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Autore: Just D    22/12/2012    5 recensioni
E se Belle e Rumpelstiltskin si fossero conosciuti sull’ Hogwarts Express? E se loro non fossero i soli abitanti di Storybrooke presenti nella scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo dell'autrice: Questa è la prima storia che scrivo, vogliate perdonare gli inevitabili errori. In questa narrazione, le vicende dei protagonisti sono ambientate ad Hogwarts, luogo magico per eccellenza.  E’ uno scenario che mi ha sempre intrigato, così eccomi qui. Il fulcro della storia è rappresentato dal Rumbelle, non posso farne a meno, li adoro. Buona lettura!



1. In viaggio

La sveglia non aveva suonato quella mattina. Belle si rimproverò per non aver sostituito le pile a quell'aggeggio infernale. Si ritrovò, così, a dover correre per riuscire a prendere il treno in tempo. Giunta alla stazione di King’s Cross, ancora con il fiatone, rilesse la lettera che le era stata recapitata appena due mesi prima.

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttrice: Regina Mills

Cara signorina French,
siamo lieti di informarla che vorremmo affidarle l’incarico di bibliotecaria presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il lavoro avrà inizio il 1° settembre, giorno in cui dovrà recarsi alla stazione di King’s Cross al binario 9 ¾  per raggiungere la scuola.
Restiamo in attesa della sua risposta entro e non oltre il 31 luglio c.a.

Con ossequi,
Mary Margaret Blanchard
Vicedirettrice

Non ricordava male. La lettera parlava proprio del binario 9 ¾. Spostò ripetutamente gli occhi dal foglio che stringeva tra le mani all’ambiente circostante, senza trovare quello che cercava. Era ferma tra il binario nove e dieci non sapendo cosa fare quando, ad un tratto, vide una famiglia sparire attraverso il muro che aveva davanti.
Dopo essere rimasta sorpresa per alcuni istanti, domandandosi se quanto avesse appena visto fosse reale o se l’avesse soltanto immaginato, decise di avvicinarsi. Il suo animo coraggioso ed avventuroso la spinse ad imitare quelle persone, attraversando il muro. Ed eccolo lì, il binario 9 ¾ occupato da un grande treno rosso chiamato Hogwarts Express.
Si affrettò a salire facendosi largo tra la folla di genitori che salutava i propri figli in partenza. Trovare un vagone dove sedersi si rivelò impresa ardua. Tutti quegli studenti ed i loro bauli. Non credeva potessero avere bisogno di tanta roba. Guardò la piccola borsa contenente le sue cose. Viaggiava leggera, una necessità più che una scelta, dato che possedeva solo poche cose.
Alla fine, perse le speranze, raggiunse l'ultima carrozza. Con sua sorpresa, lo scompartimento in fondo era vuoto, eccetto per un uomo sulla quarantina, capelli un po’ lunghi e brizzolati, intento ad armeggiare con uno strano oggetto che aveva tra le mani. Sembrava totalmente assorto da quello che stava facendo, dimentico persino del paesaggio che si stagliava attraverso il finestrino alla sua destra.
 - Non viaggio con gli studenti - fece l'uomo non appena Belle entrò.
 - E' il vostro giorno fortunato allora - rispose lei sistemando la valigia e prendendo posto dinanzi a lui.
L'uomo guardò la ragazza - Non credo nella fortuna e, soprattutto, non credo a voi , dearie - .
Belle sorrise. - Trovate divertente quello che vi ho detto? - chiese irritato.
- No, scusate. E così pensate che sono una studentessa. Grazie per il complimento – rispose sistemandosi l’orlo del vestito.
- Non lo è - .
- Dare ad una donna meno anni di quelli che si hanno realmente, è un complimento – fece Belle conservando il suo sorriso.
- Si può sapere chi siete? - sbottò lui, in realtà incuriosito dai modi di fare della ragazza.
- Mi chiamo Belle French, sono la nuova bibliotecaria della scuola - . La giovane protese la mano verso di lui che non la strinse. Dopo qualche istante, la abbassò portandosela in grembo.
Scese un imbarazzato silenzio. Belle non si scoraggiò e riprese – Credo di conoscere il vostro nome. Siete il professor Gold, non è vero? Ho sentito parlare di voi da quasi tutti i ragazzi che ho incontrato su questo treno. Devo ammettere che mi hanno incuriosito sul vostro conto - .
- Davvero? E cosa vi hanno detto, che sono un mostro? - fece lui posizionandosi in modo da poterla guardare dritta negli occhi.
- Chi vi considera un mostro? - chiese Belle sorpresa.
- Tutti, dearie. E fanno bene a pensarlo. Dovreste fare lo stesso - disse l'uomo con un sorriso sghembo, simile ad un ghigno.
- Non mi lascio condizionare da quello che pensano gli altri. Per quel che vedo, voi non siete un mostro - .
- Coraggiosa o soltanto ingenua - .
Belle non ebbe il tempo di replicare, la porta venne aperta rivelando un carrello pieno di golosità.
Entrambi, però, optarono per una semplice tazza di tè. Mentre sorseggiava il liquido caldo, Gold si ritrovò a fissarla, suo malgrado. Non sapeva il motivo ma quella strana creatura lo incuriosiva. Una novità per lui che aveva poca considerazione per gli altri. Distolse addirittura lo sguardo quando si accorse che era ricambiato. Si sentiva a disagio e non amava esserlo.
Per riacquistare un minimo di padronanza di sè  riprese la conversazione. - A quale casa appartenete? -
- Come scusate? -
- Vi ho chiesto qual è, tra le quattro case di Hogwarts, la vostra - spiegò Gold.
- Ehm … nessuna - rispose Belle questa volta.
L'uomo rimase sorpreso dalla notizia, alla quale diede un'unica spiegazione. Forse lei riteneva, avendo concluso la scuola, di non appartenere ad alcuna casa ormai. Lui era e si sentiva Serpeverde adesso come il giorno dello smistamento.
- Non ho mai frequentato questa scuola - . Così Belle interruppe i suoi ragionamenti, lasciandolo interdetto.
- Mi state dicendo che non avete poteri magici? - .
- Esatto - .
- Ed i vostri genitori? - .
- Neanche. La magia non ha mai fatto parte della mia vita - . Quelle parole lo scossero. Da bambino aveva sempre saputo di essere speciale, di avere dei poteri. La magia era parte di lui. Non poteva pensare di vivere senza. Era il bastone della sua vita, molto di più di quel pezzo di legno con manico in oro posizionato lì accanto.
- Non credo che ne avrei bisogno, comunque - osservò Belle.
- Come potete dire di non aver bisogno di qualcosa se non l' avete mai avuta - obiettò Gold.
- Se una cosa fosse importante, ne sentirei la necessità. Prendete l'amore. E' qualcosa che mi manca anche se non l'ho mai provato. Non mi fraintendete, amo mio padre ma io mi riferisco all'amore romantico, quello che ti fa battere il cuore, che abbia più livelli, che sia un mistero da svelare - . Belle aveva gli occhi che le brillavano mentre diceva queste cose.
Ad un tratto, il treno si fermò in modo brusco. Erano arrivati a destinazione. Per colpa della frenata, la tazzina che Belle aveva ancora in mano cadde a terra. Si chinò immediatamente a raccoglierla. Il volto che il signor Gold vide, una volta rialzato, aveva perso la gioia, era preoccupato.
- Si è scheggiata - spiegò la ragazza mostrandogli l'oggetto.
- E' soltanto una tazza, dearie – rispose.
Belle parve sollevata da quelle parole, i muscoli del viso si rilassarono e comparve un timido sorriso.
  
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