Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: Kim NaNa    21/12/2012    5 recensioni
Prima classificata al contest "GIRL POWER", indetto da Shark Attack sul forum di Efp.
Dal testo:
Quando ne parlai con la mia compagna di scuola, Naru, lei aggrottò la fronte e mi guardò con la faccia di chi è talmente stupito da non avere a disposizione le parole adatte per rinfacciarti di aver fatto la cosa sbagliata.
«Ma tu questa persona da quanto la conosci? Di lei, concretamente, che sai?»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rei/Rea, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdA: è la prima volta che mi classifico prima in un contest e sono immensamente felice di condividere con voi questa mia piccola gioia! Ringrazio nuovamente Shark Attack per avermi dato questa opportunità e spero che anche voi lettori possiate apprezzare questa mia One-shot. Buona lettura!

Kim NaNà

 


La mia migliore Brutta Antipatica

                                        
 Quello non era un sorriso. Nessuno, guardandolo, avrebbe distolto lo sguardo. C'era qualcosa in quel gesto, qualcosa che catturava gli occhi indiscreti di questa gente e ti portava via un po' d'anima. Si privò persino della sua bellezza, questo cielo, per chinarsi dinnanzi a quello spettacolo.
No, non era un sorriso; quello squarcio di viso, era il grembo che conteneva la vita, da lì essa nasceva.
 
Fu quello ciò che pensai la prima volta che vidi Rei Hino, la miko del tempio Hikawa.
Lunghi capelli neri, occhi violacei e profondi, fascino e mistero. Aveva lo sguardo di chi nasce fiero, indossando sin da subito gli ornamenti di guerra, per combattere nella vita e difendersi dagli eventi.
Aveva negli occhi una strana luce, un velo di tristezza e un inconfondibile bagliore: quel soffuso candore di chi ha tanto amore da offrire, ma troppo dolore taciuto in fondo al cuore.
È così che conobbi Rei Hino. Dedita al suo lavoro, determinata, impavida e disponibile.
Quando ne parlai con la mia compagna di scuola, Naru, lei aggrottò la fronte e mi guardò con la faccia di chi è talmente stupito da non avere a disposizione le parole adatte per rinfacciarti di aver fatto la cosa sbagliata.
«Ma tu questa persona la conosci davvero? Di lei, concretamente, che sai?»
«So che le piacciono i corvi e svegliarsi presto la mattina quando il cielo è ancora tinto dei colori della notte , so che ama aiutare e che lavora senza sosta, so che ha un cuore grande che nessuno ha ancora visto, so che è mi è entrata dentro senza dire o fare nulla; è arrivata a me senza muoversi, l'ho guardata dentro e so che in lei c’è tutto.»
«Ma almeno conosci il suo nome? Sai quel che dicono di lei? Usagi, quella è una strega. Tutta la scuola sa che ha dei poteri paranormali. È per questo che tutti hanno paura di lei.»
«Per me si chiama fiducia, quella che voglio donarle io, tenerezza,  quella che vorrei mostrarle, irriverenza quella che vorrei imparare, orgoglio, fascino, sogno, fuoco, passione, tenacia, rifugio, solitudine, dolore, amore, ti basta?»
«Come puoi dire tutto questo di lei senza averle mai parlato?»
«Non saprei spiegartelo, ma quella miko io l’ho guardata negli occhi. Io l’ho vista e ho desiderato sporcarmi della sua quotidianità, ho desiderato metter fine alla sua solitudine, quella che si porta dentro con consapevolezza e dolore, quella solitudine che le vela gli occhi di lacrime invisibili, impedendo all’amore che ha nel cuore di esplodere nel mondo.»
 
È strano il destino. Spesso imbocca strade così contorte e complicate che non sai mai dove possa portarti.
La vita mi aveva già stravolta, mi fece indossare le vesti di Sailor Moon, mi diede per guida una gatta parlante e mi mise accanto una compagna, la guerriera di Mercurio, per lottare insieme le forze del male.
Non credetti ai miei occhi quando vidi per la prima volta Sailor Mars.
Era proprio lei. La miko che avevo guardato dentro, la ragazza misteriosa che ammiravo segretamente.
Fiera e coraggiosa, acida ed antipatica, altruista e generosa. Era tutto questo la mia Sailor Mars.
Era tutto e niente, bianco e rosso, come i colori della sua veste alla marinara, ma era anche nero e viola, come le sue iridi e i suoi capelli, oscura e impenetrabile.
Aveva fascino.
Quello che non ho mai avuto io. Io che sono sempre stata sbadata, pasticciona e sempre pronta ai piagnistei.
Rido ancora pensando alle mille volte che abbiamo litigato. Quante boccacce ti avrò rivolto, eh, Rei?
Quante volte ci siamo urlate contro per ore, fino a stancarci, fino a ritrovare quel sorriso che avevamo sempre sulle labbra?
«Brutta antipatica!» Lo avrò ripetuto un migliaio di volte, ma mai una volta che lo pensassi davvero.
Io ti avevo letto dentro il cuore e lo avevo visto il tuo mondo. E volevo proteggerlo, perché l’amavo, come amavo la nostra amicizia.
E poi venne la battaglia contro Beryl.
E vidi le mie compagne soccombere per difendere me, la principessa.
Fino all’ultimo è stata al mio fianco. Fino alla fine mi ha sorriso e incoraggiato, perché in lei c’è sempre il rosso delle calde parole di conforto che mi offre senza chiedere mai nulla in cambio.
Quando la vidi lottare, per difendere me, per proteggere la missione che avrei dovuto portare a termine, desiderai  porre fine a tutto. Ma le sue parole, fino all’ultimo, mi hanno chiesto di tener duro, di stringere i denti, di andare avanti e di combattere fino in fondo. E quella lacrima, che scivolò piano da quegli occhi che amai dapprima di conoscerla, fu per me la peggiore delle sconfitte, la massima delle pene che  potessero infliggermi.
Il suo ultimo respiro scivolò lento davanti ai miei occhi e vidi il mondo crollare in frammenti di ghiaccio che mi gelarono corpo ed anima.
Mi sentii sola, completamente sola ed abbandonata. Non avevo più chi mi infondeva coraggio, non avevo più chi mi rimproverava, chi mi spronava, chi mi dava la forza di tenermi ben stretta agli affetti che avevo accanto.
Con lei dinanzi, ormai esanime, piansi le lacrime che ella stessa mi aveva chiesto di non versare, perché non c’era tempo, non c’era spazio per la tristezza, per il dolore.
Disobbedii alla sua richiesta e, seduta sul manto nevoso, con le gambe strette al petto, piansi tutto il dolore che avevo relegato in quel cuore stretto tra le fauci della sofferenza.
Una scia di ricordi balenò nella mia mente e Rei Hino era lì, bella e sorridente e con indosso quella veste da sacerdotessa che le conferiva quell’aria principesca e mistica che tanto amavo e rispettavo.
 
Questo tramonto smonta lo spettacolo del cielo, già stanco per i troppi sogni sulle spalle costretto a celare.
Rimane quel profumo d’incenso e lavanda che si espande in tutto il tempio, il tuo, resta l’impressione che l’eternità sia impregnata lungo queste pareti sacre e la consapevolezza della pace che permane questo luogo . Ma l'eternità alla nostra età è un sorriso sporco di panna mentre con le dita giochiamo a tracciare linee di confine sui volti confusi e divertiti delle nostre amiche ed i confini in quegli anni adolescenziali non sono confini, sono linee senza fine che navigano mari d'eterna speranza nella quale si nasconde qualcosa di solido, unito, al di là delle speranze che una fanciulla si fa per cercare di prendere il tuo sonno e ingannare quel tempo che sembra non passare mai…
Lembi di fuoco intravedo dalla tua stanza, quella dove passavi ore a consultare il Sacro Fuoco, quella stanza dove ritrovavi e perdevi te stessa, quella stanza che ti macchiava di fumo e cenere, sudore e fatica. Ma a Rei Hino nulla spaventa, perché in lei scorre il fuoco della guerriera di Marte, c’è la forza e la passione di chi non si arrende mai, in lei v’è il coraggio di rinunciare al proprio amore per l’amore di qualcuno che nel cuore ha un posto privilegiato.
Quel fuoco te l’ho sempre visto negli occhi, Rei. Ardeva di passione insieme a te e la tua vita si tingeva di quei colori che ti portavi cuciti addosso.
Il cielo sta ancora smontando il suo spettacolo, lo sta portando via insieme all'odore di incenso e lavanda.
Quel giardino, quello del tempio, è ancora vuoto, il vento è l'unica presenza rimasta, si fa spazio tra le pareti vuote di quella casa, tra vecchie foto rimaste tra le braccia del tempo e odori che ancora aleggiano per aria, odori di vita lasciata a metà, in bilico, odori di qualcosa che si è spezzato e quel soffio di vento lascia intatto tutto, non tocca nulla, attraversa quegli squarci nel tempo, quei dolori incisi nel ticchettio di un orologio fermo, sfiora quei libri che sperano ancora di poter vestire d'illusioni quei due grandi occhi scuri che sognano e ridono al fianco delle sue nuove amiche. Quel vento sfiora quelle braccia e quegli occhi senza difese.
Si aggrappano al tempo i ricordi, per non esser smantellati via da questa sequenza di tramonti che si porta via tutto, non ti aspetta, non sa che invece, nelle piccole mura dell'anima, tutto è rimasto immutato.
L'odore della lavanda e del fumo s'insinuano in una realtà fatta male, ci si incastrano.
S'addentra nei polmoni la primavera, quel giardino è ancora vuoto. Puoi respirarlo.
Questo cielo si è portato via tutto, anche il giorno e ci ha lasciato addosso quella solitudine che sa di sogni zoppicanti e primavere arrivate nel tempo sbagliato.
Poi penso che no, è il suo tempo e che la solitudine è un alito di vento di primavera e la rivedo, Rei Hino, la mia Sailor Mars, la mia migliore brutta antipatica, la ragazza più altruista e coraggiosa che abbia mai conosciuto e rivedo quel sorriso che concedeva solo a chi l’amava per davvero, senza eludere quei difetti che calzavano perfettamente su quella montagna di capelli neri, quel sorriso che le faceva brillare gli occhi e scoppiare il cuore di una gioia troppo grande per poter essere contenuta.
Quando sorrideva Rei Hino, anche il tempo arrossiva, ma di rabbia.
Lo sapeva, non ce l'avrebbe fatta a rubargli la meraviglia di quel mondo schiuso sulle labbra, perché la perfezione, quella, il tempo la incanta sempre.

FINE
 

Valutazione finale: 1° classificata Kim NaNà

Giudizio:


Grammatica: 15 su 15 pt
Stile: 10 su 10 pt
Senza ombra di dubbio punteggi pieni e puliti, come meritano. Lo stile è davvero impeccabile: dolce, delicato eppure profondo e denso. In ogni frase c'è un dipinto e la fine è così velata di malinconia che ti fa automaticamente tornare all'inizio, per rileggere e rileggere in cerca di qualcosa in più che ti possa saziare, perché hai detto così tanto che la sensazione di essersi persi qualcosa c'è. Mi è piaciuto molto, un'ottima fic!
Originalità: 10 su 10 pt
Far descrivere Rei da Usagi è stata una scelta azzeccata che ti ha permesso di poter inserire moltissimi elementi che una visione più centrata su Rei stessa ti avrebbero portato a scrivere qualcosa di piatto, crudo, banale.
IC: 15 su 15 pt
La descrizione è precisa e sublime, già dalla prima riga, con una descrizione di un sorriso così bella che sorridi a tua volta immaginandolo. Per non parlare degli occhi, credo che non avresti potuto spiegarli meglio.
Gradimento personale: 5 su 5 pt
Devo aggiungere altro?
TOT: 55 su 55 pt

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Kim NaNa