Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Hikari93    23/12/2012    4 recensioni
Lo salveremo, gli avevano detto. E’ forte, gli avevano ricordato. Ce la farà, aveva sperato. Mi dispiace, avevano concluso.
[ItaSasu - Brothership]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Never again

 
 
 
 



Voci concitate tutte intorno, il chiasso di sussurri che tanto appena lo sfioravano e tanto gli martellavano dolorosamente nella testa come lo strusciare di unghie sul vetro.
State zitti, avrebbe voluto gridare. Ma c’era già troppo rumore lì intorno, nessuno avrebbe udito la sua voce che, flebile nel suo bisbiglio afflitto, non sarebbe riuscita a ergersi al di sopra.
Non c’era più aria nei suoi polmoni perché respirare faceva male, e quella che rimenava se ne stava scivolando via, man mano che i secondi passavano e la vita di Itachi gli sfilava dalle mani e si trasformava in morte.  Non avrebbe potuto parlare nemmeno volendo Sasuke.
Il coraggio lo spinse, la disperazione lo sostenne: alzò il capo – di nuovo. E – di nuovo – la luce rossa della sala di rianimazione brillò contro i suoi occhi, illuminandoli con così tanta intensità da accecarli, da farli vacillare, tremare.
Quasi piangeva Sasuke. Si tratteneva soltanto perché, dandosi alle lacrime, avrebbe gettato al vento anche la misera speranza di vedere uscire da quelle porte spalancate il sorriso incoraggiante del medico, che lo rassicurava sulla buona salute di Itachi.
Lo salveremo, gli avevano detto. E’ forte, gli avevano ricordato. Ce la farà, sperava.
E intanto il cuore pompava con forza, lottando per sé e per Itachi. Batteva per entrambi, gridava contro Itachi e gli ricordava che non doveva morire, e che, nell’eventualità, lui lo avrebbe riportato in vita soltanto per sbattergli in faccia che era un idiota.
Sentiva male ovunque; le palpebre pesavano al pari di grossi macigni, gli occhi, ridotti a fessure, custodivano fuoco vivo dentro di loro, ardevano. Le membra strepitavano, alla ricerca di qualche ora di riposo che Sasuke non poteva concedersi, nella speranza vana che il suo solo sperare, il suo solo esserci, avrebbe potuto centuplicare le possibilità che Itachi sopravvivesse. Le braccia si abbandonavano estenuate tra le gambe molli, e Sasuke continua a reggersi soltanto perché era seduto. Anche la schiena urlava, per l’immobilità a cui era costretta da molte ore, ma Sasuke tentava di zittirla a occhiatacce liquide perché sapeva che era lì che doveva stare.
Rifiutò senza forze la coperta offertagli gentilmente da qualcuno, forse un’infermiera qualunque. Non si premurò molto di scoprire la sua identità; gli bastò che lei gli offrisse il suo aiuto gridandogli nelle orecchie e tamponandogli la spalla, scuotendogliela. Provò fastidio, voleva essere lasciato in pace. E quell’idiota, poi, chiunque fosse, perché non se ne andava a curare Itachi anche lei, invece di perdere tempo a distribuire viveri a chi stava già morendo?
Perché l’attesa stava logorando Sasuke nel peggiore dei modi, partendo dall’interno per poi consumarlo man mano anche in corpo. Non provava più i bisogni dell’anima, se ne sentiva annullato. Quella sensazione che però non lo abbandonava era il freddo; si era radicato in lui fin sotto la pelle e dentro i tessuti, picchiettando, ricordandogli con un sorrisetto malefico che lì dentro stava solo perdendo tempo, e che Itachi...
Si morse le labbra così tanto che si graffiarono di rosso. Il sapore del sangue si mischiò a quello della saliva, creando una miscela nauseabonda che Sasuke ingoiò lo stesso; precipitò un masso sul suo stomaco. Nello stesso momento agguantò le ginocchia con le unghie, lacerando la pelle e imprimendosi dolore, ritenendo assurdamente che martoriando il suo fisico potesse riuscire a far tacere gli strilli acuti dentro di sé.
Invece aggiunse dolore ad altro dolore.
Le mani tremarono, le spalle le seguirono a ruota. Sapeva di essere tenuto sotto osservazione costantemente, come se fosse un individuo pronto a scattare da un momento all’altro e a distruggere tutto ciò che non c’era in quella stanza bianca pur di sfogarsi, ma continuava a tener basso lo sguardo, rivolgendolo alle mattonelle incolori che, come barche in un mare insanguinato e tempestoso, oscillavano velocemente ogni volta che i suoi occhi si riempivano di nuove lacrime sempre represse.     
Itachi, Itachi, Itachi. Idiota, salvati…
Era l’unico ad abitare la sua mente e l’unico a non esserci. Il suo pensiero lo riempiva così tanto che la sua assenza fisica lo faceva sentire vuoto. E solo. Di nuovo. Sasuke non voleva, semplicemente non lo avrebbe sopportato. Non ce l’avrebbe fatta, non sarebbe vissuto, non voleva pensarci.
Non era possibile, e basta. La riteneva una conclusione talmente elementare che qualunque idiota sarebbe potuto arrivarci. Persino Itachi, anche se, dal tempo che ci stava impiegando, dimostrava una tempra molto dura. Dovevano soltanto curarlo e mandarlo via a calci da lui, non ci voleva molto. Che razza di medici incompetenti c’erano là dentro?  Perché cazzo non si apriva la porta, cosa c’era, ancora, da aspettare?
Diamine!
La fiammella di una piccola speranza si stava per spegnare. Forse era per evitarne la morte che Sasuke evitava di respirare. Di vivere.
E dentro e fuori si paralizzò ogni cosa, quando la porta – finalmente – si aprì. Di punto in bianco visse, Sasuke, ma durò poco. Il tempo di un battito, di un mezzo spiro.  Solo per guardare gli occhi vitrei dell’uomo che ne uscì. Quando, infine, la sagoma si avvicinò proprio a lui, anche l’ultimissima speranza di salvezza si infranse in mille schegge appuntite.
 
 
 

«Mi dispiace.»

 
 
 
Il mondo aveva tremato, non aveva avuto più senso. Semplicemente la vita gli era scorsa via tra i pori e se n’era andata, aveva raggiunto Itachi ovunque fosse.
E dei mi dispiace sentiti, sinceri o di circostanza che fossero, Sasuke se ne lavava allegramente le mani.
Lo salveremo, gli avevano detto. E’ forte, gli avevano ricordato. Ce la farà, aveva sperato. Mi dispiace, avevano concluso.
E Sasuke assurdamente cercava un colpevole, voleva razionalizzare il dolore.
A tre giorni dalla morte di Itachi – tre, già tre? – non ricordava qual era stata la sua reazione alla notizia, e nemmeno cercava di riportarla alla mente. Sapeva con sicurezza che il dolore era stato troppo, che il suo corpo si era abbandonato a terra, aveva raggiunto il mare insanguinato in cui navigavano le barche, e aveva urlato. Forte, tanto da non sentirsi. Poi si era ritrovato a casa, senza un perché, a piangere e piangere ancora.
Anche adesso il viso era impastato di lacrime e i capelli si attaccavano prepotentemente alla fronte. Le unghie non possedevano più la forza – della speranza – di conficcarsi nella pelle e di ferire, proprio perché non c’era più nulla in lui che potesse stare peggio di se stesso.
Si era rinchiuso in casa, e fosse stato per lui si sarebbe lasciato morire, perché era quello che il corpo desiderava e la sua mente, in un briciolo di forza, chiedeva. Si teneva in piedi per chissà quale miracolo, sicuramente non la forza di tirare avanti e di sopravvivere come Itachi, ne era certo, avrebbe voluto.
Erano Naruto e Sakura ad ancorarlo a quel mondo che sentiva troppo vuoto e dal quale desiderava scappare. Gli stavano accanto, Sakura gli mormorava parole di conforto alle quali, per quanto sincere fossero, Sasuke non riusciva a trovare un significato. Naruto lo acchiappava per il polso – notando ogni volta quanto divenisse sempre più magro – e lo costringeva a trangugiare qualcosa senza sapore. Una volta lo aveva preso a pugni – Svegliati, teme!
Per quanto Sasuke lo trattasse male, lui gli sbatteva in faccia che doveva vivere, che ce l’avrebbe fatta, che lui e Sakura ci sarebbero stati sempre.
«Anche Itachi lo aveva detto» provò a urlare una volta, ma la voce gli si strozzò in gola, lasciando uscire solo qualcosa di simile a un lamento.
Sempre, otouto, si era rassicurato. Bugiardo, sono tutte chiacchiere.
Per sempre, aveva giurato. E adesso dove sei?
Ti proteggerò,gli aveva sorriso. Difendimi dal tuo ricordo che mi infesta la mente e che non mi fa morire. Proteggimi conducendomi da te. 
Ci sarò quando avrai bisogno di me, gli aveva confidato con un buffetto leggero sulla fronte. Ho bisogno di te. E non sei qui. Bugiardo. Sei un bugiardo, nii-san.
Fai schifo. Ti odio. Non dovevi morire, nii-san. Nii-san. Nii-san.
«Nii-san…»
 
 

*

 
 
 
«Otouto?»
Sasuke non capiva. Il petto si alzava e abbassava come se non ricevesse aria di cui nutrirsi da secoli. Gli occhi lacrimavano ancora, le labbra si erano incollate tra loro.
Respirare con Itachi davanti divenne sempre più semplice.
«Cosa ti succede?» gli domandò Itachi.
Sasuke avrebbe voluto ribattere, e, piuttosto, chiedergli spiegazioni sul perché fosse lì, ma preferì lasciar perdere quando si accorse che la stanza in cui si trovava era quella di un ospedale.
Ma non puzzava di morto e di fine, lì dentro.
Si vergognò quando si scoprì ancora a piangere, e si asciugò le lacrime con la manica del pigiama, strofinandoci forte gli occhi sopra tanto da farli bruciare. E si vergognò anche di dire dell’incubo.
Solo, si limitò ad abbassare la testa e a chinare la fronte sulla spalla di Itachi, che era seduto al limitare del letto. Suo fratello accolse il suo silenzio, lo condivise.
«Sei un idiota» borbottò. «Non permetterti di farlo mai più.»
 
 
 

















 
 
 
Mi sto specializzando nelle oneshot, ultimamente. ò____ò
Io me ne dovevo andare a dormire, ma mi è venuta in mente questa cosa e l’ho scritta di getto. Ovvio che non potevo far morire Itachi. UwU
All’inizio avevo pensato a una tecnica illusoria, ma credo che, contro Sasuke, ci sarebbe voluto qualcuno di troppo forte per “fregarlo” con un genjutsu. XD Non sapevo chi potesse prestarsi a questo ruolo. Perciò, prendetela così. XD E’ una What If?, ovviamente, perché l’universo è narutiano, ma Itachi sta a Konoha.
Un bacione. Grazie. ^.^
E buonanotte. <3
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hikari93