Mi ricordo ancora quando entrai in camera sua di nascosto per la prima volta, giusto per vederla dormire, per ammirare il suo viso nel momento più tranquillo della giornata. Forse mi ero scordato cosa si provasse a guardare un essere umano, senza soggiogare o fingere in alcun modo, perché ne rimasi completamente sconvolto.
Tutti mi credevano un mostro, una creatura orribile, senza cuore.
Ma in fondo nessuno capiva ciò che avevo dentro.
Non capivano come ci si sentisse a perdere l’unica persona per cui tu abbia mai provato qualcosa, ad essere odiati dal proprio fratello, ad essere completamente soli.
Si, perché alla fine questa era la parola che mi descriveva meglio. Solo.
L’unico lato negativo dell’eternità. Era difficile trovare qualcuno con cui passarla.
Però di una cosa sono certo. In quel momento, in quei pochi attimi che passai nella sua stanza, in quella breve carezza sul suo viso capii una cosa che prima non avevo ritenuto neanche lontanamente possibile. Capii che non era tutto finito, che forse non ero poi così terribile, che forse non avrei passato l’eternità da solo.
Che forse qualcuno mi avrebbe amato.
Perché se una ragazza come lei riusciva a vedere qualcosa di buono in uno come me, allora forse c’era un briciolo di speranza.
 
Tutto ciò sembra successo ieri, eppure proprio sta mattina mi sono svegliato con lei accanto. Finalmente i miei sogni si erano realizzati, finalmente avevo avuto conferma del fatto che non era tutto perduto.
Finalmente qualcuno aveva scelto me.
E non importa se non fosse reale, se fosse tutta questione di asservimento, se tutto questo fosse stata solo una presa in giro. Non importa, perché lei rimarrà sempre quella che mi ha fatto vedere le cose in modo diverso, che mi ha fatto capire che non ero un mostro, che mi ha fatto intravedere un piccolo spiraglio di luce in quella che si prospettava un’eternità buia.
 
Lei mi ha salvato, è questo ciò che importa.