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Autore: Kary91    19/12/2012    7 recensioni
Ovvero: i 10 eventi che si verificano –quasi- ogni anno in casa Lockwood la vigilia di Natale.
Punto 1;Famiglia ed amici si riuniscono – E Twister fa la sua prima mossa - 2; Si gioca a Hockey…In casa. 3; Vicki si dà da fare con il vischio – e spinge chiunque a collaborare per far girare le cose nel verso giusto - .
4;Ruby cerca il principe azzurro. 5; Si guardano vecchie foto. 6; Mase scompare
7;scompare anche Twister. 8; trionfano gli innamorati… E le tasche dei pantaloni di qualcuno.
9; si aspettano le undici e un quarto 10; si consegnano i regali 11; (bonus) bricconi si nasce!
- Spin off di 'History Repeating', the Next Generation of The Vampire Diaries -
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premessa n°1; Questa mini-raccolta è uno spin off della storia History Repeating – the Next Generation of The Vampire Diaries. Come tale, vede come protagonisti non solo Tyler, Matt, Jeremy e compagnia in vesti di adulti, ma anche i loro bei figlioli.

 

Premessa n°2: La one-shot è suddivisa in tre parti: questa è la prima.  è ambientata il 24 Dicembre, la vigilia di Natale in casa Lockwood, che coincide anche con il compleanno del figlio minore di Tyler, Mason Jr. :3 Il titolo riprende un po’ la prima shot natalizia ispirata a HR, ambientata però al passato: A Very Scary Christmas. In aggiunta ai nove giovincelli e famiglia, in questa storia fanno comparsa Alexander ‘Lex ‘Davies, un venticinquenne amico di vecchia data di Jeremy (che compariva in Pyramid da bimbo e comparirà in HR da adulto) e i due cuginetti di Ricki,Caroline e Mase: Ruby e il piccolo Damian. Oh, e Jasper è il cane di Oliver! Silver la conoscete già.

 

Piccola Legenda del caso:
Ricki,Caroline e Mason Jr sono i figli di Tyler e sua moglie Lydia.

Xander (Jr.) e Oliver sono i figli di Jeremy e sua moglie Hazel.

Jeff e Vicki (Jr.) sono i figli di Matt e Elena.

Autumn e Julian sono i figli di Bonnie.

 

Buona lettura!

 

 

 

I was born on December 24. I don’t know if I ever told you that.

 It’s a strange birthday to have, because it is so close to Christmas.

The Perks of Being a Wallflower.

 

A Very… Lockwood…Christmas.

Ovvero: i 10 eventi che si verificano quasi- ogni anno in casa Lockwood la vigilia di Natale.

Punto 1: Famiglia ed amici si riuniscono E Twister fa la sua prima mossa -

Il primo “DRIN” del giorno annunciato dal campanello, venne accolto dal capo famiglia, l’unico già pronto e in soggiorno. Tyler fece entrare suo cognato, il fratello di Lydia, seguito dalla moglie e i due figli. Due figurine in cappotto pesante, uno rosso e uno blu, schizzarono in direzione del tappeto, acquattandosi per poter  fare le coccole al cane di casa.

“Ma ciao, Silver! Come sei bella! Lo sai che sei bella?” annunciò allegramente la maggiore dei due, Ruby. Rise, quando la creatura le diede un colpetto sul ginocchio con il muso, socchiudendo appena gli occhi. Il fratellino Damian, invece, si limitò a rotolare sul tappeto, allargando le braccia e imitando con un verso il rumore di un motore. Quando fu abbastanza vicino a Silver la abbracciò, appoggiando l’orecchio sulla sua schiena.
“Twister, cerchiamo di non fare impazzire troppo gli zii e i cugini, quest’anno. Okay, Champ*?” si raccomandò in quel momento il padre, sfilandogli berretto e manopole. Damian Blackwell, detto Twister,  aveva quattro anni e mezzo, i capelli ritti sulla testa come aculei di porcospino e un’insofferenza cronica nei confronti delle regole e delle imposizioni. Casa Lockwood era uno dei suoi posti preferiti al mondo, perché ogni volta che lui e la famiglia passavano a trovare gli zii, escogitava mille stratagemmi disparati per divertirsi; c’erano così tante cose da fare…E altrettanti grandi a cui fare i dispetti.
In risposta alle parole del padre, Damian gli fece il saluto militare e scattò in piedi.
“Signorsì, signore!” annunciò fiero, prima di schizzare su per le scale, scomparendo in direzione delle camere da letto. Dieci minuti più tardi, il campanello suonò di nuovo: e non smise un attimo per i successivi venti minuti.
“Buon giorno a tutti!” annunciò allegramente Vicki, quando l’intero clan Donovan-Gilbert si presentò alla porta: questa volta fu Caroline ad aprire. Dopo essere stata investita dall’abbraccio di Victoria (e da un’ondata di profumo), la ragazza scoccò un bacio sulla guancia a Jeffrey e tese le mani per farsi consegnare i cappotti di Matt e Elena. Rise, quando un batuffolino chiaro le trotterellò attorno ai piedi e si fiondò al centro della stanza, rotolandosi sulla schiena di fianco a Silver.
“Buon Natale anche a te, Jasper!” annunciò, mentre il cucciolo agitava le zampette in direzione dell’altro cane. Silver lo annusò con fare circospetto, prima di tornare ad accoccolarsi pigramente sul tappeto.

“Oh, abbiamo un ospite a sorpresa!” dichiarò a quel punto Caroline , notando una quinta persona spuntare dopo i quattro Donovan. “E che ospite!” aggiunse, facendo l’occhiolino alla persona in questione. L’ospite inatteso aveva il braccio attorno alle spalle di Xander e stava chiacchierando a gran voce con Jeremy; Alexander “Lex” Davies, spostò subito la sua attenzione dall’ omonimo a Caroline, esibendo un sorrisetto accattivante.  “Buondì, abitanti di casa Lockwood. Ciao, biondina!” esordì ad alta voce, facendole l’occhiolino. Si rivolse poi a Xander, dandogli una gomitata, mentre Caroline si allontanava per salutare Oliver. “Stai un po’ a sentire, Microbo…” incominciò, senza curarsi più di tanto di abbassare il tono di voce.  “Non mi avevi detto che la tua amica era diventata una tale sventola. Datti da fare!” lo rimbeccò, dandogli una pacca sulla spalla. Xander arrossì visibilmente, ma l’altro non ci fece caso; si era già spostato in direzione dei coniugi Lockwood.

“Buon Natale, Lex!” lo salutò con un sorriso Lydia, baciandolo su entrambe le guance. L’uomo aspettò che facesse un passo indietro, prima di rivolgerle un’occhiata compiaciuta, “Però!” accennò in tono di approvazione, annuendo soddisfatto. “Di vigilia in vigilia, la trovo sempre meglio. È davvero una gran bella donna!” osservò a quel punto, esibendo un sorriso affabile. “Lei è proprio fortunato, signor Lockwood.”  Aggiunse, tendendo la mano al marito della donna. Tyler la strinse, rivolgendogli un’occhiata torva che Xander – quello Junior – considerò piuttosto minacciosa.
“Non farlo arrabbiare…” mormorò a mezza voce, allontanandosi in direzione dei Donovan: il signor Lockwood gli aveva sempre messo un po’ di soggezione. Tyler, tuttavia, si limitò a quell’occhiata di ammonimento, per poi tornare ad incrociare le braccia sul petto.

“Tienilo a bada.” commentò infine rivolto a Jeremy, prima di raggiungere a sua volta Matt e Elena.  L’uomo annuì, non riuscendo a nascondere un sorrisetto divertito. “Le donne sposate sono off limits per te.” Rimbeccò l’ormai ex Tuthankhamon, mollandogli uno scappellotto sulla nuca. Lex si massaggiò il capo, ridacchiando.
“Tutto chiaro, tonto. Il festeggiato dov’è?” domandò poi, mentre il campanello suonava per la terza volta, annunciando l’arrivo dei tre Morgan. Xander, che era tornato al suo fianco non appena il signor Lockwood si era allontanato, ingurgitò per intero il suo stuzzichino. “Quale dei due festeggiati?” domandò con la bocca piena, dandogli un pugnetto sulla spalla. “...quello che siede alla destra del Padre o il teppistello musone?” Lex intrecciò le dita dietro la nuca e sorrise.
“Simpatico; mi riferivo al fidanzatino del mio co-pilota.” Specificò, voltandosi in direzione di Oliver, che arrossì.

“Mase non è il mio fidanzato.” obiettò, osservando i Morgan fare il giro del soggiorno per salutare i conoscenti. Vicki corse incontro ad Autumn e le infilò un testa un cappellino da Babbo Natale identico al suo; ormai mancavano davvero solo più Ricki e Mase. Lex ridacchiò, per poi dargli una pacca sulla spalla. “Lo so bene, Ollie, ma ormai sei grande, devo incominciare a prendere in giro amorevolmente anche te. Ma di meno, perché resti il più sveglio della cricca.” aggiunse, arruffandogli affettuosamente i capelli. Allungò l’altro braccio a circondare le spalle dell’altro Xander. “Già che c’eri potevi agghindarti il crestino per l’occasione.” commentò, strofinandogli un pugno sul capo del ragazzo,che sbuffò. “Ehy!”

Lex lo ignorò. “Una ghirlanda qui, una lucina là, qualche addobbo…” proseguì, come se stesse parlando di un albero di Natale. Il viso di Xander si illuminò. “Urca, hai ragione; perché non ci ho pensato prima?” si trovò d’accordo. In quel momento, Ricki entrò trafelato in soggiorno, catturando l’attenzione dei presenti. “Ok…”  incominciò, prima di darsi un’occhiata attorno. “Anzitutto, Buon Natale!” Annunciò, sorridendo affabilmente, per poi sfregarsi il capo con forza. Aveva i capelli spettinati di chi si è alzato da poco e un’espressione a metà tra il confuso e l’irrequieto. “Chi delle due, donnine di casa Lockwood…” indicò prima Caroline e poi Silver, che ancora sonnecchiava tranquilla sul tappeto, godendosi le coccole di qualche presente. “…si è messa d’impegno a combinare un gran casino in camera mia? Ci sono tutti i vestiti per terra e i cassetti aperti.”
In quel momento, qualcuno gli tirò con forza un lembo della camicia. Ricki si chinò e sgranò gli occhi, sorpreso nel ritrovarsi di fronte  un sorriso vispo e una massa di capelli biondi ritti come aculei: squadrò l’espressione da birbante di Damian e d’un tratto tutto gli fu chiaro.
“Ah ah, sei stato tu, bricconcello che non sei altro!” annunciò in quel momento, puntando l’indice contro il cuginetto. Il ragazzino si coprì la bocca con le mani come a voler nascondere il sorriso compiaciuto, e la soddisfazione per la malefatta appena compiuta.
“Twister uno, Ricki zero!” annunciò entusiasta, facendogli una pernacchia e incominciando a correre in direzione delle scale. Ricki lo inseguì interdetto con lo sguardo, mentre i presenti ridevano di gusto. “Che canaglia…” commentò infine, accennando a sua volta un sorriso. La Vigilia di Natale in casa Lockwood era appena incominciata e già si era beccato uno dei classici tiri mancini del cugino; se non altro si era tolto il pensiero. Molto probabilmente, il marmocchio si sarebbe presto messo d’impegno a prendere di mira una seconda persona. E con tutto quel viavai di gente, nonostante il parlottare confuso e il cappellino da Babbo Natale di Vicki che continuava a colpirlo con il pon pon all’estremità, Ricki riuscì a distinguere uno per uno i presenti, ma non riuscì a individuare suo fratello da nessuna parte. Il festeggiato avrebbe sicuramente tardato a farsi vedere.
“Come tutti gli anni, d’altronde.” convenne infine con un sorriso, facendosi largo tra i presenti per raggiungere Jeff e Julian.

 

Punto 2: Si gioca a Hockey…In casa.

“Tesoro…” Lydia ammonì  la figlia, quando la ragazza le sfrecciò davanti in pattini, maneggiando una mazza da hockey. “Niente hockey in casa. Ci pensa già Silver a distruggerci i mobili.”

“Ma mamma!” si lamentò Caroline tornando indietro. “Se Matt e papà stanno giocando a football sulle scale, non vedo perché  io non possa giocare a hockey.” Lydia le rivolse un’occhiata allibita.

“Tyler?” richiamò l’attenzione del marito, raggiungendo le scale. Nell’udire la voce della moglie, l’uomo placcò un passaggio di Matt e si voltò in fretta, nascondendo la palla dietro la schiena.
“La stavamo requisendo a Ricki…” scherzò, accennando con il capo al suo primogenito. Ricki era in realtà fin troppo occupato con il suo pallone da calcio per poter fare a caso a quello da football. “Due contro uno!” stava annunciando in quel momento, cercando di scartare Jeffrey. “Tanto vincerà sempre il sottoscritto!”
“Fatti sotto!” lo rimbeccò l’amico, ridendo, quando l’altro cercò di sfilargli il pallone, entrando in scivolata. Jeff arretrò, effettuando un passaggio in direzione di Julian, che fino in quel momento era rimasto in “porta” , difendendo il muro alle sue spalle. Prese possesso del pallone e sfrecciò in avanti, ma Ricki gli corse incontro e gli impedì di proseguire, placcando il suo calcio con un piede. L’urto fece schizzare la palla verso l’alto e i presenti trattennero il fiato, osservandola puntare dritta contro una finestra.

Azz…” Ricki scoccò un’occhiata preoccupata alla madre, ma non fece in tempo a voltarsi di nuovo, che già la palla stava tornando da lui. Non era riuscito a vedere come, ma sembrava aver evitato la finestra proprio all’ultimo - e per un soffio, tra l’altro. Tirò un sospiro di sollievo, mentre sia la madre, sia il padre sembravano aver fatto lo stesso.

“Ti è andata bene, giovanotto.”  commentò Lydia con un sorriso, dandogli un colpetto sulla spalla. “Sempre il solito culo, fratellone.”  Lo rimbeccò Caroline, sfrecciandogli attorno con i pattini. Stava rincorrendo  una pallina di plastica che lei e Xander avevano deciso di utilizzare come puck, per evitare danni gravi. Jeffrey aggrottò le sopracciglia. “Lo sai che non va mai detto ‘culo’ in compagnia di tuo fratello, o incomincerà a…”
Non fece nemmeno in tempo a concludere la frase, che Ricki già si stava  tastando il posteriore con aria soddisfatta. “Lo so, sorellina, lo so; il mio culo ha il suo bel perché!” dichiarò, compiaciuto. In quel momento, il pallone da football lo colpì in pieno proprio in quel punto. Ricki sgranò gli occhi, colto di sorpresa, per poi appoggiarsi al corrimano, gemendo dal dolore.

“Papà, ma sei impazzito?” piagnucolò infine il ragazzo, sollevando il capo in direzione delle scale. Tyler, che stava ridacchiando, mostrò le mani libere e sorrise. “Ma guarda che è stato il tuo padrino!” dichiarò candidamente, indicando Matt. L’altro uomo scosse il capo, colpendo l’amico sulla spalla.

“Non credergli; lo sai che io non ti farei mai una cosa simile!” gli ricordò, mentre Tyler ricambiava il pugno del compagno. Ricki sospirò. “Ma perché non uscite in giardino invece di attentare alla parte più buona che ho?” commentò, tornando a rincorrere il pallone da calcio.

In quel momento Julian, che stava osservando la scena ridacchiando, si sentì bussare sulla spalla. Autumn gli rivolse un’occhiata circospetta e si sistemò al suo fianco, le braccia incrociate sul petto.

“Sempre attento a non dare nell’occhio, eh?” commentò a bassa voce. Julian sorrise.
“Oh, andiamo, non se ne è accorto nessuno.” rispose, sfregandosi le mani, per allontanare il prurito ai polpastrelli. “Mamma era in cucina, gli adulti sanno tutto, e i ragazzi erano presi da altro, il pallone può aver semplicemente perso velocità. E intanto ho salvato la finestra dei Lockwood.” Concluse infine, compiaciuto. Autumn inarcò un sopracciglio.

“Molto nobile.” ironizzò. Julian fece spallucce. Infine sorrise, cingendole le spalle con il braccio.
“Da bambini mi davi sempre del pazzoide, quando cercavo di convincerti dell’esistenza della magia.” ricordò.  La ragazza sospirò.
“Beh, sei ancora un pazzoide…” specificò. “…è solo che adesso lo sono anch’io.” Julian annui.

“Se vuoi ti insegno a fare quello che ho fatto prima.” aggiunse infine, prima di sorridere, “Salverai la vita a decine di finestre innocenti…”

 La sorella minore scosse il capo con determinazione. “Grazie, ma no.” Declinò l’offerta, mordicchiandosi un labbro. “Fin quando ci riesco, preferirei stare alla larga da questo genere di cose.”

 “Non ci riuscirai…” le fece notare Julian, prima di tornare da Jeff e Ricki.  La ragazza sbuffò. “Sto notando.” Mormorò fra sé, cercando Vicki con lo sguardo. Mentre la raggiungeva, non poté fare a meno di tornare con la mente al sogno insolito di diverse settimane prima, quello ambientato nel bosco. I suoi pensieri evidenziarono il ricordo di un paio di occhi chiari, gli occhi di quello sconosciuto.  Rabbrividì. “Purtroppo lo sto notando.” Concluse. Nell’attraversare la stanza quasi non inciampò in Jasper che se ne stava acquattato vicino alle scale, scodinzolando allegramente; aveva tra le zampe la pallina di plastica di Caroline. La stava rosicchiando avidamente, nonostante fosse grande almeno la metà del suo muso. “No, Jasper, non è per te, questa.” Gli spiegò dolcemente Xander quando se ne accorse. Lo grattò dietro le orecchie e cercò di sfilargli di bocca il bottino, ma il cucciolo si ostinò a rosicchiare la pallina, fino a quando non individuò Oliver. A quel punto, trotterellò fino a raggiungere il padroncino a lasciò cadere la palla ai suoi piedi, scodinzolando, quando il ragazzo si accovacciò per fargli le coccole.

“Voglio giocare anch’io, voglio giocare anch’io!” esordì in quel momento Damian , facendo ingresso nella stanza con una mazza da hockey in mano. Esibì un sorrisetto in direzione della cugina, che scosse la testa con fare categorico. “No, Twister, tu sei pericoloso!” comunicò Caroline, sfilandogli la mazza da hockey dalle mani. Gli accarezzò i capelli con dolcezza e sfrecciò a recuperare la pallina di gomma. Xander sorrise al ragazzino, inginocchiandosi per essere alla sua altezza.

“Gioca con me, piccoletto, facciamo squadra!” propose, tendendogli il pugno chiuso affinché lui lo colpisse con il suo. “Vuoi essere nel team di Xander Bello?” propose. L’attenzione di Damian, tuttavia, sembrava essere focalizzata sull’aspetto del ragazzo, più che dalle sue parole. Analizzò il crestino di Xander con grande interesse e poi, di punto in bianco, incominciò a tirargli i capelli. Il giovane si ritrasse, gemendo dal dolore.

Auch! Ma sei un mostriciattolo!” si lamentò, mentre il ragazzino rideva, nascondendo le mani dietro la schiena. “Fatti sotto, piccoletto!” esclamò infine Xander sollevandolo da terra e facendogli il solletico. Damian si dimenò convulsamente per un po’ e quando alla fine riuscì a liberarsi, si avviò ancora una volta in direzione delle scale. Sfuggì alla presa dello zio Tyler, che cercò di recuperarlo, e allo stesso modo eluse  quella del padre. Lydia sospirò. “è tutto suo cugino da piccolo.” Osservò, ricordando l’iperattività che aveva caratterizzato l’infanzia di Ricki.
Dieci minuti più tardi,  Mase fece finalmente la sua comparsa, guardandosi attorno con l’aria di chi vorrebbe essere ovunque, tranne che in un posto così affollato. Era sua abitudine scendere sempre all’ultimo, specialmente quando gli invitati erano così tanti. Nella maggior parte dei casi riusciva a risparmiarsi il giro di abbracci, baci e vezzeggiamenti affettuosi vari che tanto lo mettevano a disagio. “Ehy teppista!” lo salutò Xander, agitando la mazza da hockey. Mase ignorò il suo commento e continuò a scendere di fretta le scale, sperando di passare inosservato. Si abbottonò un polsino della camicia e frugò la stanza con sguardo atono, intenzionato a trovare Oliver. Il primo ad accorgersi della sua presenza, oltre a Xander, fu Damian. Il bambino si dimenticò all’istante del giocattolo che si stava litigando con la sorella e scorrazzò rapido in direzione del cugino, acquattandosi alle sue spalle. Si arrampicò su un tavolino dall’aria piuttosto costosa e, ignorando le occhiate inorridite dei genitori, attentò alla schiena di Mase, aggrappandosi al suo collo. Il ragazzo trasalì, colto di sorpresa.

“Damian, sei morto…” borbottò a denti stretti, pur non tentando di scrollarselo di dosso. “Auguri, auguri, auguri!” incominciò a gracchiargli nell’orecchio il bambino, ridacchiando convulsamente. Mase sbuffò. Individuò finalmente Oliver, che gli sorrise, salutandolo con un cenno del capo, e si mosse nella sua direzione. Quando Damian riprese a strillargli cose nell’orecchio, roteò gli occhi, avvertendo le avvisaglie di un mal di testa incombente. “Levati di torno, straniero, se non vuoi fare una brutta fine ” lo intimò con scarsa convinzione. Damian, non risultò per nulla turbato dalle sue parole; rimase aggrappato alla sua schiena anche quando Mase si sedette su uno dei divani, fingendo di  schiacciarlo sotto il suo peso. Quando lo sentì ridacchiare e dimenarsi, abbandonò per un istante l’espressione crucciata, concedendosi un sorriso divertito. Si mise il bambino sulle ginocchia e attese che Oliver prendesse posto accanto a loro, dimenticando forse solo per un istante, il fastidio che gli provocava la confusione di quella stanza. Per la prima volta in tutto il pomeriggio Damian riuscì a starsene tranquillo per più di dieci minuti scarsi.

Nel frattempo, la partita di hockey stava proseguendo al centro della stanza. Vicki analizzò il gruppetto di persone sempre più grosso che aveva preso parte al gioco e scosse il capo con fare rassegnato. Scoccò un’occhiata eloquente a Autumn, prima di commentare: “Uomini…”

Dal centro della ‘pista’ improvvisata, Caroline le scoccò un’occhiata torva.

Ehy!” protestò.


Punto 3: Vicki si dà da fare con il vischio e spinge chiunque a collaborare per far girare le cose nel verso giusto - .

“’Tumn, non rimanere indietro che mi servi!” esclamò Vicki, attraversando trafelata il corridoio. “Sei un’atleta, io una semplice cheerleader, dovresti essere più veloce di me!”
“Tu non hai una scatola piena di decorazioni natalizie fra le braccia.” Le fece notare l’amica, mostrandole lo scatolone. Vicki sorrise.
“Lydia mi ha dato l’ok per andare a sistemare il vischio nei punti strategici della casa.” spiegò, fermandosi a metà del corridoio, di fronte alla camera di Caroline. “L’anno scorso il piano non è andato a buon fine, ma questa volta sono più grande, più matura e più forzuta, quindi se Ricki non si metterà proprio sotto al vischio, potrò sempre spingercelo sotto. E voi potreste aiutarmi a tenerlo fermo, magari…”
Autumn sospirò, continuando a sostenere la scatola, mentre l’amica snocciolava i nomi di luoghi che sarebbero stati perfetti per il vischio.
“Lì, proprio lì!” dichiarò finalmente dopo una manciata di minuti spesi a vaneggiare, indicando la prima porta sulla sinistra. “È decisamente il punto strategico migliore.”

Autumn inarcò il sopracciglio con aria scettica, non riuscendo a seguire i ragionamenti dell’amica. “Quella è la camera di Mason.” osservò.

“Esatto!” cinguettò allegramente l’altra, appendendo un rametto di vischio sopra la porta. “Se Ricki lo vede, non resisterà alla tentazione di appostarsi lì sotto per infastidire suo fratello. A quel punto, per evitare le coccole, Mase si farà da parte e entrerò in gioco io!” spiegò, sotto lo sguardo allibito di Autumn.

“E io non ho voce in capitolo, vero?” la voce atona del proprietario della stanza ‘presa di mira’ le raggiunse dal fondo del corridoio. Mase analizzò con aria perplessa le due ragazze, ma dal mezzo sorriso divertito che aveva preso ad arricciargli le labbra si poteva intuire che non fosse poi così seccato. Vicki scosse il capo e sfilò la scatola di decorazioni dalle mani dell’amica.

“No, cucciolo, mi dispiace!” comunicò allegramente. Gli schioccò un bacio sulla guancia e proseguì in direzione della porta successiva. Mase arrossì e si irrigidì talmente tanto, che Autumn si immaginò sul punto di vederlo collassare da un momento all’altro; sperò non lo facesse, perché non aveva la minima intenzione di accorrere in suo aiuto.

“Non. Chiamarmi. Così.” scandì lentamente, muovendo qualche passo in direzione di camera sua. Vicki tirò fuori un secondo rametto di vischio e poggiò la scatola a terra

“Va bene, cucciolo!” trillò allegramente, facendo un passo indietro e analizzando soddisfatta il suo lavoro. Come risultato, Mase si irritò ancora di più.

“Qui abbiamo finito!” concluse infine Victoria, recuperando lo scatolone e facendo cenno ad Autumn di seguirla. “Prossima tappa: il lampadario all’ingresso!”
E, ignorando il sopracciglio inarcato e l’espressione interrogativa degli altri due, Vicki prese a scendere le scale, assorta dalle sue macchinazioni.

Autumn scosse il capo,rassegnata, tornando a voltarsi in direzione della porta. Mase stava analizzando con aria perplessa il rametto di vischio che penzolava – tra l’altro in maniera piuttosto buffa – sopra le loro teste. Nel momento stesso in cui la ragazza sollevò a sua volta lo sguardo, il ragazzo fece un passo indietro, appoggiando una mano sulla maniglia.

“Te lo puoi scordare.” sbottò immediatamente, con espressione seccata. Autumn sollevò un sopracciglio con fare allibito. “Ma chi ti vuole?” ribatté, stizzita, mentre il giovanotto si chiudeva la porta alle spalle. “Torna a comportarti da asociale, vai…” lo rimbeccò, prendendo a scendere le scale, puntando  a raggiungere Vicki.

Mentre riprendeva ad analizzare casa Lockwood in compagnia dell’amica, pensò che in quel momento avrebbe volentieri fatto saltare per aria un altro paio di lattine di coca cola.


 


* ‘Champ’ sta per Champion, (Campione). Mi sapeva di più ‘affettuoso’ il modo inglese/americano di appellarsi ai figlioletti maschi, e così l'ho lasciato in originale <3

Nota dell’autrice.

Massì, ci stava un’altra delle mie idee strampalate, come al solito >.< Allur, in questa prima parte non penso ci sia molto da aggiungere. Avete conosciuto quella peste di Twister, e nella seconda parte vedrete il dolcioso Jeff alle prese con sua sorella maggiore, Ruby. Lex è il solito cascamorto incallito, e se non prende in giro la sua famiglia di ‘tonti’ preferita, non è in pace con se stesso. Ci sono un paio di riferimenti a Pyramid, come il fatto che chiami appunto Jeremy “tonto” e il riferimento all’ (ormai ex) Tuthankamon, che era il soprannome che gli aveva affibbiato Jeremy da bambino. Per il resto *fa mente locale* così come Lex è il solito Lex, Vicki è la solita Vicki,immersa nella sua nuvola rosa XD ‘Tumn e Mase non riescono a stare più di due secondi vicini senza irritarsi e Ricki ha un bisogno cronico di ricordare quanto sia splendido il suo sedere :3 nella seconda parte ritroveremo più o meno tutti, ma ci sarà un po’ di spazio in particolare per il Masiver. Nell’ultima, avremo finalmente un po’ di shipping folle, tra Rictoria, Xanderine e Masoline. E vedremo che combinerà quella peste di Twister :3

Un abbraccio!

Laura


 

   
 
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