Un passo
dopo l’altro, calpestano le foglie sul terreno, sotto di loro.
Così
soffici, e così fragili.
Guardano a
terra, conoscono la strada e non indugeranno.
Solo il
suono delle foglie secche e infrante li accompagna.
Sono
approdati alla scoperta di terre conosciute, cercando solo un po’ di pace per
le loro anime; faranno solo una pausa e poi continueranno il viaggio senza più
alcuna sosta.
Sono
queste le condizioni che Elanor e Legolas si sono dati prima di ormeggiare la
barca e visitare un’ultima volta l’adorata Lorien.
La Lorien
che non si dimentica, che si ama per sempre, perché è quella che li ha
cresciuti.
“Non sento
più il profumo degli alberi. E’ così…strano”. Legolas sente il dovere di
interrompere il silenzio che li circonda.
E’ una
situazione difficile da affrontare da solo, e forse parlando con la moglie
riuscirà a farsi forza.
“Già”
mormora Elanor. Che certo non gli è di aiuto, più di
tanto.
Si fa
strada tra gli alberi inariditi appoggiandosi sugli stessi, Elanor, cercando di
percepire anche solo un po’ di calore, o di trasmetterlo, se possibile, ma sa
che non basterebbe.
La radura
è scura, il sole sembra scomparso da quando sono in cammino.
Nuvole
inaspettate l’hanno nascosto alla loro vista, e Legolas sa che il vento non
giungerà a cacciarle.
Sa che il
destino vuole che Lorien rimanga in ombra per sempre, che l’oblio in cui è caduta si conservi in eterno, e nessun visitatore che verrà
potrà vantarsi di riconoscere la Lorien dei tempi antichi.
Un nuovo
rumoreggiare giunge alle loro orecchie.
Forse è
l’unica altra cosa che si muove, oltre a loro, in quel luogo.
Elanor
accelera il passo e Legolas avanza al suo fianco: ad interrompere la distesa di erba ingiallita, un tempo dorata, l’Argentaroggia.
“La sua
acqua è fredda come il ghiaccio” ricorda Elanor.
“Chissà se
è ancora così” mormora Legolas.
I due si
guardano. Si specchiano nell’acqua turbinosa del torrente, cercando di non
notare i loro visi abbattuti confondersi tra i flutti.
Elanor
vorrebbe allungare una mano, sentirla tremare per il freddo, quasi bruciante.
Si è
chinata sull’acqua, guardandola come ipnotizzata. Legolas, in piedi dietro di
lei, la guarda in silenzio, osservando ogni sua mossa.
E
sussulta quando lei si alza improvvisamente e, voltatasi, lo guarda con le
lacrime agli occhi.
“Procediamo”
dice solo Elanor.
Lui
vorrebbe chiedere “Che c’è? Perché
ti sei alzata così, senza preavviso, piangendo?”.
Ma è
lei a spiegare, subito, senza possibilità per Legolas di ribattere: “Ho solo
paura che non sia più fredda come una volta. Che anche l’Argentaroggia, come tutta Lorien, sia cambiato irreversibilmente. Sarebbe troppo
duro per me non trovare tracce della Lorien che amo neanche nel fiume”.
Lui le
passa un braccio attorno alle spalle e insieme proseguono.
*
Flashback
Incantevoli
da visitare, ha detto. E ha ragione.
Elanor
osserva i prati in fiore con gli occhi che le brillano: da quando è uscita, al
tramonto, per passeggiare, non ha fatto altro che spalancare gli occhi per la
bellezza dei giardini di Lorien.
Il
principe del Bosco Atro aveva ragione: peccato che lui non si sia ancora fatto
vedere.
Elanor
coglie dei fiori e li annusa: quando era piccola e suo padre era ancora in
vita, la portava sempre a passeggiare per i prati, raccontandole storie
meravigliose sulle ninfe del bosco.
Le è stato
sempre accanto, finché ha potuto.
Gli occhi di Elanor adesso luccicano per un altro motivo. Abbassa il
capo sul suo mazzo di niphredil e lascia che una lacrima le solchi il viso.
“Non
credevo che Lorien potesse fare quest’effetto” dice una voce con tono
d’invidia.
Elanor si
gira. Legolas le porge una mano e la fa alzare.
“Il Cerin
Amroth è fantastico, non trovate?” le dice.
Lei
sorride e annuisce.
“Allora,
cos’è quella lacrima?!” lui la asciuga passando una mano sulla guancia della
ragazza.
“Un
momento di debolezza, principe, vogliate perdonarmi”.
“Mmh…d’accordo,
perdonata” la rassicura Legolas, fissando gli occhi color del cielo di lei.
“Avevate
ragione, il tramonto è stupendo” aggiunge Elanor, mentre la luce rossastra del
sole le illumina il viso.
“Anche voi lo siete” dice Legolas, soffermandosi su quel
particolare.
Elanor
prende ancora la mano di Legolas e lo fa sedere accanto a lei.
“E anche il Cerin Amroth, è straordinario…ma ora non dite che
anche io lo sono, per favore” riprese subito Elanor “O mi farete arrossire”.
Legolas
ride e coglie un niphredil: “Per il vostro mazzo”.
“Grazie. Per quanto tempo rimarrete qui?”.
“Spero a
lungo. Credo che questa volta il mio soggiorno a Lorien sarà parecchio
interessante”.
“Anche il mio, credo” dice Elanor ridendo, osservando il
volto di Legolas. E’ ancora più bello di quanto gli sia
sembrato quella mattina.
“I boschi
sono bellissimi, spesso passeggio a cavallo per cercare un po’ d’armonia…l’avete mai fatto?”.
Elanor
scuote la testa e sbuffa: “Mai. E’ la prima volta che mia madre mi porta qui…lo
sai?”.
Il
principe biondo la guarda, un mezzo sorriso sulle labbra, e le dice: “Se me lo
permetti, ti farò recuperare il tempo perduto”.
“Certo che
sì” risponde Elanor entusiasta. Lo sa già, con lui andrebbe
ovunque.
Ma non
vuole dirglielo, ha paura che Legolas si monti la testa.
“Credo che
ora dovrei andare. Mia madre sa che non sono nella mia stanza” dice lei.
“Di già?” ripete
Legolas dispiaciuto “Se vuoi posso accompagnarti…almeno saprà che sei in buone
mani”.
“Davvero
verresti?” chiede Elanor stupita “Tuo padre non si arrabbierà?”.
“Sa che mi
assento solo per buoni motivi…”.
La ragazza
arrossisce vistosamente e lui, alzandosi, le porge la
mano e dice: “Andiamo”.
Raggiungono
il cavallo bianco di Legolas, che bruca l’erba vicino a loro.
Elanor lo
monta e dietro di lei siede il ragazzo.
Salgono
fino in cima al colle e osservano la vista che c’è da lassù.
“…Meravigliosa”
commenta Elanor incantata.
Un’enorme
distesa di alberi li circonda, illuminata dalla luce
rossastra e sovrastata da nubi color porpora.
Alla loro
destra, Elanor riconosce le Montagne Nebbiose, che solitamente risvegliano in
lei una certa inquietudine, ma che ora osserva placidamente, al sicuro.
Dalla
parte opposta, Legolas le indica il corso del Grande Fiume.
“E’
davvero immenso” dice Elanor, godendosi i riflessi della luce del sole che
giocano sull’acqua.
“Beh, no”
la riprende Legolas, guidando il suo sguardo “Quello è immenso”.
Il suo
braccio si sposta verso sud e si ferma in corrispondenza di una sottilissima
striscia blu, appena visibile dietro la catena dell’Anorien.
Il suo
respiro si mozza. Sa che cos’è, e sa anche che sua madre, a casa, ne parla il meno possibile.
Sa che non
dovrebbe fissarlo, ma sembra impossibile smettere di farlo, ora.
“Forse un
giorno ci andrò, al Mare, e tu?” dice Legolas, che invece pare prendere forza e
vigore dalla visione, osservandola con i grandi occhi verdi.
“Sì, forse
anch’io” mormora Elanor, rendendosi conto di volere che sia così per davvero.
“E se lo facessimo insieme?” domanda Legolas illuminato,
passando ad osservare il viso della sua principessa.
“Sì,
Legolas, quando sarà ora”.
“Hai
ragione, Elanor” riprende lui, oscurandosi leggermente “Non è ancora ora”.
Fine
flashback