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Autore: _Wolfa_    20/12/2012    3 recensioni
Avete mai provato un'amicizia così forte che sfida la distanza? Io sì. Questa Flashfic ha questo come tema: i legami favolosi che si possono instaurare con persone che abitano anche dall'altra parte del paese. Per me, questa ragazza ha rappresentato un'ancora di salvezza e non smetterò mai di ringraziarla. E' la prima cosa che pubblico... boh, spero vi piaccia :')
P.S. dedicata a LilianSlytherin... Ti voglio un mondo di bene Lilla, lo sai vero? ♥
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fisso la pagina bianca.
Mille pensieri mi turbinano nella mente, ma non riesco a scriverli.
È tutto così confuso, è tutto così complicato, è tutto così dannatamente difficile.
Ma perché? Io non voglio sia così. Sto cercando di andare avanti, sto cercando di ignorare la gente che mi detesta, che mi odia semplicemente per quello che sono: una ragazza introversa, pronta a dare tutto quello che ha per i propri amici, a tratti ironica e irriverente.
Perché ci sto male? Dovrebbe non importarmi. A loro non importa di me. E perché io continuo a pensarci? Perché è un chiodo fisso nel mio cervello?
Vado sul terrazzo. Il gelido vento invernale mi investe, comincio a tremare, a battere i denti. Ma non mi importa. Oppure voglio stare male?
Troppi pensieri. Quanto vorrei poter spegnere la mente, anche solo per qualche secondo.
Prendo la prima giacca che mi capita, esco. Dove vado? Non lo so. Non ho una meta.
Mi guardo intorno: cosa vedo? Persone… no. Non vedo persone. Vedo volti, che hanno una storia, che hanno un passato e che avranno un futuro, chi più chi meno brillante. Mi guardo le mani. E io? Chi sono? Qual è il mio passato? E il mio futuro?
Entro in un parco, mi siedo ai piedi di un albero, con la schiena poggiata al tronco.
Perché tutte quelle domande? Soltanto perché un’idiota ti ha detto che sei una persona schifosa, falsa? O forse perché ha solo chiarito ciò che ti frullava nella mente da troppo tempo?
Le lacrime mi stavano offuscando la vista, le ricacciai indietro. Io non avrei pianto. Io non piango, io non mi mostro debole.
Tremavo ancora. Questa volta non per il freddo, ma per la rabbia, per la paura di rimanere sola, per quel vuoto che si stava creando piano piano dentro di me, per colpa di alcune persone che si facevano chiamare “amici”, ma che non sapevano neanche lontanamente il significato di tale termine.
Sento la mia tasca vibrare. Guardo il telefono: un messaggio.
“LALALALALA pensavi di passare un giorno senza sentirmi eh?”.
Chiusi gli occhi, poggiai la testa all’albero e mi morsi la lingua.
Le labbra mi si incresparono in un sorriso. Respirai profondamente: in un istante, per un messaggio di una persona speciale, la ferita che mi stava dilaniando si era richiusa.
Forse… non ero totalmente sola: una persona, distante più di seicento chilometri, mi aveva scritto per nostalgia, perché mi voleva bene. Forse ho solo mal riposto la mia fiducia, ho dato tutto quello che avevo a persone che non lo meritavano, a cui non importava niente.
Ma non a tutti. Ancora non mi capacito di come, ma quella ragazza tiene davvero a me. Non mi importa di quella schifosissima distanza, lei è la mia migliore amica.
“Ti voglio bene”.
  
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