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Autore: data81    19/12/2012    0 recensioni
La Prima Guerra Magica sta per scoppiar e Londra sta per diventare il campo di battaglia che vedrà il Mondo Magico spaccarsi. In questo clima di tensione, Albus Silente e Horace Lumacorno partecipano al funerale di una vecchia amica, morta per proteggere alcuni giovani Babbani dalla furia dei Maghi Oscuri.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Horace Lumacorno
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quella bella giornata di sole, di certo, era la meno adatta ad un funerale.

Si trattava di un dato di fatto: i funerali mettevano sempre tristezza, quindi era più che logico che dovessero essere celebrati in giornate di nebbia o di pioggia... sì, preferibilmente di pioggia, così che anche il cielo piangesse per coloro che non c'erano più.
Questi erano, in estrema sintesi, i pensieri di Horace Lumacorno mentre - purtroppo in una bellissima giornata di Luglio, entrava in un piccolo cimitero della periferia londinese.
Il professore di Pozioni era ancora immerso nelle proprie riflessioni quando vide un piccolo rettangolo di verde dove sostavano una quarantina di persone divise in due gruppi.
Il primo gruppo, composto esclusivamente da Babbani con addosso degli abiti piuttosto eleganti, stava in un angolo. Gli uomini, tutti in completo, scarpe e cravatta nera, parlottavano a bassa voce mentre le donne piangevano nei loro lunghi abiti neri, in un paio di casi corredati di velo.
Dal lato opposto del terreno stavano, inconfondibili nonostante l'abbigliamento sobrio, una dozzina di maghi e streghe di mezza età.
Naturalmente li conosceva tutti: Ludwigh Stans, di Corvonero, Adrey McMiller, di Serpeverde, Logan e Muriel Weasley di Grifondoro, Cotty Tomphson di Tassorosso...
Tutti suoi compagni di scuola, gente con la quale aveva mantenuto contatti amichevoli, persone che rispettava...
Persone che si trovavano lì perché volevano bene a quella Tassorosso dal cuore puro.
E poi, naturalmente, c'era lui.
Albus Silente stava in piedi nel centro del capannello di maghi, con indosso un lungo mantello blu scuro. La barba ed i capelli, ormai quasi completamente argentei nonostante le striature rosse, erano leggermente mossi dal vento, ma per il resto appariva immobile, come una statua.
Lumacorno notò che i suoi penetranti occhi azzurri erano fissi sulla buca in cui, di lì a poco, sarebbe stata sepolta la loro amica.
Il Direttore della Casa di Serpeverde scosse la testa. Era raro che Babbani e maghi partecipassero alla medesima cerimonia, ed era ancor più raro che in tanti piangessero la stessa persona.
Con passo misurato, il mago avanzò verso colui che considerava uno dei suoi migliori amici. La sua bocca rispondeva autonomamente ai saluti pacati che gli altri gli rivolgevano, ma la sua attenzione era tutta concentrata su Silente.
"Quali cupi pensieri passano per la tua testa affollata, Albus?" domandò a mò di saluto.
"Benvenuto, Horace... ti stavamo aspettando." rispose lui, sempre fissando il buco nel terreno.
"Non sarei mancato per nulla al mondo." ribatté lui "Mi sono Smaterializzato appena ho ricevuto il tuo biglietto..."
"Ne sarebbe stata felice..." disse allora il Preside di Hogwarts "ti ha sempre voluto molto bene."
"Conosci qualcuno a cui non ne volesse?" chiese Lumacorno, mentre si puliva le lacrime agli angoli degli occhi con un fazzoletto di seta della stessa tonalità di viola scuro dell'abito che indossava.
Quando Fanny, la Fenice di Silente, lo aveva raggiunto in Italia per portargli la pergamena in cui gli veniva comunicata la triste fine di Mary, Lumacorno era stato talmente colpito che si era immediatamente Materializzato a Londra per partecipare alle esequie, senza neppure chiedersi come fosse morta.
Ma ora, vedendo lo sguardo serio del suo amico, non poté farne a meno.
"Come è successo?" chiese semplicemente.
"Un gruppo di maghi incappucciati ha attaccato un parco pieno di Babbani e lei era lì..." rispose il mago "stava portando a passeggio dei bambini piccoli."
"Maghi oscuri? E loro..." il mago più grasso non sembrava nemmeno in grado di contemplare quella possibilità.
"Erano servitori di Voldemort." disse lui, pronunciando con disprezzo il nome con cui colui che un tempo era Tom Riddle ora si faceva chiamare.
Lumacorno sentì una nuova fitta al cuore. Da tempo - ormai - il suo amico gli ripeteva che le idee che Riddle promuoveva erano pericolose, ma lui non aveva voluto dargli retta.
Lui credeva di conoscere Tom Riddle, così aveva ignorato anche l'evidente malvagità dei suoi atti, scambiando le sue idee razziste per semplice orgoglio nell'essere un mago.
Ma ora, ora non poteva più ignorare la realtà. Non ora che i seguaci di Voldemort, i suoi Mangiamorte, avevano ucciso in pieno giorno...
E la loro prima vittima era stata la sola persona, tra le tante che Lumacorno conosceva, che non avesse mai odiato nessuno.
"Povera Mary..." singhiozzò e, incrociando per la prima volta lo sguardo di Albus, vide che anche lui stava piangendo "e poveri noi..."
"Si prospettano tempi duri," convenne il Preside di Hogwarts "ma non è questo il momento di parlarne..."
Entrambi si voltarono verso la strada e videro giungere il carro funebre, trainato da un cavallo nero come si faceva nei bei tempi... quando i Babbani non avevano ancora inventato le automobili.
Il carro avanzò lentamente, seguito da un gruppo di almeno trenta Babbani, tutti maschi.
Lumacorno osservò un po' perplesso queste persone che camminavano piangendo. Come gli altri Babbani presenti, anche questi erano vestiti di nero ma, a differenza loro, i loro abiti erano sgualciti, poveri e rattoppati.
Uno solo di loro, che camminava tenendo la mano destra sul feretro di legno, indossava un abito migliore.
"E' suo marito..." gli spiegò Silente rispondendo alla sua domanda inespressa.
"Bart? No, aspetta... Mi sembra fosse Robert..." disse il professore di Pozioni, ricordando quando la sua amica gli aveva presentato per la prima volta «il fortunato». Lui non apprezzava particolarmente i Babbani, ma doveva ammettere che quell'uomo aveva un che di particolare "e quelli devono essere dei tuttofare... credo che Mary fosse molto amata nella loro comunità."
"Infatti," convenne Silente, poi aggiunse "vieni anche tu?"
Lumacorno sapeva bene a cosa si stesse riferendo l'anziano Preside. Nei funerali dei maghi, il feretro veliva calato nella fossa con l'ausilio della magia, ma nei funerali Babbani era usanza portarlo a spalla fino al luogo dell'eterno riposo del suo occupante.
E Mary avrebbe apprezzato molto che lui si accollasse questo compito.
"Certo!" rispose l'uomo, affrettandosi a raggiungere l'amico vicino al carro.
Silente lo gratificò con uno dei suoi sorrisi poi, insieme al marito di Mary, ad Horace e a tre dei Babbani intervenuti, sollevarono la cassa.
La struttura in legno intagliato era massiccia e pesante ma, nonostante le ossa gli scricchiolassero sinistramente, Lumacorno strinse i denti e la posizionò saldamente sulla spalla destra. Il dolore dei suoi muscoli, in fondo, era un prezzo ben piccolo da pagare per onorare la memoria di Mary.
Una volta portato fino alla fossa, il feretro venne calato al suo interno e il celebrante cominciò una piccola orazione.
Fu poi il turno degli intervenuti di parlare: per primo andò il marito, che cominciò a descrivere la gentilezza con cui la donna trattava tutti e come - con un banale sorriso - fosse in grado di cambiare completamente una giornata a qualcuno.
Horace non poté che essere d'accordo. Guardandosi intorno, vide che tutti i maghi presenti piangevano e annuivano alle parole di Robert... e bisognava ammettere che, di quei tempi, il semplice fatto che dei Serpeverde cercassero di confortare dei Grifondoro come McMiller cercava di fare con Muriel Weasley era già di per sé uno dei piccoli miracoli quotidiani di Mary.
Fu poi il momento di parlare di uno dei Babbani ben vestiti. Dopo avere dato a Robert una veloce pacca sulla spalla, come se si conoscessero da sempre, l'uomo - che si presentò come Michael Benks - cominciò la sua orazione.
Parlò di una donna dolce e, al contempo, forte. Una persona che amava i bambini e che aveva scelto di dedicare ad essi la propria vita.
A quelle parole, mentre il Babbano raccontava di come lei era riuscita a ricompattare la sua famiglia divisa, Lumacorno ricordò l'ultimo giorno di scuola, quando sull'Espresso di Hogwarts Mary aveva detto a lui e ad Albus che intendeva rifiutare un incarico al Ministero per fare la bambinaia tra i Babbani.
All'epoca, il ragazzo biondo non aveva condiviso la scelta dell'amica che - riteneva - aveva ben più grandi potenzialità. Dopo anni l'aveva però incontrata di nuovo e, vedendola felice e serena, aveva capito perché Silente all'epoca gli avesse «garbatamente» pestato un piede per farlo desistere dalle sue proteste.
Fu questo ciò che disse quando toccò a lui parlare.
Poiché avevano già parlato del suo amore per il mondo, per la vita e per i bambini, Lumacorno si lasciò trascinare nel ricordo di Mary come amica e spese parole sincere mentre, tra un singhiozzo e l'altro, affermava di sentirsi fortunato nell'averla avuta al fianco in quella veste per sette anni felici.
Nel frattempo la fossa era stata riempita e, proprio davanti ad essa, era stata deposta una lapide con una foto di Mary da giovane.
Trattandosi di un cimitero Babbano, la foto era immobile, ma scatenò comunque un nuovo attacco di singhiozzi a Lumacorno.
Fu in quel momento, quando ormai tutti avevano parlato, che Silente scelse di prendere la parola.
Quando il Preside salì sul pulpito tutti gli occhi si fissarono su di lui, attratti dall'aura di potere e rispetto che emanava.
"Oggi siamo qui per ricordare una persona buona," esordì "una persona che, come ci hanno rammentato molti esponenti della sua famiglia allargata, amava i bambini. Ed è stato per proteggere dei bambini che ha sacrificato la propria vita."
Lumacorno sentì un brivido lungo la schiena, mentre nella sua mente vedeva i maghi dai lunghi manti neri pronunciare le due fatidiche parole che avevano stroncato quella splendida vita di cui parlava Silente: Avada Kedavra.
"Ma - come spesso Mary amava insegnarci - a volte, anche per mandare giù la pillola più amara, è sufficiente un poco di zucchero..."
'Già,' si ritrovò a pensare l'insegnante di Pozioni mentre un accenno di sorriso gli illuminava il viso 'come faceva quella sua canzoncina?'
Non doveva essere l'unico ad averlo pensato perché, in un momento di silenzio del Preside di Hogwarts, sentì diverse persone canticchiare quel particolare motivetto.
"Per quanto mi riguarda," continuò il mago dopo essersi raddrizzato gli occhiali sul lungo naso adunco "ho trovato il mio zucchero nel pensiero che per Mary la morte non sia la fine, ma l'inizio di un nuovo viaggio. Ovunque tu ti trovi ora, amica mia, sono certo che ci siano bambini che hanno bisogno di ciò che solo tu puoi dar loro!"
Ma furono le ultime parole di Silente a colpire di più il Direttore di Serpeverde.
"Ad ogni modo, nella comprensibile tristezza di questa giornata, voglio dirvi una cosa. Oggi non siamo qui per dire addio a Mary, ma arrivederci... e per augurarle buona fortuna per il suo nuovo viaggio!"
Pian piano la gente cominciò ad abbandonare quel luogo. Ognuno, passando, porgeva a modo suo omaggio alla foto inserita nella lapide di marmo.
Quando fu il suo turno, Horace Lumacorno fece un profondo respiro e sfiorò la foto con due dita poi, alzando gli occhi al cielo, borbottò "Allora... allora arrivederci, Mary Poppins. Forse... forse questa giornata di sole non sarà adatta per un funerale, ma per iniziare un viaggio ce ne sono di peggiori!"
 

  
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