22/12/2012
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Disclaimer: Niente di mio, non ci cavo mezzo euro.
N/A: Scritta per la VII Notte Bianca @ maridichallenge.
Unforgiven
Nel primo ricordo che ha di lei, Rebekah non può avere più di cinque anni.
È una cosetta piccola e bionda, tutta capelli, occhi e lentiggini. Ride, mettendo in mostra tutti i suoi bei dentini di bambina, e brandisce un bastone a mo' di spada.
«Arrenditi!», gli grida dietro, mentre lo insegue con quell'andatura caracollante di chi non ha imparato a correre da poi così tanto tempo.
Non è abbastanza grande per partecipare ai giochi dei suoi fratelli, ma non le importa. Né, d'altronde, i suoi fratelli le negherebbero mai qualcosa. Già a cinque anni Rebekah è fiera, combattiva e viziata. E Niklaus la ama più di ogni altro.
«Arrenditi! Arrenditi, ho detto!», continua a gridare, sempre ridendo e cercando di raggiungerlo, mentre lui sta attento a non distanziarla troppo.
Ha entrambe le ginocchia sbucciate, una guancia sporca di fango, e foglie nei capelli.
È la cosa più graziosa che Klaus ricordi.
La guarda adesso, e il contrasto con quel ricordo gli stringe il cuore in una morsa ghiacciata.
In ginocchio ai suoi piedi, nel punto esatto in cui l'ha lasciata dopo averle spezzato il collo, e con le mani e il volto ancora sporchi di sangue, Rebekah non assomiglia affatto alla bambina della sua memoria.
Piange, adesso. In silenzio, con una mano premuta sulla bocca per soffocare i singhiozzi.
E non gli dice più di arrendersi, perché ora è lei ad essersi arresa.
Dopo tanti secoli, alla fine Klaus è riuscito a distruggerla.
«Alzati», le ordina.
Rebekah obbedisce. Si rimette in piedi, tremolante, e lo guarda con occhi lucidi e pieni di dolore. Un attimo dopo si scaglia su di lui, ma non per colpirlo. Solo per abbracciarlo.
«Un tempo ti bastavo. Un tempo ero tutta la famiglia che ti serviva», bisbiglia contro la sua camicia.
C'è furia e stanchezza nello sguardo di Klaus. Ma nessun ricordo d'infanzia riesce più a riaffiorare con tutto quel sangue sparso per la stanza. Tutto ciò che ricorda, adesso, sono i suoi tradimenti.
«È proprio il tempo a cambiare le cose», risponde con durezza.
Rebekah annuisce contro il suo petto, come a dargli ragione, poi gli posa le mani sulle spalle, si alza in punta di piedi e lo bacia sulle labbra.
«Anche tu non sei più nulla per me, Nik», gli sussurra contro la bocca. «Brucia all'inferno con i tuoi ibridi, se così ti piace. Ti auguro che ti siano di conforto, perché non ti rimane nient'altro.»
Poi se ne va, lasciandogli la sua rabbia, la sua solitudine e altre macchie di sangue sul risvolto della giacca.