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Autore: p a n d o r a    20/12/2012    1 recensioni
{E poi capisci che il vero amore è quello che hai sotto agli occhi.}
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Larxene, Roxas, Un po' tutti, Zexyon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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{E poi capisci che il vero amore è quello che hai sotto agli occhi.}
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Il portale oscuro si era aperto di nuovo e da lì ne era uscito un uomo alto con i capelli azzurri e con una cicatrice a forma di X sul volto, seguito da un ragazzino biondo con gli occhi azzurri che camminava a passo goffo. Quel ragazzino è stato sempre un motivo di odio per lei. Da quando era arrivato non faceva altro che combinare guai, e non soltanto riguardanti l’Organizzazione.
Larxene se n’era accorta, da quando il primo giorno nell’Organizzazione aveva visto Axel, era persa follemente di lui ma le costava davvero molto ammetterlo. Negli ultimi mesi, però, aveva accettato finalmente i sentimenti che provava per lui, ma il piccolo moccioso biondo non era certo di aiuto restando sempre appiccicato a lui.
Lei era seduta sul divano della sala grande, di fronte a lei Demyx che stava accordando la sua chitarra e dietro Xigbar stava camminando nervosamente avanti e indietro. Al loro arrivo quella martellante attesa finalmente finì. Xigbar si avvicinò a loro con fare nervoso: “Allora? Cosa ha detto?” Roxas sembrava essere appena tornato da un funerale, mentre Saix era calmo e disinvolto: “Non si hanno ancora dati certi, tutto quello che hanno ritrovato sono queste due!” detto questo il coordinatore porse a Xigbar una falce dal manico verde e dalla lama rosa, apparteneva a Marluxia. Alla vista di quell’ oggetto a Larxene trasalì un brivido lungo la schiena. Il secondo oggetto era più difficile da capire, era uno Shuriken (se lo si poteva definire tale nel modo in cui era conciato) con delle piccole punte rosse. Non appena Xigbar toccò l’oggetto, il biondo, che era rimasto dietro Saix, girò lo sguardo in un’altra direzione, come se non volesse guardare. Larxene si avvicinò e, non capendo cosa fosse quella poltiglia che doveva essere definita arma, chiese con la sua solita finezza: “Cos’è ‘sta roba? Da quando ci mettiamo a riciclare armi?”, Roxas si voltò verso di lei amareggiato, aprì la bocca per parlare ma ne uscì solo un sospiro. Saix interruppe il silenzio: “E’ uno degli Shuriken di Axel.ˮ non servì che egli continuasse a parlare, perché una fitta prese lo stomaco di Larxene, qualcosa che non aveva mai provato in vita sua, ma decise di continuare a fare l’indifferente. Di piangere non se ne parlava neanche, il resto dell’Organizzazione l’avrebbe derisa per il resto della sua miserabile vita: “Non ci credo. – disse aggiustandosi una ciocca di capelli – Quella testa di cazzo si è fatto eliminare! Pft.”
Saix girò i tacchi e si avvio verso la sua stanza seguito da Xigbar alle calcagna che gli chiedeva dettagli su tutto quello che il N° I gli aveva detto. Roxas rimase fermo immobile a fissare la bionda e dopo circa due minuti di costante silenzio aprì bocca: “Perché sei così insensibile?” lei rimase un po’ stupita, ma cercò di rimanere impassibile: “Ma sei scemo o cosa? Sveglia bamboccio! NOI – NON – ABBIAMO – UN – CUORE!” scandì bene l’ultima frase, ma lui rimase sulle sue: “Cosa centra? Un tuo compagno muore, sparisce nel nulla e tu non sai dire altro che questo?” la bionda volle ribattere ma venne interrotta da Demyx che si alzò dal divanetto dicendo: “Roxas – si avvicinò a quest’ultimo e li mise una mano sulla spalla – ci sono cose della nostra Larxene che tu non puoi nemmeno immaginare!” e gli fece l’occhiolino, Larxene s’ irritò, la situazione era già abbastanza difficile per lei, cercare di non piangere e di non urlare in faccia a quel moccioso quanto soffriva e quanto volesse andare lei stessa a vedere se fosse vero, ora ci si metteva anche Demyx con le sue provocazioni: “Cosa vorresti dire, scherzo della natura?”, il chitarrista non si scompose nel risponderle con una frase ad effetto: “Il vero scherzo della natura qui sei tu, Larxy!”. Basta, era l’ultima goccia. Spazientita la bionda si girò dirigendosi in camera sua e mentre lei si allontanava il moro rivolse lo sguardo a Roxas: “E’ acida, ma non è cattiva. Non posso rivelarti molte cose su di lei, ma se la conoscessi meglio capiresti perché è così insensibile.” Larxene intanto arrivò in camera. Fece giusto in tempo a chiudere la porta prima di scoppiare in un fragoroso pianto: “Perché? – diceva tra un singhiozzo e l’altro – Perché ti sei fatto uccidere? Stupido! ‘Io non mi farò sconfiggere dal primo che passa! – fece l’imitazione della voce di Axel – L’hai memorizzato?’ Stupido, si che l’ho fatto, ho memorizzato ogni minima cosa che hai detto nella tua vita!”. La biondina dagli occhi cristallini pieni di lacrime pensava di essere sola in quella stanza, e lo era, ma fuori dalla porta c’era qualcuno che si era fermato ad ascoltare le sue lacrime. La porta si aprì lentamente e silenziosamente. Larxene però se ne accorse e alzò la testa dal letto: “Z- Zexion!” sobbalzò alla vista del ragazzo e cercò di asciugarsi in fretta le lacrime. Lui le si avvicinò mentre lei si sedeva composta sul letto dicendo: “Stai bene?” lei si finse indifferente: “Ovvio! Ho solo lavorato troppo e sono crollata sul letto e cadendo mi sono fatta male a un occhio!” Zexion la guardò come se stesse guardando un mimo che parla: “Pensi che me la beva? Perché non mi dici la verità?” Larxene si irritò, Zexion era l’unico che riusciva a farle sputare tutta la verità, ma rimase sulle sue: “E’ questa la verità!” lui ribatté: “Devo estrapolartela a modo mio?”.
Lei si irrigidì, sapeva cosa poteva fare per farla parlare. Zexion ghignò sotto la sua finta maschera da Emo-Topo di biblioteca. Spesso quando era triste o era arrabbiata, lui appariva dal nulla e la convinceva a sfogarsi, una volte finì per andare anche a letto con lui.
Lei cercò di cambiare argomento: “Non dovevi andare in missione con Xaldin oggi?” lui le rispose: “Nah, può aspettare!”
Larxene si sentiva un po’ orgogliosa del fatto che forse lei era l’unica che conosceva il vero carattere del moro, ma non sopportava che anche lui poteva contare sullo stesso vantaggio.
Lui interruppe il silenzio: “Cos’è successo?”. Aveva una faccia di cagnolino appena nata, certo, non era qualcosa che poteva intenerire la bionda, ma evidentemente questa volta bastò. Fu come un palloncino pieno d’acqua, che nonostante tutte le frecce scoccate non si è bucato, ma con l’ultima freccia è esploso. Lei si buttò fra le sue braccia e iniziò a piangere balbettando qualcosa come “Axel.. è morto!”. Zexion la strinse forte a sé. Lui si sentì un po’ in imbarazzo, sperava di poterla consolare e di farsi notare, ma venne completamente oscurato dal dolore di Larxene, la quale non capiva bene neanche lei i sentimenti che provava. All’improvviso la vista di Larxene si annebbiò fino a non vedere più nulla. Si era addormentata. Il ragazzo le accarezzò i capelli e poi le diede un bacio sulla fronte, dopodiché se ne andò. La ragazza sognò che stava correndo, all’improvviso davanti a lei apparve Axel, ma lei non riusciva a raggiungerlo quando all’improvviso sentì una mano sulla spalla destra, si voltò e vide Zexion sorriderle. Di colpo si svegliò. Non aveva più la tunica nera, era vestita con una camicia bianca e un pantalone nero ed era scalza. Si alzò, toccò i vestiti per controllare se effettivamente fossero veri e poi si ricordò del sogno. Corse fuori dalla stanza e arrivò nella sala grande, c’era Xaldin vestito nella sua stessa maniera. Si precipitò da lui chiedendo con voce affannata: “Dov’è Zexion?” Xaldin, che si aspettava una domanda sull’abbigliamento, rimase stupito: “E’ nel cortile del castello, ma sta per partire!” lei non chiese neanche il motivo per il quale lui dovesse partire, sapeva che c’era poco tempo e che doveva correre. Arrivò nel cortile, ma appena uscì dalla porta sentì sulla pelle dell’acqua, stava piovendo. Zexion stava per attraversare il portale oscuro ma un urlo lo fece sussultare e bloccare: “ZEXION!”. La sua voce era inconfondibile. Il ragazzo si girò, anche bagnata fradicia, con i capelli davanti agli occhi, per lui rimaneva sempre bellissima, lui le sorrise mentre lei gli si avvicinava. “Cosa c’è?” chiese il moro “Devo dirti una cosa!” arrivò al dunque lei, lui sorrise “Bhè, sono qui dim-ˮnon poté finire la frase perché lei gli aveva racchiuso le labbra in un bacio. Le sue labbra bagnate, al sapore di acqua piovana. Sembravano essersi desiderate per tutto quel tempo e ora stavano recuperando gli attimi persi. Lui le avvolse le mani intorno ai fianchi e la alzò in una giravolta che li fece uscire dal riparo del corridoio oscuro facendo bagnare anche lui. Lei gli appoggiò le mani sulle spalle e poi si staccò dal baciò sorridendo e mordendosi le labbra, lui fece lo stesso. Un applauso interruppe il momento. I due rivolsero lo sguardo al corridoio oscuro. Era Axel! Larxene non poteva credere hai tuoi occhi! Si precipitò ad abbracciare Axel il quale rise scherzosamente: “Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?” lei gli diede un pugno leggero sul torace: “Stupido! Pensavo fossi morto! Mi hai fatto preoccupare!” lui la allontanò da sé e le accarezzò la testa sorridendo: “Nessuno batte il grande Axel! – fece l’occhiolino – E poi come puoi preoccuparti se non-Ah, giusto, ora non è più così!” Larxene, che solo in quel momento si rese conto che erano vestiti tutti come lei rispose: “Cosa?” il rosso le prese la mano e gliela porto sul petto verso il lato sinistro. “Tun – Tun – Tun…” un suono irriconoscibile, che la bionda non aveva mai sentito in vita sua, qualcosa che non aveva mai avuto. Si sentì abbracciare da dietro, era Zexion, che mentre le lacrime iniziavano a scorrerle sul viso le disse: “Ora siamo completi.”
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Mentre stava passeggiando mano nella mano con Zexion nella piazza di Crepuscopoli, Larxene sentì una stretta ai fianchi, che la fece sobbalzare e urlare: “AAAAH!” si girò mentre vedeva Axel ridere a crepapelle e Zexion e Roxas stringersi la mano. Larxene diede una sberla a Axel: “Deficiente! Ti pare il modo di trattare una ragazza?” il rosso fece finta di guardarsi attorno: “Ah perché c’è una ragazza? Dov’è?” e così si fece affibbiare un’altra sberla (per fortuna i capelli attutivano il colpo). Roxas dopo aver riso a per la scena comica propose: “Ehi, perché non ci prendiamo un gelato?” tutti annuirono.
Erano passati ormai 11 mesi da quando l’organizzazione aveva raggiunto il suo compito. Aveva trasformato dei Nessuno in Qualcuno. Gli Heartless erano praticamente scomparsi e Crepuscopoli si era ripopolata, soprattutto in occasione della festa di paese.
Axel trascinò la coppietta su un muretto e dopo pochi minuti Roxas si presentò con quattro gelati in mano, uno ciascuno. Dopo aver chiacchierato un bel po’ Larxene tirò in ballo l’argomento ‘Cotta per Axel’ dicendo timidamente: “Axel, ricordi quando pensavamo fossi morto?” il ragazzo annuì così la bionda continuò: “Quel giorno mi misi a piangere.” Il rosso rimase stupito e anche Roxas, a differenza di Zexion che sapeva tutto. Lei continuò: “Bhè, pensavo che forse mi piacevi..” Silenzio tombale che venne interrotto da una fragorosa risata da parte del diretto interessato il quale si beccò un’altra sberla in testa: “Perché ridi, razza di cretino patentato!” lui si asciugò le lacrime sotto agli occhi: “Primo, perché il tuo italiano è pessimo quando sei a disagio! – Questa affermazione fece imbarazzare Larxene e scoppiare a ridere gli altri – Secondo, non ti potevi certo aspettare che io ti dessi retta!” lei rimase confusa: “Perché?” il rosso si grattò la testa: “Bhè, è una cosa un po’ difficile da ammettere apertamente..” quando all’improvviso Roxas stupì tutti: “Lui sta con me.” Una frase semplice e diretta, della quale però si pentì immediatamente, una volta che il rossore aveva coperto il suo volto. Axel guardò prima il suo ‘compagno’ e poi la coppia, dopodiché scoppiò a ridere. Il biondo lo guardò confuso e Axel tra lacrime, risate e crampi alla pancia riuscì a indicare nella direzione urlando di Larxene e Zexion: “Guarda che facce!” in effetti le loro espressioni era veramente shockate. Bhè, chi non lo sarebbe stato! Larxene riuscì a balbettare: “V-Vuoi dire c-che ho avuto un c-cotta per un omosessuale?” Axel annuì asciugandosi le lacrime. Larxene per poco non svenne, Roxas voleva sprofondare e Zexion aveva ancora una faccia da Oscar sul volto, il che fece tornare a ridere Axel.
La serata passò in fretta però la notte era ancora giovane per cui non avevano l’urgenza di andare a casa. Mentre camminavano per le bancarelle della festa Larxene disse una cosa con cui stupì tutti: “Ragazzi siete i migliori, vi voglio bene!” il resto del gruppo sorrise e Zexion le diede un timido bacio, dopodiché ricominciarono a camminare parlando e discutendo, quando all’improvviso dalla bocca di Zexion uscì una frase al quanto imbarazzante: “Ehi, che ne dite di baciarvi, non ho mai visto due maschi farlo!”
 
 
 
Angolo autrice:
*si nasconde dietro il divano* Vi prego! Non lanciatemi pomodori! Tutto tranne quelli, per favore! ç^ç Poi non riesco a lavarli!
Okay, lasciando stare il fatto che dovrebbero mandarmi al rogo per aver fatto questa Fan Fiction.. Che ho scritto tipo un anno fa ma l’ho ritrovata solo ora e mi è venuta voglia di pubblicarla. *si chiede mentalmente chi gliel’abbia fatta fare* Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno speso un po’ del loro preziosissimo tempo per leggere gli scleri di un matta che tra Kingdom Hearts, Hunger Games, Fairy Tail e Pandora Hearts si ritroverà in un istituto psichiatrico prima dei 50 anni d’età :’D
 
LittleHippie_Amber.
  
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