Film > Iron Man
Ricorda la storia  |      
Autore: evenstar    22/12/2012    6 recensioni
Cosa succederebbe se Pepper decidesse di passare un tranquillo Natale con la sua famiglia? E se Tony non fosse d'accordo?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In Avengers Tony "minaccia" di mandare Pepper a dormire da sua madre, quindi ho presupposto che lei sia ancora in vita. 
Altra storia natalizia che ammetto di essermi divertita molto a scrivere, grazie per i commenti alla prima. 
Enjoy.



24 dicembre
 
Ore 10.30
- Questi sono i fogli che deve firmare. Sulla scrivania le ho lasciato l’agenda e qui… - disse Pepper porgendo una tazza a Tony - C’è il caffè.
- Come mai ho l’impressione che lei abbia fretta? – chiese lui afferrando il caffè e tralasciando i fogli che gli venivano porti.
- Forse perché ho fretta – rispose lei riprendendo la tazza e ficcandogli in mano in maniera poco gentile i fogli.
- E, di grazia, come mai avrebbe fretta? – Tony prese il malloppo di mala voglia, lo scorse un attimo e lo buttò disordinatamente sulla scrivania.
- Le conviene non iniziare subito ad accumulare disordine, le ricordo che per le prossime 48 ore sarà solo – disse Pepper avvicinandosi alla scrivania e raccogliendo i fogli sparsi.
- Come… come sarebbe a dire che sarò solo? La pago per non essere solo!
- Questo è vero, e anche piuttosto bene, ammetto.
Tony la fissò accigliato, con lo stesso sguardo di un bambino a cui fosse stato appena negato il gelato.
Pepper alzò gli occhi. – E’ Natale!
Tony proseguì con il suo sguardo perso.
- Natale. Ha presente? Luci, decorazioni, alberi addobbati? Si ricorda cosa le ho detto sul Natale? – chiese lei sbuffando. Era davvero come parlare con un bambino capriccioso.
- Che dobbiamo essere tutti più buoni? – ironizzò lui.
- Anche, cosa che peraltro dubito lei stia facendo. Vado da mia madre per due giorni.
- Che cosa?
- Mia madre.
- Quello l’ho capito.
- Quindi non ci sono problemi?
- Si che ce ne sono! Non può!
- Si che posso.
- No.
- Si.
- No! Sono io il capo. Decido io se può o meno.
- Esatto.
- E quindi non va da nessuna parte.
- Si invece.
Tony fissò la ragazza come se fosse appena scesa dalla luna. Di sicuro c’era qualcosa che gli sfuggiva.
 - A giugno le ho chiesto due giorni di ferie per Natale. Mi disse di non tediarla con cose che sarebbero successe sei mesi dopo – spiegò lei.
- Si, sembra proprio una mia frase.
- Infatti. Quindi a settembre le ho richiesto i due giorni… e lei mi ha detto si.
- Non credo proprio. Si deve essere sbagliata. Jarvis, dì alla signorina Potts che non ho mai detto una cosa simile.
- In effetti… - iniziò a dire Pepper ma fu zittita da una mano alzata di Tony che imponeva il silenzio.
- Signore, - rispose la voce di Jarvis. – Ho una nota della signorina Potts, controfirmata da lei, del 12 settembre in cui le concede il 24 e il 25 dicembre di ferie – concluse impassibile.  
- Le conviene chiudere la bocca, Tony – rise Pepper. – Potrebbero entrarci le mosche!
Tony la fissò allibito. – Mi ha imbrogliato!
- Certo che no! Ho solo preso le mie precauzioni.
- Non avevo capito che sarebbe andata via per Natale! – brontolò lui.
- Come sarebbe scusi che non aveva capito? – ribattè lei cominciando a stufarsi. Gestire un bambino capriccioso sarebbe stato più semplice. – Si da il caso che Natale cada per convenzione millenaria il 25 dicembre!
Tony si girò e si allontanò da lei. – E io cosa dovrei fare senza di lei per due giorni? – chiese girandosi di nuovo a guardarla, questa volta tentando l’approccio da cucciolo abbandonato.
- Suvvia, Tony non faccia il melodrammatico. Sono sicura che troverà sicuramente il modo per passare il tempo – rispose lei in tono ironico. – E comunque tutto ciò è puramente accademico. Io vado – disse avviandosi verso la porta. – Ci rivediamo tra due giorni e Tony…
- Si, signorina Potts – sospirò lui, capendo di aver perso.
- Cerchi di non mettersi nei guai!
- Io non… – cominciò a rispondere ma lei era già uscita. 
 
Ore 20
- Tesoro, non puoi spegnere quel trabiccolo almeno il giorno di Natale?
- Scusa mamma – rispose Pepper tirando fuori il cellulare e fissando il la foto di Tony Stark nella sua migliore, o peggiore, espressione da play boy. – E’ il mio capo, devo rispondere.
- Ma avevi detto che ti aveva dato due giorni di ferie – si lamentò la donna porgendole una generosa porzione di tacchino al forno.
- Si, mamma – sospirò Pepper. – Così avevo detto e così mi aveva detto – ringhiò alzandosi da tavola per andare a rispondere. – Tony, a meno che lei non stia morendo in questo preciso istante, mi richiami domani! – rispose secca.
- Pep? – una voce decisamente ubriaca le fece capire che le cose si stavano mettendo male.
- Sì.
- Dov’è?
- Dove le avevo detto che sarei stata e dove le avevo detto di non chiamarmi a meno di un disastro mondiale.
- Ma…
- E’ un disastro mondiale, Tony? – chiese lei secca sebbene si rendesse conto che difficilmente il suo capo aveva in quel momento la capacità cognitiva per rispondere sensatamente.
- No?
- Che cosa succede? – chiese Pepper alla fine crollando sul divano.
- Mi mancava – rispose biascicante lui.
- Si certo, lo immagino. Dove si trova?
- Ad un partyyy.
- Happy dov’è? Me lo passi!
- Non c’è.
- Non è possibile che non ci sia. C’è sempre. Ascolti, si guardi in giro e gli passi il telefono – scandì bene lei in modo che non ci fossero dubbi.
- Non c’è proprio. Anche lei non c’è. Sono assssssolutamente solo.
- Tony, mi ascolti. Deve tornare a casa, adesso. La smetta di bere, prenda un taxi, torni a casa e si metta a letto.
- Da solo? – chiese lui stupito.
- Si, cerchi di fare tutto da solo – rispose. Soprattutto l’ultima parte, pensò tra sé.
- Ma la festa è appena iniziata!
- E allora perché mi ha chiamato? – chiese Pepper convinta a non farsi rovinare le feste.
- Per farle gli auguri – rispose Tony ridendo scompostamente. – Taaaanti auguri!
- Si, grazie. Auguri anche a lei. Adesso riattacco però. Mi dia retta, torni a casa!
- Si, si, tra un pò.
 
Ore 23
Pepper stava sbruffando, o meglio, stava decisamente imprecando e considerato il fatto che tra meno di un’ora sarebbe stato Natale, la cosa le dava dannatamente fastidio. Ancora più fastidio le dava il fatto che stava guidando da un’ora nel traffico per tornare a Malibù a recuperare i resti del suo capo.
E tanti saluti al Natale in famiglia.
Seguendo il segnale GPS del cellulare di Tony si trovò all’ingresso di un locale molto in, preso d’assalto da limousine, mercedes e audi. Entrò diretta verso il bar. – Dov’è? – chiese seccatamente al barman.
Lui accennò al palco e lei seguì il suo sguardo: tra la band, in un completo grigio e con gli occhiali da sole addosso, c’era Tony Stark multimiliardario, filantropo, genio, play boy, ubriaco fradicio.
- Tony! – urlò verso il palco per farsi sentire. Fortunatamente nessuno badava a lei, sfortunatamente neanche Stark badava a lei.– TONY – ripetè ancora più forte. Stava per salire a prenderlo quando lui la vide, le fece un grosso sorriso e la salutò con la mano.
- Scenda subito giù – mimò lei con le labbra, cercando di non dare spettacolo, o almeno di non dare più spettacolo di quanto lui non avesse già fatto.
Tony sembrò ignorarla per un lunghissimo momento, poi si diresse caracollando verso di lei.
- Signorina Potts, che cosa ci fa qui? – chiese cercando di abbracciarla.
- Mi rovino il Natale – rispose lei scostandosi. – E’ tempo di tornare a casa. Andiamo, ho la macchina qui fuori. La porto a casa.
- Ma la festa è appena iniziata!
- No, direi che è finita. Andiamo – ripetè cercando di metterci quanta più persuasione possibile, se si fosse rifiutato non sarebbe riuscita a smuoverlo.
- Non le va un drink? – chiese Tony offrendole il suo bicchiere.
- No, grazie. Andiamo.
- Sa Pepper… lei è una guastafeste! – rispose Tony, iniziando però a seguirla fuori.
- Si, non lo metto in dubbio ma per lei è decisamente il tempo di mettersi a letto ad aspettare Babbo Natale, anche se dubito che per quest’anno le porterà qualcosa di diverso dal carbone.
- Ohhh… sarà lei a mettermi a letto, signorina Potts? – biascicò cercando di metterle un braccio attorno alle spalle.
- Oh si, ma non prima di averla buttata sotto una doccia fredda – rispose caricandolo il macchina e chiudendo la porta.
 
25 dicembre
 
Ore 02.00
- OH MIO DIO – urlò Tony catapultandosi fuori dalla doccia. – E’ GELATA.
Pepper era vicino al lavandino con un asciugamano teso verso di lui. – Lo scopo però è stato raggiunto, mi pare. Bentornato tra noi – disse lanciandogli l’asciugamano in modo che si asciugasse l’acqua che gocciolava dai capelli e dalla maglietta fradicia.  
- Poteva almeno… - iniziò Tony indicandosi i vestiti ma poi un rapido sguardo alla sua assistente lo fece zittire.
- Si sente meglio?
- Si, credo di si. Grazie – rispose scrutandola in attesa dell’esplosione.
Pepper indicò la porta e uscì, lui la seguì.
- MA SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO LE E’ VENUTO IN MENTE? – gli urlò girandosi ad affrontarlo. – ERO A CENA DA MIA MADRE SOLO 7 ORE FA…
- Pepper per favore, la mia testa – disse Tony tenendosi la testa che gli stava martellando al ritmo delle urla di lei.
- NON MI DICA PER FAVORE! NON MI DOVEVA CHIAMARE!
- Capisco che sia adirata ma la prego… non urli.
- NON URLO? NON URLO? LO SA COME HO PASSATO LA NOTTE DI NATALE?
- Pep… io
- A GUARDARLA VOMITARE FINO A SFINIRSI, ECCO COME!
- Si lo so ma io…
- 7 ORE FA MANGIAVO IL TACCHINO TRANQUILLAMENTE SEDUTA A CENA! – finì lei fino a sentire che anche la sua, di testa, stava per esplodere. – Si può sapere perché fa così? – chiese alla fine sconsolata.
- Senta, mi dispiace. Ha ragione avrei dovuto controllarmi…
- Ho provato ad aiutarla ma con lei non c’è niente da fare! Qual è il suo problema? – chiese fissandolo.
- Non ho nessun problema!
- A me non sembra proprio.
- Ho solo bevuto qualche drink di troppo…
- Ma poi ha chiamato me. Lei si autodistrugge e poi io sono quella che deve mettere insieme i resti e farla arrivare al giorno dopo!
- Si beh, non sarebbe successo se non fosse andata via! – sbottò lui, arrabbiato.
- Non è vero! Sarebbe stato esattamente lo stesso. E’ sempre così da qualche tempo a questa parte. Io… io non ce la faccio più a vederla in questo stato! – rispose Pepper sentendo che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime. Ecco, mancava solo quello per essere una serata perfetta. – Sa che le dico: se vuole distruggersi la vita sono affari suoi. MA LASCI FUORI ME! – sbottò alla fine per cercare di ricacciare indietro le lacrime.
- Cosa?
- Non ce la faccio più. Si arrangi – sbottò dirigendosi verso la porta di casa.
- Io volevo solo, io… - ma la testa continuava a pulsare tremendamente e per Tony era difficile articolare una frase compiuta.
- Me ne vado – mormorò Pepper aprendo la porta.
- No aspetti, coraggio sediamoci e parliamone come persone adulte.
- Non c’è niente da dire, Tony. Niente. Questa volta ha esagerato.
 
Ore 10.00
Pepper era seduta sul divano di casa fissando l’albero di Natale. Era distrutta sia fisicamente che mentalmente, lo scontro con Tony le aveva prosciugato le energie. Non era la prima volta che succedeva una cosa simile e non era neanche stata la scenata peggiore a cui aveva dovuto porre rimedio ma questa volta era stato diverso. E non era per la cena in famiglia rovinata, nel momento in cui lo aveva visto piegato in due in bagno aveva capito che non avrebbe più potuto vederlo ridursi in quello stato, non lo avrebbe sopportato. Il suono del campanello la distrasse dai suoi pensieri.
- Chi è?
- Pepper per favore, devo parlarle.
- Tony la prego, mi lasci in pace – mormorò tristemente. Non credeva di riuscire a gestire un’altra litigata, non il giorno di Natale, non dopo quella notte.
- Mi faccia entrare. Mi lasci spiegare.
- No.
- Andiamo, dopo 10 anni me la deve una spiegazione – la pregò lui.
Pepper aprì di poco la porta. – Proprio perché la conosco da 10 anni non mi serve nessuna spiegazione – gli rispose.
- Ha pianto? – chiese lui vedendo che aveva gli occhi rossi.
- No – mentì lei. – Non ho dormito molto questa notte – rispose risentita.
- Oh. Capisco – sembrava quasi deluso.
- Non credo che lei capisca, Tony. Se capisse non si comporterebbe così.
- Le cose… dopo l’anno scorso… le cose sono cambiate. Per me. Per noi.
- Non c’è nessun noi – rispose lei, ma alla fine aprì la porta e lo lasciò entrare. – E non mi sembra che sia cambiato qualcosa – mormorò.
- Si invece! Noi… insomma noi ci siamo avvicinati…
Pepper lo fissò scuotendo la testa. – Oh per favore.
- Non dica così, lo sa che è vero!
- L’ho pensato anche io… 
- Vede!
- … per qualche tempo. Ma poi… insomma basta pensare a come si è comportato ieri sera, pensavo che queste scene sarebbero finite.
- Ieri sera è stato uno stupido errore. Ho fatto uno sbaglio, non mi può condannare per questo! Insomma era Natale, lei era via, io ero solo.
- Tony…
- Mi lasci provare a spiegare.
- Non sono io il problema, se fossi stata con lei sarebbe successa la stessa identica cosa. E’ la sua mania autodistruttiva…
- No! Non lo è più! Ero così ma poi in me qualcosa è cambiato… dopo che sono tornato… sono diventato Iron Man… tutto è cambiato.
- Non è…
- CI STO PROVANDO – sbottò lui facendola sussultare per l’urlo improvviso. – Scusi – si affrettò a dire, avvicinandosi a lei di un passo. – Non volevo spaventarla. Ma davvero sto provando a cambiare: le Stark Industries, Iron Man… tu.
- Io?
- Continuo a pensare a quella sera sulla veranda e non dirmi che anche tu non ci pensi! Ho visto come mi guardi quando credi che io non me ne accorga.
- Io non… – cercò di negare Pepper.
- L’ho visto perché è come ti guardo io. Hai sempre fatto parte della mia vita ma solo adesso ho capito quanto importante sei per me.
- E per farmelo capire il modo migliore era quello di chiamarmi la notte di Natale da un bar, completamente ubriaco? – chiese ironicamente Pepper che però si sentiva anche le guance in fiamme.
- No. E’ stato un modo veramente … pessimo – rispose lui non riuscendo a trattenere un sorriso, che divenne molto più aperto quando si rese conto che anche lei aveva iniziato a sorridere. – Mi conosci Pepper, meglio di quanto mi conosca io stesso!
- Si è vero – concordò lei. Lo fissò qualche momento, vedendo lo sguardo speranzoso con cui la stava guardando le venne da sorridere. - Dimmelo – lo sfidò alla fine. Se voleva il perdono, che almeno se lo guadagnasse.  
Lui scosse la testa ridendo. – Sei perfida.
- Mi sto prendendo una rivincita. Me lo devi, Tony. Dillo.
- Ok, ok io… Pep io – balbettò lui.
- Coraggio!
- Sto cercando di dirti che non voglio passare un altro Natale da solo – disse Tony con rapidamente, prima che il coraggio gli venisse meno.
Pepper rise, rossa come un peperone ma decisamente felice. – Molto bene, signor Stark. Ma credo che possa fare di meglio, se si impegna.
– Non voglio passare un altro Santo Stefano da solo, né un altro compleanno, né Pasqua e tanto meno capodanno. Non mi viene in mente nessun giorno della mia vita in cui non vorrei averti vicino a me. Credi che possa bastare? – chiese avvicinandosi ulteriormente e continuando a sorridere.
- Uhm.
Tony ebbe un ultima ispirazione. - Lo so che mi sono comportato da stupido ieri ma questo è il giorno internazionale del perdono, no? – chiese mettendo su la sua espressione da cucciolo abbandonato.
Pepper si sentì vacillare: una parte del suo cervello le urlava di farlo smettere di parlare e di buttarlo fuori di casa, che tutta quella storia, montata in una notte, sarebbe potuta smontarsi altrettanto rapidamente facendo una sola vittima, e non sarebbe stato lui. L’altra parte del cervello le stava invece urlando di farlo smettere di parlare e di buttarsi tra le sue braccia. E al diavolo tutto quanto.   
All’improvvisò suonò il telefono.
I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need
I don't care about presents
Underneath the Christmas tree
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you.
- E questo che cosa sarebbe? – chiese Tony ridendo di gusto.
Pepper arrossì ancora di più. – La mia suoneria di Natale.
- E pensi di rispondere? – chiese lui facendo un passo verso di lei mentre il telefono continuava a trillare allegramente, finendo la suoneria.
Pepper buttò un occhio sul display. Sua madre. Quei due avevano un tempismo magico per rovinale i momenti perfetti. – No, credo di no – sorrise facendo a sua volta un passo verso di lui.
- E quindi sono perdonato per ieri? – chiese speranzoso.
- Forse – rispose lei con un sorriso malizioso – Diciamo che potrei trovarti un modo per fare ammenda – concluse annullando la distanza tra loro.
 
Ore 12.00
- Pepper, che cosa ti ho regalato per Natale?
- Uhm, quest’anno ancora niente – mormorò lei, stiracchiandosi. 
- Ho ancora tempo per rimediare! Che cosa vorresti?
Pepper lo baciò. – Prova ad indovinare.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: evenstar