Erano passati due giorni da quando David aveva provato a togliersi la vita.
Per fortuna non ci era riuscito; era finito in ospedale e sarebbe stato dimesso tra qualche giorno.
In quel momento Kurt era sul suo letto, tra le braccia di Blaine.
Stavano in silenzio, ogni tanto si scambiavano qualche carezza o qualche bacio; fino a che il castano non parlò.
- Ci ho pensato anch'io, sai? - Mormorò, guardando avanti a sè.
- A cosa? - Chiese il moro, accarezzandogli la mano sinistra.
- A togliermi la vita. - Rispose lui, sentendo le dita del suo ragazzo contrarsi leggermente sulla sua pelle.
- Ci pensavo ogni giorno. Così avrebbero smesso tutti di
prendere in giro mio padre dicendo che ha un figlio frocio e nessuno mi
avrebbe più maltrattato in alcun modo. - Continuò,
stringendosi un pò di più al riccio.
- E cosa ti ha fatto cambiare idea? - Chiese Blaine, sospirando appena.
- Tu. - Rispose Kurt, sorridendo lievemente.
- Ho cominciato a pensare di meno al suicidio quando abbiamo parlato
quella volta, alla Dalton. Ti ricordi? Dopo "Teenage Dream".... -
- Sì. Sì, mi ricordo. - Rispose il ragazzo, sorridendo con tenerezza al ricordo di quel Kurt spaventato.
-
Già. Ho smesso di pensarci completamente quando mi hai baciato
per la prima volta. Mi sono sentito.... Amato, sul serio. E protetto,
al sicuro. -
- Penso che quando trovi la tua anima gemella, tutte le paure
scompaiono. Sai, come per magia. Quando trovi la tua anima gemella non
hai più paura di niente. A me è successo così. -
- Ci ho pensato anch'io. - Disse Blaine, dopo qualche minuto di silenzio.
- Dico, al suicidio. -
Kurt si voltò verso di lui completamente, sedendosi quasi a cavalcioni su di lui e prendendogli le mani, cominciando ad accarezzarne dolcemente i palmi.
-
Cominciai a pensarci dopo il ballo, quando finii in ospedale. Mio padre
non mi venne a trovare. Non si preoccupava affatto per me, tanto ero
solo un frocio, probabilmente per lui potevo anche morire ammazzato.
Se ne sarebbe altamente fregato. - Il riccio chiuse per un momento gli occhi, per poi riaprirli e guardare il suo ragazzo.
- Anche tra le mura della Dalton continuavo a pensarci. Nonostante in quella scuola non ci fosse alcun tipo di discriminazione, continuavo a sentirmi diverso. Ora che ci penso, forse mi sentivo diverso proprio perchè ero dovuto arrivare a cambiare scuola per non essere continuamente soggetto ad atti di bullismo. - Il maggiore annuì e gli accarezzò dolcemente una guancia, sorridendogli appena.
-
Ho smesso di pensarci grazie ai miei amici. E grazie a te. Se non ti
avessi mai incontrato lì, spaesato sulle scale della Dalton, non
so se avrei smesso seriamente di pensarci. Quando abbiamo parlato ho
pensato di doverti aiutare, di dover essere una spalla sulla quale tu
avresti potuto appoggiarti in ogni momento. Ho pensato di dover essere
forte, per te.
Quando ho visto il tuo coraggio, la tua forza e la tua determinazione,
ho capito di non dover pensare al suicidio. Io non ho avuto abbastanza
coraggio da affrontare quel bullo, ma tu Kurt, tu l'hai fatto.
E ora quel bullo è una persona migliore, grazie a te. E
uccidersi, togliersi la vita sarebbe stato inutile, mi sarei perso
tantissime cose. Mi sarei perso te, il McKinley. Mi sarei perso
l'amore. -
- Ti amo. - Disse semplicemente Kurt, guardandolo negli occhi, i suoi lucidi.
- Ti amo anch'io. Sei l'amore della mia vita. - Mormorò Blaine, per poi sugellare quelle parole con un dolce bacio.