Note: scritta per la quinta sfida della Staffetta in piscina organizzata da Piscinadiprompt sul Prompt: The Big Bang Theory, Sheldon & Leonard, “Posso darti quel consiglio che tu non mi stai chiedendo? smettila di controllare il suo profilo di twitter e vai a parlarle!”


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Non che Sheldon Cooper fosse davvero una brutta persona, Leonard questo era costretto ad ammetterlo. Certo era egocentrico come un giroscopio e supponente come solo un imperatore galattico avrebbe potuto aspirare ad essere, nonché puntiglioso fino all’orticaria e vendicativo come un bambino delle elementari, ma non una brutta persona - anche se, ripensando alle caratteristiche appena elencate, Leonard si faceva  serie domande sul suo personale concetto di “cattiva persona” –

Leonard era anche costretto ad ammettere che il suo non-completamente-cattivo ( anche se probabilmente pazzo, indipendentemente dai  test) coinquilino stava raggiungendo vette di irritabilità che sfioravano il radioattivo.

Nella mente di Leonard “radioattivo” non era mai una bella cosa, radioattivo era collegato al diventare verdi e schiumanti di rabbia o all’acquisire straordinari poteri da ragno e conseguente bagaglio di sventure –  che poi i fumettisti americani erano stati un po’ troppo fissati sulla radioattività nei decenni precedenti, ora che ci pensava - e, sempre ora che ci pensava, probabilmente nemmeno lui poteva collocarsi a buon diritto fra le schiere delle persone completamente a posto con la testa, se, in quel momento pensava a fumetti e agli effetti delle scorie radioattive, mentre il suo coinquilino, nonché migliore amico - era bene ripeterselo in quei momenti - nonché migliore amico, fissava ringhioso lo schermo del suo laptop ormai da qualche ora.

Sporadicamente Sheldon sospirava in maniera talmente teatrale che avrebbe potuto fare invidia a eroine di altri tempi, e allo scattare di ogni decimo minuto, da quando si era seduto davanti al computer,  allungava una mano per aggiornare la pagina internet che lampeggiava sullo schermo.

Il profilo di twitter di Amy Farrah Fowler.

Leonard si ripeteva che era stato giusto il rifiutarsi di scendere nei dettagli di come si era scatenata quella nuova era glaciale fra gli Shamy, anche il suo autolesionismo aveva un limite, però iniziava a essere seriamente preoccupato per le possibili reazioni di Sheldon sul lungo periodo – ancora aveva incubi popolati da venticinque gatti dai nomi pretenziosi che pascolavano per l’appartamento – e poi era il suo migliore amico! Qualche misterioso regolamento sull’amicizia - e forse anche qualche clausola del loro contratto di affitto, avrebbe dovuto controllare – prevedeva, sicuramente, che lui avesse il dovere di fare qualcosa…

Ecco, magari non proprio il dovere di andare a parlare con Amy, e  nemmeno parlare  con Penny, parlare con Penny dei problemi di Sheldon e la sua Non-Proprio-Quasi-ragazza alla lunga si era sempre dimostrato deleterio.

Gli rimaneva solo Sheldon, probabilmente era la peggiore decisione della serata, ma il suo inconscio iniziava a fargli vedere una angosciante aura verdognola intorno alla figura irritata del Dr. Cooper quindi doveva agire in fretta.

“Sheldon?” nessuna risposta dall’interrogato, solo un clic del mouse vagamente fuori tempo.

“Sheldon posso darti quel consiglio che tu non mi stai chiedendo da un’ora?” Ancora nessuna reazione vitale riscontrabile nel soggetto, Leonard decise privatamente che era un buon segno “smettila di controllare il suo profilo di twitter e, ti prego, ti prego, vai a parlarle!”

Sicuramente se ne sarebbe pentito.