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Autore: itsHazzaa    23/12/2012    4 recensioni
Strabordante di feelings ho buttato giù questa OS, ovviamente parla dei District3 in una realtà leggermente modificata a mio piacimento. Spero vi piaccia e vi lascio la quote migliore a parer mio:
“Dan. Taci qualche volta”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un misero raggio di sole riuscì ad attraversare le spesse tende della stanza della ragazza, e colpo di fortuna la colpì in pieno viso, svegliandola con mugugni poco chiari “Ci mancava anche il sole” esclamò stiracchiandosi indolenzita, prese il telefono sul comodino accanto al letto per controllare l'ora, erano le 9 passate, e lei era di almeno dieci minuti in ritardo per la lezione di letteratura, “No, no, no... -si alzò troppo in fretta quasi perse l'equilibrio- ..perchè?” agitata come una trottola raccattò qualche vestito pulito, la biancheria e corse in bagno per una doccia a tempo di record. Decise di evitare di sprecare altro tempo ad asciugarsi i capelli, legò i ricci lughi e rossi in una coda alta, indossò i jeans, la maglietta a mezze maniche e le sue amate converse rosse e partì come un razzo per evitare di sentire il professor Hanes, lamentarsi, cosa che avrebbe fatto comunque e che farà sempre, in ogni caso.
Scese le scale, vide Madison, la sua migliore amica, intenta a parlare con Michael, il suo fidanzato, mentre facevano colazione, “Sam – l'amica la notò passare di corsa – il caffè!” “Non adesso, scusa Maddie, a dopo! Ciao Michael.” Era già in strada quando sentì la risposta dell'amica, fortunatamente il loro appartamento era poco distante dal campus e quindi dall'università, in dieci minuti sarebbe arrivata in classe, pregando che quel giorno la lezione fosse talmente interessante, cosa poco probabile, da attirare più dei soliti cinque studenti.
“Mi auguro che qualcuno di voi abbia avuto la dec....oh signorina Daves, giusto? - la riccia, a corto di fiato, annuì – bene, mi fa piacere vedere che alla fine è riuscita a degnarci della sua presenza, prenda posto e mi esponga la sua relazione sul libro che vi ho consegnato ieri” fece l'anziano professore alla ragazza. Era decisamente di buon umore – pensò lei – bè non poteva dargli torto, in aula c'erano si e no venti studenti, dieci dei quali visibilmente addormentati sui libri, otto in uno stato di dormi veglia e i restanti due, esclusa la riccia, sorseggiavano quello che doveva essere caffè o thè pregando di riuscire a restare svegli per l'ora successiva. Si sedette in prima fila, poco importava a quel punto il posto, posò la tracolla e vi estrasse un contenitore ad anelli, su cui aveva scritto la sua relazione. Il fato volle che il libro scelto dal professore fosse “Il Ritratto di Dorian Gray”, uno dei libri che amava più di tutti, espose al professore il suo compito e potè rilassarsi in pace anche per l'ora successiva.

Aveva passato due ore di letteratura e altrettante due di filosofia, il mondo le sembrava un posto diverso, tetro quasi, era sfinita, ed era solo l'una, aveva altre due ore davanti a sé, ma decise di pensare letteralmente a quello che aveva davanti, ossia una sorta di polpettone senza forma definita, accompagnato da un purè insapore, non era sicuramente un pasto appetibile, ma la mancata colazione la rese alquanto vorace, e svuotò completamente il piatto. “Wow, dovrebbero metterti nel libro dei record! Credo che pochi al mondo siano riusciti a mangiare quella roba. - le si parò davanti una ragazza alta e mora tutta sorridente – è occupato?” indicò il posto di fronte alla riccia “No, prego.” le rispose sorridendo a sua volta “Io sono Brooklyn” la mora le porse la mano “Io Samantha, ma se mai dovessi chiamarmi così, sappi che è a tuo rischio e pericolo, chiamami Sam” strinse la mano di Brooklyn sorridendo. Passarono la mezz'ora di pausa che rimaneva a parlare del più e del meno, prima di congedarsi, Sam propose a Brooklyn, o meglio Brooke, come la mora le disse di chiamarla, di passare a casa sua quella sera, a detta della ragazza dormire nel campus non era il massimo del divertimento, e una serata in compagnia le serviva.
Letteratura italiana le era sempre piaciuta, la faceva sentire a casa, scoprire le sue origini, non le pesava affatto, nonostante fosse piuttosto faticosa, soprattutto messa a fine di una giornata del genere. Il professore, il signor Cris, era italo-inglese, nonostante il cognome non lo facesse sembrare tale; era un uomo sulla quarantina, simpatico e con un accento particolare che faceva sorridere i suoi studenti. Entrata in classe, che era alquanto piena, cercò il primo posto libero, in terza fila, e si accomodò. “Sei l'amica di Madison, vero?” le chiese il ragazzo alla sua sinistra, si voltò a guardarlo per capire se lo riconosceva, capelli castani, lisci, non troppo corti, occhi color nocciola e un sorriso beffardo stampato in volto, no, non lo conosceva “Si, sono Sam, - continuava a guardarlo un po' perplessa – ci conosciamo?” il ragazzo continuava a sorridere “No, però Madison parla spesso di te. Sono un'amico di Micky, piacere Dan.” le porse la mano, che lei afferrò “Ah quindi la mia migliore amica parla di me quando esce con il suo ragazzo, bene, dovrò dirle due paroline.” Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata, mentre la riccia lo guardava stupita, di nuovo, non pensava che ciò che avesse detto fosse così esilarante. La lezione continuò tra momenti di concentrazione sulle parole del professore e momenti di chiacchere con Dan.

“Maddieeeee!” fu la prima cosa che fece appena rientrata in casa, sperava che l'amica non fosse già a lavoro, oppure appartata con Micky, quei due erano peggio delle piovre, però doveva ammettere che stavano bene assieme. Madison era una ragazza minuta, con un fisico da fare invidia alle modelle più belle al mondo, due occhioni verdi e capelli castani, lisci, tagliati corti; Michael era poco più alto di lei, castano, occhi nocciola, con la risata contagiosa, erano senza dubbio fatti l'uno per l'altra. “Sono di sopra!” la bruna le urlò dalla cima delle scale, “Bene, scendi che dobbiamo parlare” “No, sali tu” “Sono stanca!” “SFATICATA” ribattè Madison scendendo le scale. Raggiunse la riccia in cucina che si stava versando una tazza di caffè bollente, che era un po' la sua linfa vitale “Maddie, stai cercando di accasarmi?” l'amica guardò la riccia come se fosse posseduta “Cosa?” “Ho incontrato un certo Dan a letteratura italiana, lo conosci?” “N..Ah Dan l'amico di Micky? Si, perchè? Oddio, ti ha detto che parlo di te, vero?” “Sagace. Comunque – sorseggiò il suo caffè – ho chiesto ad un amica di passare di qua a cena. Vive al campus e la sua compagna di stanza è sempre in giro a qualche rave. Si chiama Brooklyn” “Nessun problema, poi andiamo a sentire Micky e la sua band, va bene?” Madison sorrise e fece gli occhioni dolci “Puoi smetterla Maddie, non hai bisogno di convincermi, dopo oggi voglio proprio distrarmi! Avviso Brooke.” Sam estrasse dalla tracolla che aveva appoggiato sul bancone della cucina il suo telefono, scrisse velocemente un sms a Brooklyn la cui risposta non si fece attendere, dopo cena sarebbero andate tutte e tre a sentire Michael e il suo gruppo.
Alle sette Brooklyn arrivò, passarono un'ora a chiaccherare, si trovavano bene in compagnia, scoprirono che la mora era americana ed era in Inghilterra per un programma di erasmus, il freddo e l'umidità inglese le stavano poco simpatiche, l'accento non riusciva a digerirlo, ma alla fine si era abituata, e ora non ci faceva troppo caso. In America si vedeva con un certo Max, da come ne parlava era un ragazzo d'oro, ma era realistica e con un oceano di mezzo, per un anno, non sarebbero durati affatto. Maddie parlò del suo lavoro, di quanto fosse estenuante e poco remunerativo lavorare in una catena di cafè, però non voleva più studiare e finchè qualcosa di migliore non le si fosse presentato, avrebbe continuato a fare turni assurdi e servire bevande a volte strane. Sam, parlò della “scenata” del professor Hanes, e uscì che Brooklyn lo conosceva, aveva frequentato alcune sue lezioni, ma come molti altri lo faceva solo per riuscire a riposarsi. Raccontò di Dan alla mora, lei chiese dettagli sul ragazzo, dettagli sul fisico, il viso e l'atteggiamento, Sam stupita le raccontò tutto e Brooke concluse con un “Non mi ispira molto.” La riccia e Madison scoppiarono a ridere.

“Sammy, io passo dal retro così riesco a salutare Micky prima che salga sul palco - fece Madison incamminandosi dalla parte opposta della riccia e della mora – voi entrate pure, cercate il tavolo a nome Parsons e ci vediamo dopo” concluse sparendo dietro l'angolo del locale. Tutto sommato era un posto carino, seppur non troppo grande, anzi, non distava molto da casa delle due amiche, uno o forse due isolati, Sam non prestò troppa attenzione, in quanto il taxi sfrecciava tra le strade buie. L'interno del locale dava l'idea di un classico pub inglese, luci fioche, tavoloni e sedie di legno, un vociare sommesso e un piccolo palco che occupava una buona parte della sala principale; Sam e Brooklyn si fecero strada nell'angolo in cui c'erano i tavoli, che normalmente – pensò la riccia – stavano al centro, “Buonasera ragazze, avete un tavolo?” una cameriera, poco più giovane di loro, si avvicinò sorridente, “Si, il nome è Parsons” la ragazza indicò il tavolo e le due amiche si accomodarono. Di lì a pochi minuti Madison le raggiunse raggiante come al solito, “Dieci minuti e poi i ragazzi si esibiscono, dopo andiamo a casa di Micky, se avete voglia eh” le due ragazze annuirono all'unisono. 
Michael, seguito da Dan e da un'altro ragazzo biondo, sconosciuto a Sam e alla mora, salirono sul palco, “Per chi non ci conoscesse, noi siamo i District3, io sono Greg..” fece il biondo, passando poi il microfono agli altri due. Non erano poi così sconosciuti, notando il gruppo di ragazzine urlanti e adoranti ammassato sotto il palco, poveretti i genitori che le avevano accompagnate, pensò Sam, perchè più della metà di esse erano minorenni, senza un adulto non potevano entrare. Nel frattempo iniziarono a cantare, tutte cover piuttosto conosciute, erano davvero bravi, sapevano muoversi sul palchetto e intrattenere bene il pubblico, bisognava ammetterlo.
Finito il mini concerto, i ragazzi presero un po' di tempo per fare foto, autografi o semplicemente per fare due parole con le loro fans, quando tutte le ragazze se ne andarono soddisfatte e al settimo cielo, raggiunsero il tavolo di Madison e le amiche. “Salve ragazze, ciao piccola – Micky schioccò un bacio stampo alquanto euforico a Madison e si sedette accanto alla ragazza – che ne pensate? Ah tu sei Brooklyn vero? Piacere Micky” allungò la mano alla mora che l'afferrò sorridendo “Piacere. Comunque mi siete piaciuti, davvero” non guardava Micky, bensì era tutta concentrata su Greg, il biondo che aveva gli occhi azzurri, delle labbra carnose perfettamente delineate curvate in un sorriso simpatico. “Hey, ci incontriamo di nuovo eh?!” Dan si accomodò vicino alla riccia “Eh così pare – prese un sorso del suo drink – Complimenti comunque, siete bravi” concluse guardando tutti e tre i ragazzi. “Grazie” fecero loro all'unisono. Passarono la seguente ora, o forse di più, non prestarono troppa attenzione all'orologio a chiaccherare tutti insieme, a ridere e scherzare come se si conoscessero da anni. Sam notò con piacere che c'era parecchia intesa tra Brooklyn e Greg, ne rimase anche un po' stupita, erano l'opposto, ma d'altronde viveva in casa con l'eccezione fatta ragazza. “Ragazze, io proporrei di spostarci a casa nostra, che ne dite?” fece Micky al gruppo, Madison ovviamente fulminò Sam in previsione di un no, ma si stupì quando la riccia accettò, “Io, non saprei – Brooke era indecisa, guardò le ragazze e poi Greg che le sorrideva – okay dai! Però non stiamo troppo.” “Perfetto!” si fece scappare il biondo tutto entusiasta e scatenando una risata generale.

Poco prima di salire sul taxi che avevano chiamato, decisero di andare a casa delle due ragazze, o meglio Madison pregò il gruppo di andare da loro perchè voleva cambiarsi, non c'era bisogno di dire quante battutine scatenò la sua frase.
Arrivarono a casa e Madison corse in camera per cambiarsi e indossare un magliettina a mezze maniche e un paio di pantaloni della tuta che dovevano essere di Micky, “Tu non vai a cambiarti?” Fece Dan alla riccia sorridendo sornione, lei scoppiò a ridere “Ti giuro che se dovessi mettermi comoda io, tutta l'apparenza andrebbe giù dritta nel water” “Dici? - il ragazzo la guardò con aria di sfida – dai ti accompagno, provamelo” Greg, Micky, Sam, Madison e Brooklyn scoppiarono a ridere fragorosamente “Dan. Taci qualche volta” fece il biondo canzonando l'amico. Non sapeva provarci con le ragazze, era assodato, d'altro canto c'era da ammettere che non demordeva affatto, durante il film che decisero di guardare, Dan cercava costantemente Sam, se usciva dalla stanza per poco la seguiva con lo sguardo, finchè la riccia non decise di sedersi accanto a lui, principalmente perchè Micky e Madison stavano diventando imbarazzanti sull'altro divano, mentre Greg e Brooke erano in cucina a chiaccherare, anche se Sam sospettò che stesse succedendo ben altro, dalle voci che non provenivano dalla stanza.
A metà del film Madison e Michael presero la saggia decisione di ritirarsi a “dormire”, mentre il biondo e la mora tornarono in sala e occuparono il posto lasciato vuoto dai due fidanzatini. Sam si lasciò andare all'abbraccio di Dan, le dava un senso di protezione estrema, e non le dispiaceva affatto. Probabilmente il divano occupato da Brooklyn e Greg era stato impregnato dagli ormoni in subbuglio dei due che li avevano preceduti, perchè nel giro di qualche minuto presero a baciarsi con tanto di lingua e mani vaganti, il problema era che loro non avevano una stanza in cui andare, quindi Sam, sbuffando si alzò prese Dan per la mano e salì in camera sua. “Oddio, sto per vederti in tenuta comoda?” fece il bruno ridendo, “Se lo dici ancora una volta ti chiudo in bagno - si voltò minacciosa – entra” Dan si accomodò sul letto guardandosi in giro, la stanza di Sam non era una gran cosa, era spaziosa, si, aveva una cabina armadio che amava, la scrivania sotto all'unica finestra della stanza, piena di libri, e sul quale c'era anche il suo portatile, svariate mensole anch'esse piene di libri, il suo lettone enorme e comodo e un cassettone con poggiata sopra una piccola TV. “Allora che vogliamo fare?” fece il ragazzo con meno caparbietà. “Non so una partita a carte?” fece sarcastica la riccia, mentre Dan la guardava un po' allibito “Vabbè Dan, quando ti riprendi fammi un fischio, io vado a mettermi in pigiama” prese la canotta e gli shorts che le facevano da pigiama e andò in bagno a cambiarsi, colse l'occasione anche per darsi una sistemata, non era come Maddie che aveva il ragazzo che l'aveva vista in tutti i modi, non poteva tornare in camera struccata, con le occhiaie, la coda e gli occhiali, quindi riavviò i capelli, struccò leggermente gli occhi e il viso e tenne le lenti a contatto, promettendosi di toglierle prima di addormentarsi o se ne sarebbe pentita amaramente l'indomani. Tornò in camera e vide Dan bello svaccato sul suo letto con la TV accesa che si guardava la replica di qualche telefilm che non conosceva, appoggiò il vestito e le scarpe sulla poltrona accanto alla scrivania e si mise nel letto accanto al ragazzo che l'abbracciò subito, poi con la mano iniziò ad accarezzarle la spalla facendole venire i brividi, aveva gli occhi chiusi per godersi appieno quelle carezze e quando li riaprì vide il viso di Dan più vicino di quanto si ricordasse, al momento fece per tirarsi indietro, poi qualcosa dentro di lei, magari un piccolo ormone saltato da un divano all'altro prima, le disse di avvicinarsi, fino a sentire le labbra soffici e calde del ragazzo posarsi sulle sue, era inziato come un bacio incerto, ma quando Sam schiuse le labbra per ricambiare una scossa percorse i corpi di entrambi e si trasformò in un bacio passionale, carico di desiderio. I loro corpi erano perfetti l'uno per l'altro, si completavano a vicenda, si cercavano desiderosi di conoscersi a fondo.  

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Note dell'autrice: tadaaaannnnn ecco l'opera (parolone) compiuta. Spero vi piaccia, in caso contrario mi farebbe piacere anche ricevere critiche purchè siano costruttive, se poi volete recensire mi farebbe tanto piacere. 

  
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