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Autore: mrsreg    23/12/2012    0 recensioni
Snobbando completamente la stesura della mia Long, eccomi qui con una nuova One-shot!
E' un cross-over con la triologia "Cronache del Mondo Emerso", ma la lettura di questi libri non è obbligatoria per comprendere la storia, anzi, la storia è completamente frutto della mia fantasia, in pratica.
Beh, non mi rimane che augurarvi buona lettura!
Tratto dal testo:
Dopo circa un'ora che visitava un corridoio dopo l'altro maledicendo, intanto, tutti i maghi famosi che gli passavano per la testa, sentì una leggera risata mal trattenuta provenire da dietro l'angolo.
[...]
-Ti devo assolutamente presentare qualcuno!-
Il mago si lasciò guidare fino a che non arrivarono ad un masso enorme che, anche se era impossibile, sembrava respirare.

[...]
-Ecco, questo è il mondo in cui vivo, quello che amo davvero e in cui mi trasferirò stabilmente dopo i M.A.G.O. Ah, ora ti presento una persona.-
I due giovani si mossero tra le tante pietre che si trovavano sul terreno roccioso.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Noticine del Muffin.

Hey!

Sto scrivendo queste note solo per specificare alcune cose.

Ho letto solo i primi due libri della triologia “Cronache del Mondo Emerso” e qui è descritto come immagino io la foresta di pietra che si trova nella Terra delle Rocce.

I Neefi sono esseri di mia invenzione. Essi sono, in pratica, creature esclusive della foresta di pietra che hanno la capacità di trasformarsi in una roccia bianca, con capelli bianco avorio e occhi azzurri. Di solito sono pacifici e tendono a stare fermi nella loro zona, ma, raramente, ne nascono di guerrieri insieme al loro draghi, alla loro armatura e alla loro spada, che possono essere usati solo dal Neefi con il quale sono nati. La foresta, anche se fatta esclusivamente di pietra, da loro tutto il cibo di cui hanno bisogno così che possano nutrirsi.

Basta, è tutto.

Buona lettura!


 


 


 

Forse si, forse no.


 


 

Era una delle prime notti del primo anno ad Hogwarts per Regulus e l'undicenne, a causa del sonnambulismo che lo aveva da sempre afflitto, si era ritrovato a vagare per i tanti corridoi della scuola nella speranza di riuscire a ritrovare la sua Sala Comune e di tornare a dormire tra le calde coperte del suo letto.

Dopo circa un'ora che visitava un corridoio dopo l'altro maledicendo, intanto, tutti i maghi famosi che gli passavano per la testa, sentì una leggera risata mal trattenuta provenire da dietro l'angolo.

Il piccolo Slytherin sorrise sollevato e corse verso la fonte di quel suono che, complice il sollievo, gli sembrò stupendo, afferrando poi per un polso la persona da cui proveniva prima che potesse scappare.

Lo spettacolo che gli si presentò agli occhi era qualcosa di alquanto bizzarro: una ragazzina con lunghi boccoli di un lucente bianco avorio e occhi di un azzurro stupefacente che doveva avere circa dieci anni ricambiava il suo sguardo mentre, con la mano libera, gli puntava contro il collo una spada dello stesso colore dei suoi capelli e con l'elsa azzurra come i suoi occhi, completamente traslucida.

Regulus, chiedendosi perché dovessero capitare tutte a lui, deglutì lasciando cadere lungo il corpo il braccio con cui stringeva la piccola.

Non sapeva come era possibile, ma credeva di aver capito chi, o meglio, che cosa gli stava davanti: lei era una Neefi, una delle tante creature magiche la cui razza, in antichità, i maghi avevano distrutto.

Nelle leggende si diceva fossero alcuni di loro fossero venuti da un mondo lontano in cerca di nuovi luoghi da abitare, ma che, alla fine, fossero morti o tornati indietro, tutti. Trovarsi davanti uno di loro lo spaventava, se non terrorizzava.

-Chi sei?- chiese lei in un misto di preoccupazione e curiosità, senza muovere la spada di un centimetro.

Il piccolo Black, dopo qualche attimo di esitazione, si decise a rispondere.

-Sono Regulus Black, mago Purosangue, studente di questa scuola. Tu? Sul serio, non voglio farti niente, io.-

Lei lo scrutò, poi rinfoderò la spada e sorrise radiosa.

-Sono Silad della Terra delle Rocce, più precisamente della foresta di pietra e sono una Neefi guerriera. Ho dieci anni da poco. Vuoi essere mio amico? Io non ho nessun amico...-

-Come mai?-

Regulus era sorpreso. Una bambina così bella e, almeno gli sembrava, simpatica, come faceva a non avere amici?

-Essendo che sono una guerriera tutti mi guardano come se fossi una dea...- rispose imbronciandosi. -Allora?-

-Si, anche io non ho amici. Qui mi trattano tutti con i guanti perché sono figlio di persone importanti...-

Lei annui con un'espressione di comprensione molto buffa in volto che strappò una risatina al mago.

Era la prima volta che si vedevano, ma erano già in sintonia.

-Vieni con me!- disse lei prendendo lo per un polso. -Ti faccio vedere dove vivo io, così dopo mi puoi venire a trovare quando vuoi!-

Lui non ebbe il tempo di ribellarsi che le stava correndo dietro ridendo sommessamente con lei.

Arrivarono alla fine di un corridoi inutilizzato da parecchi decenni dove lei si fermò davanti a un quadro che ritraeva un paesaggio completamente bianco avorio, con molti massi e alberi che sembravano di pietra.

-Transibimi.- sussurrò Silad per poi posare il palmo della mancina al centro del quadro senza lasciare il nuovo amico.

Ad un tratto, dopo un lampo di luce azzurra, si ritrovarono nel paesaggio descritto.

Regulus era meravigliato. L'intero gruppo di Neefi, quella sera, si era riunito per una festa: cibo compariva all'improvviso sugli alberi per sfamare tutti, già cotto, e la gente parlava, ballava e rideva, felice.

Silad lo trascinò su una zona di terreno rialzato che fungeva da palco e, sotto il suo sguardo sconcertato, urlò alla gente: -Lui è Regulus dalla Terra, ma è mio amico, quindi non è un pericolo ne per la comunità ne per il Mondo Emerso. Beh, buona festa.-

A Regulus quasi uscirono gli occhi fuori dalle orbite quando tutti, nonostante fosse un estraneo di un'altra razza, gli sorriderono.

Si dovevano fidare davvero molto di Silad, probabilmente il loro unico guerriero.

-Ti devo assolutamente presentare qualcuno!-

Il mago si lasciò guidare fino a che non arrivarono ad un masso enorme che, anche se era impossibile, sembrava respirare. Spalancò gli occhi, però, quando, dopo una botta da parte di Silad accompagnata da un sonoro -Svegliati, dormiglione!- quella prese a muoversi.

Un drago enorme, bianco avorio e con gli occhi azzurri della stessa tonalità di quelli di Silad, prese presto il posto del masso, facendo uscire una piccola fiammata azzurra dalle narici per palesare il suo disappunto.

Lei indicò prima l'animale e poi Regulus dicendo: -Regulus, questo è Quiba. Quiba, questo è Regulus.-

Poi si sedettero con la schiena appoggiata al ventre dell'animale, di cui Regulus si era letteralmente innamorato, e parlarono del più e del meno fino a quando, dopo essersi fatto spiegare come, il mago se ne andò con la promessa di tornare.


 


 

Reg mantenne la sua promessa e, alla fine, i due ragazzi finirono per innamorarsi l'uno dell'altra.

Si misero d'accordo sul fatto che il mago, dopo aver finito gli studi, sarebbe tornato in quella foresta che aveva imparato ad amare e ci sarebbe rimasto per sempre, creandosi una vita con la ragazza, senza dire niente a nessuno così da non poter essere ritrovato.

L'unica persona a cui aveva avuto interesse a spiegare i suoi programmi era il fratello, Sirius, ma il Gryffindor non voleva avere più niente a che fare con tutta la famiglia e quindi era da quando era scappato di casa che non si rivolgevano più la parola.

Ma la sua seconda vita e la sua storia d'amore non erano destinate a rimanere segrete.


 


 

Erano ormai passati poco più di cinque anni dal primo incontro di Silad e Regulus e ormai i due ragazzi stavano insieme da circa un mese, cioè da quando, la notte del primo giorno del quinto anno del mago, lui si era precipitato dalla Neefi e, stingendola forte, le aveva dato un dolcissimo bacio sulle labbra, a stampo, a cui ne erano seguiti tanti altri, meno casti del primo.

Al villaggio non avevano fatto una piega, ma, anzi, gli altri Neefi si erano complimentati dicendo loro che era ovvio che, prima o poi, sarebbero finiti insieme.

Il ragazzo, ormai, aveva perso ogni interesse per la realtà corrotta in cui era nato e non vedeva l'ora di trasferirsi stabilmente tra quegli alberi di roccia che avevano iniziato a sfamare anche lui sentendolo parte del gruppo.

Li con i Neefi, si sentiva bene e poteva essere chi era veramente, senza restrizioni o convenevoli. Era il suo piccolo angolo di paradiso, completo di angelo personale.

Quella notte di inizio ottobre il più piccolo dei fratelli Black si dirigeva a passo di marcia verso il quadro che ritraeva la foresta di pietra quando una voce che trasudava sicurezza e sarcasmo lo raggiunse da dietro le sue spalle.

-Che cosa ci fa in giro per i corridoi il figlio perfetto a quest'ora della notte?-

Sirius, appoggiato al muro con la spalla sinistra e con le gambe incrociate all'altezza delle caviglie, lo guardava ghignando.

-Dove li hai lasciati i tuoi amichetti?- chiese Regulus non rispondendo alla domanda.

-In dormitorio. Ero io che non riuscivo a dormire. Allora?-

-Non sono fatti tuoi.-

-Ti vergogni di dirlo a tuo fratello?-

-Ma come, non sei stato tu a dire che il tuo unico fratello è Potter, prima di andartene di casa quest'estate?-

Il ghigno si gelò sulle labbra del Gryffindor lasciando il posto a una smorfia contrariata.

-Ti sei offeso, per caso?-

-No, ma non venire a fare il fratello maggiore adesso, che sei stato tu ad allontanarti da me e a non cercare mai di avvicinarti.-

Detto questo lo Slytherin riprese a camminare, non vedendo l'ora di arrivare da Silad per avere un po' di pace.

Il fratello lo affiancò in pochi secondi.

-Vengo con te.-

Regulus si fermò di botto.

-No.-

-Vedi? Io ho cercato di avvicinarmi adesso. E prima non l'ho fatto mai perché sembra quasi che tu viva da qualche altra parte. Vai a lezione, studi, mangi e dormi. Sembra quasi che tu viva in un altro mondo.-

-Esatto.-

Sirius lo guardò come se fosse pazzo.

-Vieni.- soffiò Regulus incamminandosi nuovamente.

I due ragazzi arrivarono dopo qualche minuto davanti al dipinto e quando il più giovane vi posò la mano sinistra prendendo il polso del fratello, quello iniziò a pensare seriamente di portarlo al San Mungo per farlo visitare da un magispicologo.

-Transibimi.- disse Regulus per nulla turbato per quello sguardo che lui stesso doveva aver rivolto a Silad molti anni prima.

Dopo il consueto lampo di luce azzurra i due maghi si ritrovarono nella foresta di pietra.

-Che cosa...- bisbigliò Sirius sconcertato toccando un albero di pietra.

-Ecco, questo è il mondo in cui vivo, quello che amo davvero e in cui mi trasferirò stabilmente dopo i M.A.G.O. Ah, ora ti presento una persona.-

I due giovani si mossero tra le tante pietre che si trovavano sul terreno roccioso.

-Questi sono Neefi.- continuò lo Slytherin. -siamo nella loro terra natale. Io ti presenterò Silad, una di loro che, in più, è una guerriera.-

Dire che Sirius Black era sconcertato era poco.

Arrivarono presto in una radura dominata da un macigno enorme a cui Regulus, battendo vari colpi su un lato, disse: -Hey, Quiba, dov'è Silad?-

Quello si trasformò presto in un drago che, dopo aver emesso un verso che era un misto di irritazione e rassegnazione, indicò una roccia poco lontana per poi tornare a dormire, ritramutandosi in pietra.

Intanto, la roccia più piccola si trasformò in una bellissima ragazza che, dopo un urletto, si arpionò al collo del mago più giovane stampandogli un bacio a stampo sulle labbra, sorridendo radiosa. Poi guardò l'altro.

-Tuo fratello? Avete fatto pace?-

Regulus volse lo sguardo a Sirius che gli sorrise, quindi annui sorridente alla volta della fidanzata.

Si sedettero tutti e tre con la schiena appoggiata a Quiba e parlarono un po', Silad accoccolata contro il suo ragazzo.


 


 

Da quel giorno anche Sirius, e di conseguenza i Malandrini e, più tardi, Lily, andarono spesso nella foresta.

Non so, però, se si possa sperare in una storia alternativa a quella che noi tutti conosciamo.

Forse si, forse no.

  
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