Una stanza con le pareti completamente bianche. Un letto singolo dove sopra vi è un ragazzo di soli ventisette anni, con capelli neri che gli ricadono sugli occhi, la pelle bianca come quella di una statua, quasi fosse di porcellana. Tanti tubicini che lo tengono in vita, una flebo che viene controllata quasi ogni ora dai medici. A fianco al ragazzo, un altro, poco più grande di lui, che gli tiene la mano per fargli coraggio, per trasmettergli l’amore e il calore che gli servono per non abbattersi. Per non mollare. Ma quanto è dura la vita? Solo due mesi fa era un ragazzo come tutti gli altri, trascorreva le serate ad allenarsi con il suo ragazzo e altri amici nello skatepark della loro città. Poi, una sera, un incidente.. Una caduta che lo segnerà per il resto della sua vita. All’improvviso perde l’uso delle gambe e ha una brutta commozione cerebrale che non gli permetteranno più di vivere come un tempo.
<< Buongiorno signor Green<< un infermiera entra e sorridendo saluta Max e fa un sorriso a Ronald, un sorriso tanto triste, ma necessario
<< Non chiamarmi signor, lo sai che mi da fastidio.. mi da più fastidio di essere chiuso qua dentro tutto il giorno <<
<< va bene, va bene.. scusi tanto, sono venuta solo per controllare la situazione, tra mezz’ora verrà distribuito il pranzo, e poi a letto ok?<<
<< beh non credo di avere altra alternativa giusto? A letto ci son già da due mesi<<
<< intendevo per dormire stavolta, non per rimanere sdraiato e basta a guardar il soffitto e sbuffare<<
<< mhh, che palle<<
<< Max, si parla così alle infermiere? <<
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<< Che è hai visto un fantasma? Aaahh cazzo la mia testa che male!<<
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<< Ma non dovevi trattarla così!<<
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<< Baci bene <<
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<< Max, io, lo sai.. anche se sto facendo finta di niente.. non riesco a vederti così sofferente..<<
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<< Hey Ron, sentimi bene ok? Perché non te lo dirò un’altra volta.. Guardami e prendimi le mani..<<
Cercando di trattenere le lacrime, perché non vuole che Max lo rimproveri e si arrabbi, tira su col naso, lo fissa in quelle sue pupille verde chiaro, e lo ascolta attentamente
<< Io non me ne andrò capito? Non mi perderai mai. Domani,anzi stasera stessa sai che facciamo? Ce ne andiamo, si , chiedo di farmi trasferire a casa.. così possiamo stare nella nostra casetta al caldo e in tranquillità.. e poi mi manca dormire con te.. mi manca terribilmente…<<
<< anche a me .. anche a me<<
<< ti amo..
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La porta si spalanca e questa volta non appare l’infermiera Helena, ma il primario, il dottor Henry Fadel, che indubbiamente, è molto meno simpatico dell’altra.
<< buon giorno ragazzi<<
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Il medico lo guarda con aria dubbiosa
<< certo<<
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Proprio in quel momento, entra Helena che chiede che cosa stia succedendo
<< ho sentito che discutevate riguardo agli strumenti musicali.. beh dottor Fadel, mi permetta di dirle che io non ci vedo niente in contrario, anzi potrebbe allietare gli altri pazienti. Green è un bravissimo bassista e poi chi non ama un po’ di buona musica? Sa che lui fa parte degli Escape the fate?<<
Lui fa una faccia un po’ distratta e fa cenno di no con la testa, per far capire che non è assolutamente interessato al rock, agli escape the fate e al bassista.
<< Max, oggi potrai suonare ok?<<
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<< Senta, so benissimo che non è il luogo adatto per far suonare quel ragazzo, ma quello stesso ragazzo ha solo un giorno di vita, ah capito? Vuole averlo sulla coscienza o vuole accontentarlo almeno per l’ultima volta? Si rende conto che non vedrà mai più il suo fidanzato, non toccherà mai più le corde del suo basso? Nessuno lo vedrà mai pi—e ha solo ventisette anni! Ora mi dica, è ancora così convinto di privarlo di questa sua unica richiesta?<<
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<< La ringrazio, non solo ha reso felice me ma anche quei due ragazzi che non potranno mai più stare assieme<<
<< Si si ma adesso scusi devo andare dalla signora Theresa, ha avuto un altro collasso, con permesso..<<
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Helena cerca di ritrovare la forza per sorridere, respira e si avvicina ai due ragazzi, che nel frattempo hanno chiacchierato e riso per tutto il tempo, senza nemmeno curarsi di loro due.
<< Allora, bei giovanotti.. che diciamo eh?<<
<< Io ho voglia di suonare ecco<<
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<< Senti, potresti andare tu a prendere il basso di Max, vero?<<
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<< Senti Max, io ti sto facendo questo favore, ma quando Ronnie dovrà sapere la verità, quando vedrà come sarà la sua vita d’ora in poi, credi che mi perdonerà mai? Credi che io mi senta bene?<<
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E non c’era nemmeno bisogno di chiederle a cosa fosse riferita, perché quelle parole erano bastate per rendere l’idea.
<< è l’amore, ecco come ci riesco, tu non faresti lo stesso?<<
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Gli sorride e sa che gli vorrà bene per sempre. Per sempre.
Ore 18:40 – Casa Green
Ronnie è arrivato nella loro casa, o meglio la casa che gli ha lasciato libera la mamma di Max, quella santa donna. Scende giù in garage dove sa di poter trovare ciò che sta cercando, e non riesce subito ad aprire la porta, tanto che deve aiutarsi dando dei forti colpi con le spalle. Affaticato e stanco, entra, e lo vede, bellissimo, poggiato su un divano zebrato colmo di polvere e di ricordi. Quante volte avevano fatto l’amore su quel divano? Quante volte avevano guardato i film horror e mangiato pacchi interi di pop corn ridendo mentre Max si copriva gli occhi perché aveva paura delle scene in cui c’era troppo sangue. Quante volte era cascato giù da quello stesso divano, ridendo come un pazzo per il solletico che non poteva sopportare? Distoglie lo sguardo e sorridendo, si avvicina al basso, non tenta neanche di appoggiare le dita sulle corde perché non sa proprio suonarlo, ma lo tiene ben stretto, fissando le scritte riportate sopra, gli adesivi che aveva messo Max, quelle con il logo delle band che amava.. Quelle con le immagini di Marilyn Manson, dei Motley Crue, e di tanti altri beniamini. E vicino all’adesivo con l’immagine del cantante preferito si era voluto far stampare la scritta che amava tanto.. ‘ Too fast for love’ Quanto era importante per lui l’amore.
Si volta, si chiude la porta alle spalle, sale in macchina e poggia il basso sul sedile posteriore, stando ben attento che non riceva colpi.
Dopo circa mezz’ora arriva in ospedale e vede Helena, che le sembra strana e sfuggente. Si spaventa subito nel vederla in quello stato e le chiede cosa abbia.
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<< Dimmi tutto.. ti ascolto<<
<< Allora..<< Si schiarisce la voce e cerca di deglutire anche se le fa male, sente un nodo fermo, come se tutta la tristezza avesse preso posto li, nella sua gola.
<< Sai bene che Max non era più quello di un tempo.. da quando aveva dubito l’incidente, cercava di farsi vedere forte ma dentro di se stava morendo giorno dopo giorno. Oggi il suo stato di salute è decisamente peggiorato. I dolori alla testa sono diventati talmente forti da non permettergli di dormire, nemmeno per due ore di fila. Non sono serviti i medicinali che gli somministravamo tutte le sante sere. Niente. E per di più era arrivato il momento in cui non ce la faceva più.. non voleva vivere senza la sua musica, senza più concerti, senza poter saltare tutto il tempo sul palco.. E tu sai meglio di me quanto fosse importante per lui tutto questo giusto? Era la sua vita, così come lo eri tu.<<
<<.. v.. vai avanti .. ti p..prego..<<
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E così dicendo si toglie dalla tasca sinistra un foglietto tutto spiegazzato, bianco, da cui si intravede dell’inchiostro blu.
Una lettera.
<< Che cos’è?<<
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Caro Ronald…
Che posso dirti? Ormai sai tutto di me, di noi… sono parecchi anni che ho deciso di vivere la mia vita assieme ad un cretino, un cretino che ho amato dal primo giorno che ho visto.. E lo sai bene. Non voglio che tu pianga, anche se so che lo starai già facendo da un pezzo. Voglio che tu sorrida, che tu viva la tua vita con un’altra persona magari.. Non buttar via niente dei nostri sogni.. Ricordami come un qualcosa che ti ha fatto star bene, non come un qualcosa che ti ha privato dell’amore per sempre. Io me ne sto andando via, quando leggerai questa lettera sarò in quell’angolo di mondo di cui non si sa mai veramente nulla. Ti ricordi quando ti facevo quelle domande idiote? Ron, ma secondo te, esiste o no il paradiso? E l’inferno? E tu mi guardavi e mi dicev.. credo proprio di si.. Le anime buone vanno in paradiso, mentre quelle malvagie bruciano per lì eternità nel fuoco dell’inferno. Io non so dove andrò a finire, so solo che se dovrò incontrare il Diavolo suoneremo qualcosa assieme.. ,mentre se incontrerò Dio, beh dovrò proprio insegnargli qualcosa. Non avrei mai voluto che finisse così ma non riesco più a vivere capisci? Mi fa troppo male.. tutto.. la testa.. le gambe che non esistono praticamente più.. Sono sorti altri problemi che mi condurranno alla morte certa.. Ho deciso quindi di farla finita, non ti dirò mai come.. non voglio che tu venga al mio funerale.. e non venire mai nemmeno l cimitero.. voglio che tu continui a vivere, come se io sia sempre li con te.. capito, cretino? Ti amo.
Tuo Max.
P.S non ti dico addio perché so che prima o poi ci ritroveremo. Ti saluto come facevo quando andavamo a dormire. A domani Ron. A domani.
Piange. Fa troppo male, troppo. Non si può far finta che lui esista ancora. Gli manca la sua voce, le sue labbra contro le sue. Tutto. Fa male da morire. È come ricevere un pugno nel cuore. È un dolore che ti toglie la voglia di respirare, di mangiare, di alzarti da terra e camminare. Per andare dove? Lui un’idea ce l’ha. Si alza in fretta, si mette la lettera in tasca, si solleva il cappuccio della felpa e cerca di asciugarsi le lacrime con le maniche.
Helena arriva proprio in tempo.
<< Ron, che fai? Vieni con me allora?<<
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Ronald entra, si chiude la porta alle spalle, trova uno specchio pulito dove poter vedere bene la sua immagine. Si guarda bene, dritto negli occhi, sorride, ed è un sorriso amaro e triste. Ma anche felice, finalmente.
Estrae di tasca una lametta, mai usata prima. Perché quando sei felice, felice davvero, certe cose non penseresti mai di farle no? Ma quando la vita non ti lascia niente, quando ti toglie l’unica cosa che davvero tu abbia mai amato, allora faresti di tutto. Proprio di tutto.
Appoggia la lama sul polso e lentamente comincia a premere e premere, finché il sangue non inizia a sgorgare lento e caldo, bagnando il suo braccio e il pavimento di quel bagno troppo pulito. Sorride mentre fa la stessa cosa con l’altro polso. Il sangue comincia a sgorgare allo stesso modo e mentre Helena lo aspetta fuori per portarlo a casa con lei, lui è già assieme a Max.
Per sempre insieme, ricordi? Le promesse son fatte per essere mantenute.
Certo che ricordo Ronald. Per sempre.
Mi ami?
Certo, ti amo più della mia stessa vita.
The blood in your veins is twenty below.
This blood on my hands is something I cannot forget.
( Not good enough for truth in cliché)
Don’t you cry tonight, I still love you baby, so don’t you cry tonight there’s an heaven above you baby..
….Non piangere stanotte, ti amo ancora Tesoro, non piangere stanotte, c’è un cielo su di te Tesoro….
( Don’t you cry)