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Autore: eleblack    09/07/2007    0 recensioni
Seguito di "Beloved Sea". Abbiamo lasciato Legolas ed Elanor sul punto di partire per il Mare...ma non è sempre facile fuggire dal proprio passato..anzi, non lo è mai.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Un passo dopo l’altro, calpestano le foglie sul terreno, sotto di loro

Un passo dopo l’altro, calpestano le foglie sul terreno, sotto di loro.

Così soffici, e così fragili.

Guardano a terra, conoscono la strada e non indugeranno.

Solo il suono delle foglie secche e infrante li accompagna.

Sono approdati alla scoperta di terre conosciute, cercando solo un po’ di pace per le loro anime; faranno solo una pausa e poi continueranno il viaggio senza più alcuna sosta.

Sono queste le condizioni che Elanor e Legolas si sono dati prima di ormeggiare la barca e visitare un’ultima volta l’adorata Lorien.

La Lorien che non si dimentica, che si ama per sempre, perché è quella che li ha cresciuti.

“Non sento più il profumo degli alberi. E’ così…strano”. Legolas sente il dovere di interrompere il silenzio che li circonda.

E’ una situazione difficile da affrontare da solo, e forse parlando con la moglie riuscirà a farsi forza.

“Già” mormora Elanor. Che certo non gli è di aiuto, più di tanto.

Si fa strada tra gli alberi inariditi appoggiandosi sugli stessi, Elanor, cercando di percepire anche solo un po’ di calore, o di trasmetterlo, se possibile, ma sa che non basterebbe.

La radura è scura, il sole sembra scomparso da quando sono in cammino.

Nuvole inaspettate l’hanno nascosto alla loro vista, e Legolas sa che il vento non giungerà a cacciarle.

Sa che il destino vuole che Lorien rimanga in ombra per sempre, che l’oblio in cui è caduta si conservi in eterno, e nessun visitatore che verrà potrà vantarsi di riconoscere la Lorien dei tempi antichi.

Un nuovo rumoreggiare giunge alle loro orecchie.

Forse è l’unica altra cosa che si muove, oltre a loro, in quel luogo.

Elanor accelera il passo e Legolas avanza al suo fianco: ad interrompere la distesa di erba ingiallita, un tempo dorata, l’Argentaroggia.

“La sua acqua è fredda come il ghiaccio” ricorda Elanor.

“Chissà se è ancora così” mormora Legolas.

I due si guardano. Si specchiano nell’acqua turbinosa del torrente, cercando di non notare i loro visi abbattuti confondersi tra i flutti.

Elanor vorrebbe allungare una mano, sentirla tremare per il freddo, quasi bruciante.

Si è chinata sull’acqua, guardandola come ipnotizzata. Legolas, in piedi dietro di lei, la guarda in silenzio, osservando ogni sua mossa.

E sussulta quando lei si alza improvvisamente e, voltatasi, lo guarda con le lacrime agli occhi.

“Procediamo” dice solo Elanor.

Lui vorrebbe chiedere “Che c’è? Perché ti sei alzata così, senza preavviso, piangendo?”.

Ma è lei a spiegare, subito, senza possibilità per Legolas di ribattere: “Ho solo paura che non sia più fredda come una volta. Che anche l’Argentaroggia, come tutta Lorien, sia cambiato irreversibilmente. Sarebbe troppo duro per me non trovare tracce della Lorien che amo neanche nel fiume”.

Lui le passa un braccio attorno alle spalle e insieme proseguono.

 

*

 

Flashback

 

Incantevoli da visitare, ha detto. E ha ragione.

Elanor osserva i prati in fiore con gli occhi che le brillano: da quando è uscita, al tramonto, per passeggiare, non ha fatto altro che spalancare gli occhi per la bellezza dei giardini di Lorien.

Il principe del Bosco Atro aveva ragione: peccato che lui non si sia ancora fatto vedere.

Elanor coglie dei fiori e li annusa: quando era piccola e suo padre era ancora in vita, la portava sempre a passeggiare per i prati, raccontandole storie meravigliose sulle ninfe del bosco.

Le è stato sempre accanto, finché ha potuto.

Gli occhi di Elanor adesso luccicano per un altro motivo. Abbassa il capo sul suo mazzo di niphredil e lascia che una lacrima le solchi il viso.

“Non credevo che Lorien potesse fare quest’effetto” dice una voce con tono d’invidia.

Elanor si gira. Legolas le porge una mano e la fa alzare.

“Il Cerin Amroth è fantastico, non trovate?” le dice.

Lei sorride e annuisce.

“Allora, cos’è quella lacrima?!” lui la asciuga passando una mano sulla guancia della ragazza.

“Un momento di debolezza, principe, vogliate perdonarmi”.

“Mmh…d’accordo, perdonata” la rassicura Legolas, fissando gli occhi color del cielo di lei.

“Avevate ragione, il tramonto è stupendo” aggiunge Elanor, mentre la luce rossastra del sole le illumina il viso.

Anche voi lo siete” dice Legolas, soffermandosi su quel particolare.

Elanor prende ancora la mano di Legolas e lo fa sedere accanto a lei.

E anche il Cerin Amroth, è straordinario…ma ora non dite che anche io lo sono, per favore” riprese subito Elanor “O mi farete arrossire”.

Legolas ride e coglie un niphredil: “Per il vostro mazzo”.

“Grazie. Per quanto tempo rimarrete qui?”.

“Spero a lungo. Credo che questa volta il mio soggiorno a Lorien sarà parecchio interessante”.

Anche il mio, credo” dice Elanor ridendo, osservando il volto di Legolas. E’ ancora più bello di quanto gli sia sembrato quella mattina.

“I boschi sono bellissimi, spesso passeggio a cavallo per cercare un po’ d’armonia…l’avete mai fatto?”.

Elanor scuote la testa e sbuffa: “Mai. E’ la prima volta che mia madre mi porta qui…lo sai?”.

Il principe biondo la guarda, un mezzo sorriso sulle labbra, e le dice: “Se me lo permetti, ti farò recuperare il tempo perduto”.

“Certo che sì” risponde Elanor entusiasta. Lo sa già, con lui andrebbe ovunque.

Ma non vuole dirglielo, ha paura che Legolas si monti la testa.

“Credo che ora dovrei andare. Mia madre sa che non sono nella mia stanza” dice lei.

“Di già?” ripete Legolas dispiaciuto “Se vuoi posso accompagnarti…almeno saprà che sei in buone mani”.

“Davvero verresti?” chiede Elanor stupita “Tuo padre non si arrabbierà?”.

“Sa che mi assento solo per buoni motivi…”.

La ragazza arrossisce vistosamente e lui, alzandosi, le porge la mano e dice: “Andiamo”.

Raggiungono il cavallo bianco di Legolas, che bruca l’erba vicino a loro.

Elanor lo monta e dietro di lei siede il ragazzo.

Salgono fino in cima al colle e osservano la vista che c’è da lassù.

“…Meravigliosa” commenta Elanor incantata.

Un’enorme distesa di alberi li circonda, illuminata dalla luce rossastra e sovrastata da nubi color porpora.

Alla loro destra, Elanor riconosce le Montagne Nebbiose, che solitamente risvegliano in lei una certa inquietudine, ma che ora osserva placidamente, al sicuro.

Dalla parte opposta, Legolas le indica il corso del Grande Fiume.

“E’ davvero immenso” dice Elanor, godendosi i riflessi della luce del sole che giocano sull’acqua.

“Beh, no” la riprende Legolas, guidando il suo sguardo “Quello è immenso”.

Il suo braccio si sposta verso sud e si ferma in corrispondenza di una sottilissima striscia blu, appena visibile dietro la catena dell’Anorien.

Il suo respiro si mozza. Sa che cos’è, e sa anche che sua madre,  a casa, ne parla il meno possibile.

Sa che non dovrebbe fissarlo, ma sembra impossibile smettere di farlo, ora.

“Forse un giorno ci andrò, al Mare, e tu?” dice Legolas, che invece pare prendere forza e vigore dalla visione, osservandola con i grandi occhi verdi.

“Sì, forse anch’io” mormora Elanor, rendendosi conto di volere che sia così per davvero.

E se lo facessimo insieme?” domanda Legolas illuminato, passando ad osservare il viso della sua principessa.

“Sì, Legolas, quando sarà ora”.

“Hai ragione, Elanor” riprende lui, oscurandosi leggermente “Non è ancora ora”.

 

Fine flashback

 

  
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