Crossover
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Autore: Muser96    21/12/2012    0 recensioni
Alla luce dell’autobus vidi finalmente il volto della persona con cui stavo parlando fino a poco fa.
Aveva i capelli castani, della stessa tonalità dei suoi occhi, la pelle chiara. Contrariamente a quanto mi aspettavo, non aveva le orecchie arrossate dal freddo, come sicuramente avevo io in quel momento. Era così ordinato che a vederlo si sarebbe detto uscito da un salone di bellezza.
Mi sorrise: una fila di denti bianchi e allineati fecero capolino dalle labbra carnose.
Rimasi imbambolata; Avevo appena conosciuto un figo da paura e ora lo stavo portando a casa con me per festeggiare la vigilia di Natale.
Sorrisi di rimando e sorrisi anche a me stessa. “Forse le vacanze andranno meglio di come ti aspettavi, Aria”.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Scusi? Posso sedermi?-
Mi voltai infastidita. Notai che la voce proveniva dalla mia destra, dove un ragazzo di qualche anno in più di me saltellava da un piede all’altro nel vano tentativo di scaldarsi.                                                              
–Certo.- Scivolai leggermente sul lato destro della panca e gli feci spazio.
Sedevo lì da ormai venti minuti. Avevo perso sensibilità alle mani e delle mie amiche ancora neanche l’ombra.
-Aspetta anche lei l’autobus?
Persa nei miei pensieri, risposi al ragazzo qualche secondo in ritardo, sorridendo nonostante il freddo mi congelasse tutti i muscoli.
-No, aspetto delle mie amiche che dovevano essere qui da tempo. Non so quanto resiterò ancora buttata qua fuori.
-Beata lei! Il mio autobus, a quanto pare, passerà fra un oretta.
Sorrisi. Al buio i connotati della figura accanto a me non erano ben distinguibili, ma immaginai si trattasse di un bell’uomo dai pochi tratti che scorgevo.
-Dove è diretto?Va a festeggiare la vigilia da qualche parte?- chiesi.
-No, oggi starò a casa, purtroppo.
Non aggiunse altro e immaginai che questioni personali riguardassero la sua scelta.
Mentre mi chiedevo come mai un venticinquenne a Philadelphia non passasse la vigilia di Natale con gli amici, la suoneria del mio cellulare vibrò forte nell’aria.
Con le mani congelate, lo tirai fuori dalla borsa e lessi chi era il mittente. Hanna.
Mi dispiace Aria, contrattempo. Spencer ed Emily sono malate e io ho appena avuto una discussione con mia madre, niente discoteca. Scusa ancora per averti avvisato a quest’ora. Ci sentiamo presto, magari organizziamo per capodanno. XOXO Buon natale”
Rilessi sconsolata il messaggio e chiusi il cellulare con un colpo secco. Bene, mi aspettava una vigilia sola a casa, in compagnia di Grace, la mia cagnolina.
Sbuffai sonoramente e lasciai cadere il telefonino nei meandri del mio borsello, poi misi la testa fra le mani. Pensai a chi potevo invitare a casa con me, ma non mi venne in mente nessuno. Mia madre Ella con mio fratello Mike e mio padre Sam, erano in vacanza in America e sarebbero tornati in città non prima del 2 Gennaio. Feci due conti; Se Emily e Spencer erano malate, non sarebbero potute uscire di casa prima di una settimana e se Hanna aveva discusso con la madre, qualche giorno di punizione era assicurato.
Avevo di fronte a me la prospettiva di passare tutte le festività sola e ciò non mi rendeva assolutamente felice. La solitudine mi spaventava, soprattutto in un appartamento deserto e spettrale come poteva essere il mio durante la notte. Abitavo sola da qualche settimana e dovevo abituarmici.
Il ragazzo seduto al mio fianco, accortosi probabilmente della mia disperazione, mi sfiorò leggermente il braccio per attirare la mia attenzione. Guardai verso la sua parte.
-C’è qualche problema?- chiese, sporgendosi verso di me.
-No, nessuno. Solo, pensavo al fatto che le mie amiche mi hanno avvisato ora che l’uscita in discoteca è rimandata a data non definita.
-Vuole dire che è sola? E come fa a tornare a casa?
-Penso in autobus, e per carità dammi del tu che mi fai sentire una vecchia.
Ridemmo assieme e controllammo l’orario. Il mio pullman sarebbe passato dopo quindici minuti e il suo dopo mezz’ora.
Continuammo a chiacchierare del più e del meno, finché non scorgemmo le luci di un bus.
Mi accorsi che non avevo alcuna voglia di passare la nottata sola, così prima di salire chiesi al mio vicino se voleva passare la vigilia con me. –Salta su se ti va!- Aggiusi.
Una volta formulata la domanda, mi accorsi di quanto stupida potessi sembrare agli occhi di quel ragazzo. Ma come avevo potuto chiederglielo? Ero una sconosciuta per lui!
-Si.- rispose semplicemente, salì sul bus e le portine si chiusero dietro di noi.
Dentro il veicolo il riscaldamento si faceva sentire, con stupore mi accorsi che c’erano molti posti vuoti. Mi sedetti e feci spazio al mio amico. Ancora non ci eravamo presentati.
Alla luce dell’autobus vidi finalmente il volto della persona con cui stavo parlando fino a poco fa.
Aveva i capelli castani, della stessa tonalità dei suoi occhi, la pelle chiara. Contrariamente a quanto mi aspettavo, non aveva le orecchie arrossate dal freddo, come sicuramente avevo io in quel momento. Era così ordinato che a vederlo si sarebbe detto uscito da un salone di bellezza.
Mi sorrise: una fila di denti bianchi e allineati fecero capolino dalle labbra carnose.
Rimasi imbambolata; Avevo appena conosciuto un figo da paura e ora lo stavo portando a casa con me per festeggiare la vigilia di Natale.
Sorrisi di rimando e sorrisi anche a me stessa. “Forse le vacanze saranno meglio di come te le aspettavi, Aria”.

  
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