Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: conny    09/07/2007    4 recensioni
Una favola che sulle ali della fantasia racconta lo stesso reale viaggio che si compie da sempre... Un racconto originale per stuzzicare l'immaginazione e per sorprendervi nel ritrovarvi fra i protagonisti
Questa storia è stata scritta per far apprezzare l'originalità e la fantasia della mente, andando al di là dello stereotipo di HP (che lo stesso mi piace), quindi fatemi sapere cosa ne pensate, anche perchè leggerò con attenzione ogni vostro commento!...Un vostro nuovo membro, Conny ^__^
Questa storia partecipa al concorso "Parola in Corsa"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa è la mia prima pubblicazione in EFP, in quanto nuovo membro, ma nonostante ciò spero che questa Flashfic vi possa piacere, anche perchè scrivendola mi sono sentita soddisfatta della mia opera e spero che voi concordiate con me.
Questa storia è un originale e so che nel sito non sono molto lette, ma nonostante ciò confido in voi e spero che oltre alle fic di Harry Potter (che a me piace molto!) possiate trovare il tempo di leggere anche questo racconto ^__^
Detto questo vi lascio ad una lettura che spero vi piaccia e se non è così fatemelo pure sapere! Ciao...





§ Il Viaggio e il Dono §






Si racconta di un bambino. Uno come tanti. Curioso, capriccioso, insicuro. Con lui c’era sempre un vecchio. Saggio, ricurvo e rinseccolito. Li si vedeva camminare insieme, mano nella mano, giorno dopo giorno, qualsiasi sorpresa avesse riservato loro Madre Natura. Tutti intuivano il loro avvicinarsi dalla strana armonia che si diffondeva nel vento, un perpetuo rincorrersi d’eco cavernosa e dolce cinguettio: le loro voci. Altrettanto diverso era il loro aspetto: uno scavato dalla fatica, temprato dalle esperienze e dal tempo; l’altro riassunto in quegli occhioni spalancati, pronti ad afferrare ogni singulto di vita.
E quando l’uno era stanco, l’altro era pronto a fermarsi, o a prenderlo sulle grandi spalle. Mai un’inflessione di superbia o di rimprovero di fronte alle insistenti domande del piccolo; solo l’alacre prontezza di sciogliere qualsiasi dubbio.
Il vecchio si sentiva utile; il bambino sicuro.
E andavano avanti così, imperturbabili dinnanzi ad ogni bivio, di fronte a qualsiasi allettante invito. Il vecchio invecchiava, il bambino cresceva.
“Perché quell’animale ha il collo così lungo?” domandava avidamente il piccolo.
“Perché non avrebbe potuto nutrirsi degli arbusti, preda già di tutti gli animali più piccoli. Il suo collo si è trasformato nel tempo, dai suoi avi fino a lui”
Camminavano.
“Sapresti dirmi perché quel contadino adesso utilizza un aratro di ferro e non aggioga più suoi muli come un tempo?”
“Perché l’esperienza dei padri gli ha insegnato che in tal modo avrebbe fatto soffrire meno le sue bestie, garantendosi un raccolto migliore”
Tacquero.
Seguirono giorni sereni, ma di profonda riflessione per entrambi. Infine il bambino ruppe il silenzio: “E quindi vorresti dirmi che se oggi l’uomo non tenta più di toccare la vivace fiammella di una candela, lo fa perché glielo ha insegnato chi è venuto prima di lui?”
“Esattamente…” rispose il canuto viandante. E una luce gli saettò nello sguardo.
“Questo non è giusto.” Poche decise parole di veemente protesta pronunciate da quell’esserino sempre così pacato. Il vecchio non volle interromperlo. “Mi vietate di fare esperienza. Perchè mi è negato il piacere della scoperta… L’estasi della conoscenza diretta? Il vostro egoismo mi tarpa le ali. Vorrei essere come lui e volare via” disse alzando gli occhi verso il cielo terso.
“Anche lui ha imparato che è pericoloso volare oltre una certa quota. E se è ancora qui, stai certo, non lo ha sperimentato lui stesso”
Le soffici dita allentarono la presa sulla mano del vecchio. Il piccolo sbatté i piedi. “Addio” disse.
L’anziano lo lasciò andare; sapeva bene che il giorno dell’indipendenza sarebbe arrivato. Si sedette su una pietra, le mani sulle ginocchia ancora ben ferme, lo sguardo calmo rivolto all’orizzonte, dove quel puntino alla ricerca di sé si allontanava sempre di più.
Passò del tempo, tanto, ma di sicuro nessuno potrebbe mai dire quanto.
Tutti, però, ricordano che niente fu più uguale a prima: ogni cosa, ogni essere, ciascun elemento sembrava aver allontanato da sé il dolce bagaglio di conoscenza dei padri. Tutto quanto sperimentò il deludente bruciore della scoperta.
Un giorno, il vecchio, che non dormiva mai, scorse un’esile ombra indugiare alle sue spalle. Il piccolo era tornato. Ferito, malconcio, sconfitto.
Non appena quegli occhi più che millenari incontrarono i suoi, subito corse a cercare rifugio tra quelle dita nodose che aveva abbandonato con antico sdegno.
Da quel giorno ripresero il loro viaggio e non si staccarono più.
Si chiamano Presente e Passato. E i loro passi ora si susseguono vicini e, ora le loro voci continuano ad inseguirsi in un paterno girotondo di domande e risposte. Ciò che già si conosce non è più un fardello, ma un impagabile dono.
Sanno, ormai, che solo insieme, volgendo indietro lo sguardo, si può raggiungere il domani: l’alba chiara che reca impressa la parola Futuro.





Allora vi è piaciuto questo piccolo racconto? Consiglio di recensire e comunque commentare ai lettori:
-ai quali la storia è piaciuta (mi farebbe molto piacere);
-ai quali la storia non è piaciuta(i consigli e le critiche sono ben accette);

-che vogliono darmi consigli o suggerimenti utili (che sarebbero presi in considerazione di buon grado ^__^);
-che hanno voglia di esprimere un parere;
-che vogliono semplicemente scrivere;
-che hanno letto questa storia, quindi...a
TUTTI! XD

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: conny