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Autore: drewsvoice    20/12/2012    0 recensioni
Era arrivato Dicembre, avevo un migliore amico gay che mi aveva scambiata per Cupido e ‘maglietta a righe’ continuava ad essere complicato quanto il fatto di capire –per me- le gocce di un biscotto.
Bene, questo si prospettava in assoluto il Natale peggiore di tutta la mia esistenza.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12 dicembre, 08.45.

“Oh, per la miseria!” Esclama d’un tratto Harry, meravigliato.
Bevo un sorso del mio cappuccino. “Che succede?”.                                                                                                         
“Che cosa vedono i miei occhi!”, continua.                                                                                                                   
“A meno che tu non sia cieco, Hazza, qualcosa la vedi sicuro” Dico ironica, appoggiandomi al bracciolo della sedia.
Lui alza furtivamente l’indice ed indica un ragazzo con una maglia a righe, seduto a qualche tavolo distante.
“Hm, carino!” Commento e mi sporgo verso il mio migliore amico. “Perché non ci provi?”.
“Non ha la faccia da…” Lascia in sospeso, un po’ amareggiato.
Faccio una smorfia. “Perché, Liam ha la faccia da omosessuale? Cioè, ci hai provato spudoratamente con lui!” Esclamo indignata, bevendo un altro sorso. 
Oh, è freddo. Faccio una smorfia e glielo porgo. “Ne vuoi un po’? È buonissimo, dav-”.
Lui scuote la testa – o per meglio dire i ricci-, abbassa lo sguardo e comincia a girare nervosamente la sua tazza di cioccolata calda. “E se fosse omofobo?”.
 
“Guarda chi si rivede!” Dice Luke, piazzandosi di fronte a me ed Harry.
Faccio un passo verso di lui. “Che cazzo vuoi?”.
“Mamma mia, sei proprio un maschiaccio. Magari, se ci provi, lui ci sta!”.
Tutti scoppiano a ridere e mormorano parole che né io né Harry avremmo mai voluto sentire.
Siamo entrambi umiliati, bloccati in quella gabbia ricoperta di etichette.
Ma siamo nella stessa, di gabbia, quindi voleremo insieme verso la libertà.

 
Sospiro. “Ci provo io e poi ti faccio sapere, ok?”. Mi alzo e mi siedo accanto al ragazzo.
“Ciao”, lo saluto.                                                                                                                                                             
Lui mi guarda confuso. “Ci conosciamo? Comunque, sono Louis!” Mi porge la mano, sorridente.              
“Jenna” Mi appoggio con i gomiti sul tavolo e guardo una coppietta gay alle sue spalle. “Oddio, che dolci!”.
Lui si volta, li guarda e poi abbassa lo sguardo sul caffè. “Già…”.
Ah -ah, beccato!                                                                                                                                                          
“Dove hai comprato questi pantaloni?” Gli domando, osservando velocemente ciò che indossa. 
“Il tuo amico ti ha mandato da me, vero?”.
“Hm, sì. Senti, lui è parecchio sensibile e mi ‘spiace che abbia messo gli occhi su di te, anche perché è parecchio rompiballe quando gli piace una persona, ma posso assicurarti che è la persona più meravigliosa che io abbia mai incontrato. Quindi, sii delicato con lui”, lo avverto.
Poi mi alzo e schiocco una bacio sulla guancia di Harry, allontanandomi.
Appena uscita dal bar, mi volto e vedo Louis che stringe la mano al mio migliore amico.
Ben fatto, Jenna!
 

13 dicembre, 9.25.

“Oggi esco con Louis!” Compare Harry in salotto, con un sorriso sul volto. “Lo sai che già ci conoscevamo? Ci siamo incontrati al concerto” Racconta lui entusiasta.
“Davvero?” Domando e lui annuisce.
Poi mi prende per mano e mi porta in camera sua.
“Allora, cosa mi metto?” Chiede euforico, aprendo l’anta scorrevole.                                                                          
Mi butto sul letto. “La camicia a quadri bianca e rossa, con quella stai benissimo!”, gli consiglio.
Lui la indossa e poi mette un paio di jeans. “Queste o queste?” Domanda, con due paia di scarpe in mano.
“Quelle nere” Dico e mi avvicino a lui, accarezzandogli i capelli. “Ti voglio bene”, sussurro.
 

18.37.

“Ehi, non piangere…” Dico, accarezzandogli la schiena.
“È impegnato, Jenna. E per di più con una ragazza!”.
“Harry, non fare così. Ce ne sono altri lì fuori. Al massimo ti sposi me!”, lo incoraggio.
“Ma io non ti voglio sposare!”.
Alzo gli occhi al cielo. “Come sei delicato!”, scherzo.
Lui affonda la testa nel cuscino, intento a soffocare i singhiozzi, ed il campanello comincia a suonare imperterrito.
Apro e maglietta a righe mi si para davanti.                                                                                                                
“Louis, non è proprio il momento adatto…” Lo supplico, torturandomi le mani.
Lui aggrotta la fronte. “Cos’è, Harry è nudo? Sai, mi ha parlato della sua fissa e…” Comincia a parlottare, divertito.
Alzo una mano, facendogli segno di restare lì, e ritorno dal riccio.
“È di là” Sussurro, avvicinandomi al letto.
“Digli che sto dormendo”.
“Okay”, rispondo.
Ritorno da Louis e faccio come mi ha detto Harry.
“Ah, allora lo chiamo stasera” Sospira lui, alzando la mano in segno di saluto prima di andarsene via.
Ritorno di nuovo nella cameretta e mi fermo sulla soglia. “Sai che dovrai affrontarlo, prima o poi?”.
Posso ancora sentire i suoi singhiozzi, nonostante lui stia opprimendo la faccia contro il cuscino.
E la cosa peggiore è che non c’è nulla che io adesso possa fare per farlo stare meglio.
 

21.00.

“Ti ricordi di-” Sto per domandargli, fra le risate, ma il cellulare vibra. 
Lui deglutisce e apre la chiamata. “Pronto?”.
“Do-domani? È solo che… okay, a che ora?” Domanda dopo un po’, cominciando a fare avanti ed indietro. “Okay, a domani” Lo saluta, posando poi il cellulare sul tavolo.
Si passa una mano sul viso e sospira. “Non so che fare, Jenna”, mi confida.
Mi alzo e l’abbraccio forte. “Tu ce l’hai sempre fatta, ce la farai anche questa volta, Hazza”.
 
14 dicembre,  18. 35.

“Allora, com’è andata?” Mi alzo dal divano, con la coperta di lana addosso.
Lui alza un angolo delle labbra. “Bene”.
“Sicuro?” Domando e lui annuisce.
Si chiude in bagno e sta per qualche secondo in silenzio, dopodiché i suoi singhiozzi riempiono quel silenzio creato in casa.
Mi appoggio alla porta, con gli occhi lucidi. “Ehi, io ci sono”, sussurro ancora una volta.
 

21 dicembre, 16.50.

“Jenna, c’è Harry? È da una settimana che non mi risponde” Dice Louis, entrando in salotto. 
“Ehm, adesso è in doccia. Comunque, è stato davvero impegnato questa settimana!”.
“È in doccia?” Domanda insicuro, alzando un sopracciglio.
“S-sì”, balbetto.
Lui si siede sul divano. “Ah, allora lo aspetto”.
“Louis, per favore…” Lo prego, prima che una serie di singhiozzi riecheggino nell’aria.
“È lui, vero?” Domanda in un sussurro, abbassando lo sguardo sulle scarpe. Abbasso lo sguardo anch’io, non sapendo cosa dire.
“Io lo aspetterò, finché non deciderà di rivolgermi la parola” Dice dopo, guardandomi.
“Lui l’ha fatto per tempo, Louis. Adesso è il suo momento, merita di essere felice. Prendilo o lascialo andare via”.
Lui si morde il labbro. “Ho lasciato Eleanor”.
“Perché?”, domando.
Lui scuote la testa, si alza e va via, senza nemmeno salutarmi.
 

23 dicembre, 21. 20.

Harry entra in cucina e si siede, prendendo la testa fra le mani. Mi levo i guanti di gomma e mi siedo di fronte a lui.
“Mi ha appena baciato” Dice, mentre le lacrime gli inondano il viso.
Gli accarezzo la mano. “E non sei felice?”. 
“È così difficile, Jenna”.
Allontano i ricci dal suo viso, per poterlo guardare negli occhi. “Tu lo ami?”.
“Sì”, dice lui.
“E lui?” Domando poi.
Lui tentenna un po’. “È proprio questo il problema. Perché è così difficile fidarsi?” Domanda lui, rifugiandosi tra le mie braccia.
Sospiro. “Provaci, Hazza. Alza quel culo e bacialo, perché vale la pena provarci, ok?”.
Lui annuisce e corre fuori, fermandosi poi sulle scale, dove è seduto Louis. Si guardano per un attimo negli occhi e poi Harry lo bacia, dolcemente.
Riesco a percepire tutti i suoi sentimenti. Finalmente ha trovato la sua felicità ed è riuscito ad uscire dalla gabbia.
 

24 dicembre, 21.00.

“Ehi” Saluto Louis, con una pacca nella spalla. Lui mi sorride, sale gli scalini e bacia Harry. “Oh grazie, adesso mi sento proprio una Forever alone!” Esclamo, alzando le braccia al cielo.
Harry si volta verso di me, sorridente. “Avanti, ti abbiamo fatto anche una sorpresa!”, si lascia sfuggire.
“Harry, non dovevi dirlo!”, lo rimprovera Louis. “Comunque, è qua fuori” Continua, indicando la porta ancora aperta.
Con questo freddo io dovrei uscire fuori solo per uno stupido regalo? Okay, sono troppo curiosa per non vedere ciò che hanno progettato. 
Prendo il cappotto ed esco, guardandomi attorno. Nella veranda c’è un biondino seduto sulla panca, e per di più con un vestito di Babbo Natale addosso.
“Madre mia, che hanno combinato?” Chiedo, facendolo voltare.
Lui ride e mi porge la mano. “Babbo Natale” Si presenta, incatenando i suoi occhi azzurri con i miei.
La stringo. “Jenna. E comunque, a che cosa serve tutta questa farsa?” Domando, incrociando le braccia al petto.
“Sai, dovresti crederci, nel Natale intendo. Saresti più felice” Mi consiglia sorridente.
Sbuffo. “Felice” Minimizzo la parola ed entro in casa, facendo una smorfia.
“Sì, ed anche meno acida!” Urla, seguendomi dentro. 
Sbuffo di nuovo. “Acida”.

                                                                                                           

  
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