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Autore: iwashere    18/12/2012    4 recensioni
Scritta per la warbler week che va dal 17 Dicembre al 25 Dicembre.
Perchè siamo sotto Natale e io non potevo chiedere di meglio se non una week su di loro.
Lunedì 17 dicembre: Il calore del camino…
Martedì 18 dicembre: Cioccolata in tazza.
Mercoledì 19 dicembre: Pattinare sul ghiaccio.
Giovedì 20 dicembre: Neve
Venerdì 21 dicembre: Baci sotto al vischio.
Sabato 22 dicembre: Ricordi di Natale.
Domenica 23 dicembre: Prepararsi alla notte di Natale.
Lunedì 24 dicembre: Mezzanotte.
Martedì 25 dicembre (Giorno Facoltativo)
Hope everyone enjoy it!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Martedì 18 Dicembre: Cioccolata in tazza.
N.d.A.: Probabile OOC e molto fluff.

 

Di filosofia e biscotti a forma di albero.

 

Sebastian si teneva alla larga da tutto ciò che fosse anche solo lontanamente utile per cucinare qualcosa. Era sempre stato così, fin da quando era piccolo: se suo fratello adorava aiutare la loro domestica a preparare la torta della domenica, lui invece preferiva di gran lunga mangiarla e basta. Non gli piaceva rompere le uova, troppo viscide per i suoi gusti, ne usare la farina, perché si sarebbe di certo sporcato tutti i vestiti nell’usarla. E così il francese era cresciuto senza aver mai mosso un dito per preparare qualcosa di commestibile, e per diciotto anni era andato tutto benissimo. Fino ad oggi.
Sebastian si trova nella cucina della Dalton, e sta litigando con una busta di zucchero che non vuole aprirsi per fargli pesare la quantità di prodotto di cui ha bisogno. Ogni dieci minuti si ripone la stessa domanda: ma che diavolo sto cercando di fare? Poi gli si forma in mente l’immagine del suo Thad che sta studiando filosofia da quella mattina presto e si rimbocca le maniche, perché gli ha promesso che un giorno gli avrebbe preparato i biscotti.
 
Nella stanza numero venti della Dalton, Sebastian Smythe sta imprecando contro un libro di matematica, mentre il suo compagno cerca di aiutarlo a capire.
“E’ inutile Thad, i radicali* non li capirò mai, rinunciamoci!” Smythe si alza dal letto facendo cadere tutti i fogli pieni di esercizi e di calcoli e va in bagno intenzionato a farsi una doccia per togliersi di dosso tutte quelle maledette radici algebriche, prima dell’allenamento.
“Eh, no Seb, dove credi di andare? E non azzardarti a chiuderti dentro perché-“ ma ormai Harwood sta parlando ad una porta, e quando sente il getto dell’acqua aprirsi capisce che è inutile insistere, per ora Sebastian ne ha abbastanza. Mentre cerca di mettere a posto tutto il disordine che c’è sui loro letti, gli viene un’idea geniale, e potrebbe giurare di aver visto una lampadina accendersi in corrispondenza del suo cervello. Si toglie la divisa in fretta, indossa una maglietta nera e scappa via dalla stanza quasi dimenticandosi di chiudere la porta.
Quando Sebastian esce dalla doccia, in camera non trova nessuno. Mentre si veste cerca di pensare a cosa abbia avuto di tanto importante da fare Thad per abbandonarlo lì così, proprio ora che aveva riconsiderato l’idea di studiare algebra. Indossa la tuta e dopo aver preparato il borsone, controllando porta e cellulare ogni cinque minuti, esce per avviarsi al campo della Dalton, maledicendo Thad perché sa già che si allenerà in modo terribile e che il coach lo riprenderà.
Tornato in camera, Harwood ancora non c’è e Smythe sta cominciando davvero a preoccuparsi. Prende il telefono e comincia a comporre il numero del compagno di stanza mentre si infila la maglietta che usa per dormire – una T-shirt grigia dei Giants** che ha la sua età  - ma la porta si apre e l’ispanico con cui divide la stanza entra nel suo campo visivo.
“Ebbene, dov’eri finito Harwood?” chiede subito, con un tono da moglie gelosa che però non vorrebbe avere. Thad gli sorride felice e gli mostra il pacchetto che teneva dietro la schiena fino a qualche secondo fa. Gli fa segno di lasciargli spazio per sedersi sul letto al suo fianco, e poi apre il fazzoletto che custodiva il frutto dei suoi sforzi dell’ultima ora.
“Mi… Mi hai fatto dei biscotti, Thad?” l’altro si apre in un sorriso ancora più radioso del precedente e lo invita ad assaggiarne un mentre gli spiega il motivo di questa decisione.
“Quand’ero piccolo, mia madre mi preparava sempre la merenda. E se alcuni pomeriggi finivo con l’impazzire dietro un compito particolarmente difficile, mi preparava questi biscotti con la cioccolata calda, e io ero talmente contento da dimenticarmi della difficoltà della materia e tornavo a studiare molto più rilassato di prima. Ho pensato che magari avrebbe giovato anche a te, quindi sì, ti ho preparato dei biscotti.”
Sebastian sorride, e appena ha finito di mangiare quella che è la merenda più buona di tutta la sua vita, si sporge per baciare il suo ragazzo e in un secondo se ne esce con quella promessa: “Te li preparerò anche io i biscotti un giorno Thaddy, con tanto di cioccolata, giuro.”
 
E così Sebastian si ritrova in quella cucina, a cercare degli stampini per biscotti a forma di albero per preparare uno spuntino al suo ragazzo che sta maledicendo il suo libro di filosofia in tutte le lingue che conosce. E nonostante sentirlo imprecare in spagnolo sia molto eccitante, sa che deve tener fede alla sua promessa, quindi si allunga per prendere la carta forno, la stende sulla teglia e inforna i biscotti, mentre fa bollire il latte per la cioccolata. Prende due tazze e due cucchiai, controlla che tutto sia quasi pronto e manda un messaggio al suo compagno di stanza chiedendogli di scendere in cucina. Mentre aspetta che Thad arrivi, mette i  biscotti – quelli che non si sono bruciati – in un piatto e tira fuori i piattini per le due tazze. Le riempie di cioccolata calda e aspetta. Harwood ci mette altre due minuti ad arrivare, e quando apre la porta e lo vede seduto a guardarlo con il suo ghigno, si apre in uno di quei sorrisi che potrebbero mettere a posto ogni cosa a e va a posizionarsi di fronte a Sebastian.
“Quindi, mi hai preparato la merenda. Cioè, hai cucinato dei biscotti: devo avere paura di morire mangiandoli?” lo prende in giro, Thad, e la faccia offesa del compagno lo fanno scoppiare a ridere di cuore.
“Io per una volta faccio una cosa carina per te e tu mi ridi in faccia? Bel comportamento Harwood. Ah, ma sai che ti dico? Io adesso mi porto i biscotti e la cioccolata in stanza, e ti chiudo fuori, senza il libro così vedremo come ci arriverai al test domani!” Si alza dalla sedia e prende la tazza, ma Thad lo ferma, baciandolo con passione per dimostrargli quanto gli sia grato per quello che ha fatto.
“Sei stato gentilissimo Sebby. Però la prossima volta, metti più zucchero nella cioccolata, d’accordo?”
 

* i radicali sanno essere odiosi, ve l’assicuro.
** qualcuno ha detto Grant?
Here we are again! Seconda shot piena di fluff e OOC.
Spero vi piaccia ci sentiamo domani! (:
Tatiana.
   
 
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