbastanza familiare. Alzò nuovamente la faccia e si ritrovò stretta tra le braccia di Ashley. Era perplessa e non sapeva come assorbire quel gesto che le parve di una dolcezza unica. Lui tornò a fissarla, poi si avvicinò al suo orecchio.

-Anche tu mi piaci... molto...- le sussurrò, facendola rabbrividire.

Lei spalancò gli occhi. Non riusciva a crederci. Era come... un sogno. Si staccarono di poco, ma lui non tolse le braccia dalle spalle di lei. Lei aveva uno sguardo interrogativo, mentre lui era tranquillo, rassicurante e sorridente. Le si avvicinò lentamente e lei capì solo una cosa: il momento che aveva sognato e strasognato era finalmente arrivato.

Le loro labbra entrarono a contatto, morbide e tiepide. Si soffermavano le une sulle altre, trasmettendo sentimenti dolci e nascosti per troppo tempo. Fu un bacio lungo e appassionato, al punto che i tuoni e i fulmini provenienti da fuori, per la prima volta non scalfirono minimamente Sasha.

  
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