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Autore: amy_m88    19/12/2012    0 recensioni
"Ragazze, è l'ultimo giorno di vacanza:aiuto!!" così iniziai il discorso lavoro
"Magari oggi incontrerai la tua anima gemella!" disse Mary scherzando.
"Sai cosa penso dell'argomento:niente uomini prima dei 30 anni!" risposi tra lo scherzoso e il serio.
"Sei sicura?" mi chiese Michelle senza ricevere risposta.
"Michi, e se troveremo il tuo futuro sposo?" intervenne Chris sorridendo.
"Patetico: non mi piace avere uomini tra i piedi!" così Michelle chiuse il discorso. Discorso che doveva essere di lavoro.
Litigavamo spesso, eravamo sempre in disaccordo: per questo eravamo amiche praticamente da sempre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro Ragazze'
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"Quattro ragazze" è un racconto scritto tra il 2003 e il 2005. Tra i miei 14 e 17 anni. Il mio primo esperimento se così si può chiamare. E' una storia nata per gioco e alla quale sono molto affezionata. 
 
PROLOGO
 
 
"Ragazze, è l'ultimo giorno di vacanza:aiuto!!" così iniziai il discorso lavoro
"Magari oggi incontrerai la tua anima gemella!" disse Mary scherzando.
"Sai cosa penso dell'argomento:niente uomini prima dei 30 anni!" risposi tra lo scherzoso e il serio.
"Sei sicura?" mi chiese Michelle senza ricevere risposta.
"Michi, e se troveremo il tuo futuro sposo?" intervenne Chris sorridendo.
"Patetico: non mi piace avere uomini tra i piedi!" così Michelle chiuse il discorso. Discorso che doveva essere di lavoro.
Litigavamo spesso, eravamo sempre in disaccordo: per questo eravamo amiche praticamente da sempre.
Michelle era vanitosa, molto vanitosa. Teneva i capelli biondi rigorosamente sciolti. Il viso era messo in risalto da due occhi azzurro-cielo.
La mia parola d'ordine era praticità: i miei capelli mori erano sempre raccolti in una coda. Il mio sguardo era tanto malinconico quanto allegro.
Chris aveva i capelli castani di media lunghezza, capelli che si intonavano con l'orgoglio di Miss Sullivan: occhi verde-profondo.
Mary era una ragazza enigmatica quanto me. Lo si poteva intuire dalla sua espressione: intensa, capace di farti cadere in una rete misteriosa. I capelli biondo-castano erano sempre sciolti. Non per vanità.
Chris, propose di uscire per un pomeriggio di shopping...
Miss Vanità Higgins comprò moltissimi vestiti,di tutti i colori possibili; io optai di entrare in una libreria e fare scorta di Rosa e Polizieschi; Chris puntò sulla buona musica; infine Mary prese alcuni dvd perché "leggere era una cosa all'antica" per dirla come lei.
Quella sera ricevemmo una telefonata...
"Watson! Chi parla?"
"Ciao Jo! Sono Daniel, domani dovete venire qui: faccenda urgente!" terminata la telefonata tornai dalle ragazze e annunciai "Ragazze, domani si torna ufficialmente a lavoro!"
"Non voglio, è noioso!" disse rassegnata Michelle.
"Domani potrebbe succedere qualcosa di straordinario!" esclamarono Chris e Mary entusiaste.
"Purtroppo ho questo presentimento!" sospirai dopo un attimo di riflessione.
Il giorno seguente ci presentammo da Mr Ryan, castano e occhi verdi...
"Ciao ragazze, temevo non arrivaste più!"
"Scusaci Mister, non sapevamo fosse così urgente!" affermò Michelle sarcasticamente.
"Bene, ora vi spiego: dovrete trovare più notizie possibili su questo tale!" così dicendo ci mostrò la fotografia di un ragazzo castano sulla ventina d'anni.
"Che sguardo!" esclamò Chris prendendo la fotografia.
"Siamo qui per lavoro..." intervenni "Non stiamo cercando l'anima gemella!"
"Giudica da te" mi disse in tono di sfida.
Osservai la fotografia, la lasciai cadere e mi allontanai.
 
Mary quando mi vide scomparire si avvicinò alle ragazze con aria interrogativa...
"Solo stupita dallo sguardo Chris?"
"Per me ci nasconde qualcosa... e io scoprirò cosa" rispose Michelle decisa.
"Forse...quando e se vorrà,ragazze!" riprese Mary.
"Certo che lo farà! Siamo sue amiche, o no?"ribadì Michelle semplicemente.
Mi ero rifugiata in riva al mare. Ero così immersa nei miei pensieri, che mi riportavano sempre a quel ragazzo, che non mi accorsi della presenza di Michelle.
Era seduta vicino a me senza sapere e senza volere sapere nulla, in silenzio.
"Perchè sei venuta, Michi?" le chiesi sorpresa.
"Se avessi bisogno di qualcuno..." mi sussurò "Grazie" le bisbigliai.
"A questo servono le amiche, Jo!" e riuscì a farmi sorridere.
Passarono i giorni e le ragazze erano molto preoccupate per me: ero molto taciturna, mi chiudevo spesso e volentieri in camera mia. La cosa preoccupava anche perchè Miss Watson, ovvero la sottoscritta, non rimaneva tranquilla per più di cinque minuti. Fu in una di quelle sere che ricevetti una telefonata...
"Joey! Chi parla?"
"Jo, sono io: Alex!" rispose l'interlocutore.
"Cosa desideri?"
"Dobbiamo parlare, voglio parlarti. Potresti venire da me?"
"Non abbiamo più niente da dirci, Alex!" e senza aspettare risposta riattaccai.
Uscita dalla camera vidi tre ragazze indaffarate in qualcosa che sarebbe dovuto rimanere segreto...
"Non è come può sembrare!" disse Michelle in fretta "Poteva essere qualcuno che avesse relazioni con quel ragazzo!"
"Michi! Quanta fantasia. I miei complimenti! Secondo te chi avesse notizie di quel ragazzo telefonerebbe a me?" fui sconvolta avevano ascoltato una mia telefonata. Le mie migliori amiche controllavano le mie telefonate.
"Avete molta confidenza!" intervenne Chris "Non hai mai permesso a nessuno di chiamarti Jo! Chi è?"
"Non giustifica il vostro comportamento:da quanto andate avanti così?" chiesi furiosa.
"Aspetta! Dove vai?"
"Esco!"e chiusi la porta lasciando senza parole le ragazze. Amiche.
 
Quel pomeriggio su Boston splendeva il sole e per le vie della città incontrai lui...Andrew...Andrew Smith...
"Quanto tempo! Come stai?" chiesi saltandogli al collo.
"Che accoglienza! Non pensavo di incontrare proprio te, Joey!"
Intanto le tre ragazze stavano discutendo sulla telefonata...
"Forse non avremmo dovuto ascoltare: in effetti era piuttosto personale!" disse Mary.
"Io lo rifarei!" ribattè decisa Chris.
"Potrebbe essere il nostro uomo!" intervenne Michelle.
"Questo mai Michi! Ci conosciamo da troppo tempo: neanche per amore Joey farebbe una cosa del genere!" e così Mary chiuse il discorso.
"Per amore una donna può fare di tutto!" concluse Chris convinta.
Intanto io ed Andrew avevamo molte novità da raccontare. Erano passati molti mesi da quando si era trasferito a Londra.
Londra chissà se a Londra...
"Allora Andrew cosa mi racconti?"
"L'ho incontrato!" rispose con un sorriso giocoso. Sapeva della mia passione per una certa saga.
"Come? Non hai niente da dirmi allora?"
"No! Ho conosciuto te, Michelle, Chris e Mary" mi disse sempre con il suo solito sorriso. Un sorriso che a volte riusciva a incantarmi.
"Quanto sei sentimentale!" dissi a quell'incantevole ragazzo.
"So quanto ti piace quando mi comporto così!" ribadì lui.
"Andrew, mi piace nei libri!" affermai fingendo sicurezza. "Sono realista, non pessimista!" precisai fissandolo negli occhi, occhi castani.
Passarono i giorni e l'indagine non si sbloccava. Eravamo ormai sul punto di arrenderci quando Chris notò un'immagine sul pc; una sua immagine...
"Ragazze!Guardate qui...Alexander, 22 anni!"
Mi guardarono tutte e all'unisono chiesero spiegazioni.
Mi guardarono tutte con aria interrogativa. Non potei fare a meno di sorridere.
"Joey, ne sai qualcosa?"
"Perchè mai?" domandai di rimando
"Semplice: è lo stesso ragazzo con cui hai parlato poche sere fa!" rispose Chris.
"Non credevo che avessimo un video-telefono:è una sorpresa per me!" e aggiunsi "Credete sia sua complice?" curiosa.
"Se non ti conoscessi praticamente da sempre, penserei che tu lo sia... ma non lo sei vero, Joey?" intervenne Mary confusa ma tranquillamente.
In quel momento suonarono alla porta...
"Buongiorno gente! Chi c'è?" si sentì dall'ingresso.
"Andrew?" e si voltarono tutte, accogliendo il ragazzo come se avesse dovuto attraversare un oceano per essere lì.
Passarono un'ora a parlare di tutto e di niente, finchè non fu accennata l'ultima indagine: Andrew aveva intuito che qualcosa aveva reso quell'equilibrio instabile, precario, troppo precario.
Chris non aveva più fiducia in me.
Quando Mr Smith pensò fosse tempo di tornare per le vie di Boston, Mary venne in camera mia...
"Joey, come stai?" chiese preoccupata chissà per cosa.
"Bene, grazie! Dimmi...credi che io non c'entro nulla con quel ragazzo?"
"Certo Joey! Se lo dici tu ci credo!" e riuscì a strapparmi un sorriso. Come il suo carattere.
Nel frattempo per Andrew era giornata di visite, così si presentò a casa...
"Andrew? Ciao!" salutò lui.
"Perchè l'hai fatto? Dovevi avvertirla!" gli chiese senza preamboli.
"Jo non c'entra con la mia decisione e poi...non mi vuole vedere!"
"Alex! Se gliene parlassi, lei capirebbe e potreste tornare insieme" continuò Mr Smith convinto.
"Cosa? Io e Jo? Andrew...non possiamo tornare insieme ora come ora!" rispose Alexander tra la confusione e la meraviglia.
Il giorno seguente passai dalla libreria: io amavo i libri e dovevo comprare il seguito di una favola. Ero immersa nel primo capitolo quando vidi Andrew in lontananza.
"Joey!" mi salutò
"Andrew! Che sorpresa!" sorrisi e continuai "Sempre in libreria eh? Il lupo perde il pelo ma non il vizio!"
"Eh già! Proprio così!" disse avvicinandosi e facendosi serio aggiunse "Perchè non ci hai detto nulla?"
"Mi avreste creduto? Avrei peggiorato la situazione!" sussurrai.
"Joey..." continuò, sempre più serio "Non è che potresti...no...insomma..."
"No Andrew! Esiste già chi ti aspetta, la troverai e vivrai felice e contento con la tua principessa!"
Lui sorrise, quel sorriso unico "Sai Joey? Non è male come idea: io lei e...un castello! Avverti le ragazze!"
"Certo! Quando incontrerai la tua principessa lo sapranno!" promisi sorridendo e ribadii "Te lo prometto!"
La settimana seguente decisi di dire quanto sapevo sulla vicenda: l'indagine non si sarebbe più sbloccata se non fossi intervenuta ora.
"Ragazze! Alex... cioè Alexander... è... un agente in incognito...!" confessai, lasciandole confuse.
"Come, prego?" domandò stupita Miss Sullivan.
"Come ho detto!" continuai tranquillamente "Cosa vi aspettavate da Mr Watson?"
"Chi? Watson?" chiese Michelle sempre più confusa.
"Sapevo che non eri sua complice!" esclamò Mary entusiasta.
"Naturalmente Mary: era lui il mio!" risposi, lei sorrise e continuai "I miei complimenti! Sei stata al gioco più di me!"
Chris e Michelle ci guardavano con aria perplessa, così spiegai "Ho organizzato tutto io: quando mi ha telefonato gli ho spiegato come andare avanti e...ha funzionato...non avete mai pensato a lui come mio fratello!"
"Non credere alle apparenze? L'intento della recita?" chiese Miss Hicks sapendo già la risposta.
Non credere mai alle apparenze. L'intento della recita, recita che segnava solo l'inizio. Da quel pomeriggio sarebbe cambiato tutto.
Noi eravamo pronte... forse...
Io non mi sarei tirata indietro!
   
 
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