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Autore: Little Writer    21/12/2012    2 recensioni
'' Lo osservavo la mattina, quando saliva sulla metro e poi sembrava mimetizzarsi con essa. Ogni tanto sorrideva, e mi piaceva veder il modo in cui incurvava le labbra, mostrava i denti e apriva gli occhi. Chiudevo gli occhi e immaginavo di stargli vicino. Sarei mai riuscita a raggiungerlo?
Mi nascondevo nella sciarpa e dietro quegli occhiali per osservarlo.
Per osservare quel ragazzo di cui non sapevo ancora nulla… ''
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ola... sono tornata visto? In tempo record dovrei dire...
Ok... non ho molto da dirvi se non godetevi questa nuova lettura, è il primo capitolo di una FF un po' diversa per me visto che ho sempre e solo scritto larry.
Buona lettura a tutti.
LW 


 

Vedevo quel ragazzo ormai da un mese sulla metrò, mi attirava eppure non sapevo nulla di lui. Non sapevo nulla, ma lo spiavo comunque. Capelli radi sulla nuca, sguardo dolce, cuffie sempre costantemente nelle orecchie. Scendeva due fermate prima della mia. Chissà dove andava? Studiava? Oppure come me lavorava per mantenersi? Il fischio della frenata della metro mi riportava alla realtà, ed io ero costretta ascendere dalla nuvola dei miei sogni e da qual mezzo la cui velocità mi faceva immaginare il volo di un uccello. Mi rassettavo alla veloce: calavo il berretto di lana sulla testa, spingevo gli occhiali neri verso gli occhi per poi sentirli instancabilmente ricadere  giù e alzavo il volume dell’iPod. Scivolavo passiva nella folla delle otto della mattina londinese, senza far caso a tutti i ‘Sorry’ che mi erano rivolti se per caso qualcuno mi urtava. Era ancora immersa in quel ragazzo. Si può essere attratti da qualcuno di cui non sai assolutamente nulla? Lo stesso pensiero mi assillava fino a quando non varcavo l’ingresso del bar della ‘Starbucks’ in cui lavoravo ormai da un anno.

Corsi nel retro a cambiarmi. Il mio pensiero di lui si perdeva tra un fiocco al grembiule e una pinzetta infilata nella coda. Poi via a una giornata di ‘Could I have a cup of coffee, please?’, sorrisi e ‘Thank you… see you soon!’. Passava lenta ma piacevole. Apprezzavo le piccolezze della gente; osservavo le persone da dietro le lenti di quegli occhiali che, indefessi, preferivano starsene a metà del mio naso. Dei clienti abituali conoscevo ormai tutte le manie, le preferenze e abitudini. C’era una ragazza che per esempio prendeva tutto i giorni un caffè e poi lo lasciava a metà. Le prime volte pensai non le fosse piaciuto, poi capii che lo faceva perché forse le bastava così. Era singolare come cosa, ma mi piaceva.  Spesso mi soffermavo sui loro gesti, delicati e semplici, veloci e nervosi o precisi e sicuri. I miei preferiti erano i primi, anche se ne vedevo sempre di meno. Londra era una città così frenetica che ormai i gesti dolci sembravano essersi dissolsi nell’aria. Di persone sensibili ne trovavi sempre meno… forse ero io l’unica sopravvissuta? Tracy mi diceva spesso che ero pazza e che mi reputava una ragazza ‘costantemente persa nel suo mondo di pensieri e favole’, ma cosa potevo farci? Ero così. Amavo osservare e ‘sentire’ il mondo che mi circondava. Notavo i particolari che alla gente sfuggivano e li riversavo sulla carta la sera quando tornavo a casa dal lavoro. Scrivevo per far capire a quel foglio che vivevo e non mi lascivo vivere, siccome non potevo dirlo ad altri.
Poi era arrivato quel ragazzo. Quel piccolo ‘Pooh umano’ come lo definivo io. Aveva gli occhi più dolci e i movimenti più delicati che avessi mai visto. Lo osservavo la mattina, quando saliva sulla metro e poi sembrava mimetizzarsi con essa. Ogni tanto sorrideva, e mi piaceva veder il modo in cui incurvava le labbra, mostrava i denti e apriva gli occhi. Chiudevo gli occhi e immaginavo di stargli vicino. Sarei mai riuscita a raggiungerlo?  
Mi nascondevo nella sciarpa e dietro quegli occhiali per osservarlo.
Per osservare quel ragazzo di cui non sapevo ancora nulla… 
  
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