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Autore: Dakota Blood    23/12/2012    0 recensioni
Quando il dolore fisico è insopportabile, è meglio continuare a sperare o lasciarsi andare al triste destino? Max e Ronnie ( come di consueto) alle prese con una storia d'amore delicata in cui si parla del tema del dolore, della malattia e del fatto che un amore vero non può morire mai. Alla fine della storia ho deciso di postare varie frasi tratte da due canzoni alle quali tengo molto. la prima è degli Escape ( come i fans sapranno) mentre la seconda è dei Guns 'n roses, forse la più romantica assieme a November rain. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Nuovo personaggio, Ronnie Radke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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And if you die, so, i’ll die with you

Una stanza con le pareti completamente bianche.  Un letto singolo dove sopra vi è un ragazzo di soli ventisette anni, con capelli neri che gli ricadono sugli occhi, la pelle bianca come quella di una statua, quasi fosse di porcellana. Tanti tubicini che lo tengono in vita, una flebo che viene controllata quasi ogni ora dai medici. A fianco al ragazzo, un altro, poco più grande di lui, che gli tiene la mano per fargli coraggio, per trasmettergli l’amore e il calore che gli servono per non abbattersi. Per non mollare. Ma quanto è dura la vita? Solo due mesi fa era un ragazzo come tutti gli altri, trascorreva le serate ad allenarsi con il suo ragazzo e altri amici nello skatepark della loro città. Poi, una sera, un incidente..  Una caduta che lo segnerà per il resto della sua vita. All’improvviso perde l’uso delle gambe e ha una brutta commozione cerebrale che non gli permetteranno più di vivere come un tempo. 
<< Buongiorno signor Green<<   un infermiera entra e sorridendo saluta Max e fa un sorriso a Ronald, un sorriso tanto triste, ma necessario
<< Non chiamarmi signor, lo sai che mi da fastidio.. mi da più fastidio di essere chiuso qua dentro tutto il giorno <<
<< va bene, va bene..  scusi tanto, sono venuta solo per controllare la situazione, tra mezz’ora verrà distribuito il pranzo,  e poi a letto ok?<<
<< beh non credo di avere altra alternativa giusto? A letto ci son già da due mesi<<
<< intendevo per dormire stavolta, non per rimanere sdraiato e basta a guardar il soffitto e sbuffare<<
<< mhh, che palle<<
<< Max, si parla così alle infermiere? <<
< < L’infermiera li guarda per un secondo e poi capisce, strabuzza gli occhi e spalanca la bocca
<< Che è hai visto un fantasma? Aaahh cazzo la mia testa che male!<<
< << ma se lo sapeva già!<<
< < Scuotendo la testa e sorridendo, esce e si sbatte la porta alle spalle
<< Ma non dovevi trattarla così!<<
< < < Ride, si avvicina un po’ di più a lui, gli accarezza il viso e si perdono in quel bacio che per un attimo fa dimenticare ad entrambi di trovarsi in un ospedale, nel bel mezzo di una giornata fredda di Dicembre, a pochi giorni dal loro compleanno
<< Baci bene <<
< < < < < E mentre dice questo abbassa il viso, si morde il labbro inferiore e spera che l’altro non si accorga della sua tristezza momentanea, ma si sbaglia di grosso.
< < < È inutile, con Max è sempre stato così.. anche quella volta in cui aveva perso venti dollari scendendo dalla Loveland Street e non aveva potuto prendergli il regalo di compleanno in tempo. Lui gliel’aveva letto negli occhi che c’era qualcosa che non andava, che era triste per non aver potuto renderlo felice in tempo. E adesso, anche se non si parla più di soldi, ma di qualcosa di ben diverso e molto più importante, lui gli ha letto quel dolore e quel malumore che non riesce più a nascondere
<< Max, io, lo sai.. anche se sto facendo finta di niente.. non riesco a vederti così sofferente..<<
< < < << ma ti amo .. ti amo davvero da morire… e non voglio perderti..<<
<< Hey Ron, sentimi bene ok? Perché non te lo dirò un’altra volta..  Guardami e prendimi le mani..<<
Cercando di trattenere le lacrime, perché non vuole che Max lo rimproveri e si arrabbi, tira su col naso, lo fissa in quelle sue pupille verde chiaro, e lo ascolta attentamente
<< Io non me ne andrò capito? Non mi perderai mai. Domani,anzi stasera stessa sai che facciamo? Ce ne andiamo, si , chiedo di farmi trasferire a casa.. così possiamo stare nella nostra casetta al caldo e in tranquillità.. e poi mi manca dormire con te.. mi manca terribilmente…<<
<< anche a me .. anche a me<<
<< ti amo..
< Max non fa in tempo a finire la frase che viene interrotto dal bussare ininterrotto alla porta, Ronald si volta e sempre tenendo forte le mani del ragazzo,  aspetta di vedere chi  è.
La porta si spalanca e questa volta non appare l’infermiera Helena, ma il primario, il dottor Henry Fadel, che indubbiamente, è molto meno simpatico dell’altra.
<< buon giorno ragazzi<<
< < << ma piuttosto bene grazie, a parte i soliti lancinanti dolori alla parte destra del cervello, il resto è perfettamente ok<<
< << Va bene.. Le posso chiedere un favore invece?<<
Il medico lo guarda con aria dubbiosa
<< certo<<
< << Green, sai benissimo che questa non è una casa discografica, so che sei un musicista ma come sai, non è possibile suonare.. non so chi te l’abbia permesso in questo periodo, ma io no di certo..<<
 Proprio in quel momento, entra Helena che chiede che cosa stia succedendo
<< ho sentito che discutevate riguardo agli strumenti musicali.. beh dottor Fadel, mi permetta di dirle che io non ci vedo niente in contrario, anzi potrebbe allietare gli altri pazienti. Green è un bravissimo bassista e poi chi non ama un po’ di buona musica? Sa che lui fa parte degli Escape the fate?<<
Lui fa una faccia un po’ distratta e fa cenno di no con la testa, per far capire che non è assolutamente interessato  al rock, agli escape the fate e al bassista.
<< Max, oggi potrai suonare ok?<<
< < Guarda i due ragazzi, sorride loro e prende il medico da una parte, discostandolo dai due, per fare in modo che loro non sentano la conversazione tra i due
 
<< Senta, so benissimo che non è il luogo adatto per far suonare quel ragazzo, ma quello stesso ragazzo ha solo un giorno di vita, ah capito? Vuole averlo sulla coscienza o vuole accontentarlo almeno per l’ultima volta? Si rende conto che non vedrà mai più il suo fidanzato, non toccherà mai più le corde del suo basso? Nessuno lo vedrà mai pi—e ha solo ventisette anni! Ora mi dica, è ancora così convinto di privarlo di questa sua unica richiesta?<<
< << va bene.. e così sia..<<
<< La ringrazio, non solo ha reso felice me ma anche quei due ragazzi che non potranno mai più stare assieme<<
<< Si si ma adesso scusi devo andare dalla signora Theresa, ha avuto un altro collasso, con permesso..<<
< Il medico scappa, quasi sembra uno spirito con quel suo camice bianco e svolazzante, e in un attimo sparisce dietro l’angolo, dove vi è un muro bianco che separa il loro reparto da quello delle malattie cardiovascolari.
 
Helena cerca di ritrovare la forza per sorridere, respira e si avvicina ai due ragazzi, che nel frattempo hanno chiacchierato e riso per tutto il tempo, senza nemmeno curarsi di loro due.
<< Allora, bei giovanotti.. che diciamo eh?<<
<< Io ho voglia di suonare ecco<<
< << Sei riuscita a convincerlo?<<
< Max e Ronnie si guardano e si abbracciano, e nel vederli così intimi e felici Helena decide di andar via, ma prima di farlo chiama un attimo Ronnie, per parlargli tranquillamente.
<< Senti, potresti andare tu a prendere il basso di Max, vero?<<
< < < < < << ciao<<
< << Bene, ora siamo soli Max<<
<  Helena cerca di trattenere le lacrime, ma non riesce a nascondere la sua tristezza. D’altra parte conosce quei due ragazzi da parecchio tempo, da quando li aveva medicati per la prima volta quando erano arrivati all’ospedale con degli ematomi evidenti causati da una lite violenta, cose da ragazzi. Era diventata la loro migliore amica, e si confidavano tutto.
<< Senti Max, io ti sto facendo questo favore, ma quando Ronnie dovrà sapere la verità, quando vedrà come sarà la sua vita d’ora in poi, credi che mi perdonerà mai? Credi che io mi senta bene?<<
< E dicendo questo, solleva il lenzuolo e mostra le gambe ( i moncherini) alla ragazza, come se ancora non avesse visto abbastanza dolore da quando lavorava in quel reparto.
< < La ragazza scoppiò a piangere e si buttò per terra, inginocchiandosi ai piedi di Max, che ora la stringeva a se e la cullava dolcemente.
< < Io.. non.. so cosa far.. vorrei che tutto fosse diverso capisci?<<
< << dimmi solo una cosa.. come ci riesci?<<
E non c’era nemmeno bisogno di chiederle a cosa fosse riferita, perché quelle parole erano bastate per rendere l’idea.
<< è l’amore, ecco come ci riesco, tu non faresti lo stesso?<<
< < < << grande, spazioso.. da scriverci un bel po’ di vita.. un A4<<
< << Grazie baby<<
Gli sorride e sa che gli vorrà bene per sempre. Per sempre.
 
 
 
 
 
 
Ore 18:40 – Casa Green
 
Ronnie è arrivato nella loro casa, o meglio la casa che gli ha lasciato libera la mamma di Max, quella santa donna.  Scende giù in garage dove sa di poter trovare ciò che sta cercando, e non riesce subito ad aprire la porta, tanto che deve aiutarsi dando dei forti colpi con le spalle. Affaticato e stanco, entra, e lo vede, bellissimo, poggiato su un divano zebrato colmo di polvere e di ricordi. Quante volte avevano fatto l’amore su quel divano? Quante volte avevano guardato i film horror e mangiato pacchi interi di pop corn ridendo mentre Max si copriva gli occhi perché aveva paura delle scene in cui c’era troppo sangue. Quante volte era cascato giù da quello stesso divano, ridendo come un pazzo per il solletico che non poteva sopportare? Distoglie lo sguardo e sorridendo, si avvicina al basso, non tenta neanche di appoggiare le dita sulle corde perché non sa proprio suonarlo, ma lo tiene ben stretto,  fissando le scritte riportate sopra, gli adesivi che aveva messo Max, quelle con il logo delle band che amava.. Quelle con le immagini di Marilyn Manson, dei Motley Crue, e di tanti altri beniamini. E vicino all’adesivo con l’immagine del cantante preferito si era voluto far stampare la scritta che amava tanto.. ‘ Too fast for love’  Quanto era importante per lui l’amore.
Si volta, si chiude la porta alle spalle, sale in macchina e poggia il basso sul sedile posteriore, stando ben attento che non riceva colpi.
 
Dopo circa mezz’ora arriva in ospedale e vede Helena, che le sembra strana e sfuggente. Si spaventa subito nel vederla in quello stato e le chiede cosa abbia.
< < Ma il suo sguardo vuoto e disorientato la tradiscono, e Ronnie è troppo furbo per non accorgersi che c’è qualcosa che non va
< Helena abbassa gli occhi, mentre le lacrime iniziano a ricomparire per l’ennesima volta
< < Entrano in uno sgabuzzino troppo piccolo, dove c’è troppa polvere e spazzatura. Si siede solo Helena, Ronnie rimane in piedi mentre continua a girare senza sosta, nervoso e con il cuore che gli scoppia nel petto.
<< Dimmi tutto.. ti ascolto<<
<< Allora..<< Si schiarisce la voce e cerca di deglutire anche se le fa male,  sente un nodo fermo, come se tutta la tristezza avesse preso posto li, nella sua gola.
<< Sai bene che Max non era più quello di un tempo.. da quando aveva dubito l’incidente, cercava di farsi vedere forte ma dentro di se stava morendo giorno dopo giorno. Oggi il suo stato di salute è decisamente peggiorato. I dolori alla testa sono diventati talmente forti da non permettergli di dormire, nemmeno per due ore di fila. Non sono serviti i medicinali che gli somministravamo tutte le sante sere. Niente. E per di più era arrivato il momento in cui non ce la faceva più.. non voleva vivere senza la sua musica, senza più concerti, senza poter saltare tutto il tempo sul palco.. E tu sai meglio di me quanto fosse importante per lui tutto questo giusto? Era la sua vita, così come lo eri tu.<<
<<.. v.. vai avanti .. ti p..prego..<<
< < <<è che… mi dispiace, tanto.. non riesco ancora a crederci che sia successo.. Senti io vado via ora.. non riesco a trattenermi qui con te…  ti prego cerca di capirmi… Tieni questa …<<
E così dicendo si toglie dalla tasca sinistra un foglietto tutto spiegazzato, bianco, da cui si intravede dell’inchiostro blu. 
Una lettera.
<< Che cos’è?<<
< < <<è una lettera di Max, ti ha.. ti ha voluto lasciar scritto qualcosa.. <<
< < In quel momento gli cade il mondo addosso. Non riesce a capire quanto siano gravi quelle parole, solo quando  le ripete più volte a se stesso, capisce la gravità della situazione. Max è morto. È morto. Non esiste più, non lo terrai più stretto tra le tue braccia. Mai più, capisci? E quel basso, sarà una delle tante cose che ti ricorderà lui, per sempre… A meno che….
< < Ronald piange, ma sono lacrime talmente forti e colmi di disperazione. Che non sembra più un ragazzo quasi trentenne, no sembra un bambino di soli dieci anni. È perso ormai.. Non gli rimane niente. Appoggia il basso in terra , si siede tenendosi le ginocchia strette al petto e si copre il viso con le mani.
< < Gli porge la lettera, la apre con cura mentre le mani gli tremano e la carta inizia a bagnarsi per via delle sue lacrime. Sbavando le prime due parole..
Caro Ronald…
Che posso dirti? Ormai sai tutto di me, di noi…  sono parecchi anni che ho deciso di vivere la mia vita assieme ad un cretino, un cretino che ho amato dal primo giorno che ho visto.. E lo sai bene.  Non voglio che tu pianga, anche se so che lo starai già facendo da un pezzo. Voglio che tu sorrida, che tu viva la tua vita con un’altra persona magari.. Non buttar via niente dei nostri sogni.. Ricordami come un qualcosa che ti ha fatto star bene, non come un qualcosa che ti ha privato dell’amore per sempre. Io me ne sto andando via, quando leggerai questa lettera sarò in quell’angolo di mondo di cui non si sa mai veramente nulla. Ti ricordi quando ti facevo quelle domande idiote? Ron, ma secondo te, esiste o no il paradiso? E l’inferno? E tu mi guardavi e mi dicev.. credo proprio di si.. Le anime buone vanno in paradiso, mentre quelle malvagie bruciano per lì eternità nel fuoco dell’inferno. Io non so dove andrò a finire, so solo che se dovrò incontrare il Diavolo suoneremo qualcosa assieme.. ,mentre se incontrerò Dio, beh dovrò proprio insegnargli qualcosa.  Non avrei mai voluto che finisse così ma non riesco  più a vivere capisci? Mi fa troppo male.. tutto.. la testa.. le gambe che non esistono praticamente più.. Sono sorti altri problemi che mi condurranno alla morte certa.. Ho deciso quindi di farla finita, non ti dirò mai come.. non voglio che tu venga al mio funerale.. e non venire mai nemmeno l cimitero.. voglio che tu continui a vivere, come se io sia sempre li con te.. capito, cretino? Ti amo.
Tuo Max.
P.S non ti dico addio perché so che prima o poi ci ritroveremo. Ti saluto come facevo quando andavamo a dormire. A domani Ron. A domani.
 
 
 
Piange. Fa troppo male, troppo. Non si può far finta che lui esista ancora. Gli manca la sua voce, le sue labbra contro le sue. Tutto. Fa male da morire. È come ricevere un pugno nel cuore.  È un dolore che ti toglie la voglia di respirare, di mangiare, di alzarti da terra e camminare. Per andare dove? Lui un’idea ce l’ha. Si alza in fretta, si mette la lettera in tasca, si solleva il cappuccio della felpa e cerca di asciugarsi le lacrime con le maniche.
Helena arriva proprio in tempo.
<< Ron, che fai? Vieni con me allora?<<
< < Lei nemmeno immagina cosa stia per succedere.
Ronald entra, si chiude la porta alle spalle, trova uno specchio pulito dove poter vedere bene la sua immagine.  Si guarda bene, dritto negli occhi, sorride, ed è un sorriso amaro e triste. Ma anche felice, finalmente.
Estrae di tasca una lametta, mai usata prima. Perché quando sei felice, felice davvero, certe cose non penseresti mai di farle no? Ma quando la vita non ti lascia niente, quando ti toglie l’unica cosa che davvero tu abbia mai amato, allora faresti di tutto. Proprio di tutto.
Appoggia la lama sul polso e lentamente comincia a premere e premere, finché il sangue non inizia a sgorgare lento e caldo, bagnando il suo braccio e il pavimento di quel bagno troppo pulito. Sorride mentre fa la stessa cosa con l’altro polso. Il sangue comincia a sgorgare allo stesso modo e mentre Helena lo aspetta fuori per portarlo a casa con lei, lui è già assieme a Max.
Per sempre insieme, ricordi? Le promesse son fatte per essere mantenute.
Certo che ricordo Ronald. Per sempre.
Mi ami?
 
Certo, ti amo più della mia stessa vita.
 
 
 
The blood in your veins is twenty below.
This blood on my hands is something I cannot forget.
( Not good enough for truth in cliché)
 


   Don’t you cry tonight, I still love you baby, so don’t you cry tonight there’s an heaven above you baby..
….Non piangere stanotte,  ti amo ancora Tesoro, non piangere stanotte, c’è un cielo su di te Tesoro….
( Don’t you cry) 
   
 
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