22/12/2012
1 recensioniLe confessioni di un angelo
agli Alcolisti Anonimi
La prima volta in cui mi sono avvicinato all'alcool è stata tanto tempo fa:
Dean mi aveva portato a bere. Non che ci fosse una ragione per farlo, semplicemente quella sera aveva deciso che dovevo godermi la vita. Io!
Sono un angelo, se non qualcuno se ne fosse dimenticato. E so perfettamente come godermi la vita il che comprende, nel mio immaginario, cose del tipo “lottare per un futuro migliore” e “aiutare gli altri”, “seguire i comandamenti” e “mostrare agli altri la giusta via”. O qualcosa del genere.
Ma Dean pensa che sia ossessionato dal lavoro, perché alla fine queste cose fanno parte dei compiti di un angelo, ma a me piacciono. Insomma, a lui piace cacciare i mostri, a me piace fare l'angelo, non vedo cosa ci sia di sbagliato.
Fatto sta che mi sono trovato in un qualche pub del messico, a tracannare tequila e a sentirmi dannatamente in colpa. O meglio, mi sono sentito in colpa per i primi tre bicchieri di qualcosa con un nome del tipo “Tequila Bum Bum” o una cosa simile, fatto sta che non era troppo importante il nome. Il problema è che all'inizio pensavo che fosse dannatamente sbagliato, ma Dean continuava a insistere, affermando che ero rigido, mentre tracannava quella sostanza dorata contenuta in bicchieri trasparenti, fino a che non mi sono trovato a pensare che bere era una cosa magnifica, che mi aiutava a non pensare ai miei problemi del tipo “Paradiso vs inferno”. Era oro, oro liquido.
Il problema però è venuto il giorno dopo – come se il senso di colpa dei primi bicchieri non fosse abbastanza.
Sì, perché il giorno dopo non avevo ancora smaltito la sbornia, e avevo un gran mal di testa.
Ho capito di aver toccato il conto quando Dean si è messo a ridere: “Sapevo che gli uccellini si ubriacavano, ma non sapevo che anche gli angeli potessero avere problemi di questo genere: insomma, sei andato, amico”.*
*Riferimento al fatto recente degli uccellini ubriachi in Russia. Per chi non lo sapesse, lo sbalzo climatico ha fatto fermentare le bacche di cui questi esserini si nutrono.