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Autore: Belle_    21/12/2012    10 recensioni
Tratta dalla storia a più capitoli ''Cappuccetto rosso e il Cristallo d'argento''.
Voglio augurarvi un felice natale a modo mio.

«Sai che sei in campo nemico?», mormorò sul suo volto, agguantandola dalla schiena e portarla contro il suo torace.
Aveva bisogno di toccarla, di sentirla.
Usagi sorrise, compiaciuta. «La sfida prevede di rubarmi un bacio, non di darmelo con me consenziente. Lo sai?».
Qualcuno sbuffò, vicino a loro.
«Sapete che non vi sopporto più?», sbraitò Rei che stava seduta al bancone del bar.
«Infatti!», disse amaramente Minako. «Andate a fare i piccioncini altrove, qui ce ne è già troppa, di melassa», diede un'occhiataccia a Makoto che stava guarnendo la torta di Natale.
«E poi vorrei ricordarvi che siete professore e alunna, anche se siete in vacanza. Certi atteggiamenti non dovrebbero proprio esserci, almeno qui nel mio locale», li ammonì Motoki.
«E per carità! Piantatela con queste sfide!», scandì acidamente Rei, mentre diede un morso alla sua cheesecake.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima serie
- Questa storia fa parte della serie 'Cappuccetto rosso fragola'
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Piccolo commento: Lo so che probabilmente vorrete strozzarmi per il ritardo nel pubblicare ''Cappuccetto rosso e il cristallo d'argento'' e, per addolcirvi un po', vi darò un assaggio di ciò che può accadere e volevo auguravi a modo mio un buon Natale. Per cui, godetevi questa piccola oneshot di Usagi e Mamoru, alias Cappuccetto rosso e il Lupo.
Buon divertimento! E un felice Natale a tutti voi che mi seguite e che mi sostenete nelle mie isterie mentali e, abbiate fiducia, forse BabboNatale sotto l'albero vi farà trovare un mio aggiornamento. :)
Un abbraccio a tutti!

 





Cappuccetto rosso e il lupo sotto il vischio
 



<< Io non ti bacerò mai più in vita mia. >>.
Le luci nel Crown erano romantiche e Mamoru poteva ammirare la loro bellezza anche da dove era lui, dato che erano state adornate attorno alle finestre e sui centro tavola del bar. Abbassò lo sguardo e vide la sua cameriera preferita che stava di nuovo battibeccando con lui, e non c'era stato un solo momento in cui non avesse desiderato chiuderle la bocca con un bacio.
Lei non voleva più? Ridacchiò.
<< Non saresti capace di resistermi. >>, rimarcò Mamoru.
<< A dici? >>, Usagi si era fatta in avanti, mettendosi i pugni contro i fianchi. << A cosa potrei non resistere? >>.
La divisa da cameriera le stava troppo bene, pensò Mamoru. Con quella gonna corta, tutti l'avrebbero guardata. Lui per primo.
<< Al mio fascino. >>, ammiccò, divertito.
<< Oh, certamente. >>, squittì acidamente, sbattendo le ciglia.
Era divertente, doveva ammetterlo. Litigare con lei era un toccasana, lo scaricava dai nervosismi, ma gli piaceva ancora di più baciarla per metterla a tacere. Come aveva fatto un secondo prima nello scantinato del Crown, dove erano andati insieme a prendere gli ultimi addobbi che sarebbero serviti per la festa di Natale.
<< Vuoi che ti dimostri come cederai? >>, si spinse verso di lei, sorridendole beffardamente.
Usagi per un momento arrossì sotto i suoi occhi, poi riprese padronanza del suo caratterino e gli disse: << Illuminami. >>.
Mamoru ridacchiò di sottecchi e le prese il mento con due dita, portandoselo vicino al suo.
<< Basta poco ad ammansirti, Usagi. Il mio fascino ti cattura, ti seduce. Non puoi negare. >>.
Aveva visto Usagi rimanere imbambolata per un secondo buono sotto i suoi occhi blu, annientata dal suo stesso profumo di uomo e di biancospino che, lo sapeva, le arrivava sin dentro il cuore. Poi, si riprese: non poteva certo permettere a questo pallone gonfiato di avere la meglio una sola volta su di lei. Così gli sorrise, sospirando lievemente accanto alle labbra di Mamoru, e lo guardò.
<< Hai ragione, Mamoru. >>, sussurrò.
Mamoru batté le ciglia più volte, non credendo a ciò che stava sentendo, vedendo, e toccando finalmente dopo troppo tempo che Usagi non gli dava ragione su nulla.
<< Non posso proprio resistere... >>, continuò a dire, Usagi.
Sì, continua. Una sola frase e ti avrò in pugno per il resto della mia vita. Sciocca, sciocca, sciocchina di una Cappuccetto.
<< … al tuo fascino da pesce lesso! >>.
Affondato.
Sgranò gli occhi e la osservò incerto, mentre lei gli sorrideva nel suo tipico modo soddisfatto e ne godeva nel vedere il suo viso vinto un'altra volta dalle sue reazioni. << Piccola... >>, soffiò con rabbia, cercando di trovare una parola adatta a lei e di prenderla per i capelli, ma Usagi era già lontana che gli faceva una dispettosa linguaccia e, in più, l'unica parola che gli veniva in mente era ''seducente''.
<< Vediamo se sei capace di rubarmi un bacio, lupo. >>.
A Mamoru era stata elargita una nuova sfida, una sfida piacevole e voleva vincerla a tutti i costi. Ora che era infiammato ancora di più dalla vendetta, dall'idea di Usagi sotto le sue braccia ammansita e vinta per la prima volta.
<< Non giocare con il fuoco, Usagi. >>, l'avvertì, come aveva fatto per i mesi addietro.
E lei aveva sempre giocato con il fuoco, senza mai scottarsi come riusciva a scottarsi lui.
<< Sai quante volte l'hai detto, Mamoru? E quante volte ancora quello che si è bruciato sei stato tu? >>, chiese, divertita.
Come faceva a leggergli dentro non sapeva spiegarselo. Non era riuscito a trovare una teoria valida in tre mesi che la frequentava.
Forse, era semplicemente chimica.
<< E sai che chi è troppo sicuro di sé finisce per fare una magra figura, Tsukino? >>, battibeccò contro di lei, affilando la voce alla pronuncia del suo cognome con il quale la chiamava in classe.
Usagi si avvicinò a lui, sorridendogli furbamente. << Sai che sono io la vincitrice della favola, vero? >>, sussurrò.
<< Sai che sei in campo nemico? >>, mormorò sul suo volto, agguantandola dalla schiena e portarla contro il suo torace.
Aveva bisogno di toccarla, di sentirla.
Usagi sorrise, compiaciuta. << La sfida prevede di rubarmi un bacio, non di darmelo con me consenziente. Lo sai? >>.
Qualcuno sbuffò, vicino a loro.
<< Sapete che non vi sopporto più? >>, sbraitò Rei che stava seduta al bancone del bar.
<< Infatti! >>, disse amaramente Minako. << Andate a fare i piccioncini altrove, qui ce ne è già troppa, di melassa. >>, diede un'occhiataccia a Makoto che stava guarnendo la torta di Natale.
<< E poi vorrei ricordarvi che siete professore e alunna, anche se siete in vacanza. Certi atteggiamenti non dovrebbero proprio esserci, almeno qui nel mio locale. >>, li ammonì Motoki.
<< E per carità! Piantatela con queste sfide! >>, scandì acidamente Rei, mentre diede un morso alla sua cheesecake.
Usagi e Mamoru si guardarono per un secondo in viso, accorgendosi entrambi di essere ancora abbracciati, e si staccarono subitaneamente l'uno dall'altra per poi guardarsi atrocemente.
<< Certo, certo. >>, disse Mamoru.
<< Quindi, professor Chiba, la sfida è sempre valida. >>, affermò Usagi, sorridendogli.
E se ne andò.

A Mamoru piaceva accettare le sfide di Usagi e, più di tutto, gli piaceva vincerle. La posta in ballo era alta: il suo orgoglio di uomo.
Se ne stava seduto ad un tavolo del Crown, con una tazza di caffè e il quotidiano aperto per essere sempre aggiornato, ma c'era qualcosa di dorato e luminescente che attirava la sua attenzione e lo distoglieva dal giornale. Qualcosa di dolce, come Usagi.
Usagi.
Usagi e la sua tenuta da cameriera.
Usagi e il sorriso rivolto ai clienti.
Usagi e il suo profumo. <
< Insomma, Mamoru, se non prendi niente, cosa ci fai qui? >>.
Mamoru alzò gli occhi dal giornale che non stava leggendo e la fulminò con lo sguardo. << Sto bevendo un caffè. >>, soffiò.
<< Mi vuoi così male? >>, inarcò un sopracciglio biondo.
<< Cosa sto facendo? >>, chiese sulla difensiva.
Usagi si chinò su di lui e gli spostò una ciocca di capelli neri dal viso, mentre il suo respiro gli arrivava al collo.
Autocontrollo, Mamoru. Autocontrollo.
Era una sua alunna.
<< Sei così tirchio da ordinare un solo caffè? Così si abbasserà anche il mio striminzito stipendio. >>, gli sussurrò.
Mamoru ridacchiò tra sé e sé e cominciò a far girare le sue lunghe dita contro i lunghi fili biondi che erano i suoi capelli, avvicinandola ancora di più. << Credimi, Usagi, non sono così tirato in alcune situazioni. >>, le mormorò all'orecchio, sapendo che era arrossita sino alla punta dei capelli che stava accarezzando.
Un colpo di tosse di Usagi lo stordì e si allontanò, guardandola imbarazzata e che stava diventando piccola piccola.
<< E' tutto da dimostrare ancora. >>, gli disse, sorridendo.
Si voltò a servire un altro tavolo e Mamoru vide con nitidezza che il ragazzo a destra, quello che indossava dei grandi occhiali blu, la stava guardando attentamente.
Be', chi non l'avrebbe guardata? Era bellissima e questo non lo aveva mai negato.
<< Cosa guardi, Mamoru? >>.
Spostò lo sguardo e incontrò gli occhi castani di Motoki, gli sorrise cordialmente e gli rispose: << Nulla. >>.
<< Il tuo niente ha dei codini biondi e la pelle lattea? >>, sorrise.
Mamoru lo studiò per un secondo. << Che c'è? >>, fu diretto.
Motoki abbozzò un sorriso. << Stasera verrai alla festa? >>.
<< Credo. >>, tornò a guardare Usagi. << Perché? >>.
<< Be'... >>.
Mamoru spostò lo sguardo da quel farabutto che stava guardando ancora il didietro di Usagi e fissò attentamente Motoki.
<< Allora? >>, lo spronò.
<< Non offenderti, Mamoru, ma potresti non venire? >>.
<< E perché? >>, sbatté più volte le palpebre.
<< Usagi, quando ci sei tu nei dintorni, ne combina sempre una. E non lo fa per sbadataggine, ma perché vuole indispettirti con qualche giochetto. E sinceramente avrei bisogno della mia cameriera stasera che ci sarà il pienone. >>.
A Mamoru scappò da ridere. << Dai, non la stuzzicherò. >>.
<< No, tu non devi nemmeno respirare! A Usagi indispettirebbe persino questo di te! >>.
Allora scoppiò a ridere, Mamoru, guardando il suo amico con lo sguardo divertito.
<< Non hai nulla da ridere! Anche tu sei come lei! >>.
<< Ma dai, adesso non esagerare. >>.
<< Te lo chiedo come un favore personale, Mamoru. Non venire, questa sera alla festa. >>, lo supplicò, rimpiangendo i numerosi piatti che Usagi gli aveva rotto.
Mamoru valutò l'idea e si disse che forse si poteva fare, infondo cosa poteva succedere in una serata come quella? Nulla.
Voltò lo sguardo a Usagi che stava versando il tè all'unica ragazza che c'era nel gruppetto del tavolo e vide che il ragazzo con gli occhiali stava appositamente guardando Usagi e il suo didietro.
<< No, Motoki. >>, disse subito. << Non posso accettare. >>.
L'amico guardò in direzione dello sguardo di Mamoru e ridacchiò. << Ehi, Usagichan, vieni in cucina! >>, la chiamò Motoki.
Lei si voltò e gli sorrise.

Usagi stava in cucina a rimettere i piatti nella lavastoviglie, quando la porta cigolò e dei passi lenti seguirono il cigolio.
<< Chi è? >>, chiese.
<< Il lupo. >>, mormorò Mamoru.
<< Ciao, Mamoru. >>, disse, piccata.
<< Lo sai che al lupo non dovresti aprire la porta? >>, mormorò lievemente mentre si avvicinava a lei.
Usagi parve per un momento confusa e lo studiò. << Ora siamo passati alla fiaba dei sette capretti? >>.
<< O i tre porcellini. Decidi tu. >>, rispose.
<< Preferisco Cappuccetto rosso. >>, continuava a infilare i piatti sporchi nella lavastoviglie, distratta dal suo compito.
<< Guarda in alto, cappuccetto. >>.
Il sussurro di Mamoru le arrivò dritto sulla schiena, scorgendo tremiti profondi su tutta la sua pelle, ed ebbe il desiderio, in cuor suo, di avere la forza di non saltargli addosso.
C'era una promessa da mantenere.
Alzò lo sguardo e vide che sulla sua testa pendolava un rametto spigoloso e verde di un vischio, e voltò subitaneamente la testa da Mamoru che la stava guardando con la soddisfazione negli occhi. << Non crederai che adesso potrai baciarmi come se nulla fosse, vero? >>, chiese, indietreggiando contro la parete della cucina.
<< C'è il vischio, è una tradizione da rispettare. >>, sorrise.
<< A me non piacciono le tradizioni. >>, mentì, arrossendo.
<< A me sì. >>, mormorò rauco, mentre si avvicinava al suo viso con lentezza e movenze suadenti.
Usagi era con le spalle al muro; non poteva scappare, non poteva spostarsi e non poteva dargliela vinta. Poi, un lampo accese un'idea nella sua testa. Scivolò in basso, in modo da sfuggire dalla gabbia che Mamoru aveva formato attorno a lei.
Mamoru l'afferrò per un braccio e l'attirò a sé, sogghignando in modo soddisfatto. << Non puoi scappare a vita, Cappuccetto. >>.
Usagi iniziò a ridere a crepapelle e, lasciandolo interdetto, sgusciò dalle sue braccia e si diresse alla porta della cucina.
<< Ciao, lupacchiotto! >>.
<< Stasera ti ruberò un bacio, Usagi Tsukino. >>, la informò. << Dovesse essere l'ultima cosa che farò. >>.

Quella stessa sera al Crown si respirava aria natalizia in ogni angolo, i clienti entravano sorridenti e uscivano felici. I dolci di Makoto spopolavano e Usagi non aveva avuto un solo secondo libero, tanto da non accorgersi che Mamoru era arrivato alla festa in tenuta elegante.
Quando lo vide, mancò un battito per lo stupore.
<< Oh, ti ho fatta rimanere senza parole per la prima volta! >>, le disse, sorridendole. << E' un evento unico! >>.
<< Non stuzzicarmi, Mamoru. Sai che fine potrebbe fare la tua splendida mise con me. >>, rimarcò, ridendo.
Mamoru si abbassò e raggiunse il suo volto, fermandolo con una mano.
<< Eppure, basterebbe che mi togliessi questa mise! >>, mormorò roco. Usagi avvampò di imbarazzo. Mamoru ridacchiò e lasciò un bacio sulla guancia destra, rimanendo per tre secondi buoni ad assaporare la pelle. << Hm, deliziosa. >>.
Ok, Mamoru la stava stuzzicando. Voleva provocarla. Voleva vincere la sfida, era palese.
Usagi gli sorrise furbamente e portò una sua mano contro la pelle del viso e iniziò a fare ghirigori con le dita. Gli respirò contro e lo fece lentamente. << Non ce la faccio più, Mamoru. >>, iniziò a dire. << Non ti resisto più, ti voglio. >>.
Mamoru la guardò, perdendo per un momento le parole, e poi affilò lo sguardo. << Non ci casco una seconda volta, Usagi. >>.
Lei alzò lo sguardo e lo osservò dritto negli occhi. << Non sto mentendo. >>, disse, cedendo un po' di verità.
Mamoru la studiò.
<< Vieni con me. >>, propose Usagi in un sussurro.
E Mamoru, spinto da chissà quale forza, la seguì in silenzio. Attraversarono il corridoio ed entrarono nello stanzino delle scope, dove venne spintonato da Usagi contro le scope, poggiate al muro. Gli accarezzò il collo nel buoi e gli respirò accanto l'orecchio, mugugnando. Sentì le mani di Mamoru raggiungere la sua vita e agguantarla per poterla spingere contro di lui, che era molto entusiasta di tenerla tra le braccia. Così Usagi si avvicinò al suo viso, in punta di piedi, e gli lasciò un bacio soffice sulla guancia.
Un semplice e morbido bacio sapeva essere più sensuale di un giro di lingue, si disse Usagi, mentre lo stava legando con un nastro rosso e rigido allo scaffale di acciaio dello scantinato.
Quando terminò, si allontanò appena e gli sorrise nel buio.
<< Cosa c'è? >>, chiese in un mormorio, Mamoru.
<< Il lupo nei sette capretti finisce con la pancia piena di pietre, nei tre porcellini finisce in una zuppa e in cappuccetto rosso finisce ucciso. >>, cominciò col dire, divertita.
<< E allora? >>, chiese ancora.
<< E il lupo di questa favola finisce legato in uno scantinato. >>, rispose, ridacchiando mentre si allontanava.
Mamoru si guardò indietro e poi in avanti, rendendosi conto di essere stato legato, e guardò in cagnesco Usagi.
<< Usagi... >>, soffiò, irancondo.
<< Dimmi! >>, chiese con un sorriso furbo.
<< Slegami immediatamente. >>, ringhiò amaramente.
<< Non ci penso proprio. >>, e uscì dalla porta, chiudendola a chiave.
Ridendo, si poggiò contro la porta e si disse che adesso poteva lavorare in tranquillità.


Due ore più tardi, Usagi stava andando in cucina per prendere un altro dolce dal frigorifero e incontrò Motoki.
<< Ehi, Usa, ma hai visto Mamoru? >>, le chiese.
<< Hm, no. >>, arrossì, dando uno sguardo nervoso alla porta dello scantinato. << Perché? >>.
<< L'ho visto arrivare, ma ora non lo vedo più. Chissà dove sarà andato!? >>.
<< Oh, sono sicura che si starà divertendo moltissimo ovunque sia andato. >>, disse sorridente.
<< Mica ne hai combinata una delle tue, vero? >>.
<< Oh, no. Tranquillo. >>.
Motoki annuì e andò nella sala buffet, lasciandola sola.
Usagi ebbe un rimorso e si diresse verso lo scantinato, aprì la porta e la luce fioca illuminò Mamoru che se ne stava accovacciato a terra, con le mani dietro la schiena e legate.
Appena la vide, la fulminò.
Reprimendo una risata, si diresse verso di lui e si sedette a cavalcioni su di lui, accarezzandogli il viso.
<< Non essere arrabbiato. >>, gli disse in un sussurro.
<< Ah, no? E come dovrei stare? >>, quasi urlò, Mamoru.
Usagi gli sorrise dolcemente e lo slegò. << Non mi avresti fatto lavorare, ammettilo. >>.
<< Togliti di dosso. >>, disse acidamente.
<< Puoi togliermi di dosso tu. Sei forte. >>, mormorò dolcemente, mentre gli accarezzava un braccio.
<< Mi hai legato in uno scantinato, Usagi. Te ne rendi conto? >>, i suoi occhi saettavano di rabbia.
<< E tu mi hai provocato, Mamoru. Dovresti ringraziare il cielo che i tuoi vestiti siano ancora tutti interi. >>, gli sorrise.
La rigidità di Mamoru si sciolse e avvolse le mani contro il bacino di Usagi, stringendola.
Usagi sorrise dolcemente. << Hai ancora una sfida da vincere. >>, lo invitò.
<< Non mi interessa più. >>, scandì.
Mamoru alzò la testa e Usagi raggiunse le sue labbra che baciò leggermente e in una maniera molto dolce. << Rubato. >>, sussurrò.
Mamoru sorrise e la guardò dolcemente.
Usagi inarcò un sopracciglio. << Questo è tutto? >>, chiese.
<< Cosa ti aspettavi? Una situazione da soap opera? >>.
<< No, mi domandavo dove andrà a finire tutta questa tua gioia di vedermi! >>, rispose, arrossendo e ridendo.
<< Piccola... >>, soffiò, aggirandole le braccia contro il torace e spingerla contro il suo petto.
<< Piccola, cosa? >>, chiese, divertita.
Cacciò dalla sua tasca un vischio che aveva trovato nella sala buffet e lo legò contro l'asta di acciaio con il nastro rosso, mentre canticchiava la canzone di Natale. << Devo proprio insegnarti tutto. >>, mormorò allegra.
<< Ah, e cosa? >>, chiese, distratto.
<< Questo. >>, disse in un sussurro un momento prima di raggiungere le sue labbra con le sue tumide. Il baciò durò a lungo e fu molto appassionato, dove braccia e respiri si cercavano fino ad arrivare al limite e rimanere in silenzio per un lungo minuto.
A rompere il silenzio, fu Mamoru.
<< Alla fine, sei stata tu che mi hai rubato un bacio. >>.
Usagi sorrise, felice. << Buon Natale, Mamoru. >>.
   
 
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