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Autore: Ginevra Turner    08/07/2007    0 recensioni
Sirius Black è al suo quinto anno ad Hogwarts, insieme agli amici James Potter, remus Lupin e Peter Minus.
Lì troverà una giovane che saprà tenergli testa in ogni situazione e finirà ben presto per innamorarsene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Visto? Non era difficile!" le disse una volta fuori dal castello. "Ora andiamo. Non dobiamo perdere tempo!" proseguì.
Si diressero alla serra di erbologia e ci misero una decina di minuti per non farsi vedere. Una volta arrivati sentirono delle voci provenire dalla serra.
Sirius si voltò a guardare Abigail. Il volto della ragazza era dipinto da un misto di curiosità, incredulità e terrore.
Arrivarono fino ai vetri, poi cautamente si affacciarono a vedere cosa succedeva all’interno. Abigail sgranò gli occhi alla vista. Jenny e Gunn. I due erano seduti vicini, rannicchiati sotto un tavolo appoggiato alla parete e si stavano baciando.
"Che fortuna che Sirius mi abbia tradita, così potrò stare con te ufficialmente, amore" e lo baciò.
"Quel poveraccio ci ha fatto un favore invece che un torto." disse Gunn.
"Ora mi credi Abigail?" chiese Sirius alla ragazza che ancora non credeva a ciò che stava vedendo. Al suono del suo nome si voltò di scatto.
"Mi hai chiamata…Abigail?" gli chiese, stupita.
Sirius arrossì all’istante. Non lo sapeva perché l’aveva chiamata per nome. Gli era uscito spontaneo. Ma che gli era venuto in mente! Abigail lo fissò poi si volse a guardare gli altri due che si sbaciucchiavano.
"Non ci credo! Jenny non può essere così….così…."
"Ipocrita?" disse Sirius. La ragazza s’incupì.
"Si, ipocrita." rispose annuendo. Sirus guardò l’orologio
. "Diamine! Abbiamo solo cinque minuti! Vieni dobbiamo andare!" le disse prendendola per il braccio. Si alzarono e corsero verso il castello.
"Ehi! È di qua! Dove vai?" chiese la ragazza a Sirius.
"Fidati. Di quà facciamo prima!" lo seguì dentro un piccolo passaggio. Era buio e molto streto. Sbucarono esattamente dentro l’aula, dietro ad uno scaffale.
"Ssh! Fai piano." disse Sirius richiudendo la porta.
"Ma come facevi a saperlo?" gli chiese.
"Poi te lo spiego." si affacciò per vedere dov’era il professore e notò con piacere che era ancora indaffarato con i libri.
"Vieni." e si diressero verso lo scaffale che dovevano mettere a posto. Come se nulla fosse si rimesero a mettere a posto i libri. Un’ora più tardi Vitious diede loro altri tre mucchi di libri da sistemare.
Finirono a notte fonda e finalmente andarno nella sala comune.
Salirono le scale fino alla torre dove si accasciarono esausti sulle poltrone.
"Mi dici come facevi a sapere di quel passaggio?" gli chiese Abigail mentre si sdraiava sulla poltrona.
Anche lui si sedette.
"Beh, diciamo che sono a conoscenza di qualche segreto molto utile." e le sorrise.
"Mi dispiace di averti rovinato la giornata. Non avrei mai creduto che Jenny potesse fare una cosa simile." gli disse chiudendo gli occhi per riposarsi.
"Wow. Tu che mi chiedi scusa. È un giorno memorabile!" commentò lui ridendo.
"Ho scoperto che non sei poi molto diverso da me." si sorrisero.
Ma che faceva? Sorrideva ad Abigail? Lui odiava Abigail! No non la odiava più. Aveva fatto tutto solo per difendere un’amica. Lui avrebbe fatto lo stesso.
"Beh io vado a dormire." disse lei alzandosi.
"Vengo anch’io." le rispose e si alzò anche lui. Salirono le scale fino al dormitorio delle ragazze.
"Beh, buonanotte allora." gli disse Abigail. "Buonanotte." le rispose. La ragazza aprì la porta poi lui le prese il braccio.
"Abigail." lei si voltò.
"Si?" gli chiese. Lui la tirò a se rapidamente e la baciò. Poi si rese conto di ciò che aveva fatto. Lei si staccò da lui e farfugliò qualcosa:
"Tu…cioè io….che…è…forse è meglio che…che vada".
"Abigail, scusa, io…io non volevo" cercò di spiegarle lui ma lei aveva già chiuso la porta.
"Abigail! Abigail!" Urlò ma la porta era chiusa.
Ma che aveva fatto? L’aveva baciata? Perché? Lei era la Turner! Non ci capiva niente. Si sentiva euforico ma spaventato dai suoi stessi sentimenti.
Salì le scale verso il dormitorio dove gli altri dormivano già. Si tolse i vestiti, s’infilò il pigiama e andò a letto.
  
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