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Autore: Wild Honey    20/12/2012    2 recensioni
Essere diventate maggiorenni e poter uscire da sole la sera era una novità eccitante per Elena e Roberta, specialmente ora che Martina si era unita a loro: una nuova conoscenza, una ragazza ancora da scoprire, con un fascino a cui nessuno poteva resistere. Non volevano lasciarsi sfuggire una serata con lei, ma non sapevano che ciò le avrebbe catapultate in un vortice di orrori…
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sono già le 21.20, sei di nuovo in ritardo – le disse Roberta con tono scocciato. – Mi fai sempre fare figuracce con Marti!

- Ma sì, ora che abbiamo 18 anni la vita può iniziare a mezzanotte! – rispose Elena con noncuranza. Roberta viveva nel terrore di dispiacere a qualcuno, specialmente se voleva entrare nelle sue grazie. A lei invece non importava granché di tardare un po’; salì sulla macchina che l’amica guidava e non fece altri commenti.

- Guarda che figata: con le lucine intermittenti la città sembra una discoteca all’aperto! – si entusiasmò Elena.

- Sono solo le luci di Natale Ele… Dì un po’, hai già iniziato con gli alcolici a cena? – replicò Roberta.

- Cretina – la apostrofò Elena. – Da quando usciamo con Martina sembra che sia perfetta solo lei.

- Beh, dovrai ammettere che, se non raggiunge la perfezione, la rasenta! Pensaci bene: mai un capello fuori posto, mai un vestito inadeguato o un accessorio abbinato male…

- Sì sì, è il tuo idolo… - fece Elena fingendosi annoiata; aveva sentito elogiare Martina almeno un milione di volte ormai. – Non capisco se la ami, o se vuoi solo essere come lei!

- Piantala, tutti vorrebbero essere come lei, è così ovvio! Ma hai visto quanti ragazzi le stanno dietro? Nessuno le resiste…

- Già, anche il ragazzo di Vale – Elena si rabbuiò; Valentina non era più uscita con nessuno da quando Martina le aveva letteralmente rubato il fidanzato storico. E pensare che un tempo Vale era il collante della loro compagnia, la ragazza che con la sua diplomazia riusciva a tenere uniti due caratteri così diversi come quelli di Elena e Roberta.

Roberta ebbe uno scatto quasi collerico verso l’amica: - Insomma, Martina aveva tutte le carte in regola per soffiarle quel gran figo di Gianluca! Chi la rifiuterebbe una così?

- Uno fedele alla sua tipa, per esempio…

- Da quando ti importano cose come la fedeltà o le questioni di principio? Sono sempre più convinta che prima di uscire ti sei scolata qualcosa di pesante…

- Boh, so solo che a Vale queste cose importavano, mentre di Martina non sappiamo quasi nulla… eppure ora la nostra compagnia ruota intorno a lei. Chi ti dice che quando troverai un ragazzo lei non te lo ruberà?

- Ma lei è mia amica! Perché devi parlar male di lei, sei forse invidiosa? E poi non è senza cuore come dici… Sta solo uscendo da un periodo difficile… Sai, con me si è confidata: dopo il divorzio dei suoi genitori ha vissuto per un po’ con la madre, ma anche lei era invidiosa di quanto era perfetta, e così la trattava malissimo e le appioppava uno schiaffo ogni volta che faceva qualcosa di sbagliato. Per questo ha dovuto trasferirsi qui, da suo padre: pensa a quanto è stato difficile per lei trovarsi in una nuova casa, città, scuola…

- A me sembra che a scuola abbia fatto amicizie fin troppo in fretta…

- Ele, smettila di parlar male di lei! Vuoi che ti lasci qui per strada?

Ma ormai erano già arrivate al disco-pub. Martina era lì fuori ad aspettarle: era a dir poco luminosa. Elena si rimangiò mentalmente tutto ciò che di male aveva pensato di lei fino a quel momento: come poteva avere anche solo il sospetto di qualcosa di negativo su una ragazza che emanava gioia e fascino da tutti i pori? Le paillettes del vestitino che indossava erano solo un pallido contorno per quel suo viso dalle gote rosee e dagli occhi azzurro cielo, incorniciato perfettamente da ricci biondi.

- Ragazze, eccovi finalmente! Forza, non vedo l’ora di entrare! Non vi immaginate quanta carne fresca ho visto passare, avremo solo l’imbarazzo della scelta! – disse sorridendo e baciandole sulle guance; e le trascinò all’interno del locale.

 

Finalmente era giunto il momento più atteso per Elena: la cameriera aveva portato al tavolo le bevande ordinate. Le due amiche però parevano più interessate ai tipi del tavolo nell’angolo opposto al loro: due bellocci sui 30 anni, tirati a lucido per l’occasione, e ammiccanti verso gli esemplari del sesso opposto.

- Non ci posso credere Marti: praticamente ti stanno spogliando con gli occhi! È tutto così eccitante! – Roberta seguiva lo scambio di sguardi e gesti con ammirazione.

- Un po’ – replicò Martina con finta noncuranza. – Però ora bisogna passare ai fatti! – esclamò, e così dicendo sfoderò il suo sorriso smagliante e si avviò con passo deciso al tavolo dei due ragazzi.

- Guarda, c’è anche Vale, è là al banco che parla con quella sua amica barista… Forse dovremmo andare a salutarla, non mi sembra molto bello che siamo nello stesso locale e non le parliamo nemmeno – osservò Elena.

Roberta però era rapita dalla scena di caccia che si era aperta di fronte a lei: - Cosa te ne frega di Vale? Guarda, quei due stanno facendo di tutto per conquistarsi Marti! Beh, fossi in lei sceglierei quello con la camicia blu, è il più figo! Anzi no, meglio che scelga l’altro, così magari quello lo presenta a me!

- Io non ci trovo nulla di straordinario, è la stessa scena che si ripete da quando usciamo con quella: in ogni locale c’è qualcuno che vuole farsela…

Sul viso di Roberta si dipinse il disappunto, e non solo per il commento poco entusiasta di Elena: Martina era uscita dal locale a braccetto coi due ragazzi, facendole l’occhiolino. – Ci siamo, ora prepara il terreno, e poi mi dice di seguirla fuori con uno dei due fighi! È fatta!!!

- Se lo dici tu… - Elena era indifferente a questo tipo di svago, e più interessata a sorseggiare il suo secondo drink della serata.

Ma Roberta si stizzì presto: - Perché non viene a chiamarmi?

- Mi sembra evidente che non ne ha nessuna intenzione, e poi non ti ha mai passato i suoi ragazzi.

- Ma non è giusto! Perché tutti sbavano dietro a lei? Magari le hanno chiesto anche di me… io esco e vado a vedere cosa combinano, non voglio che si tenga tutto il divertimento per sé!

- Vai pure, ma secondo me farai solo la guastafeste…

Roberta si avviò di gran carriera fuori dal locale, decisa a prendersi ciò che riteneva spettarle di diritto dopo averla fedelmente accompagnata tante volte in giro per locali.

Notando che era rimasta sola, Valentina si avvicinò ad Elena: - Ciao, posso sedermi?

Elena era stupita ma felice: - Certo, fai pure. Sai, avevo detto a Robi di venire a salutarti ma…

- Non importa, conosco il tipo. A te come va?

- La solita serata con Miss Mondo e la sua fedele cheerleader…

Valentina rise: - Sì, ho notato questo nuovo equilibrio nella vostra compagnia… Attente a non cacciarvi nei guai però, non si sa mai chi si incontra nei locali di notte…

Il cellulare di Elena iniziò a vibrare: - A proposito di guai… è Robi che mi sta chiamando… una cheerleader esclusa può diventare furibonda! – e rispose al telefono un po’ scocciata. – Che cosa vuoi?

La voce di Roberta però non tradiva rabbia, ma paura: - Ele, sono riuscita a seguirli, ma quando ho svoltato l’angolo Marti non c’era più! E per terra c’è il suo vestito! Mio Dio, cosa le avranno fatto quei due?

- Calmati Robi, magari si sono imboscati a far roba…

- No, i due tipi li vedo, ma Marti? Il suo vestito è a pochi metri da loro due, ed è tutto strappato! Ho paura! Vieni subito qui, sono nel campo dietro via del Mulino!

Elena era frastornata, ma acconsentì perché sentiva che l’amica era davvero terrorizzata. Si scusò con Valentina, spiegandole in poche parole perché se ne doveva andare; la ragazza si mostrò con lei disponibile come un tempo: - Vengo con te: se quei due sono dei tipi loschi è meglio che siamo in tante.

 

Si affrettarono a raggiungere il posto indicato da Roberta; i loro timori si accrescevano man mano che percorrevano le vie, sempre più buie ed isolate. “Certo che Martina non poteva farsi trascinare in un luogo più sospetto per farsi stuprare, picchiare, o chissà cos’altro le è successo…” pensò Elena. Anche Valentina non sembrava più tanto convinta di quel che stavano facendo.

Era troppo tardi per pentirsi però, e ne ebbero l’assoluta certezza quando giunsero in via del Mulino. La notte non era del tutto limpida, e la luna stentava ad illuminare a sufficienza la strada, così procedevano caute mantenendosi radenti al muro del vecchio cascinale abbandonato.

Vale bisbigliava chiamando Roberta, ma nessuno rispondeva. Infine sì bloccò all’improvviso: - Sono inciampata in qualcosa…

Si abbassarono verso il terreno cercando di vedere meglio nel buio, e con raccapriccio scoprirono di essersi imbattute in un cadavere: il corpo senza vita di Roberta ancora zampillava sangue sotto i loro occhi, sottili lembi di pelle erano il solo legame rimasto intatto fra la sua testa e il resto del corpo.

Valentina scoppiò in lacrime di terrore, soffocando con una mano le grida che tentavano di esplodere dalla sua gola; infatti alzando lo sguardo si era accorta che uno dei due ragazzi del pub era lì, a poche decine di metri da loro, in mezzo al campo. Si guardava attorno e pareva eccitato, come in attesa del momento culminante della serata.

Elena era frastornata, l’alcol bevuto e l’odore di sangue le davano la nausea e voleva solo abbandonare al più presto quel posto: - Quei due stronzi hanno ucciso Robi! Dobbiamo andarcene subito prima che si accorgano di noi e ci facciano fuori!

Ma Valentina protestò: - E se Marti fosse ancora viva? Quel tizio sta aspettando qualcosa, magari che l’amico gliela consegni e divida con lui il divertimento… No, dobbiamo fare qualcosa almeno per lei, se possiamo!

- Ma guarda: quel tizio ha appena ucciso Robi, e l’altro probabilmente è in qualche altra via buia a sistemare anche Marti! Scappiamo!

Vale non ebbe il tempo di replicare alle proteste dell’amica, poiché davanti a loro si palesò qualcosa di totalmente inaspettato, e le due stettero immobili ad osservare la scena. Nel campo ora c’era un animale, un grosso cane che ringhiando rabbiosamente corse verso il ragazzo.

Inutile fu il suo tentativo di fuga, che impallidiva di fronte alla rapidità di movimento della bestia furiosa: il cane lo aveva atterrato e ora lo dilaniava ferocemente con i denti aguzzi e gli artigli.

Le due ragazze erano tanto frastornate da non riuscire a muovere un muscolo, mentre assistevano con occhi sgranati al macabro spettacolo. Cosa diavolo stava accadendo? Da dove era sbucato quel cane randagio? E Martina? Dove l’aveva condotta l’atro sconosciuto?

Non rimase loro altro tempo per porsi domande: l’animale volse di colpo gli occhi scintillanti sulle due ragazze, e scattò verso di loro con eccezionale rapidità. Ma proprio quando fu sufficientemente vicino da poterle sbranare, si arrestò, e sotto il loro sguardo sempre più incredulo prese a mutare le sue sembianze.

Il pelo era sempre più scintillante e chiaro, gli occhi lucenti e azzurri, i denti aguzzi prendevano un forma regolare e bianchissima. Gli arti, sempre più slanciati, lo sorreggevano in una posizione ormai eretta, mentre la pelle si faceva levigata. In pochi secondi quella bestia aveva assunto le sembianze della loro amica Martina!

Ad Elena girava la testa: - Ma allora sei quella cosa mezzo uomo e mezzo lupo… un licantropo!

Martina la fissava con disprezzo: - Idiota, forse Twilight non ti ha insegnato che anche i vampiri possono prendere le sembianze di un lupo, e di tante altre cose che nemmeno immagini!

Detto ciò, la scaraventò al suolo con uno schiaffo; Elena era già stordita dall’alcol, e non oppose molta resistenza: rimase a terra senza poter fare altro che osservare la surreale scena che si svolgeva davanti a lei.

Martina si rivolse a Valentina: - Quei due bambocci avevano un profumo così invitante, così ho pensato di farmi una bevuta in santa pace, tanto domani nessuno mi avrebbe collegata ai loro cadaveri. Invece avete voluto ficcare il naso nella mia caccia, e ora mi toccherà trasferirmi di nuovo e raccontare a tutti la storiella dei genitori divorziati!

Vale indietreggiava, con l’amara consapevolezza di non poter correre abbastanza veloce e fuggire abbastanza lontano per quell’essere disumano; ora il volto di Martina aveva mutato espressione: - Neanche tu però devi essere tanto male… - sussurrò chiudendo gli occhi e inspirando ampiamente dalle narici.

Di colpo spalancò gli splendidi occhi azzurri, e le fu addosso con la stessa ferocia del cane rabbioso. Schiuse le fauci, e la luna fece scintillare i canini aguzzi e perfetti; affondò nel collo, ed ebbe un fremito di piacere nel sentire il sangue che pulsava attraverso le arterie.

Elena cominciò a credere di essere in preda ad un’allucinazione: lo spettacolo era troppo irreale, e il soffio vitale stava abbandonando Valentina troppo rapidamente… Adagiò la testa di lato e chiuse gli occhi, assaporando la terra fredda.

Presto sentì una mano afferrarla per i capelli e sollevarla di peso dal suolo: ora Martina la teneva stretta, e con la lingua si leccava le gocce del sangue di Vale rimaste ai lati della bocca.

Riusciva a sembrare bellissima anche in un momento del genere. Elena cominciava a capire perché Robi avrebbe voluto essere come lei, almeno per un giorno. Ma ormai non avevano più a disposizione nemmeno un giorno. Nemmeno un’ora. Nemmeno un secondo di vita.

  
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