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Autore: ValeDowney    20/12/2012    0 recensioni
Seconda avventura per Clarice Piton ed i suoi amici. Un misterioso elfo metterà in guardia Clarice su oscuri presagi che aleggiano su Hogwarts. Eccovi la seconda avventura: Clarice Piton e la Camera dei Segreti
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Clarice sorrise e, insieme ad Artemisia, corse dietro alla cerva d’argento la quale, scomparve, quando arrivarono nei sotterranei: “Alla buon ora, signorinella: non sai quanto fossi in pensiero” disse Severus, mentre aspettava la figlia, davanti alla sua camera da letto e con le braccia incrociate. “Sapevi dove mi trovavo e con chi ero: quindi, era inutile, per te, preoccuparti così tanto” disse Clarice e, dopo che lei ed Artemisia furono entrate, Severus chiuse la porta ed insonorizzò la stanza, con un potente incantesimo. “Papà…quello di prima…quella cerva d’argento, era veramente un Patronus ?” chiese titubante Clarice. “Scommetto che te lo abbia spiegato la Signorina Granger che cosa è, vero ?” domandò Severus. “No: è stato Hagrid” rispose Clarice. “Sì, piccola mia: quello che tu ed i tuoi amici, avete visto prima, era proprio un Patronus ed era il mio. Ogni mago, solo, ovviamente, chi riesce a farlo, ha un suo Patronus, il quale assume le fattezze di qualunque animale, richiede il suo cuore” spiegò Severus, sedendosi sul letto, accanto a Clarice, la quale gli disse: “Il tuo è stupendo, papà: quella cerva d’argento era bellissima e, se non avesse incominciato a parlare con la tua voce, sarei riuscita anche a toccarla”. “Anche il Patronus di tua madre, era la cerva d’argento” disse Severus. Clarice rimase a bocca aperta, dopo aver sentito questa frase; poi, disse: “Uao ! Quindi, da quello che mi hai spiegato prima, tu eri, e lo sei tutt’ora, così tanto innamorato della mamma, che anche il tuo Patronus è uguale al suo”. “Esatto, piccola mia” disse Severus. “E, tu, credi che, potrei riuscire anche io, a fare un Patronus ?” chiese Clarice. “Non ora, perché sei troppo piccola ma, sono sicuro che con un buon allenamento, anche tu, prima o poi, riuscirai a fare il tuo Patronus e, credimi bambina mia: sono proprio curioso di vedere che animale sarà” rispose Severus. “Sai, anche io” disse ridendo Clarice e, i due, scoppiarono a ridere. Dopo aver finito di ridere, Clarice domandò: “Papà, ma perché, prima ti sei arrabbiato ? Non mi sembra di averti detto qualcosa di male”. “Perché mi stavi facendo troppe domande e, dove andremo da domani mattina, voglio che sia una sorpresa” rispose Severus, alzandosi dal letto. “Una sorpresa ?! E perché ?” chiese Clarice. “Perché visto che abbiamo ancora tanti giorni a disposizione ed, io, non voglio che tu li spenda qui ad annoiarti o a cacciarti nei guai con i tuoi amici, ho deciso di andare da qualche parte” rispose Severus. “Solo io e te ?” domandò Clarice. “Solo io e tu” rispose Severus. Sul volto di Clarice comparve un enorme sorriso e, saltando giù dal letto, abbracciò Severus e gli disse: “Grazie, grazie, grazie, papà adorato: non sai quanto mi hai reso felice !”. Severus le mise una mano sulla testa e, sorridendo, le disse: “Mi ringrazierai ancora di più, quando, ti dirò dove ho deciso di andare”. Clarice, allora, alzò lo sguardo verso di lui e chiese: “Dove andremo ?”. Severus si avvicinò e, in un orecchio, le sussurrò rispondendo: “ A Disneyland Paris”. Sul sorriso di Clarice ricomparve, ancora, il sorriso di prima ed entusiasta disse: “Non ci sono mai stata, però, ho sentito dire da Dudley che ci sarebbe andato con i suoi amici questa estate…oh, oh, non mi dire che lo incontreremo ?!”. “Non lo incontreremo: lui ci andrà quest’estate, mentre tu, domani” disse Severus. “Già, hai ragione” disse ridendo Clarice. “Allora, adesso, hai capito, del perché ho voluto che rientrassi presto ? Perché se, domani non ti svegli presto, rischiamo, poi, di perdere la nostra prenotazione in albergo” spiegò Severus. “Andiamo addirittura in albergo ?!” disse stupita Clarice. “Andiamo al Disneyland Hotel: da quello che ho letto sui depliant, è l’hotel principale del parco ed anche quello più elegante” spiegò Severus. “Caspita ! Chissà quanto ti sarà costato !” disse stupita Clarice. “Non bado a spese, quando voglio farti contenta. Anche tu, e non solo quello stupido di tuo cugino, hai il diritto di divertirti” disse Severus, scompigliandole i capelli. “E, per quanto riguarda Artemisia ? Anche lei verrà con noi ?” domandò Clarice, guardando il furetto accanto a loro che, in quel momento, si stava grattando. “No, lei rimarrà qui: l’ho affidata ad Hagrid ed ai tuoi nonni; non ti preoccupare: è in buone mani” rispose Severus. Passarono i minuti e, mentre Severus rimboccava le coperte a Clarice, quest’ultima disse: “Non vedo l’ora che arrivi domani…però, prima di partire, devo dirlo a Ron ed Hermione, dove vado”. “Non ti preoccupare neanche di questo: di sicuro, glielo avrà già detto Hagrid” disse Severus. “Hagrid lo sapeva già che mi avresti portato a Disneyland Paris ?!” chiese stupita Clarice. “In verità, questa idea, mi era venuta in mente, quando hai liberato Dobby dalla schiavitù dei Malfoy” rispose Severus. “Papà, non ti ho chiesto di quando ti é venuta in mente questa idea: volevo sapere quando l’hai detto ad Hagrid, visto che, praticamente, era appena ritornato da Azkaban” domandò Clarice. “Glielo ho detto a cena e gli ho anche detto di non farne parola con te, sempre se avessi sospettato del mio strano comportamento” rispose Severus. “Il tuo non mi è sembrato un comportamento strano; anzi: secondo Ron, ti era andata la cena di traverso” spiegò Clarice. Severus preferì non dire alla figlia quello che, in quel momento, stava pensando di Ron anche perché, costui, era uno dei migliori amici di Clarice; quindi, dopo essersi calmato e tenutosi mentalmente questa cosa delle cena andategli di traverso, disse: “ Comunque, se la cosa può farti stare meglio, domani mattina, prima di partire, potrai salutare i tuoi amici anche se, torneremo prima della fine definitiva della scuola”. “Grazie di cuore, papà” disse sorridendo Clarice. Anche Severus accennò ad un piccolo sorriso; poi, disse: “Ora dormi, leoncino mio: domani, sarà una giornata pesante ma, spero, anche allo stesso tempo divertente e gratificante per entrambi”. “Lo sarà. Buonanotte, papà” disse Clarice. “Buona notte, piccola mia” disse Severus e, dopo averle dato un dolce bacio sulla fronte, uscì dalla camera da letto, per andare nel suo letto.

Il mattino seguente, mentre Clarice aspettava suo padre che finisse di fare colazione, stava chiacchierando con Hermione e Ron: “Anche io ho sempre sognato di andare a Disneyland Paris: ho letto che è un bellissimo parco; grande e con un sacco di attrazioni” disse Hermione. “Non so che cosa siano le attrazioni, ma da come lo hai descritto, mi hai fatto venire voglia di andarci anche io, con la mia famiglia anche se, secondo me, loro hanno già in mente un’altra destinazione” disse Ron. “Bé, almeno, ci rivedremo prima che finisca la scuola: papà, non vuole che perda l’Hogwarts Express” disse Clarice. “Non dimenticarti di spedirci delle cartoline” disse Ron. “Ron ! Ha detto che ritornerà qui; quindi, che motivo c’è di spedirci delle cartoline ?!” replicò Hermione.  “Bé, di solito, quando si va da qualche parte, si spediscono delle cartoline, per raccontare ai tuoi migliori amici, come sta andando la vacanza, no ?” disse Ron. “Sì, ma quando si sta via un mese intero e non alcuni giorni” disse Hermione. “Non ti preoccupare, Ron: vi prometto, ad entrambi, che vi comprerò qualche regalo” disse Clarice. “No, dai, non ce ne è bisogno” disse Ron. Clarice alzò un sopracciglio, proprio come faceva suo padre; quindi, Ron disse: “Però, se proprio insisti, allora, un regalo lo accetto molto volentieri, anche se è piccolo”. Clarice scosse negativamente la testa ed Hermione le disse: “ Clarice, l’importante è che tu ed tuo padre vi divertiate: ricordati, che deve essere un momento tra padre e figlia; solo un momento tra padre e figlia, nient’altro”. “Lo terrò in mente” disse Clarice. “Allora, bambina mia: i bagagli sono pronti: Artemisia, al momento, è con i nonni” iniziò a dire Severus, arrivando da loro; poi, voltando lo sguardo verso Hermione e Ron, continuò dicendo: “I tuoi amici, a quanto pare, li hai avvertiti” e, dopo aver rivoltato lo sguardo verso Clarice, finì col dire: “Quindi, manchi solo da prelevare tu”. “Io sono pronta, papà” disse Clarice. “Molto bene: ci apparterremmo vicino al parco, in un posto dove nessun babbano ci potrà vedere” disse Severus. “Bé, ragazzi, allora, ci vediamo fra qualche giorno” disse Clarice. “Mi raccomando: divertiti anche per noi” disse, con un po’ di tristezza, Ron. “Ron, il tuo regalo sarà più grande di quello di Hermione” disse Clarice. “Davvero ?! Bé, allora, divertiti un po’ meno, ma pensa di più a che regali prendere” disse Ron, tornando di buon umore. Clarice, Hermione e Severus lo guardarono stranamente; quindi, Ron disse: “Che c’è ?! Che cosa ho detto di male ?!”.

Poco dopo… “Papà, non mi sento troppo bene” disse Clarice. “E’ normale, piccola mia: tutti, alla prima materializzazione, si sentono male” disse Severus ed aiutò la figlia a sedersi su di una panchina. “Mi gira solo un po’ la testa e niente di più” disse Clarice. “Non è che, invece, mi stai nascondendo che stai veramente male ?” chiese Severus, mentre era seduto accanto a lei. “No, no sto bene; dico davvero” rispose Clarice e si rialzò in piedi, sostenuta, però, da Severus il quale le disse: “Non è un reato nascondere di stare mali: come ti ho detto poco fa, tutti, normalmente, stanno male alla loro prima materializzazione e, tu, sei stata molto brava”. “Sto bene, fidati” disse Clarice. “Ok, allora” disse Severus. Clarice si riprese del tutto e, dopo essersi guardata intorno, domandò: “Siamo già arrivati ?”. “Il parco è proprio qui vicino: dobbiamo solo camminare un po’” rispose Severus e, quindi, iniziarono a camminare. Severus aveva ragione: bastarono infatti, pochi minuti, perché davanti a loro, si ergesse l’enorme Disneyland Hotel, nonché entrata al Parco Disney. Gli occhi di Clarice brillarono di gioia e stupita disse: “Mi trovo in un sogno”. “Lo sai che, la fantasia è realtà: d’altronde, sei una strega” disse Severus. “Papà, come potrei mai ringraziarti ? E’ un bellissimo regalo” disse Clarice. “E’ il mio regalo per il tuo compleanno e, ciò, mi sembrava la cosa giusta festeggiarlo insieme qui” spiegò Severus. Ci fu un po’ di silenzio, nel quale i due, continuavano ad ammirare l’Hotel; poi, Severus disse: “Coraggio, piccola mia: la nostra stanza ci sta aspettando” e si incamminarono verso l’hotel.

Arrivarono nella hall e, dopo essersi avvicinati alla Reception, un ragazzo alla Reception, disse loro: “Buon giorno e benvenuti al Disneyland Hotel”. “Buon giorno; io sono il Professor Severus Piton e, questa, è mia figlia” si presentò Severus. Il ragazzo, allora, guardò sul computer e, dopo aver digitato qualcosa con la tastiera, disse: “Professor Piton, la sua camera e, quella di sua figlia, ovviamente, è il “Walt’s Apartement” al quarto piano, dalla quale godrete una bellissima vista su Main Street. Nella vostra suite, potrete trovare: servizi privati; cassaforte; telefono; aria condizionata; reception privata; tv con canali Disneyland Paris ed internazionali; un esclusivo lounge bar, con bevande gratuite tutto il giorno, prima colazione e thè pomeridiano; accesso diretto al Parco Disneyland; accesso alla piscina coperta; VIP FASTPASS, ovvero un accesso diretto ed illimitato agli ingressi FASTPASS di alcune attrazioni dei Parchi Disney. Inoltre, sempre se lo desideriate, è disponibile anche il servizio in camera che, però, è a pagamento”. “Mi scusi, ma che cosa è il FASTPASS ?” chiese Clarice.  “Il FASTPASS è un servizio gratuito che permette di ridurre il tempo di attesa, in alcune attrazioni nei due Parchi Disney. La prenotazione dell’orario di accesso all’attrazione, si effettua direttamente al distributore FASTPASS situato all’ingresso dell’attrazione stessa” spiegò il ragazzo. “Uao ! E noi, quindi, abbiamo un FASTPASS per tutte le attrazioni ?” domandò stupita Clarice. “Voi che risiedete qui, al Disneyland Hotel, avete diritto ad avere al VIP FASTPASS, che vi darà la possibilità di acquistare il biglietto FASTPASS di ogni singola attrazione, direttamente qui alla Reception dell’Hotel, senza andare ad ogni distributore che c’è all’ingresso delle attrazioni che hanno anche il FASTPASS” spiegò il ragazzo. “Spero che la nostra suite sia già disponibile” disse Severus. “Le camere, suite comprese, sono disponibili dalle ore 10 in poi; se, nel frattempo, volete riposarvi nel bar e prendere qualcosa… poi, vi avviserò io” spiegò il ragazzo. “Molto bene; avevamo intenzione di lasciare i bagagli e di trascorrere, subito, la prima giornata nel Parco Disneyland” disse Severus. “Il Parco non è ancora aperto, Signor Piton ma, tutti coloro che alloggiano negli Hotel Disney, possono entrare nel Parco Disneyland, due ore prima dell’apertura al pubblico da usufruire, così, delle attrazioni che, durante la giornata, normalmente sono le più affollate” spiegò il ragazzo. “Che bello ! Possiamo provare le attrazioni prima di tutti gli altri !” disse entusiasta Clarice. “Allora, visto che non sono neanche le 8, ne approfittiamo per andare a fare colazione all’interno del Parco Disneyland” disse Severus. “Allora, visto che, per voi, è la prima volta, vi consiglio di prendere qualcosa allo “Snack Bar Main Street” disse il ragazzo. “Grazie mille, per il consiglio” disse Severus. “Ecco i vostri Pass, che fanno vedere agli addetti al Parco, di che Hotel siete; se, volete prendere qualcosa, potete mandare i vostri acquisti direttamente in Hotel: quando ritornerete, li troverete qui, alla Reception” disse il ragazzo e, consegnò, ad entrambi, un cartellino di identificazione. “Ed i FASTPASS ? Non ce li da ?”chiese Clarice, mentre, come Severus, si metteva il cartellino al collo. “Per il momento, non ne avrete bisogno: le attrazioni accessibili due ore prima dell’apertura del Parco non sono tante e, gli addetti di esse, nel vedervi, capiranno subito che alloggiate in uno degli Hotel” rispose il ragazzo. “Grazie per la sua sempre e cortese disponibilità; allora, ci vediamo più tardi” disse Severus e, insieme a Clarice, uscì dall’hotel, entrando nel Parco Disneyland dove, ovviamente, giravano solamente le poche persone che risiedevano negli hotel: “Papà, è stupendo ! Non avrei mai immaginato che, un giorno di questi, ci sarei potuta venire” disse Clarice, mentre i due camminavano lungo la Main Street, la strada principale del Parco. “Vediamo di divertirci e non di pensare alla scuola: sono ancora senza parole, da quando tuo nonno ha detto che gli esami erano stati tutti sospesi” disse Severus. “E’ stata una bellissima sorpresa, ma non più di questa” disse Clarice. “Sono contento che tu sia già felice, perché lo diventerai ancora di più, quando alle 10 aprirà veramente il Parco” disse Severus. “Non vedo l’ora” disse entusiasta Clarice. Poco dopo, padre e figlia erano seduti ad uno dei tavoli del bar “Snack Bar Main Street” posto ad uno dei tanti edifici che costeggiavano la via: “Clarice, per favore, va un po’ più piano a mangiare quel panino: non te lo porta via nessuno” disse Severus, mentre guardava la figlia che, praticamente, si stava ingozzando. “E’ buonissimo ! Ancora più buono del cibo che fanno gli elfi del castello” disse Clarice. “Non è ingozzandoti a quel modo, che assaporerai quel panino” disse Severus.

Dopo aver finito di fare colazione, Clarice e Severus si diressero verso una delle attrazioni aperte a quell’ora: “E’ questa l’attrazione ?” domandò Severus. Clarice guardò sulla mappa e, indicando l’attrazione, rispose: “Sì, è proprio questa: Peter Pan Flights. Chi sa se voleremo veramente come Peter Pan verso l’Isola che non c’è ?”. “Clarice, Peter Pan non esiste” replicò Severus. “Però, se esistiamo noi maghi, allora, potrebbe esistere benissimo anche Peter Pan, non trovi ?” disse Clarice. Severus non replicò e, si limitò a seguire la figlia, dentro a questa attrazione: essa consisteva in piccoli vascelli pirata che scorrevano lungo un binario nascosto, posto in alto: “Il terzo mago più potente al mondo, che sta facendo un’attrazione per bambini” disse Severus, mentre l’addetta stava mettendo giù la protezione. “Sshhhh, papà: non devono scoprire che, in realtà, siamo dei maghi” gli disse sottovoce Clarice. “Stavo pensando a voce alta” disse Severus. “Allora, la prossima volta, pensa e non dire nulla” replicò Clarice ed il piccolo vascello si mosse, passando, per primo, nella stanza di Wendy ed i suoi fratelli e, poi, attraverso la finestra, sopra i cieli di Londra; sia Severus, che Clarice rimasero a bocca aperta nel vedere Londra sotto di loro: “ Papà, sembra proprio che stiamo volando” disse Clarice, mentre guardava di sotto. “Però: questa proprio non me l’aspettavo” disse Severus. “Chissà se c’è anche casa tua o, se magari, si vede l’entrata a Diagon Alley” disse Clarice, continuando a guardare di sotto. Severus scosse negativamente la testa e, quando lasciarono Londra, per passare sopra all’Isola Che Non C’è, Clarice disse, indicandola: “ Guarda, papà: è l’Isola Che Non C’è; è dove vive Peter Pan con i bambini sperduti e, guarda, c’è la Laguna delle Sirene ed il Galeone di Capitan Uncino”. “Come fai a sapere così tante cose su questo Peter Pan ?” chiese Severus. Clarice lo guardò e gli rispose: “ Bé…diciamo, che ho guardato il cartone animato e letto anche il libro”. “Mi sorprende che i Dursley ti abbiano permesso di guardare anche un cartone animato: dal modo che ti trattavano” disse Severus. “E’ questo il punto: l’ho guardato, quando mi lasciavano a casa da sola ed ho guardato anche tutti gli altri film della Disney” spiegò Clarice. Il piccolo vascello passò, poi, di fianco a Peter Pan che combatteva contro Capitan Uncino e, poi, accanto allo stesso Peter con Wendy ed i suoi fratelli, sopra il Galeone illuminato dalla polvere di fata e, alla fine, il piccolo vascello, si fermò, di fianco alla Laguna delle Sirene, dove sullo sfondo, vi era il Galeone di Capitan Uncino che volava: “ E, adesso, perché ci siamo fermati ?” domandò Severus. “Perché, prima, devono far salire altre persone e, mano a mano che i vascelli vanno avanti, andremo avanti anche noi” rispose Clarice; di fatti, il loro vascello si fermò e, dopo che si fermò, si aprì la barra di protezione e Clarice e Severus poterono scendere: “Oh, finalmente: quel vascello era un po’ scomodo” disse Severus, mentre uscivano dall’attrazione. “Per me, invece, era comodissimo” disse Clarice; poi, aggiunse chiedendo: “Adesso dove andiamo ?”. “Quale è l’attrazione più vicina ?” domandò Severus. Clarice controllò la mappa e, poi, rispose: “ I viaggi di Pinocchio” e, mentre ripiegava la mappa, Severus disse: “Ah, ora mi ricordo di quella storia: narra di un burattino che, invece di andare a scuola, andò al Paese dei Balocchi e, insieme ad un certo Lucignolo, venne trasformato in un asino; ma, poi, riuscì a scappare e, per cercare il suo papà, venne mangiato da una balena. Alla fine, se non ricordo male, la Fata Turchina, lo fa diventare un bambino”. “Uao, papà ! E’ proprio quella la storia ! Ma come fai a saperla ?!” chiese stupita Clarice, mentre camminavano verso questa attrazione. “Quando ero piccolo, mia nonna mi leggeva sempre questa storia: diciamo che voleva farmi capire che, se volevo arrivare ad un obiettivo, dovevo studiare fino a raggiungerlo” rispose Severus. “Non aveva tutti i torti: di fatti, sei diventato un Professore di Pozioni” disse Clarice. “E, se anche tu, ti ci metterai di impegno, sono sicuro che, quando sarai diventata grande, sarai qualcuno di molto importante” disse Severus, stringendola a se. “Ma io sono già qualcuno di molto importante: ricordati che, nel mondo magico, tutti mi conoscono come la Bambina Sopravissuta, colei che ha sconfitto il Signore Oscuro” spiegò Clarice. Severus le sorrise amorevolmente e, finalmente, entrarono dentro all’attrazione di Pinocchio.

Il resto della giornata trascorse molto piacevolmente e, quasi a metà pomeriggio, Severus e Clarice si trovavano in fila, per farsi fotografare insieme a Topolino: “E’ una cosa senza senso ! E’ una cosa senza senso !” disse Severus. “Che cosa che è una cosa senza senso ?” domandò Clarice. “Fare una fila così lunga, per fare una fotografia di neanche un minuto” rispose Severus. “ Ma papà: è Topolino” disse Clarice. “E con questo ?” chiese Severus. “E’ il personaggio più famoso che esista; anche più famoso di Gilderoy Allock” rispose Clarice. “Bé, non ci vuole molto per essere più famosi di quello stupido di Allock” disse ridendo Severus ed anche Clarice si mise a ridere. Finalmente, arrivò il loro turno e, quando furono davanti a Topolino, Clarice gli consegnò il Libro per gli Autografi, proprio come aveva fatto precedenza anche con altri personaggi Disney, con i quali aveva fatto le foto. Dopo che Topolino ebbe scritto l’autografo e le ebbe riconsegnato il libretto, Clarice e Severus si misero ad entrambi i suoi lati ed, il fotografo, scattò la foto e, mentre Clarice abbracciava Topolino, Severus si avvicinò al fotografo e gli disse: “ Può mandare la foto al Disneyland Hotel dove, io e mia figlia, alloggiamo: la mandi sotto al nome di Professor Severus Piton”. “Sarà subito fatto, Professor Piton” disse il fotografo. “ Grazie mille” disse Severus e, dopo che Clarice l’ebbe raggiunto, si diressero da un’altra parte del Parco. La prima giornata al parco era finita, ma non del tutto perché, anche mentre stavano cenando al ristorante dell’hotel, alcuni personaggi Disney facevano compagnia agli Ospiti: “ Hai visto, papà: c’è Cenerentola con il suo Principe; e, poi, ci sono Topolino; Minnie; Pippo e Paperino” disse Clarice, mentre guardava i vari personaggi che passavano tra i tavoli, interagendo con gli Ospiti. “ Mangia la tua cena o, se no, rischia di diventare fredda” disse Severus; ma, vedendo che la figlia non si voltava, la richiamò, dicendole: “ Clarice ! Ti ho detto di voltarti e mangiare la tua cena ! Non è che se ne vanno, per poi non rivederli mai più”. “E, se poi, se ne vanno veramente ? Non avrò gli autografi che mi mancano” disse Clarice. “Verranno, fidati” disse Severus. Sentendo queste parole, Clarice si rivoltò e gli domandò: “ Come fai ad esserne certo ?”. “Istinto paterno e, ora, mangia o, se no, prometto che, domani, non verrò con te su nessuna attrazione” rispose Severus. “No, non puoi farmi questo ! Non sarà divertente, fare le attrazione da sola” disse Clarice. “Allora, fammi la cortesia di mangiare la tua cena, così, dopo, potrai divertirti con Topolino e gli altri, quanto vuoi” disse Severus. Clarice, allora, mangiò la sua cena e, appena l’ebbe finita, Paperino e Pippo si avvicinarono al suo tavolo e, mentre Pippo firmava l’autografo sul libretto che gli aveva consegnato Clarice, Paperino faceva i dispetti a Severus, il quale disse: “ Sei il mio personaggio preferito, Paperino, ma non farti ridurre arrosto” e, Paperino, allora, si limitò a posare in foto con lui, quando il fotografo fece loro una foto e, poi, ne fece una tutta insieme, anche con Clarice e Pippo. Venne sera e, mentre Severus si stava preparando per andare a letto, Clarice disse, mentre guardava il suo libretto: “ Che bello: ho già un sacco di autografi ! Domani, devo cercare, in tutti i modi, di avere anche tutti gli altri”. “Bambina mia: ci sono così tanti personaggi Disney che, neanche stando qui un’intera settimana, riuscirete a farti fare tutti gli autografi” disse Severus. “Però, Hermione, mi ha detto che non è una cosa impossibile” disse Clarice. “Nessuna cosa è impossibile: basta solo volerla fino in fondo, per far sì che sia possibile” spiegò Severus, andando di fianco al letto di Clarice, la quale disse: “ Allora, anche tutti gli autografi diventeranno possibili”. Severus sorrise e, mentre Clarice metteva il suo libretto e gli occhiali sul comodino, le disse: “ Ora dormi, piccola mia: domani, ci aspetta un’altra giornata pesante”. “Ti sei dimenticato di dire divertente” disse sorridendo Clarice. “E divertente” disse Severus e le aggiustò meglio le coperte. “Buona notte, papà” disse Clarice. “Buona notte, bambina mia” disse Severus, dandole un dolce bacio sulla fronte, si andò a mettere nel suo letto, dove prese sonno quasi subito.

  
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