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Autore: Nelith    20/12/2012    9 recensioni
Questa one-shot è riferita alla mia prima long fantasy, Abisso. Ci sono varie citazioni alla storia, se non l'avete letta dubito che capirete ^_^
Un demone minore mi taglia la strada e mi ruggisce contro. Credi di farmi paura stronzo? Lo colpisco con un pugno in piena faccia; sento le ossa del naso scricchiolare e fracassarsi sotto la mia mano. Pura estasi per me. Mentre si copre la faccia sanguinante, lo colpisco con l'elsa della spada alla tempia.
«Non rompere, che con il mio trattamento sei solo migliorato.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Tales Of The Abyss'
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I Deliri di Nelith

Buon dì gente! Questa piccola one- shot l'ho scritta ieri per “festeggiare” il mio primo anno su EFP e per ringraziarvi di sopportare non solo i miei folli deliri ma anche tutti i miei strafalcioni ortografici u_u *si inchina e chiede perdono*

Spero vi piaccia. Non sono molto abile con la “prima persona” ma ho voluto comunque tentare *mente, l'ha obbligata il diretto interessato >_< *

Buona lettura ^_^ e grazie di tutto


Overturn

 

Detesto il canto degli Spettrali: è assordante. Sembra penetrarti direttamente nel cervello, ferendoti. Tutte le volte che questi bastardi urlano, scatenano l'inferno. Almeno adesso la notte è diventata silenziosa, hanno smesso di uccidersi a vicenda; e pensare che loro dovrebbero essere i difensori del nostro popolo. Bella roba, dei difensori che si massacrano tra loro. Come fa Vorel a restare così impassibile? Sembra quasi estasiato: io non lo sopporto.

È un inutile spreco di fiato e di energie per loro; mal di testa terrificanti per noi. Credo che a qualcuno stiano anche sanguinando le orecchie. Questo è divertente però: grandi e grossi, ma non resistono al canto degli Spettrali. Io almeno, il perforamento del cervello ad opera di quelli stiletti di ghiaccio sonoro che loro chiamano voce, li incasso senza svenire. Vorel è anche peggio: sembra quasi che non li senta. Dove diamine sta guardando? Dei, la mia testa, fa un male terribile. La sua mano stringe la mia, è di una temperatura così piacevole, sembra quasi che sia lui a rassicurare me e non il contrario.

 

Finalmente hanno smesso di urlare.

«Ehi Vorel, ti va di andare verso la spiaggia? Ci allontaniamo da questa folla?»

«Ok fratellone.»

Corre felice sui sassi ed io osservo i dintorni; è strano che adesso sia tutto così tranquillo, nel cielo gli Spettrali non si azzannano più tra loro. Adesso veramente non vola più nessuno: il cielo grigio è vuoto e immobile. Strano. Tutta questa calma è strana, non ci sono abituato. Anche la tempesta si sta placando, ma non credo che sia collegato al canto degli Spettrali.

Dove cazzo è andato mio fratello?! Mi volto un attimo e quello sparisce?! Ah, eccolo ma… Chi è quel tizio?! Che vuole da Vorel?! È uno Spettrale... non mi piace, non voglio che quegli esseri si avvicinino a lui.

«Ciao. Io sono Vorel.» Ma che fa? Si presenta?!

«Io sono Pandemon.»

Voglio avvicinarmi di più, ma mi sembra di essere di troppo: cosa sta succedendo?! Non mi piace. Proprio per niente. Giù le mani da mio fratello!

Non so nemmeno dove trovo la forza per avvicinarmi, ma in qualche modo ci riesco.

«Vorel, che fai? Vieni, dobbiamo tornare a casa.» non lo salutare. E non obbligarmi a trascinarti. Ma chi cavolo è quello? E perché tu sembri così felice di averlo incontrato?

 

Mi svegliano le urla, i ruggiti e le maledizioni. Non so cosa succede, ma devo trovare Vorel; lo vedo in piedi davanti alla finestra che osserva l'esterno. Strani lampi cremisi fendono l'aria e... no! Non posso crederci! Cosa cazzo può abbattere dei Demoni-Drago in quel modo?!

«Vergull! Prendi tuo fratello e fuggi verso le montagne! Muoviti! E prendi un'arma, ti servirà.» mio padre mi lancia una spada la afferro senza fare domande e trascino fuori mio fratello. Non siamo gli unici a scappare, ma siamo comunque in pochi; anch'io voglio combattere ma se vado, a Vorel chi ci pensa?

Un demone minore mi taglia la strada e mi ruggisce contro. Credi di farmi paura stronzo? Lo colpisco con un pugno in piena faccia; sento le ossa del naso scricchiolare e fracassarsi sotto la mia mano. Pura estasi per me. Mentre si copre la faccia sanguinante, lo colpisco con l'elsa della spada alla tempia.

«Non rompere, che con il mio trattamento sei solo migliorato.» gli pianto la lama nella schiena, vorrei tranciarlo a metà: ma non ho tempo e le spade non mi piacciono, non sono molto bravo con queste armi. In tutto questo non ho mai lasciato mio fratello: mi basta una mano per abbattere questi esseri inferiori. Gli tiro un calcio alla testa e sento un meraviglioso crack, spezzato anche il collo. Non credo si riprenderà, ma è meglio non rischiare. Iniziamo a correre: Vorel fortunatamente è sempre riuscito a starmi dietro. Corri fratellino, fra qualche anno massacreremo demoni assieme.

C'è un gruppo di Demoni-Drago più avanti, li sento che si muovono tra gli alberi della foresta. Riconosco il loro odore: le Tamoran sono lontane per fortuna, non posso imbattermi in quelle cose. Se solo qualcuno riuscisse a controllarle. Se ci fosse un capo degno di tale titolo o almeno decente, tutto questo non sarebbe mai successo.

«Vergull! Siete riusciti a scappare, meno male. Come stai Vorel?»

«Bene Dritash, grazie. Il fratellone mi ha portato via.» Smettila di accarezzare i capelli di mio fratello, arcanista dei miei stivali. Trascino Vorel lontano da quella e andiamo con loro verso le montagne; ci toccherà arrampicarci per raggiungere il rifugio, mentre molti metri sotto di noi infuria la battaglia. Le urla si sovrappongono ai ruggiti e agli schianti.

«Maledizione! Si può sapere che cazzo sta succedendo?! Chi osa attaccarci?» non urlo solo perché metterei a rischio la vita di Vorel, degli altri non me ne frega niente.

«Un Lord, quello che confina con noi temo. Il suo nome è Asmodeus.»

 

Siamo sulla parete di roccia, parzialmente nascosti dagli alberi, ma nonostante la distanza lo vedo. Un bellissimo dio della battaglia, con i capelli lunghi e nerissimi che brandisce una spada del medesimo colore, mai visto un drago nero così: è meraviglioso. Con quella sua armatura coperta di sangue. Chi cazzo è?

Aspetta, c'è qualcosa che non mi torna... perché i nostri lo stanno attaccando? Non è uno di noi?

«Quello in nero è Asmodeus.» Dritash sibila alle mie spalle e inizia ad imprecare: lo vorrebbe colpire con uno dei suoi incantesimi, ma non è abbastanza brava per poterlo affrontare. Io invece resto allibito. Non può essere lui l'invasore. Ma non c'è altra spiegazione: il sangue che gli macchia l'armatura è quello del mio popolo. Fosse anche l'ultima cosa che faccio, giuro che ti ammazzerò demone.

Mi trascinano via, ma non prima di poterlo vedere in faccia: bello e letale. Spero che l'onore di ucciderlo tocchi a me.

***

Apro gli occhi, anzi, un occhio, l'unico che mi è rimasto dopo Shyadronos e Ysyannos. Dove sono? Qualcosa si muove al mio fianco e mi fa venire un colpo. Lo sento che mi si sdraia sopra e intravedo una lunga chioma nera.

«Dannato demone arrapato.» com'è possibile che questo sia sempre eccitato pure quando dorme? Lo sento che si strofina contro di me e inizia a mordicchiarmi un capezzolo; non è possibile. Come sono finito in questa situazione? Io non avevo giurato di ammazzarlo? E adesso mi ritrovo a condividere il suo letto.

Senza contare che lo stronzo masochista è pure possessivo: da non credere. Dovevo eliminarlo quando ne avevo l'occasione, adesso dubito che riuscirei a farlo: mi irrita anche ferirlo. Chissà se se ne è accorto... Non credo, non è così sveglio.

Sento le sue zanne che affondano nella mia carne.

«Maledetto stronzo! Ti sembra il modo di svegliarmi?!»

«Eri già sveglio. Ma se preferisci la prossima volta ti tirerò giù dal letto a calci.»

«Sempre molto delicato eh?»

«Taci. Tanto lo so che ti piace.»

«No, piace a te. I miei gusti sono differenti.» dannato demone, ma che cazzo vuoi a quest'ora? È ancora notte fonda! Che domande idiote che mi faccio, può volere una sola cosa. Lo sento duro che preme contro la mia gamba... È proprio mezzo succubus: dannati demoni della lussuria. Cosa stai facendo con quella mano?! No! Non toccarmi in quel modo!

«Adesso facciamo un giochino nuovo... »

«Chi ti dice che io sia favorevole?» lo afferro per le braccia cercando di allontanarlo, ma quello mi si attacca al collo mordendomi a sangue e non mi molla. Merda, ormai il mio corpo collega i morsi al sesso, e agisce di conseguenza. «Maledizione!» cerco di ribaltarlo: non ho intenzione di farmi sottomettere da lui, o va a finire che si stufa. Non gli darò mai questa soddisfazione...  Anche se a pensarci bene mi converrebbe: in questo modo potrei liberarmi delle sue attenzioni e andrebbe a rompere da un'altra parte...

«MAI!»

Se prima cercavo solo di tenerlo lontano, ora lo ribalto con forza, facendolo quasi rimbalzare sul materasso. Sento le sue zanne che si escono dal mio collo e vedo i suoi occhi, ora blu, che mi guardano in modo strano: non è perplesso, sembra sorpreso, molto sorpreso. Non può averlo capito! Mi ritrovo a schiacciarlo con il mio corpo sopra il letto e a tappargli la bocca con la mia: il sapore del mio sangue si mescola con quello della sua bocca, ed in qualche modo mi eccita ancora di più. Sento i suoi artigli graffiarmi, giocare con la mia carne e non posso evitare di desiderare quel corpo caldo che si stinge attorno a me. Non voglio aspettare, e nemmeno questo dannato stronzo; lo sento che mi si struscia contro. Mi avvolge le gambe intorno alla vita, sembra quasi volermi abbracciare: è stranamente docile oggi.

Le ultime parole famose, appena gli ho lasciato andare le braccia ha iniziato a graffiarmi con forza la schiena; mi farà male per giorni. Comunque è più delicato del solito, non prova nemmeno a mordermi la lingua, cosa che fa spesso. Lo sento che cerca di cambiare posizione sotto di me, cerca di agevolarmi l'ingresso al suo corpo. Ti sei rassegnato demone? Non lotti più? Ti piace il dolore giusto? Allora non mi preoccuperò di nulla. Lo afferro per le natiche ed entro, mentre lui allontana da me la sua bocca ed inizia a gemere: non di dolore, non solo almeno. Continua a premere eccitato contro il mio stomaco. Dannato demone masochista.

Mi muovo dentro di lui senza dargli modo di abituarsi a me; è questo quello che vuoi giusto? Sento le sue mani che scivolano sulla mia schiena, verso l'alto, fino ad arrivare ai miei capelli.

Smettila di accarezzarli! Smettila di passarci in mezzo le tue pallide dita artigliate! È insopportabile, tu non sei gentile, smettila di comportarti così. Smettila di far finta che t’importi qualcosa della mia presenza qui, oltre i miei servigi come guerriero. Non mi abbracciare in questo modo, maledizione!

Non riesco a controllarmi, e i suoi ansiti vicino al mio orecchio non mi sono di alcun aiuto.

Maledizione! Maledizione! MALEDIZIONE!

Vengo dentro di lui in fretta, troppo in fretta; ho perso la testa. Mi dovrò subire la sua derisione per i prossimi quattro secoli.

Qualcosa non mi torna... c'è qualcosa di umido sul mio stomaco, e non lo sento più duro. Quando mi allontano e guardo verso il basso, lo vedo: è venuto. Com'è possibile? Così presto?

Continuo a sentire le sue mani che giocano con i miei capelli, ma quando cerco di guardarlo lui è girato verso la finestra e mi sposta.

«Sei pesante testa fiammeggiante. Levati. Ho bisogno di un bagno.» lo guardo mentre si alza barcollante ed esce dalla stanza. I capelli neri gli coprono parzialmente la schiena ed il tatuaggio. Perché dev’essere così bello?

Sento l'acqua che inizia a scorrere, non riesco ad impedirmelo: mi alzo e attraverso le stanze fino al bagno. Lo vedo nudo dentro la vasca, che inizia a riempirsi lentamente. Mi guarda ed è uno sguardo strano; ma la cosa più inquietante, è che non riesce a sostenere il mio sguardo a lungo. Se non lo conoscessi, direi che è imbarazzato.

«Dovresti procurarti una vasca più piccola, questa ci mette ore a riempirsi.»

«No, mi piace questa.»

«Per i tuoi riti orgiastici?» sorrido, ma non sono felice; quell'idea non mi piace. Credevo di essere geloso solo di mio fratello e invece...

«Difficile che qualcuno voglia entrare in questa stanza; specie con un drago da guardia come te.»

«Devo andare da un'altra parte?» nemmeno quest’idea mi piace, ma credo di essere pronto ad una simile eventualità. Pandemon me l'ha detto: si stufa in fretta. Mi sembra di vederlo sussultare impercettibilmente, ma devo essermi sbagliato, o magari è per quello che abbiamo appena fatto: una fitta di dolore improvvisa.

«Pulisciti quel sangue di dosso.» gentile, come al solito.

Prendo un asciugamano e lo bagno nell’acqua della vasca, per poi sedermi sul bordo. Sono pochi i punti in cui riesco a pulirmi da solo. Stupido demone violento, ed io sono più pazzo di lui, dato che continuo a restare qui.

«Da quando ti da fastidio? Senza poi contare che sei stato tu a ferirmi.» gli do le spalle: una cosa stupida, ma non mi va di guardarlo. Spero solo che non mi attacchi: tutto è possibile con quel demone. Sento l'acqua che si muove e poco dopo la sua lingua che percorre le mie ferite. Continuo a non capire, non si è mai comportato così. Mi prende l'asciugamano dalle mani e inizia a tamponarmi i tagli; li sento che iniziano a prudere, iniziano già a rimarginarsi. Anche questo è strano.

Entro nella vasca con lui: non me l’ha chiesto esplicitamente, ma mi è sembrato quasi di sentire il suo invito.

Lui lava me e io lavo lui: in silenzio. Non credo sia mai successo qualcosa di simile. Che notte è mai questa?

Esce dalla vasca quando ormai l'acqua è fredda: quanto tempo siamo stati dentro? Il tempo sufficiente per riempirla tutta e farla raffreddare. L'alba ormai sarà vicina.

«Vergull?» cosa? Sono sconvolto, e il mio sguardo credo che rispecchi bene il mio stato. In quali occasioni mi ha chiamato per nome e non testa fiammeggiante? Ora come ora non me ne viene in mente nessuna. «Questa notte non c'è mai stata. Vedi di dimenticartela in fretta.» e con quell'ultima frase sparisce oltre la porta.

Tranquillo Asmodeus: sono bravo a far finta di niente, anche se non sono capace di dimenticare. Specie questa notte, nonostante non abbia capito cosa sia successo.

Ma mentre osservo il lento intercedere dell'alba, un dubbio mi assale: non hai usato la memoria del sangue mentre facevamo sesso, vero?

 

Revisionata da Selis


 

   
 
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