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Autore: franceskik    19/12/2012    4 recensioni
Vigilia di Natale.
"Mi ricordate tanto noi.." Sussurrò sincero Louis. "Siete così passionali, amorevoli, veri, belli.." Disse tra sè e sè, mordendosi il labbro dal nervosismo.
Matt abbassò di fretta lo sgurdo. Socchiuse gli occhi e sospirando, sibilò: "Non volevo farti del male, presentandotelo. Scusa!"
Ma Louis sorrise ed abbracciandolo, cercò di tranquillizzarlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Probabilmente, a Londra, non faceva così freddo da almeno dieci lunghi anni.
Era la vigilia di Natale, tra poche ore si sarebbe festeggiato il compleanno di Louis, tra cioccolate calde e thè bollenti.
Il castano era comodamente seduto sul suo divano, con il solito buon libro tra le mani, assorto nella lettura, alla penombra delle luci natalizie sull'albero.

Matt si avvicinò a lui, sotto il suo maglione di lana che la madre di Louis, gli aveva regalato l'anno prima proprio per le feste natalizie.
"Devo parlarti." Sussurrò, in piedi, davanti a Louis. Così, la lettura si interruppe, Tomlinson tolse la gamba sinistra dalla destra e si accomodò meglio sul divano, così da far spazio a Matt.
"Dimmi pure." Rispose allora, sorridendo, cercando di tranquillizzare il ragazzo che era visibilmente intimorito.
"So che è il tuo compleanno oggi. So che beh, forse non dovrei rovinare questo giorno, ma.." La voce del moro tremava, era impaurita e aveva fretta di concludere.
"Matt?" Lo interpellò allora Louis, "Ti prego, va avanti. Tranquillo." Lo incitò.
Il ragazzo allora, infilando entrambe le mani all'interno delle maniche calde del maglione bianco, sospirò.
"Ho conosciuto un ragazzo qualche mese fa."
Louis sorrise. "Un tuo amico? Come si chiama?"
Matt abbassò lo sguardo. Il suo cuore batteva all'impazzata, aveva paura il ragazzo che sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.
"Si chiama John, ha 21 anni." Rispose poi, velocemente prima di concludere con un "No, non è mio amico comunque."
Louis così, storse un po' il volto, cercando di sforzarsi per capire cosa il ragazzo stesse cercando di dirgli. Si sentiva imponente e la cosa non gli piaceva affatto.
"Matt?" Allora lo chiamò, cercando una vaga risposta. Una qualsiasi risposta.
"Lui è il mio ragazzo. Stiamo insieme da quattro mesi. Sono gay."
Louis si bloccò sui suoi occhi. Si bloccò per guardare meglio il celeste degli iridi di Matt, per godersi ogni linea del suo volto.
E poi, senza dire parola, senza giudicare, senza brontolarlo per non averglielo detto prima, sorridendo l'abbracciò.

Il volto di Matt si posava delicatamente sulla spalla forte del castano, che teneva una mano nei capelli del ragazzo e continuava a ripetergli 'Sono orgoglioso di te.'
"Verrà a cena." Sospirò poi il moro, soffiando contro il petto di Louis. "Dovremo aggiungere un piatto, allora." Concluse confortevole quest'ultimo.

***

La tavola era imbandita di cibo che Louis aveva preparato accuratamente dalle dieci di mattina di quello stesso giorno.
Era tutto perfetto, tutto solare, tutto così natalizio..
Era circondato dalla madre, dalle sorelle, dagli amici più stretti di Tomlinson, che oltre ad augurargli un 'felice Natale', prepararono per lui anche una torta di compleanno, che servirono ricorperta di candeline, con l'atmosfera in sottofondo dovuta alla luce fioca dell'albero di Natale.
"Tanti auguri." Gli sussurrò Matt, abbracciandolo, mentre Louis prendeva fiato per prepararsi a spengerle con un solo soffio.
Il moro poi si sciolse dalle spalle forti di Louis e tornò seduto accanto a John, prendendolo per mano da sotto la tovaglia bianca e sorridendogli non appena lui si girò: come per trasmettergli sicurezza, per rassicurarlo con un semplicissimo 'L'hai superata. Gli piaci!'.

Louis allora li guardava.
Era inevitabile farlo, impossibile. Il sorriso di Matt brillava come la stella cometa. Cantava come gli angeli in coro e splendeva come il sole di prima mattina.
Louis continuava a guardarli, non riusciva a staccare gli occi di dosso dai loro sguardi, le loro risate, i loro baci, che si scambiarono solo due volte nel corso della cena.
E sorrideva, orgoglioso e felice. Sorrideva pensando a quanto riuscissero ad essere perfetti.

Le loro mani intrecciate lo portavano al ricordo.
I loro baci erano comunque come grandi e dolorose pugnalate al cuore. Il loro 'ti amo' sussurrato era una dose fredda di rimorso e di rancore. Di rimpianto e di sofferenza.

Matt e John avevano il classico sapore di una coppia passionale alle prime armi.
Sapevano d'amore quando si guardavano, trasmettevano sesso anche solo sfiorandosi.
Matt e John erano un'unica cosa e Louis sapeva cosa stesse provando il moro.
Sapeva cosa si sente a stringere la mano della persona che si ama di nascosto, a baciarlo sotto il vischio la sera di Natale, a sussurrargli il proprio amore quando nessuno può sentirti. Louis Tomlinson lo sapeva, lo sapeva bene.

"E' stato davvero un piacere, John." Lo salutò, stringendogli la mano, per poi aprire la porta davanti a lui e accompagnarlo fuori, una volta finita la serata.
"Lo è stato anche per me, signor Tomlinson."
Louis sorrise. "Oh, no. Chiamami 'Louis', semplicemente 'Louis'."
John sorrise e "Spero di rivederla presto, Louis." Affermò, prima di salire sulla propria auto e partire.

***

Matt e Dan erano sdraiati sul divano, coperti da un piumone blu, con una tazza di cioccolata calda in mano, la televisione accesa ma a volume basso, a parlare.
Quello era il loro momento. Ogni santa sera, dopo una giornata faticosa, euforica, impegnativa o estremamente difficile, Matt e John si sdraiavano su quel divano con la loro tazza di cioccolata calda ed iniziavano a ridere e riflettere e si confidavano di ogni piccolo segreto o dettaglio nascosto.

"Insomma? Cosa te ne pare?"
Louis sorrise. "State davvero bene insieme. Sembra un ottimo ragazzo." Rispose poi, sorseggiando un po' dalla sua tazza in porcellana.
"Penso di amarlo." Confessò Matt, sibilando le parole velocemente, a bassa voce, come per non farsi sentire. Come per non ripeterlo a se stesso.
"E' inevitabile amare qualcuno che riesce a guardarti così.." Sussurrò poi Louis, ridendo un po'.
"Così come?" Chiese allora incuriosito, Matt.
"Con gli occhi che sanno solo di te." Rispose velocemente Louis. Dopo qualche secondo di silenzio, riempito dal sorriso galattico del giovane, Louis continuò: "Conosco quello sguardo e mi ricordo di quei momenti che anche voi avete passato. Goditi ogni singola parte di lui, Matt." Si aprì allora Louis, con la voce un po' tremolante.

Matt, allora, preferì concludere lì il discorso sul suo ragazzo. Era il 24 Dicembre: vigilia di Natale e il quarantreesimo compleanno di quell'uomo che gli sedeva accanto.
"Ti manca, non è così?" Domandò allora cauto Matt. Riconosceva il tono con cui Louis aveva fatto riferimento ai suoi ricordi e sapeva, sapeva benissimo che era pieno di dolore.
"Ogni santo secondo mi manca, Matt." Rispose Louis, asciungandosi una lacrima prima che potesse solcare la sua guancia.
Matt prese la mano di Tomlinson e la strinse forte.
"Mi ricordate tanto noi.." Sussurrò sincero Louis. "Siete così passionali, amorevoli, veri, belli.." Disse tra sè e sè, mordendosi il labbro dal nervosismo.
Matt abbassò di fretta lo sgurdo. Socchiuse gli occhi e sospirando, sibilò: "Non volevo farti del male, presentandotelo. Scusa!"
Ma Louis sorrise ed abbracciandolo, lo tranquillizzò:
"Sarebbe dovuto arrivare il momento, no? Sono felice per te. Semplicemente non capisco perchè tu non abbia deciso di dirmelo prima, ecco."
Il moro alzò lo sguardo verso gli occhi azzurri di Tomlinson e con il cuore in una mano e il panico nell'altra "Avevo paura di deluderti." Affermò sincero.
"Non mi hai mai deluso, Matt. Mai lo farai." Sorrise Lou, stringendo forte a sè il ragazzo, da togliergli quasi il respiro.
"E adesso andiamo a letto. E' tardi." Concluse poi, accompagnando Matt nella sua camera, come se ancora fosse un bambino.

***


Quella camera non gli aveva mai fatto più male. Era una sensazione strana, insomma, ormai mancava da cinque anni eppure ogni Natale, era sempre più doloroso.
Ricordava quei momenti in cui arrivava alle sue spalle e senza un motivo l'abbracciava, sussurrandogli quanto l'amasse e poi facevano l'amore per il suo compleanno e a lui, questo mancava.
Mancava il suo profumo, la sua voce, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo soffio sulla pelle.
A lui mancava. Mancava da morire.

Afferrò la foto che teneva sul suo comodino, si sedette al bordo sinistro del letto ed iniziò a fissarla.
Sorrideva. Sorrideva di quel sorriso che aveva in serbo solo per lui.

"Anche quest'anno non ci sei, eh.." Sussurrò poi, contro la cornice d'argento. "Mi manchi. Ogni giorno di più."
Louis la teneva con una presa stretta tra le mani, quasi con la paura di perderla.
E lacrimava, con il vetro del porta-foto che si bagnava. Si bagnava delle sue lacrime, delle sue parole non dette.
"Che tipo di festa organizzate, lassù?" Domandò poi continuando a ridere, sarcastico, sussurrando ad una stupidissima foto.
"Visto, Harry?" Lo fissò, senza trovare risposta da un pezzo di carta. "Matt si è fidanzato. Si chiama John, è un ragazzo perfetto per lui."
Sospirò un secondo e poi "Sembriamo tanto noi, quando eravamo giovani, quando tu eri ancora qua con me." concluse.
Continuava a fissarlo, con gli occhi che si riempivano di lacrime, senza poter far niente.
Si sentiva debole, immobile, trasportato in un altro mondo solo davanti alla sua foto, al suo ricordo, all'immagine dei suoi ricci immobili, in un lettino d'ospedale.
Questa, l'ultima immagine che Louis aveva di Harry: occhi chiusi, viso pallido, corpo inerme sotto un telo bianco.
Stupido cancro.

E stringendo forte la foto al petto, con tutta la forza che aveva nei meandri del suo cuore, "Sei stato un ottimo padre per nostro figlio. Ormai Matt è grande, gli manchi, avrebbe bisogno di te, ma non finisce mai di vantarsi con gli altri di quanto suo padre sia stato perfetto. Perfetto per un ragazzo splendido come lui."
Teneva la foto unita saldamente al cuore, per poi portarla sulle labbra e baciare, attraverso il vetro, quelle rosee di Harry in una stupidissima foto che teneva nel suo stupidissimo comodino.

"E comunque, Buon Natale, amore mio." Gli soffiò contro poi, prima di riposarla vicino a letto e addormentarsi, immerso in un bagno di lacrime.
Di lacrime che erano firmate 'Harry Edward Styles'.






Non so perchè ho scritto una cosa così depressa. Non lo so, davvero!
Non è neppure presto, domani ho scuola, ma ne sentivo il bisogno. Dovevo scrivere.
Anyway, è una storia che mi è venuta in mente oggi, ho aperto la pagina ed ho iniziato a scrivere, senza pensare, senza cancellare troppe volte.
Mi sono lasciata trasportare.
Non so cosa dire: spero vi sia piaciuta, spero vi abbia emozionato e beh, sarei contenta se leggessi una vostra piccola impressione.
Grazie ancora per aver letto,
Baci,
-Fra.


  
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