Eppure alcune volte, ma soltanto alcune, le pareva di scorgere il suo viso tra le ombre del castello, che le sorrideva placido, sornione, come a voler dire:"credi davvero di riuscire a cancellare me?". Appoggiato alla parete, impalpabile eppure così vivo, le infiammava il sangue, e, nonostante i suoi occhi fossero freddi e tristi come una violenza già subita troppe volte, lei si ritrovava a smaniare la sua compagnia.
Eppure lui non tornava, non tornava mai.
Questa storia si è classifica prima al contest "La fantasia è la nostra arma" indetto da Hece e giudicato da Alchimista93.